Sei Nazioni 2019, Conor O’Shea: “Vogliamo chiudere il torneo nel migliore dei modi”

L’allenatore irlandese ha commentato diverse situazioni in conferenza stampa

COMMENTI DEI LETTORI
  1. madmax 15 Marzo 2019, 10:54

    sono stanco di vedere tre quarti che non placcano come si deve, oramai sono professionisti nutriti con la vitamina C fin da bambini sala pesi allenatore di altissimo livello giocatori altrettanto con i quali confrontarsi in ogni allenamento etc. sono finiti i tempi di Mascioletti vs. Kieran oramai è solo una questione di testa Ioane non ne avrebbe mancato uno contro l’Inghilterra perché a questo livello non si sbaglia.

  2. Parvus 15 Marzo 2019, 11:13

    mad scusa ma assolutamente senza fare polemica, sono in accordo con te per quasi tutto, solo che per me non hanno nelle giovanili e nelle accademie degli allenatori preparati, solo questo. tu parli di allenatori di altissimo livello…., a me non pare! anzi!!!
    per me gli unici allenatori preparati in italia, sono quello che è a parma e quello che è a treviso.
    un grande salto di qualità sarebbe portare nuovi allenatori foresti nelle accademie e nel nostro domestic.

    un cordiale saluto.

    • buk 15 Marzo 2019, 11:47

      sono d’accordo, di tesserati bene o male ne abbiamo, il problema principale è il livello dei tecnici, io vedo anche tecnici federali regionali che non hanno le competenze, a mio modesto avviso, per far crescere un giocatore che arrivi formato per un’eventuale accademia o squadra di club ad alto livello. quali investimenti sono stati fatti sui tecnici e, soprattutto, quali competenze vengono richieste? i giocatori devono essere di nazionalità italiana, i tecnici non necessariamente, dovremmo fare un bagno di umiltà e chiedere aiuto a chi ha saputo ottenere risultati nella propria carriera di tecnico. qui si sta parlando solo della punta della piramide, la nazionale seniores maschile, ma sotto c’è una base che stenta a reggerne il peso sempre più incombente.

      • Mich 15 Marzo 2019, 12:12

        Non potrei dirlo meglio buk, i giocatori devono essere italiani, non necessariamente i tecnici.
        Sarebbe una buona strategia, tecnici stranieri di alta formazione che curano la crescita dei nostri ragazzi e accompagnao il nostro rugby verso uno sviluppo che da anni manca.
        Francamente non se ne può più di pensare che giocatori stranieri possano dare qualcosa. Anche se il rugby italiano deve molto a presenze straniere importanti, ritengo che la nazionale debba essere espressione della tradizione e della cultura sportiva di un paese. C’è ancora chi sostiene che grazie agli stranieri l’Italia è riuscita a fare risultati (quali non saprei, a parte strappare qualche vittoria sporadica, che non toglie, non mette e non dà continuità), ma sincermente preferisco prendere 50 punti con giocatori nostri piuttosto che 30 con giocatori esteri. L’Italia non è una supefranchigia, eppure ancora oggi leggo che lo straniero di turno (massimo rispetto per le persone e per i giocatori, ma che provassero il salto internazionale dove gli compete) ha maturato il diritto ad essere equiparato, oppure il nonno aveva un amico che una volta è stato in Italia e gli è piaciuta, per cui è come se lui fosse italiano.
        Chiedere aiuto, come dici tu, ha invece molto senso. Ma l’intervento deve garantire spazio ai nostri.
        Finchè a livello di squadra nazionale ci comportiamo come un club a caccia di giocatori per fare risultato, tutto e subito (con scarsi esiti in ogni caso) in campionato, il nostro rugby è condannato a soffocare.

        • massi508 15 Marzo 2019, 12:49

          il rugby ai tempi del sovranismo.

          • Mich 15 Marzo 2019, 12:52

            Ciao Massi, mi interessa la tua replica e dico sul serio. Solo che temo di non averla compresa.

        • Fabio1982 15 Marzo 2019, 15:38

          Quindi anche gli inglesi, scozzesi, Irlandesi dovrebbero essere stanchi di equiparazioni… Ah no quelli equiparano campioni 😛

    • madmax 15 Marzo 2019, 12:17

      vero ma se ti alleni con Ioane tutte le settimane e sei giovane qualcosa ti deve pur rimanere … il rugby non è uno sport tecnico come la pallavolo dove i fondamentali si imparano da adolescente … certo i neozelandesi che fin da piccoli praticano il catch and pass ad ogni opportunità anche sull’autobus per andare a casa da fa si che il livello tecnico medio sia altissimo ma qui parliamo di semplici placcaggi penso sia soprattutto un lavoro mentale … se guardi l’Itlanda placcano con convinzione intensità e costanza

      • Totalmente incompetente 15 Marzo 2019, 16:41

        in che senso il rugby non è uno sport tecnico? Personalmente penso che lo sia moltissimo e che è proprio la mancanza delle tecniche di base che tara i nostri giocatori.
        Il placcaggio ne è un esempio: è un gesto tecnico innanzi tutto, che poi va eseguito con la giusta attitudine come gesto individuale ed in un certo modo nell’organizzazione di squadra…

  3. ermy 15 Marzo 2019, 13:52

    Mah, spero vivamente che domani la fiducia irriducibile del DORCOS si tramuti in un risultato positivo!
    Anche e soprattutto per poter salutare degnamente i 3 centurioni e per dare una svolta prima della world cup.
    Purtroppo, a sentire l’ennesima conferenza con il solito discorsetto copia incolla, viene da pensare più a qualche problematica di altro genere…

  4. mic.vit 15 Marzo 2019, 15:56

    che poi, riprendendo il generale discorso sui placcaggi, alcuni nostri giocatori, in alcune partite placcano e bene…in altre ne sbagliano 3 di cui 2 da meta…allora gli chiederi, è competenza tecnica (io non credo) quindi ripasso dei fondamentali almeno una volta a settimana in sedute supplementari o spesso non siete concentrati verso l’obiettivo comune?? quindi mental coach 2 volte a settimana!!
    perchè troppo spesso ce la prendiamo con gli allenatori, ma se il problema è nella testa di alcuni, e si chiama autostima, va sistemato diversamente…

  5. Parvus 15 Marzo 2019, 20:58

    mi lancio in un supplemneto di riflessione, accademie tutte in mano a gallesi o irlandesi, e tutto il top 12 ad allenatori stranieri.

Lascia un commento

item-thumbnail

Le sedi dei Test Match delle Autumn Nations Series dell’Italia: in attesa degli All Blacks

Prima Argentina e poi Georgia, poi il gran finale contro la Nuova Zelanda

24 Aprile 2024 Rugby Azzurro / La Nazionale
item-thumbnail

Italia, Marzio Innocenti: “Samoa, Tonga e Giappone partite complicate”

Il presidente federale ha parlato di Nazionale e delle prossime Summer Series

21 Aprile 2024 Rugby Azzurro / La Nazionale
item-thumbnail

Italia, Gonzalo Quesada: “Ora il difficile è confermarsi, in estate avremo partite impegnative”

Il ct azzurro: "Ho imparato e comunico in italiano anche per rispetto: sono io a dovermi adattare, non viceversa"

20 Aprile 2024 Rugby Azzurro / La Nazionale
item-thumbnail

Italia, Niccolò Cannone: “È un momento importante per il nostro rugby, non abbiamo mai smesso di crederci”

Intervistato durante la nuova puntata del nostro Podcast, l'Azzurro ha rimarcato il duro lavoro che c'è dietro i successi della nazionale

11 Aprile 2024 Rugby Azzurro / La Nazionale
item-thumbnail

Autumn Nations Series: Italia-Argentina verso lo “Stadio Friuli” di Udine

La prima partita dei test autunnali degli Azzurri dovrebbe giocarsi nella città friulana

6 Aprile 2024 Rugby Azzurro / La Nazionale
item-thumbnail

Tommaso Menoncello: “Sonny Bill Williams è sempre stato il mio idolo. Andrea Masi mi ha insegnato molto”

Il trequarti del Benetton è il più giovane giocatore a vincere il premio di "Best Player of Six Nations"

5 Aprile 2024 Rugby Azzurro / La Nazionale