Eleggibilità nel rugby internazionale: uno sguardo tra equiparati e oriundi

Dal 1 gennaio 2021 cambiano le regole

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Dvd 19 Giugno 2020, 10:01

    Anvedi la nostra “rivale” Scozia come ne ha approfittato per fare lo step over per diventare più competitiva!!!

  2. Stru 19 Giugno 2020, 10:12

    Non è corretto definire Parisse un oriundo, in quanto pur essendo nato e avendo vissuto la giovinezza all’estero è figlio di genitori entrambi italiani che si trovavano in argentina per lavoro, ma ha da sempre la cittadinanza italiana.

    • Ventu 19 Giugno 2020, 10:31

      è vero, ed è arrivato in Italia giovanissimo. Viene etichettato così perché ha un lieve accento straniero, ma è 100% italiano e l’ha dimostrato in tantissime occasioni.

      • Schioppo 19 Giugno 2020, 12:36

        Si ogni volta che gli hanno chiesto un documento 😀

  3. Ventu 19 Giugno 2020, 10:37

    Sono molto contento del cambiamento! Onestamente non è giusto che tutte le nazioni del pacifico perdano i loro giocatori per motivi economici. 3 anni di attesa sono troppo poco tempo anche solo per imparare la lingua. 5 anni per me è giusto. Aggiungerei anche che per motivi di SOLA parentela si può cambiare più facilmente. Se un giocatore che non è più in condizione di giocare con la sua nazionale di tier 1 può tornare a giocare con quella dei suoi genitori. Se i vari Vunipola, Aki, Faletau volessero finire la carriera giocando per Tonga e Samoa andrebbero incoraggiati

  4. Galeone 19 Giugno 2020, 10:41

    Noi invece, dal prossimo anno avremo fra gli equiparati ” solo ” Stern, Hayard e probabilmente Ioane giusto ?

  5. LiukMarc 19 Giugno 2020, 10:44

    Che poi comunque ci sono anche all’interno degli oriundi casi diversi. O degli equiparati che sono più “oriundi” degli oriundi. Per dire Manu Tuilagi arrivò in Inghilterra a 11-12 anni, Parisse già più tardi, Moriarty ha fatto le nazionali giovanili inglesi, mentre Shields, oriundo, è neozelandese born and raised, ad un passo dagli All Blacks. Insomma, anche li situazioni molto eterogenee. Poi specie tra Inghilterra, Galles e Scozia dove ovviamente i legami di parentela sono molto più stretti e facili da trovare (dalla mamma scozzese di Pyrgos al padre gallese di Jake Ball – che comunque è cresciuto tra Inghilterra e Australia).

    • Ventu 19 Giugno 2020, 11:20

      Parisse ha i genitori Italiani, tuilagi ha tutti i fratelli che giocano per Samoa, poi sono d’accordo che le situazioni cambiano molto da caso a caso

      • LiukMarc 19 Giugno 2020, 12:35

        Si era per dire che a volte gli equiparati per residenza di fatto hanno legami con il paese di residenza anche più lunghi e duraturi di oriundi con genitori del paese di origine (vedi appunto un Tuilagi vs Shields). Parisse non tiriamolo più fuori che se no qualcuno fraintende che non lo si intende italiano e succede il disastro 🙂

  6. giodeb 19 Giugno 2020, 11:17

    @redazione come mai scrivete “matrimonio” per la regola degli equiparati? Mi pare che la Regulation 8 parli esclusivamente di residenza.

    Per i possibili futuri equiparati dell’Italia ci sono sicuramente Ioane (che credo sia interessato a rappresentare l’Italia a livello internazionale) e Faiva (sul quale non so bene se sia interessato), che ha presenza con la U20 della NZ ma per loro la U20 non è mai stata “bloccante”. Entrambi ci servirebbero sia nel breve che medio termine.

    Herbst anche diventerebbe equiparabile con loro questo autunno/inverno, ma credo abbia diverse presenze con la U20 sudafricana che nel 2013 (quindi per i nati nel 93 come lui) era il second XV (non lo era l’anno precedente per i 92, infatti Steyn gioca per noi) e che la Regulation 8 preveda che un giocatore bloccato da una U20 rimanga bloccato. Non ne sono certo, ed anzi spero di sbagliarmi e che Herbst possa giocare per l’Italia (abbiamo un disperato bisogno di seconde linee pronte per il livello) ma temo non potrà.

    Sarebbe interessante leggere un articolo su questo e capire chi tra gli stranieri possa, e voglia, dare un contributo alla causa azzurra, inclusa magari una strategia (se esiste) della FIR su equiparati ed oriundi (ad esempio so che Galles e Scozia hanno osservatori in Inghilterra e programmi dedicati agli Exiles per trovare giocatori eleggibili).

    • nickso 19 Giugno 2020, 11:51

      Giodeb, se esistesse una strategia della FIR su equiparati ed oriundi non avremmo come unici azzurrabili i 2-3 buoni di Treviso che sono qua da 3 anni(Ioane, Faiva ed Herbst peraltro ci servirebbero come il pane).
      Ed avremmo sicuramente in più nel giro nazionale qualche discreto francese /inglese con nonni italiani che gioca tra Top 14/Pro D2 e Premiership (per non parlare di Australia e NZ, anche là ci sono giocatori con cognomi palesemente italiani). Penso che quelli arrivati dall’Inghilterra negli ultimi anni siano state più intuizioni di O’Shea che altro.

      • LiukMarc 19 Giugno 2020, 14:17

        Vabbè ce n’erano anche di più che discreti (Lozowsky, Devoto) ma li han selezionati loro. Comunque Capuozzo e Varney sono i due oriundi che spero accettino/trovino un posto in nazionale (specie il secondo).

        • aries 19 Giugno 2020, 22:18

          Varney è da corrompere a tutti i costi… Gli trovo pure la fidanzata se c’è bisogno!

      • giodeb 19 Giugno 2020, 15:05

        Temo proprio che sia come dici tu. Le equiparazioni e gli oriundi sembrano avvenire in maniera piuttosto casuale e lasciato all’iniziativa del singolo piuttosto (giocatore o allenatore che sia) piuttosto che ad uno schema sistematico.

        Leggere che Jake Polledri si è dovuto proporre lui e pagare da solo i voli aerei per giocare in U20 mi ha lasciato di stucco, soprattutto se penso che senza quelle preziose presenze in U20 non lo avremmo bloccato per la maggiore e magari avrebbe fatto la fine di Lozowski o Devoto menzionati sotto bloccati dall’Inghilterra con giusto un paio di cap a testa).

        Fossi la FIR un programma più strutturato per osservare e gestire i possibili eleggibili all’estero lo metterei in piedi (fosse anche solo in Francia e Inghilterra per ragioni di costi), perchè effettivamente come dici tu i giocatori con cognomi italiani nei vari campionati pro sono veramente tanti, soprattutto in Francia.

    • Redazione 19 Giugno 2020, 11:58

      Ha ragione il matrimonio (nel rugby) non è contemplato, abbiamo corretto grazie della segnalazione.

      • giodeb 19 Giugno 2020, 14:58

        Nel rugby il concetto di cittadinanza e quello di eleggibilità non sono la stessa cosa. Potrei essere cittadino di un paese (tramite matrimonio ad esempio o anche per ius sanguinis, in Italia basta avere un bis-nonno italiano per richiedere la cittadinanza) ma non poterlo rappresentare a livello internazionale se non tramite residenza. Questo credo sia colpa dei britannici, nel calcio infatti (dove bisogno avere il passaporto per giocare in una nazionale) esiste un apposita eccezione per disciplinare le 4 nazionali britanniche (Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda del Nord) dato che hanno tutte lo stesso passaporto (UK) e volendo un giocatore potrebbe giocare per una qualunque delle altre.

        L’unico dubbio che non sono riuscito a chiarirmi sull’eleggibilità leggendo il regolamento è se un giocatore che venga “cappato” da una nazionale juniores tramite residenza, sia poi eleggibile in maniera automatica per la nazionale maggiore. Questo dubbio mi è venuto in mente dopo il caso Tica (pilone mi sembra di origine rumena, in italia da quando aveva 11/12 anni e dove ha iniziato a giocare a rugby). Il ragazzo ha giocato nella nazionale U18 in quanto eleggibile per residenza (era in italia da circa 6 anni), ma al passaggio in U20 era sua intenzione trasferirsi in Francia (trasferimento poi bloccato dalla FIR che non ha concesso il nullaosta). Mettiamo che la FIR lo avesse concesso il nullaosta, non so se il ragazzo sarebbe rimasto eleggibile per la nazionale U20 e poi per la maggiore visto che il regolamento 8 parla di 3/5 anni consecutivi di residenza immediatamente prima del primo “cap” o 10 anni di residenza cumulativa ed il ragazzo non avrebbe rispettato nessuna delle due condizioni…

        • Arazon 19 Giugno 2020, 21:36

          non capisco: Polledri e Braley hanno la cittadinanza per i nonni ma non hanno la residenza eppure possono giocare per la nazionale.

          • giodeb 20 Giugno 2020, 18:07

            Ciao Arzon, come scritto scopra avere o no la cittadinanza di un paese non interessa a World Rugby per poter giocare in una nazionale. Conta solo dove sei nato tu, dove sono nati i tuoi genitori o dove sono nati i tuoi nonni. Polledri e Braley possono giocare per la nazionale di Rugby italiana perchè hanno nonni che sono nati in Italia (che poi abbiano diritto anche ad ottenere il passaporto italiano è un fattore che a Wolrd Rugby non interessa).

            Per risondere invece ad aries Tica era assolutamente convocabile per l’Italia U18 all’epoca perchè tesserato da almeno 3 anni da una società FIR (mi pare Ospitaletto o Calvisano). Anche per la regola della residenza in realtà le regole World Rugby non considerano dove un giocatore è residente a fini legali, ma in quale paese è tesserato (immagino che per i 10 anni cumulativi di residenza possano tenere conto della residenza legale).

            Resta però il dubbio di un giocatore che nel passaggio da una nazionale giovanile alla maggiore (o tra una under e l’altra) perda il requisito di residenza (leggilo pure come tesseramento per una squadra locale) senza avere accumulato 10 anni totali di residenza. E questo è proprio il caso di Tica se fosse andato a giocare in Francia.

        • aries 19 Giugno 2020, 22:13

          Beh mi sembra abbastanza controversa la faccenda in effetti, situazione da azzecca garbugli… Poi siamo sicuri che Tica avesse la residenza? Io non sono convinto, mi ricordo di aver letto la sua storia tempo fa, la mia memoria e famosa per le falle, dunque non do niente per certo, ma ricordo una storia piuttosto borderline e la giurisdizione italiana è il regno del borderline e anche probabile fonte del contenzioso tra federazione e giocatore, o tra federazioni, non conosco bene la storia…

          • giodeb 20 Giugno 2020, 18:11

            Ciao Aries, ti ricopio qui la risposta di sopra così la puoi trovare più facilmente.

            Per risondere invece ad aries Tica era assolutamente convocabile per l’Italia U18 all’epoca perchè tesserato da almeno 3 anni da una società FIR (mi pare Ospitaletto o Calvisano). Anche per la regola della residenza in realtà le regole World Rugby non considerano dove un giocatore è residente a fini legali, ma in quale paese è tesserato (immagino che per i 10 anni cumulativi di residenza possano tenere conto della residenza legale).

            Resta però il dubbio di un giocatore che nel passaggio da una nazionale giovanile alla maggiore (o tra una under e l’altra) perda il requisito di residenza (leggilo pure come tesseramento per una squadra locale) senza avere accumulato 10 anni totali di residenza. E questo è proprio il caso di Tica se fosse andato a giocare in Francia.

  7. Flaviuz 19 Giugno 2020, 12:30

    E poi c’è ancora chi vede la nazionale come quella che equipara tutto e tutti? Per carità, ne avessimo di più di equiparati forti come altre nazionali, qui non ci piove, ma basta con le scemenze del “siamo solo noi” o “prima i giovani italiani”… cosa dovrebbero dire i “giovani scozzesi” allora?

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