Italia: come eravamo è come vogliamo essere

Tornare a quello che era l’Italia del 2013 è l’obiettivo a breve termine degli Azzurri di oggi

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Interza 5 Aprile 2020, 09:50

    cosa è successo ? semplice ! tutti i tecnici (e non solo quelli della nazionale e dell’alto livello) hanno dormito. non hanno saputo cercare il ricambio generazionale che occorreva. tanti giocatori hanno avuto il posto fisso senza alcuna competizione. se pensiamo che ancora oggi O’Shea chiamava Zanni Ghiraldini e Parisse, la dice lunga. e del resto mi ricordo anche giocatori sindacalisti e il pubblico che osannava Mauro Bergamasco ai mondiali 2015 che doveva, obbligatoriamente quasi per diritto acquisito, giocare la sua ultima partita come premio. Siamo un popolo strano. E quasi tutti i tecnici stranieri che sono venuti si sono appiattiti al nostro modo di essere.

    • Sandokan 5 Aprile 2020, 12:04

      Intendi dire che negli anni subito precedenti il 2013 gli allenatori erano tutti sveglissimi e che in Nazionale c’era una grandissima competizione per ogni maglia e dopo il 2013 non e’ più’ stato cosi’?

      • Interza 6 Aprile 2020, 21:45

        a Mompracen continuano i campionati di rugby o sono sospesi anche li ?

        • Sandokan 7 Aprile 2020, 02:52

          Qui e’ da gennaio che si va avanti con restrizioni via via sempre più stringenti… si fa fatica…

  2. Mr Ian 5 Aprile 2020, 10:02

    Buona domenica a tutti, è banalmente successo che il cambio delle regole d’ingaggio in mischia ci ha penalizzati perchè non siamo riusciti ad adeguarci tecnicamente ai nuovi standard. Abbiamo perso brillantezza e fiducia in quelli che erano i nostri punti di forza, principalmente la maul da rimessa laterale e la conquista in mischia chiusa, dove spesso e volentieri guadagnavamo anche qualche punizione a favore.
    In tutto questo non c’è stato neanche un ricambio nello staff tecnico nazionale, dobbiamo dirlo, all estero hanno iniziato a prendere fior di specialisti e bene o male sono riusciti ad adattarsi e continuano a gestire bene queste specifiche fasi, da noi no e nessuno si chiede se sia il caso di cambiare, considerando anche che c’è uno specialista italiano che va a dare lezioni in giro per il mondo.
    Riguardando la partita di ieri, è lampante come si facessero tantissimi errori di tecnica individuale, di distribuzione tattica, cose che nella nazionale di oggi quasi non si vedono più, per cui piccoli miglioramenti ci sono stati…
    Quella del 2013 sicuramente è la nazionale più vincente degli ultimi 20 anni, non la più forte ma quella che ha fatto divertire di più.
    Parisse conduceva i suoi nel pieno delle sue forze…forse non ci sarà una partita d addio, ma sarà uno dei pochi a ritirarsi essendo ancora il migliore in campo della sua squadra, i paragoni con i giovani d oggi si sprecano, ma sfido io a chi riuscirà a quasi 36 anni ad avere ancora la fame e la voglia che ha lui..Caro Parisse, solo il tempo ti ha fregato…
    Sono passati solo 7 anni dal 2013, ma sembrava veramente un altro rugby. Un gioco che si evolve molto velocemente per i nostri standard

  3. Fabio1982 5 Aprile 2020, 10:11

    Infatti ho sempre sostenuto che il problema è che ci troviamo in una competizione diventata fuori scala per noi. E sono convinto che il nostro reparto arretrato sia migliore di quello del 2013, tra l’altro infarcito di stranieri.
    Ci siamo adeguati troppo tardi e lentamente, e non so se mai ne usciremo

  4. mamo 5 Aprile 2020, 12:22

    Ci siam scritti fra amici ed eravamo più o meno tutti d’accordo nel dire che; rispetto a quella partita, all”Italia di oggi mancano i due Gonzalo.
    Mai avrei pensato di doverli rimpiangere.

    • Giana7 5 Aprile 2020, 12:42

      a me il cambiamento che è saltato più all’occhio è che avevamo seconde linee di ruolo e non due terze linee riciclate, Furno Geldenhuys, senza dimenticare Bortolami e Pavanello. ciò che penso è che oltre Ruzza, abbiamo solo Fuser di quella taglia, falcidiato dagli infortuni e chiuso a Treviso da due ottimi sudafricani oltre che dallo stesso Budd. a Parma c’è Biagi, lui gioca con più costanza, ma inizia essere da un po’ fuori dal giro… altezza media in touche più alta, più chili e stabilità in mischia.. magari in mezzo al campo un po’ di mobilità in meno, anche se Furno proprio un tassello non lo era 🙂 , speriamo che le nuove leve siano lungagnone ? , Iachizzi magari trovasse un po’ di spazio a Perpignan per esempio! che ne pensate? spero di non aver detto troppe eresie da neofita..

      • Maggicopinti 5 Aprile 2020, 18:52

        Non solo ora abbiamo terze linee riciclate, ma anche un po’ avanti con gli anni. Le seconde sono sempre state il nostro problema, perché in Italia chi è >190 gioca a pallavolo, chi >200 a basket – e ci sono molte più strutture a disposizione, allenatori, squadre, tradizione per questi sport in posti dove il rugby non c’è.

    • LiukMarc 5 Aprile 2020, 17:05

      Non dirlo a me, che nel mio piccolo (e inutile) a loro ho pure “dedicato” uno dei miei indirizzi email (tra cui quello che uso per Onrugby) 🙂

  5. Antani 5 Aprile 2020, 13:07

    In questi giorni oltre ai due match proposti finora dalla FIR mi sto riguardando qualche altra vecchia partita della nazionale… Prima cosa sono pienamente d’accordo col fatto che il rugby del 2009 e 2013 è abbastanza diverso (vista anche Irlanda-Italia del 97, sembra veramente un’altro sport) e che il cambio regole in mischia ci ha ucciso da una parte e dall’altra ci ha obbligato a lavorare sui trequarti che almeno palla in mano sono una spanna sopra a quelli di una decina di anni fa. Altra cosa è che guardare quelle partite e pensare che è dal 2016 che non battiamo una Tier1 mi mette una tale tristezza che il pezzo, (anche se forse è un pochino troppo ottimista) mi ha rimesso di buon umore… Forse la luce in fondo al tunnel c’è veramente

  6. LiukMarc 5 Aprile 2020, 17:04

    Mi accodo alle riflessioni su un rugby diverso, forse più fisico e combattuto davanti (e meno tecnico-tattico per certi aspetti, anche se sempre alto livello era, ma forse dove alcune sbavature individuali e tecniche si riuscivano a pagare meno, ecco). C’è da dire che anche in quegli anni le sberle le prendevamo (nel 2014 46 punti a Dublino e 52 in casa dagli inglesi), però si vedeva qualche risultato diverso e più combattuto, sebbene in 2013 rimanga di fatto unico nei nostri 20 anni di torneo.
    Sicuramente c’è un problema di uomini. Magari non per forza in assoluto (la qualità di molti di quelli di oggi secondo me è simile a quella dei loro predecessori, o con margini di miglioramenti per renderli anche migliori), ma relativamente agli avversari, che han fatto 10 passi avanti quando noi forse un paio, e al ruolo, dove va bene adattare e trovare giocatori intercambiabili, ma si rischia. E poi, mi spiace dirlo, forse molto deriva proprio da questa forbice allargata: a me sembra che nel 2013 combattessimo molto di più, con più foga (anche sbagliando) e voglia di prevalere o quantomeno far sputare sangue , oggi ogni tanto sembra che questa vis pugnandi non ci sia (o, appunto, l’enorme differenza con l’avversario non la fa trasparire). Ma probabilmente mi sbaglio. Spero.
    I coach erano altisonanti e preparati prima del 2013 e lo sono stati dopo. Mancava sempre un movimento su cui costruire, oggi più di ieri. E alla lunga si vede (e si paga)

    • aries 5 Aprile 2020, 20:12

      Sono d’accordo su quello che dici, qualche anno fa eravamo più ignoranti, la cosa è tangibile, non ne faccio una colpa a nessuno, ma è un dato di fatto, molto spesso i ragazzi entrano in campo un po’ troppo morbidi e si scavano il solco da soli, per me c’è una forte componente psicologica, non me lo leva dalla testa nessuno… sono comunque fiducioso, vedo qualcuno che ha il potenziale del caprone (nel senso di ignoranza con cui ti presenti in campo) che ci manca, Lamaro per esempio è uno di quelli che servono assolutamente nell’immediato, 3/4 placcaggi nelle prime fasi e agli avversari passa la spavalderia… In pratica, riassumendo tutto, lo voglio vedere in campo al più presto! ?

  7. Ventu 5 Aprile 2020, 18:17

    è uno sport di nicchia in Italia. Giochiamo contro nazionali dove è religione (Galles e inghilterra) e contro nazionali con una grande tradizione (Irlanda, scozia, Francia). Inoltre abbiamo una forte componente regionale, (veneto) che non va bene se è uno sport gestito su scala nazionale. Non fraintendetemi, sono molto contento che almeno in veneto sia diffuso, ma per avere soldi e visibilità nazionali è necessario che si diffonda di più ovunque.

    • Ventu 5 Aprile 2020, 18:18

      Anche in Francia è “regionale”, ma su un territorio molto più vasto (tutto il sud)

  8. Gimex92 5 Aprile 2020, 20:07

    A mio parere un giocatore veramente fondamentale per il lavoro sporco e non era Simone Favaro. Fate caso che tutte le ultime vittorie hanno visto in campo e con una grande prestazione questo giocatore: Irlanda 2013, Scozia 2015 e Sudafrica 2016. Ad oggi manca un giocatore del genere, un mastino caccia palloni e placcaggioni. Lo rimpiango molto..

    • aries 5 Aprile 2020, 20:38

      Ecco, appunto… Si torna al discorso del “caprone” in senso agonistico, col sud africa, santifico il giorno che ho comprato il biglietto, erano diversi in modalità caprone, Favaro capobranco, ma Venditti? Che tirava giù giocatori come fossero nani da giardino? Padovani? Che fece una partita splendida?
      MoM se non ricordo male… Va beh, chiudo qui, ho corso 20 km facendo il perimetro in una vigna, 1500 metri a giro, circa 80 metri di dislivello ogni giro, ľunico posto dove sono sicuro che non entri la punto dei carabinieri per multarmi. Finito, doccia e invece del polase un bel gin tonic con un gin distillato da me, 9 botaniche autoctone su distillato del mio vino, 4 distillazioni… Ora sono al sesto, rischio di tediarvi proseguendo! Buona serata a tutti

      • LiukMarc 6 Aprile 2020, 09:21

        A sto punto aries prossima quarantena la facciamo da te 🙂

        • aries 6 Aprile 2020, 10:29

          Mamma mia… non mi ammazza il virus, mi ammazza la quarantena e la distilleria abusiva! Speriamo finisca presto!

  9. Sandokan 6 Aprile 2020, 14:54

    Nel 2013 (se ben ricordo) avevamo Brunel in panchina, con uno staff molto più ristretto di oggi, in FIR i quadri tecnici erano forse inferiori a quelli di oggi, la Celtic League si era da pochissimo allargata all’Italia… insomma: cosa c’era di cosi’ superiore ad oggi?
    Forse i giocatori avevano cominciato a giocare nel rugby per-6 nazioni e pre-professionismo e avevano più’ fame… o forse venivano da un campionato italiano che era in grado di formare i giocatori un po’ meno peggio di oggi.
    Io non ci credo che i giocatori di allora fossero più forti di quelli di oggi per grazia ricevuta (poi si può ragionare su qualche ruolo in particolare, ma il discorso deve essere generale) e anzi credo che alcuni di quelli che hanno recentemente fatto il record di sconfitte consecutive nel 6 nazioni siano migliori di quelli che hanno fatto il record (italiano) di vittorie in un sei nazioni (anche se nel 2013 diversi italiani giocavano in Francia e Inghilterra). Eppure, quella capacita’ di superare i (molti) problemi da qualche parte deve essere venuta…

  10. conteoliver 6 Aprile 2020, 17:30

    Io quel giorno ero all’olimpico, il che vuol dire che quella partita l’ho vista male 🙂
    È una buona occasione per rivederla, ma quello che mi ricordo è che l’Irlanda ebbe infortuni nel primo tempo che portarono a una formazione improvvisata nei trequarti, Paddy Jackson sbagliò moltissimi calci e il caro O’Driscoll camminò sulla schiena di Favaro dandoci 10 minuti d’oro di superiorità.
    Tutto ciò per dire che tutte queste circostanze hanno offerto una occasione di vittoria quasi irripetibile con l’Irlanda, bravi gli azzurri ad approfittarne, effettivamente grazie alla grande confidenza nelle fasi statiche, che si è persa negli anni.

    • Sandokan 7 Aprile 2020, 02:57

      Abbiamo avuto “irripetibili” circostanze favorevoli anche dopo il 2013… anche negli ultimi 5 anni di sconfitte consecutive nel 6 Nazioni… eppure non abbiamo saputo approfittare degli errori altrui nello stesso modo (col Sudafrica quella volta si, ed e’ stato bellissimo, ma nel 6 Nazioni no).

  11. tinapica 6 Aprile 2020, 21:03

    Eravamo (meglio: “erano”, che io meriti mai ne ho avuti) l’ultima “codata” di un movimento che aveva formati i propri giocatori e, più ancora, la mentalità di chi questi giocatori deve seguire, allenare e stimolare (anche pagando) in un campionato nazionale dove a tutti veniva data in partenza la stessa possibilità di primeggiare e che di conseguenza alla fine vedeva primeggiare chi ce la faceva con le proprie forze. Adesso quel campionato non c’è più e pretendere che una intera Nazione ovale faccia gli stessi sacrifici per migliorarsi sapendo che lassù in cima c’è posto per pochi, per di più sempre gli stessi, è insensato. Giustamente qualcuno lamenta il fatto che il territorio in cui la passione ovale attecchisce sia sempre più circoscritto: sarà sempre più così. Quindi a me pare che quel che vogliamo essere, stando così le cose, senza alcuna riflessione per ricredersi, non sia certo quel che eravamo. Mi spiace di aver espresso un pensiero un po’involuto ma ho veramente persa ogni speranza che il movimento ovale italiano (maschile) possa capire che sono 10 e più anni che continua a scavarsi la fossa, sempre più in profondità, con le proprie mani.

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