Dopo l’editoriale del Times che auspica l’uscita dell’Italia dal Torneo abbiamo provato a fare un’analisi sul perché sia una cosa senza senso per tutti.
Cosa ci fa l’Italia (ancora) nel Sei Nazioni?
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Tutto giusto, ma comunque l’Italia deve mettersi d’impegno, concentrarsi sui suoi (molti) problemi per risolverli e bisogna vincere piu’ partite del Sei Nazioni possibili, anno per anno, sapendo cogliere di volte in volta le opportunità che invariabilmente si presentano, anche a costo di penalizzare i risultati al Mondiale, dove comunque va a finire sempre nello stesso modo.
Bisogna imparare ad ottenere il massimo possibile con quello che si ha a disposizione: non possiamo permetterci di buttare via niente.
Risultati, risultati, risultati. A tutti i livelli.
Nello sport professionistico, i risultati sono fondamentali.
Il rischio (realistico) per l’Italia e’ che dopo il 2024 (quando scadrà l’attuale contratto), il Sudafrica prenda il nostro posto, senza retrocessioni.
Gia’ stanno facendo le prove in Pro14….
Possiamo far finta che tutto va comunque bene, possiamo dormirci sopra o possiamo invece darci da fare, rendendo il nostro obbiettivo quello di fare ogni anno i migliori risultati possibili (in tutti i sensi) al Sei Nazioni, ma il tempo, comunque, e’ relativamente poco e ogni segnale positivo dal nostro lato (risultati, presenze allo stadio, contratti TV, sponsor, arbitri,….) e’ estremamente benvenuto.
Se posso dire secondo me nell’articolo un aspetto è solo accennato ed un altro del tutto rimosso.
Si accenna solo alla nostra evidenta poca competitività e il fatto che nessuno in federazione abbia pagato per questo dimostra una volta di più (ma evidentemente non per l’autore del pezzo) una gestione del tutto dilentattesca e non adeguata della fir. Questo potrebbe essere un aspetto che prima o poi il board potrebbe menzionare.
L’aspetto invece completamente rimosso è l’eventuale ingresso del Sudafrica (e non di improbabili e scalcinate compagini europee non attrezzate) che rimescolerebbe non di poco le carte mettendoci una volta di più di fronte al nostro fallimento senza paracadute.
Alex74
Ciao, Alex74. Speriamo di rivederci presto in mischia, capoccia a capoccia.. : D
Non vedo l’ora!!! Ormai sono una prima linea vecchio stile, direi. A prestissimo!
Allora daje! Non vedo l’ora di rivedere te e gli altri mitici tuoi compagni di squadra! Un caro saluto a tutti voi.
Sono d’accordo con te sul fatto del Sudafrica, o anche dell’eventuale Giappone di turno. Spesso diamo per scontato che il Sei Nazioni sia un torneo Europeo, ma non c’è scritto da nessuna parte… Quindi le Unions che ne fanno parte possono tranquillamente cercare il modo che trovano migliore per tirare a casa più soldi, il che include lasciare fuori l’Italia e prendere un’altra nazionale più performante e più redditizia. Poi, che questo non vada a favore della diffusione del Rugby è evidente, e allora a questo punto ben venga una Nations cup o come caspita vogliamo chiamarla, ma che consenta alle squadre di seconda fascia di accedervi se se ne mostrano degne.
P.s. il ragionamento sull’Inghilterra o sulla Francia in B non esiste perché nell’ipotesi (in realtà impraticabile perché il Sei Nazioni non è un torneo Rugby Europe come l’ECC) una delle suddette non solo dovrebbe arrivare ultima, ma poi anche perdere lo spareggio con Georgia o Romania. In parole povere Fantarugby
Vero alex, ma non credo che il Board possa imporre alla Fir una maggiore professionalità e programmazione.
Sul Saf io – almeno nel breve periodo – sono un po’ più scettico.
Posto che da un punto di vista sportivo e di seguito di pubblico sarebbe un notevole miglioramento per il torneo.
Però, da un lato è vero che il fuso è lo stesso, ma la stagione no (e la cosa sappiamo può cambiare molto preparazione e simili), dall’altro farsi 2 ore di volo Dublino – Roma o farsene 6-7 cambia radicalmente. E con questi calendari iper stringenti anche su questo va riflettuto. Vedremo. Sicuro imo che se vogliono cambiare il torneo li vanno, poco da dire.
Ciao Liuk, no non intendevo che il board possa imporre alcunché, ci mancherebbe, ma hanno diversi strumenti per farlo presente….
E mi piacerebbe lo facessero, credimi
Bisogna utilizzare molti più soldi per la base. Mancano i campi e i mezzi, soprattutto al sud. Le società amatoriali fanno spesso fatica a far quadrare i conti. Portare venti/trenta persone in trasferta con un pullman costa. Mantenere o affittare un campo costa. Comprare i palloni e il materiale tecnico costa. Pagare gli allenatori, anche un rimborso spese, costa. La corrente e l’acqua calda, costano. Su queste cose si costruisce la possibilità di allargare la platea dei praticanti e di trovare tra loro i talenti. Cominciamo subito, altrimenti tra 20 anni ci troviamo ancora a dire le stesse cose e andare voce al primo che deve riempire una pagina di giornale.
Ma quanti graditi ritorni in questi giorni, era da tanto che non ti si vedeva in queste valli Sergio. Spero tutto bene.
Benone, grazie! Lo stesso spero di te e degli altri vecchi amici di penna di questo sito. Leggo sempre con piacere OnRugby, anche se commento poco…
Articolo perfetto da linkare in caso di necessità
Articolo che tristemente rivela il ragionamento “sbagliato” che fanno pure in FIR: siamo entrati nel 6N x meriti sportivi, ci rimaniamo esclusivamente x interessi economici.
Si è scritto di tutto fuorché di “campo”, il Rugby (quello giocato) x e con l’Italia diventa un dettaglio secondario.
Ci spiace (e lo diciamo senza alcun intento provocatorio, sia chiaro) che non abbia capito il senso del pezzo. Intanto ci sembrava di aver scritto piuttosto chiaramente che l’Italia è stata ammessa nel Sei Nazioni perché “al Torneo serviva come il pane allargare il proprio business”. In secondo luogo il tema e lo scopo dell’articolo non sono quelli di fare analisi di campo (al contrario), ma del perché si sia puntato sull’Italia e del fatto che, una volta fatta questa scelta, tornare indietro sarebbe una cosa senza senso per tutti.
Che io non abbia capito il senso dell’articolo lo presumete (erroneamente e, senza senso critico, con una certa supponenza)voi.
Che il Board 6N abbia inserito l’Italia con l’intento di allargare il suo business è in parte vero, ma ancora fate lo stesso errore espresso nell’articolo: ci hanno fatto entrare perché SUL CAMPO l’Italia aveva dimostrato di poter competere, di meritare il confronto agonistico!!
Se la Nazionale di allora avesse preso 40/50 punti a partita credete ci avrebbero aperto le porte del Torneo??!!
Fate meno i contabili ( quello lo fanno già in troppi in federazione) ed analizzate il Rugby!
Bangkok, l’Italia di fine anni ’90 aveva sicuramente meriti sportivi, ma si è sempre presa anche grandi imbarcate. Guardiamo la prima edizione del Sei Nazioni: dopo la prima clamorosa vittoria con la Scozia, la giornata dopo l’Italia perse 47-16 con il Galles, 60-13 la giornata dopo con l’Irlanda, 59-12 con l’Inghilterra e infine 42-31 con la Francia.
Edizione 2001 tutte sconfitte 41-22, 80-23, 30-19, 23-19, 23-33
Quindi il problema è semmai che da lì non ci siamo schiodati.
Ma certo!!
Le sconfitte (imbarcate ed “onorevoli”) erano capite ed accettate
Nessuno avrebbe potuto pensare e/o pretendere che l’Italia arrivasse e potesse puntare non dico alla Vittoria finale ma neppure al podio.
Il problema è appunto che miglioramenti sportivi non se ne sono visti, anzi questi ultimi 5 anni sono stati una tristissima Via Crucis.
Ciò che ha scritto il giornalista inglese purtroppo è dolorosamente vero, a livello tecnico l’Italia sta dando niente, a livello di pubblico abbastanza poco ( vorrei vedere l’Olimpico senza i tifosi ospiti quanti posti vuoti avrebbe).
E ci troviamo a disquisire sui vantaggi/svantaggi economici??
Stiamo parlando di Rugby o di qualche s.p.a.??
@bangkok concordo in pieno. Gira e rigira Stuart ha detto la semplice verità: che L Italia è da anni che porta il nulla a livello competitivo e le poche mete che facciamo le facciamo spesso perché gli altri rifiatano.
In questo momento ci tengono dentro perché fa comodo economicamente. Sebbene non portiamo molti tifosi allo stadio e altre cose, c è un guadagno di euri notevole.
E a tutti va bene così, che l’Italia continui a perdere o ne vinca una tra 3 anni. Il meccanismo è talmente oliato che possono solo sostituire l’Italia non cacciarla ne tanto meno pensare a play out.
L’Italia a mio parere ha il sedere parato e fino a che questo meccanismo non si Incepperà, l‘Italia rimarrà nel sei nazioni, con o senza meriti.
Bastava riassumere il lungo articolo così alla fine.
Ora ci siamo dentro per puro interesse economico. Non portiamo nulla a livello agonistico da anni.
questo è il ragionamento che ha portato l Olimpico a svuotarsi, l eccellenza ad avere una media di 1000 spettatori scarsi ecc ecc….la cosa che mi preoccupa è che ragionamenti simili in questa quarantena li ho sentiti fare a personalità federali. Cioè interviste ed interviste a parlare di quello che hanno in più gli altri e meno noi, che sicuramente di fondo è l assoluta realtà. Tutti che si autoassolvono da quello che è stato fatto in 20 anni, allora provocatoriamente mi vien da pensare che il loro modo di operare è limitato e che da loro non ci si può aspettare di più perchè non ci arrivano.
Anche voi, parlate di effetti, ma poco vi concentrate sulle cause che portano l Italia ad essere messa in dubbio…
Prendo solo in considerazione una delle vostre osservazioni, i diritti tv, ma scusa cosa offre la tv italiana in materia di rugby? il 6N perchè nessun altra emittente ha fatto offerte per prenderne i diritti?
La tv rumena pay per view, tra l altro molto diffusa in Romania, che sia DigiSport o TVRO, fa vedere il campionato nazionale e le coppe europee, oltre il 6N. Per non parlare che le dirette streaming delle partite interne ha iniziato a farle vedere due anni prima di noi e pe giunta in buona qualità video.
La Tv georgiana, attraverso anche il sito della federazione negli anni ha trasmesso la Nations Cup, roba che quasi ci sogniamo. Insomma io sono sempre dell idea che prima bisogna guardare in casa propria ed ammettere gli errori che sono stati compiuti. Poi iniziamo a parlare degli altri..Per non farmi mancare nulla, ho persino sentito qualcuno dire che il Giappone per ora va bene solo perchè naturalizza gli stranieri, da gente che dovrebbe guidare il movimento, giudizio del tutto superficiale che denora la scarsa conoscenza del mondo del rugby straniero…
Io invece inizierei ad andare indietro nel tempo e cominciare a fare un bel excursus sui progetti lanciati in Italia per colmare il gap con unions straniere. Vediamo di questi progetti quanti ne sono stati portati a compimento e con quale risultato, vogliamo partire dai primi anni celtici, dove c erano dei vincoli di ruoli in cui si dovevano schierare solo italiani, oppure il rinnegato progetto statura per la formazione dei giovani, le Zebre e le sue innumerevoli gestioni…di tempo prezioso se ne è perso tanto, ma nessuno lo ammette
Vado a sensazione anche perché non sono certo in grado di sapere quale sia l’intenzione dei Capi.
Se vogliono allargare il bacino in Europa, con la retrocessione dell’ultima, credo che per un bel po’ di anni saranno nostri ospiti a Roma; Georgia ma soprattutto Romania e Germania sono ben lungi dal livello della nostra Nazionale.
Se vogliono allargarlo al Sud (sempre con la retrocessione), per loro sarebbe proprio un bel rischio, soprattutto se la sesta dovesse essere il Sudafrica: Calcutta (all’interno del 6N) la si giocherebbe 1 volta su 5 (se va bene).
Se dovessero inserire una del sud (sempre Sudafrica) e scartare noi l’orgoglio britannico e la grandeur francese andrebbero a remengo.
“Framcia Spagna si giocherebbe allo Stade de France?” sì, sarebbe un bel derby vista la notevole quantità di passaporti francesi in campo 😉
Comunque tutto vero, per ora non ci cacciano, ma vediamo per favore di migliorare e migliorare e migliorare ancora, a noi l’aspetto sportivo interessa ancora più di quello finanziario …. io e molti altri, speriamo ancora di vedere una vittoria sull’Inghilterra prima di …. fate pure i gesti apotropaici preferiti 😉
il ritorno a 5 sarebbe sotto tutti i punti di vista una caporetto soprattutto per loro e poco per noi…ben venga l’idea di un meccanismo di retrocessioni…è qui torniamo al discorso accantonato troppo in fretta del torneo mondiale al posto dei test match!
…in estrema sintesi, se ho ben capito il ragionamento albionico, non si prevede un ritorno al “vecchio” 5 Nazioni anche se in questi tempi di rivoluzione comunicativa e di limitazioni di accesso agli stadi che dureranno nel tempo, (dopo Covid-19 avremo Covid-19.1 e poi 20 e 21, l’OMS l’ha già premesso e promesso più volte in questi ultimi giorni!) con ,l’introito al botteghino e le trasferte dei tifosi che subiranno duri colpi al ribasso, l’idea di una “felice” regressione non è del tutto peregrina, quanto un ipotetico nuovo ingresso di “altre” nazioni maggiormente performanti dal punto di vista agonistico-sportivo: SAF, visto che decine di loro giocatori già sono permanentemente nell’emisfero nord, ed hanno se non erro due franchige in pro14. oppure i giapponesi, con i loro sponsor enormi ed un altrettanto importante mercato televisivo, anche se per il momento si parla di altre nazioni europee (Romania, Georgia, etc) ma i primi a non crederci ritengo siano i britannici… per l’italia del rugby, comunque vada, è uno schiaffo notevole, e non è che ci siano molti argomenti per controbattere (escluso i ragionamenti biecamente mercantilistici esposti nell’articolo di OR)…
Scusate io però non capisco. Mi sembra tutto così semplice qualiasi strada si scelga. E spiego l’arcano
1) se ci lasciano dentro, come spiega l’articolo, continuano a fare più incassi tra partite e vittorie e inoltre noi gli garantiamo che loro vincono sempre e noi mai ! E noi beneficiamo di una barca di soldi per fare da sparring partner
2) se tornano al 5 nazioni, noi partecipiamo al sei nazioni B e vinciamo tutti gli anni stracciando tutti e quindi riempiamo gli stadi con molto introiti (incontrando nazioni come spagna, germania e russia che hanno una platea di popolazione da invogliare….)e tutti sono felici e crescono anche i futuri giocatori. In fondo si è sempre detto che la Nazionale è il traino del movimento, basta vincere ogni tanto così i tifosi vanno allo stadio, tutti vogliono diventare Parisse, gli sponsor elargiscono soldi….e qui invece noi vinceremmo sempre !!
Pensateci è una furbata colossale.
In conclusione, poichè nel professionismo conta solo il denaro e vincere, tutto quadrerebbe.
Ma….c’è un ma, caro giornalista britannico meteora di ex giocatore silurato a suo tempo per Rob Andrew , come dice qualcuno sopra prima di me, noi siamo entrati per MERITI SPORTIVI !
…giusto, siano piuttosto gli altri a uscire! 🙂
Il Sudafrica il Sei Nazioni lo vincerebbe un anno sì e un anno no e forse anche più spesso, mica troppo bello per gli albionici passare da una quasi sicura vittoria (con l’Italia attuale) ad una sconfitta probabile (il Sudafrica)…
Il Giappone fa gola, ma diventerebbe l’Argentina dell’emisfero nord (trasferte sfiancanti in primis), boh, tutto è possibile. Per me l’unica soluzione è diventare noi finalmente competitivi (e sarebbe l’ora). 🙂
Bah gira e rigira il succo del discorso è sempre quello: entrati per meriti sportivi, ci rimaniamo perché il meccanismo economico “six nations” va bene così.
Le perdite sarebbero maggiori sia con Italia fuori sia con play out.
Semplicemente ci rimaniamo perché per ora fa comodo a molti. Le cose cambieranno quando riusciranno a trovare un sostituto economicamente di livello (che valga la candela e porti più o ugual grana) per sostituirci.
Sono bellissimi questi articoli come quelli sull’allenatore di turno ma il succo è sempre uguale da quasi 10 anni ormai: 1) non ci tagliano perché sarebbe una mazzata a livello economico, 2) puoi mettere chi vuoi in panchina il risultato non cambia.
Occorrerebbe il coraggio di rimettere al centro del discorso non tanto i soldi ma il gioco delle squadre e i suoi progressi e ciò dovrebbe valere per tutti (organizzatori, federazioni, tecnici, media e tifosi). In tal senso, anche a per il 6 Nazioni, la possibilità di essere promossi e retrocedere va inserita per forza. E sempre in tal senso, per il bene del rugby, era meglio eleggere Agustin Pichot a capo di World Rugby.
bah, che tristezza di argomenti, siamo entrati nel 6N in parte per motivi economici (allargare il business) e in parte per meriti sportivi (non ci avrebbero fatto entrare se non eravamo quantomeno competitivi). Dopo venti anni senza risultati in mano, ne usciremo credo, e giustamente, per gli stessi identici motivi.