Problemi a non finire per i finalisti dell’ultimo Super Rugby. Tutti i “Pumas” sul mercato verso l’Europa?
Allarme Jaguares: sono a rischio chiusura?
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Non so se sia effettivamente rilevante, ma io ci aggiungerei anche l’ennesimo default dello Stato argentino, che sicuramente non aiuta la situazione.
Ora, è palese che la possibile diaspora degli internazionali argentini non interesserebbe il Rugby italiano, ma soltanto soggetti francesi e inglesi, ma con l’ eventuale soppressione della franchigia professionistica argentina, secondo voi sarebbe possibile il ricrearsi di quelle condizioni per le quali importanti prospetti del Rugby argentino cercherebbero uno sbocco remunerativo, venendo in Italia a rinverdire le gesta dei vari Dominguez, Castrogiovanni, Nieto, Canale, Garcia e compagia cantando?
Lo so, appare come un discorso di puro sciacallaggio sportivo, ma se avendo letto la “nazionale samoana” in maglia tutta nera, si realizza che gli altri lo fanno da sempre e in maniera continuativa!!!
Per me no, l’Argentina ormai ha una cultura vincente che in Italia non esiste più da tempo. Se negli anni 90 e primi 2000 venire a giocare per l’Italia aveva un senso, ora quale sarebbe, a parte timbrare il cartellino al Mondiale ed al 6N? Tanto più che, se è vero che l’Argentina è in crisi, noi non navighiamo nell’oro e non so quanti soldi in più si potrebbero dare a questi giocatori per convincerli a giocare a Treviso o Parma. In più, aggiungici che dal 2021, gli anni necessari per naturalizzare un giocatore passano da 3 a 5, il che rende ancora meno attrattivo per giocatori e Federazioni questo processo. Sicuramente qualche giovine interessante dell’Under 20 potrebbe diventare un’occasione, ma nel complesso credo che, anche se i Jaguares venissero sciolti, cambierebbe poco per l’Argentina. Semplicemente, i loro migliori prospetti andrebbero a giocare in Inghilterra e Francia, ma non credo che cambierebbero casacca in Nazionale.
Certamente se gli crollasse la franchigia, purtroppo i giocatori dovrebbero cominciare a guardarsi attorno in cerca di uno stipendio.
Rispetto a quella volta però la situazione italiana è molto cambiata, penso che se un ragazzo ha le carte in regola per avere spazio in Pro14 allora in Top14 o ProD2 possa trovare ancora più offerte e tenere aperta la porta per i Pumas.
Da parte italiana poi vi sarebbe una questione anche politica e mi auguro che in questo momento ci sia maggiore sensibilità nel trattare certe cose. Con tutti gli investimenti fatti, andar poi a pescare i giocatori con i nonni italiani in Argentina con l’obiettivo di farli giocare in nazionale sarebbe veramente difficile da giustificare.
Se saltassero i Jaguars io spero che negli Usa riescano a far decollare il loro campionato nazionale, già hanno praticamente tutta la nazionale dell’Uruguay, potrebbero portare a casa parecchi bei giocatori anche tra gli argentini. Non so però come siano gli stipendi in quel campionato e quanto siano concorrenziali con una seconda divisione francese.
le appena passete elezioni dei massimi vertici internazionali del rugby poi daranno l’ultima spallata all’argentina, samoa tonga ecc…., così gli inglesi e francesi potranno comodamente acquistare i nuovi gladiatori per le loro arene e lo spettacolo continuerà….
Questa è veramente una brutta notizia, anche se bene o male c era da aspettareselo prima o poi. Il SR per loro è una competizione che ha prezzi di gestione troppo alti, a questo consideriamo anche la situazione economica generale del paese all’ ennesimo default economico.
Anche per la UAR, economicamente diventa difficile trattenere i giocatori, ci sarebbe troppa disparità di trattamento con i giocatori del resto del mondo; giocoforza viene meno anche tutto il discorso legato alle convocazione in nazionale, regola ormai troppo obsoleta per tanti.
Tralasciando gli aspetti negativi della vicenda, c’è da dire che l Argentina a livello formativo ha svoltato già da diversi anni, le prestazioni della 20 sono state molto regolari negli anni ed al loro interno hanno un sistema di allenatori e formatori in grado di fare rete, anche nel web sono un gruppo iperattivo, sempre pronti al confronto e a sperimentare. Per cui torneranno al sistema di esportazione che negli anni li ha contraddistinti, magari cercando di collocare qualche squadra development nella lega per club sudamericana.
se poi volessimo fare anche un pò di fanta rugby, fossi in Treviso mi catapulterei un sulla terza linea Kremer, l apertura Miotti e l estremo Carreras.
gente scarsa… 🙂
Davvero un gran peccato per i Jaguares, ma siamo onesti: era davvero un modello sostenibile? Mi piacerebbe sapere quanto sono costati alla federazione argentina, tra voli intercontinentali e stipendi alti per mantenere in patria un anno di più i vari Sanchez e Matera, che in ogni caso hanno finito con l’andarsene. Capisco il discorso di voler preservare i propri migliori giocatori, ma da quello che ho letto erano esausti a causa dei continui jetlag… Quasi quasi è meglio farsi 30 partite di autoscontri in Top14! E tutto ciò per ottenere dei risultati in nazionale che non rispecchiavano le buone performance in club. Alla fine il discorso è lo stesso un po’ dappertutto, non sarebbe stato meglio tenere quei soldi per finanziare i piccoli club locali, che producono giocatori che andranno a vincere trofei nei migliori club d’Europa?
In ogni caso ho visto che in Francia ci sono parecchi club di ProD2 che stanno mettendo a segno dei colpi interessanti, per assurdo hanno più disponibilità di bilancio di alcuni club di primissima fascia, che invece sono con l’acqua alla gola a causa del salary cap. Probabilmente per i migliori Pumas un posticino a Londra, Parigi, Leicester e Montpellier lo si troverà senza problemi, ma i veri affari li faranno i club che riusciranno a portarsi a casa gli altri giocatori, meno quotati.
la franchigia unica argentina un modello troppo vincente per continuare ad esistere…meglio alimentare il rugby spendi soldi ed ammazza carriere sportive in salsa franzosa o il doping economico sportivo albionico formato sarries…fortuna che ci rimarrà super rugby e soprattutto pro14…
L’Italia può benissimo giocarsela con giocatori giovani di seconda fascia, offrendo stipendi accettabili e soprattutto opportunità di lavoro e vita post-rugby nel prosperoso e tranquillo nord Italia. Stesso discorso per il Sud Africa, una polveriera sociale con talento rugbistico, finalmente anche di colore, ampio e di grandissimo livello. Tante “kitchen table discussions” in questo periodo, nelle quali i genitori esortano i figli a cercare sicurezze lavorative e sociali, ovunque queste si trovino.