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Vedo che non solo in Italia il Rugby non riesce a sostenersi da solo… Che sia a causa di questa corsa estrema al professionismo esasperato che moltiplica i costi? So che è una lettura superficiale, ma se è questo il Rugby del futuro siamo un po’ tutti nei casini…
Quasi tutti i club inglesi e francesi in perdita, gallesi senza soldi, italiani che vivono di beneficenza pubblica e privata, super rugby con problemi finanziari.
Penso che sia ora che le federazioni e le leghe si siedano ad un tavolo per capire come ribaltare la situazione, non solo a livello di nazionali (come si è cercato di fare con la Nations’ League, piaccia o non piaccia l’idea) ma anche a livello di club.
Forse è stato fatto il passo più lungo della gamba? Se i club inglesi e francesi hanno dei bilanci in perdita è il caso di iniziare a porsi delle domande, e soprattutto a cercre delle risposte.
e tutto questo nonostante i tetti agli stipendi….bisogna concertare un limite europeo condiviso…prima che sia troppo tardi!!
Beh, nel calcio, che di soldi ne muove parecchi rispetto al rugby, sono relativamente poche le squadre europee ad avere bilanci in attivo. Figuriamoci il rugby, ancora “bambino” nell’ambito dello sport professionistico; si è capito che per vincere occorre investire denaro per comprare e stipendiare i migliori giocatori, ma mancando ancora una linea di equilibrio che solo il tempo può creare, chi lo fa lo fa quasi alla carlona, senza troppe valutazioni o certezze sui ritorni economici. Ecco allora che il castello comincia a scricchiolare. In tutto questo la nostra capanna di paglia targata FIR resiste ben solida, almeno fin quando qualcuno non ci starnutirà sopra…
E con tutti questi fatturati non sono nemmeno in testa al ranking mondiale? Che dilettanti.