A che punto è l’Australia?

Il momento non facilissimo del rugby australiano, verso la sfida dell’Euganeo di sabato pomeriggio

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Maggicopinti 16 Novembre 2018, 09:12

    SO che rompo tutte le volte maaa….SYDNEY, con due Y! Sidney è il nome di Sidney Poitier!

    • fracassosandona 16 Novembre 2018, 11:00

      mo’ me lo segno… grazie maggico, erravo in buona fede…

      ps: ‘sta storia della concorrenza e del numero di abitanti va un attimo ridimensionata…
      le grandi potenze del rugby mondiale sono per lo più parrocchiette con un numero di abitanti paragonabile a quello del veneto…
      Irlanda (EIRE + Irlanda Nord) circa 6 milioni;
      Scozia, circa 5 milioni;
      NZL, circa 5 milioni
      SAF (ci giocano praticamente solo i boeri), circa 6 milioni
      Figi, 800.000
      Samoa, 195.000 abitanti (Padova), sparsi su un arcipelago… la capitale è più piccola di San Donà…

      se poi pensiamo che le isole Tonga hanno 100.000 abitanti in tutto, su per giù il Comune di Treviso, e si prendono il lusso di esportare giocatori e con quelli che avanzano batterci a casa nostra e starci avanti nel ranking chiudo il discorso definitivamente…

      gli australiani hanno clima, strutture, cultura e società tali per cui fare sport non è un lusso, ma è praticamente un atto dovuto…

      siamo noi che con tutte le microstrutture ed associazioni benemerite autofinanziate sparse laddove ti tocca pure accompagnare i figli che abbiamo un costo diretto ed indiretto di oltre cento euro al mese per far fare due ore di sport a settimana ai nostri virgulti…
      quando diventano autonomi negli spostamenti, se possono raggiungere in sicurezza il centro sportivo a piedi o in bici, i costi si abbattono…
      finché dietro ad un bambino che fa sport ci deve essere un genitore, nonno, baby sitter che sposta una macchina attrezzata di seggiolini e se ne sta fuori due ore per ogni ora di lezione, non andremo lontanissimi perché lo sport sarà riservato a quella percentuale di popolazione che si può permettere quella spesa, che non è solamente quella dell’attrezzatura e della quota mensile…
      in questo modo si perdono per strada i talenti socioeconomicamente svantaggiati che cominciano troppo tardi o che non cominciano affatto…
      pretendiamo di avere microscuole in tutti i quartieri e ci lamentiamo perché non sono attrezzate, quando determinate strutture ed offerte sono sostenibili solamente con grandi numeri…

      • mic.vit 16 Novembre 2018, 11:44

        infatti…il Galles con cui hanno perso sabato è 1/8 come popolazione…e la NZ con cui se va bene ormai ne vincono 1a su 10 è 1/5 rispetto a loro

      • And 16 Novembre 2018, 15:26

        @fracasso

        direi una disamina socio-economica molto puntuale la tua. La retta x pagare il mensile al figliolo serve xò per pagare l’allenatore e altri addetti del circolo sportivo in cui sono tessetati, mica lo fanno x beneficenza gli istruttori.

        • aries 16 Novembre 2018, 16:55

          Nel mio caso è beneficenza (parlo di U10), si alternano giocatori della squadra di top 12, alcuni U18, di cui due stabili tutto ľanno, (credo interessati ai vari livelli dei corsi da allenatore) e anche il preparatore della prima squadra per la motricità! Non mi risulta che qualcuno venga pagato, se non un rimborso spese o roba del genere. Forse quelli dalla U12 in poi…
          La retta quasi doppia rispetto a quella delle società calcistiche qui intorno, dove ti mettono a disposizione pure un pulmino per portarli all’allenamento, ne fanno effettivamente uno sport un po’ di élite, almeno dalle mie parti!

          • fracassosandona 16 Novembre 2018, 17:36

            fioi, quando dico “benemerite ed autofinanziate” intendo dire che spogliatoi, luce acqua gas vanno pagati… allenatori ed addetti che non siano meri volontari, pure…
            non mi lamento né delle rette né del fatto che manca il trasporto…
            mi lamento del fatto che nei paesi anglosassoni queste cose le trovi direttamente a scuola, edificio dal quale esci dopo aver fatto attività scolastica ed extrascolastica e dopo che i tuoi genitori hanno finito di lavorare, e non dalle due alle cinque ore prima…
            qui siamo arrivati ad avere le squadre di rugby che organizzano in club house anche il doposcuola per i bambini pur di dare un servizio alle famiglie…

    • ginomonza 16 Novembre 2018, 11:02

      Sarà come dici tu ma in siti australiani c’è una sola y

      • Il Bonzo Tama 16 Novembre 2018, 11:42

        boh, sembra strano ma i siti australiani sbagliano xD Sydney è con due y

    • ginomonza 16 Novembre 2018, 13:08

      Confermo che si scrine SYDNEY nonostante quanto certi siti riportino

  2. davo 16 Novembre 2018, 10:02

    c’e’ anche da aggiungere che i vari sport si fanno “guerra” e competizione e quindi discipline come l’AFL, il League (che ha dei feudi molto forti) e il calcio (che gia’ nel 2008 tra Melbourne Victory e Sydney FC faceva circa 40000 spettatori….) lo Union ha molta ma molta difficolta’. Noto anche come i 3 sport sopra citati sono molto diffusi anche tra le scuole pubbliche mentre lo Union e’ stato in passato diffuso solamente tra le scuole private o di un certo livello…differenza che tra questa competizione tra discipline e basso numero di abitanti si sente notevolmente

  3. mic.vit 16 Novembre 2018, 11:40

    buona disamina da cui si evince come il problema non sia di competizione con gli altri sport nè di popolazione ma che l’organizzazione non riesce più a fornire un numero di talenti tale da mantenere alto il livello…

    • Totalmente incompetente 16 Novembre 2018, 12:44

      I fattori del
      declino degli ultimi anni che si leggono citati nei forum australiani sono questi:
      – un sistema di reclutamento a livello di grassroots ormai assolutamente perdente rispetto a League e AFL (e qui ritorna anche il discorso delle scuole pubbliche e private, nonchè la distribuzione geografica delle roccaforti dello Union)
      – un sistema non chiaro per i talenti verso l’alto livello, attraverso campionati locali e provinciali di scarso interesse, alle cui mancanze attribuiscono la fuga dei talenti verso il League e AFL;
      – un governo amministrativo (AR) a loro dire fallimentare, che ha portato ad una cattiva gestione delle franchigie in SR (il taglio di Western Force ha lasciato una grossa ferita) e ad una serie crisi finanziaria;

      • Totalmente incompetente 16 Novembre 2018, 12:53

        Personalmente, quando li leggo, non posso fare a meno di vedere delle curiose similitudini con le opinioni largamente espresse nei nostri blogs e forum rispetto ai casi nostri:
        – nostalgia dell’epoca d’oro;
        – infinite discussioni su come si dovrebbero utilizzare al meglio le (poche) star – sempre im modo diametralmente opposto rispetto a come fanno gli allenatori – alle quali è attribuito il compito di fare miracoli;
        – acerbe e invelienite diatribe campanilistiche sui meriti e demeriti delle roccaforti locali dello union rispetto al bene dello sport nel paese e l’infiltrazioni delle relative influenze/interferenze nella gestione dell’alto livello;
        – incapacità della classe dirigente dell’ARU, accusata di volta in volta di incompetenza, disinteresse, di essere troppo dominata dagli “old Boys”, di non esserlo abbastanza…
        Fa riflettere

        • Nuvole! 17 Novembre 2018, 00:06

          Sí, specie se consideriamo che noi non abbiamo mai avuto l’epoca d’oro… 😉

  4. fulvio.manfredi 16 Novembre 2018, 14:12

    Non vorrei andare fuori tema, ma questo discorso della crisi non riguarda soltanto l’Australia ma un po’ tutto il rugby in termini di coinvolgimento. Si ha l’impressione che chi lo governa, continui ad agire in modo tale da confermare la supremazia di poche nazioni (nell’emisfero nord, le solite Inghilterra, Irlanda, Galles, Francia e Scozia). In Celtic League, tutte le partite in mano ad arbitri celtici che, dai al cane, non prendono una decisione a ns favore nemmeno quando a Parma siamo sotto di trenta punti; e nello stesso 6 Nazioni, escludendo il meccanismo di promozioni e retrocessioni, fanno realmente un favore a noi esposti a continue batoste o piuttosto alla Scozia che dal 2000 in poi campa sulle nostre disgrazie? Andando avanti così smorzeranno ben presto anche l’entusiasmo dei georgiani! In Europa giocheranno in cinque (nazioni), però non vengano a dire che vogliono fare del rugby uno sport in grado di appassionare il mondo intero.
    Mi scuso ancora per il fuori tema.

    • Il Bonzo Tama 16 Novembre 2018, 16:46

      mah mi sembra un discorso un po’ campato in aria, soprattutto calcolando che l’Australia, seguendo il tuo discorso, dovrebbe rientrare tra le “poche nazioni” dalla supremazia da difendere. Io credo che World Rugby miri all’espansione del rugby in tutto il mondo nel maggior modo possibile, non penso che le dispiacerebbe se l’Italia, gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania e via dicendo diventino super competitivi.
      Secondo te nel 1997 hanno dato il via libera all’Italia nel 6 Nazioni per permettere alla Scozia di avere una squadra materasso? Oppure per un interesse economico e di popolarità? (Occasione sfruttata malaccio da noi finora).
      “non prendono una decisione a ns favore nemmeno quando a Parma siamo sotto di trenta punti”. Grazie al cielo il rugby è uno sport dove non si fanno regali. L’arbitraggio è tutt’altro che preciso, ma questo è un problema che riguarda tutta Ovalia, su tutti i livelli e con qualunque squadra coinvolta (vedi le decisioni finali di Inghilterra-Sud Africa e Inghilterra-Nuova Zelanda).
      Con tutto il rispetto ovviamente, ma il tuo è un discorso quasi da complottaro.

      • Nuvole! 17 Novembre 2018, 00:10

        Ti ricordo che la Scozia ha vinto l’ultimo Cinque Nazioni della storia. Non era la squadra peggiore del mazzo, prima che entrasse l’Italia.

  5. davo 16 Novembre 2018, 20:27

    Pero’ quando fate le considerazioni in merito al bacino di utenza dovete considerare che il 100% dei giocatori pescati dai Wallabies provengono da due stati, Queensland e NSW. Con un bacino totale molto piu’ ristretto. E’ vero che lo union si gioca un po’ dappertutto, ma il di fuori di Brisbane e Sydney il livello e’ molto basso. Quindi su una popolazione di 5 /6 milioni dove la pressione di Calcio, League e AFL e’ comunque alta, i Wallabies devono poter trovare talenti. O cominciano a far salire il livello delle competizioni degli altri stati oppure non ce la faranno nel lungo periodo

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