Un tentativo (fallito) di aggirare il regolamento in Pro D2

Per come è espressa la regola, in pura tradizione leguleia anglosassone, le indicazioni sono scarne ed il judgement è completamente nelle mani dell’arbitro che deve valutare se il calciatore abbia cercato i pali oppure no.
Fosse stata scritta da un giurista italiano, sarebbe stata formulata più o meno così: “Se la squadra indica di andare per i pali, allora il calciatore designato dovrà posizionarsi in modo che il movimento con il piede calciante sia nella direzione che porta alla bisettrice dei pali, con un angolo di deviazione rispetto alla suddetta di non più di 30°, ovvero di 45° in caso di tempo atmosferico non favorevole, ovvero di 60° in caso di vento trasversale oltre gli 82km/h. I giocatori della squadra che ha a disposizione il calcio di punizione, che non siano il calciatore designato, potranno cercare di intercettare il pallone solo in caso di calcio, effettuato dal calciatore designato in modo conforme a quanto sopra, non andato a buon fine; il calcio si considera non andato a buon fine se e solo se l’esito dello stesso è l’impatto fortuito del calcio su uno dei pali della porta (che sia però la porta della squadra che subisce il calcio di punizione), ovvero il non raggiungimento, però in modo fortuito e non intenzionale, della porta stessa da parte del pallone, ovvero il raggiungimento, in modo fortuito e non intenzionale, dell’area di meta della squadra che subisce il calcio di punizione da parte del pallone senza però passare attraverso i pali della porta. Si intende “modo fortuito” il caso in cui né la postura del calciatore designato non sia conforme al capoverso precedente, né le traiettoria di corsa dei giocatori, che non siano il calciatore designato, siano già allineate (per un angolo più stretto di 30°) al punto in cui il pallone impatta il terreno in maniera preventiva all’evento determinante per la direzione finale del pallone verso il punto di impatto stesso.”