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La Top League e La Major League Rugby sono il fulcro della crescita delle due nazionali, Giapponese (ormai di alto livello internazionale) e Statunitense (in crescita continuativa).
Il nostro Top12 manca di pubblico ed interesse pubblico, quindi di sponsor, quindi di soldi e quindi di qualità, col risultato che i giovani italiani in Top12 non migliorano: o sono così talentuosi da poter giocare in Pro14 appena fisicamente pronti (vedi Minozzi) oppure restano fino ai 23, 24 anni in Top12 senza migliorare la loro tecnica, comprensione tattica, attitudine al placcaggio e così via, perdendo spesso il treno per l’alto livello.
E’ così di sicuro ma non so quale dei due modelli sia più giusto per la nazionale. Forse propendo per l’italo/scozzese anche se quello nippo/americano è affascinante per creare l’interesse intorno allo sport ma può funzionare solo in paesi con grandissime risorse probabilmente.
La vera differenza la fanno la qualità delle giovanili
Immagino che il livello del campionato scozzese sia molto superiore rispetto a quello italiano, come lo è quello argentino.
In teoria l’Italia è un paese del G7 con 60 milioni di abitanti, il fatto che il Top12 abbia una media di 1000 spettatori a partita è di per sé un fallimento.
Servirebbe un piano di marketing con l’obbiettivo di triplicare gli spettatori in 8 anni.