Francia: tre morti in sette mesi sui campi da rugby, occhi puntati sulla palla ovale

Tre giovani stroncati da incidenti di gioco: il rugby è cambiato, e World Rugby deve agire subito

COMMENTI DEI LETTORI
  1. gian 19 Dicembre 2018, 11:41

    l’ho già detto e lo ripeto, bene punire sempre più i contatti irregolari, ma è solo un tappeto messo sul buco, gran parte di questi incidenti non sono causati da chissà che fallo, ma da una fisicità estremizzata in un gioco portato a velocità folli; se un bestione di 110kg ti arriva addosso a tutta velocità e tu sei in piena velocità e sei altrettanto grosso e non fai, o non puoi fare, praticamente nulla per evitare l’impatto, basta che uno dei due sia messo un po’ male come postura e questo si farà più o meno male; il rugby è statisticamente meno pericoloso di altri sport, certo che se fai uno sport dove subisci 10 contatti fisici importanti e uno dove ne subisci 40, per andare a pari in numeri assoluti, devi farti male 4 volte meno degli altri, quindi il rischio è più alto.
    il problema è che si è messa troppa gente a correre in giro per il campo, rinunciando a quelle fasi di combattimento, poco televisive, che erano tipiche della mischia e che toglievano non meno di 5 giocatori per squadra sulla larghezza del campo e permettendo un gioco in cui lo sfondamento non era la quasi unica opzione e permettendo di giocare anche a gente che non doveva, per forza di cose, essere un superatleta ipertrofico.
    ricordo che anche 20 anni fa c’erano colpi proibiti e placcaggio più o meno pericolosi cercati o meno (ho visto più di qualcuno uscire a spalle o, addirittura, in barella con costole o articolazioni non esattamente in forma), ma certi danni erano impensabili, perché la velocità e gli spazi da coprire erano tali da limitare l’intensità degli impatti; o la WR capisce questo, o andremo sempre peggio

    • Meridian 19 Dicembre 2018, 13:00

      Trovo il tuo commento interessante e ne condivido l’analisi. Il gioco è mutato enormemente negli ultimi 25 anni e la mia sensazione è che per la sicurezza si ragioni su stereotipi di un rugby passato. Mi spiego meglio, gli interventi regolamentari per la sicurezza in questi anni hanno posto l’attenzione sui comportamenti del placcatore per tutelare il placcato, considerazione questa legittima nel rugby anni 80 e primi 90. Al momento però una notevole percentuale di infortuni che coinvolgono collo e testa sono a carico del plccatore, proprio a causa delle modificate dinamiche del gioco attuale. Forse, e dico forse, andrebbe ritarato in quest’ottica il focus su cui sviluppre gli interventi regolamentari legati alla sicurezza.
      Che opinioni avete in merito?

  2. albe 19 Dicembre 2018, 14:52

    Il superfisico serve per sfondare e per poter placcare alto, cosi eviti che l’attaccante faccia offload o vada altre cadendo (cosa che succede con il placcaggio normale alle gambe).
    Alcuni ex giocatori francesi parlano dell’abbassamento del placcaggio a livello delle gambe, cosi da ridurre la necessità di una massa fisica enorme nella parte alta del busto (l’inghilterra campione del mondo aveva lavorato specificamente su questa zona per avere giocatori con la parte alta del busto molto più potente cosi da fermare gli avversari senza doversi abbassare)…
    Io sono d’accordo con questa teoria, ma in ogni caso il vero punto è che o si mette mano al regolamento in modo pesante, quindi facendo veramente evolvere il gioco, che dovrà essere diverso da quello che è oggi, altrimenti le pezze serviranno a nulla.

    • Nuvole! 21 Dicembre 2018, 03:53

      Aiuterebbe reintrodurre il “passaggio da terra” come c’era una volta: se tu hai un ginocchio o una mano a terra, giá non puoi piú passare la palla. In questo modo placcare basso tornerebbe ad essere utile e non sarebbe piú cosí necessario placcare alto per rendere piú difficile l’off load.
      Il problema é che l’off load é un movimento spettacolare anche per i non specialisti del rugby e permettere gli off load anche da terra, oppure con le ginocchia a terra, promuove il rugby spettacolo.
      Peccato che cosí il placcaggio alto (che richiede grandi impatti, ovvero grandi fisici e grandi velocitá per essere efficace) rimane la prima opzione.

  3. Gianpabore 19 Dicembre 2018, 18:50

    Credo sia ora di fare qualcosa di più, ad esempio mi sembra buona l’idea di fare livelli diversi in base al peso degli atleti, o sanzionare “veramente” chi placca sopra le spalle: in uno sport di contatto come il rugby l’incidente può sempre accadere, credo che proprio per questo occorre prevenire il più possibile senza snaturare il gioco, che non è più il rugby in cui chi pesava più di un quintale non si sognava di essere di sostegno ai tre quarti…

  4. 100DROP 20 Dicembre 2018, 10:34

    E’ indubbio che il nostro sport ha assunto aspetti che addirittura lo stanno lentamente snaturando. Basta assistere ad un qualsiasi TM e, in proporzione, a cascata fino ai bambini. Ho giocato 20 anni fino in Serie B e, immodestamente, non ero neanche troppo malaccio né tecnicamente né fisicamente. Oggi, in una qualsiasi società italiana, non mi farebbero fare neanche il “ragazzo dell’acqua”! Buon Natale a tutti (Redazione compresa).

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