L’ala delle Zebre analizza gli sviluppi ovali dal 2007 ad oggi, in termini di prestazione e fitness
L’evoluzione del rugby vista da Giamba Venditti: “L’usura dei giocatori è inevitabile. Partite con meno cambi”
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Perchè? Qual’è il senso di limitare i cambi, sopratutto alla luce delle considerazioni sull’usura che le forze in gioco nel rugby moderno produce?
boh, forse perché con meno cambi disponibili avremo più giocatori stanchi quindi impatti meno potenti? Non lo so, io sapevo che più giocatori stanchi in campo coincideva con più infortuni
Esattamente. Sia per l’usura psico fisica già maturata che per il fatto che un giocatore stanco carica di certo con meno potenza, ma è anche più scomposto. La sicurezza in tal senso non è inversamente proporzionale alla freschezza di un giocatore. Chi ha giocato anche solo una partita o, in generale, chi ha praticato sport lo sa.
già, Venditti dovrebbe spiegare meglio il suo punto di vista, da giocatore professionista e da laureato in scienze motorie dovrebbe sapere di cosa sta parlando
“Avevo letto di un articolo pubblicato in Nuova Zelanda in cui si proponeva di fare meno cambi, passando da otto a tre. Ora se ne fanno otto proprio per consentire di elevare la fisicità e alzare sempre più il livello del gioco, anche durante gli 80 minuti. Se invece torniamo a cambiarne solo tre il ritmo si abbassa e si torna a un ritmo più normale. Non so dirti se è una cosa positiva oppure meno, ma tutti questi infortuni devono iniziare a far pensare.”
Queste sono le sue parole dell’intervista. Credo lui voglia far intendere che, limitando i cambi, i game plan diverrebbero più conservativi e i giocatori si gestirebbero di più durante la partita.
Ovviamente è possibile anche lo scenario descritto nei vostri commenti.
@mec credo che il senso dell affermazione di Venditti sia proprio questo, che hai descritto nel tuo ultimo post. Aggiungi che ci sono squadroni a livello di club che , tolto dal campo un bestione di 130 kg lo rimpiazzano con un altro armadio altrettanto grosso che scalpita x spappolare il primo che incontra. Così si favoriscono il gioco di potenza ed i club che possono disporne.
A proposito di Venditti, mai capirò come ci si possa privare dell’unico metaman che abbiamo. Anzi, vedendo O’Shea dopo due anni di magra..incomincio a capire
Da quel che so e che ho visto non è propriamente in forma smagliante, aggiungiamo anche che da dopo i kings ha sofferto di una botta alla costola che lo ha limitato anche nella partita contro cardiff (parole sue, è uscito al primo tempo per questo) e non so se ha ancora pienamente recuperato o meno. Speriamo si riprenda perchè, nonostante l’appellativo “mani di pietra” che qualcuno gli ha affibiato, è sempre un ottimo elemento.
Non è laureato in Scienze motorie. Tanto per essere precisi.
Credo che piuttosto che limitare il numero di cambi ci sarebbe da limitare il numero di partite. Alcuni giocatori superano abbondantemente le trenta partite all’anno, è lì il vero problema.
oltre a limitare il numero dei cambi, si dovrebbe, però, studiare un regolamento particolare per la gestione della prima linea (ad esempio che si possono sforare i tre cambi solo per le prime linee in caso di infortunio, ma chi esce, per evitare trucchetti, debba saltare almeno la partita dopi), ma bisognerebbe anche ritornare indietro nei regolamenti costringendo le mischie a lottare di più, ergo meno gente in giro per il campo, meno impatti per sfondare, etc etc, ma non lo faranno mai perchè, altrimenti, il popolo bue che non segue bene il rugby si annoia e cambia canale, e non entrano dindi per pagare i superpro
probabilmente meno cambi porterebbe ad avere meno disparità ? tra chi si può permettere due squadre di armadi che giocano sull’impatto fisico e chi invece non ha tutti questi cambi di qualità a disposizione ed è costretto a gestirsi per tutti gli 80 minuti e di conseguenza più equità ? tra tutti i giocatori nella gestione dello sforzo e delle energie. In altre parole limitando il numero di giocatori che può entrare in campo si metterebbe un limite all’intensità totale degli impatti su tutti gli 80 minuti perché i giocatori sarebbero tutti più stanchi. D’altra parte se con 8 cambi ogni giocatore in media gioca 52 minuti (15*80=1200 minuti ripartiti su 15+8 giocatori), con soli 3 cambi ne giocherebbe 66 (1200 minuti ripartiti su 15+3 giocatori) tuttavia anche gli allenatori avrebbero meno possibilità di cambiare l’andamento della partita ad esempio cambiando tutta la prima linea nel secondo tempo come fanno adesso.
si ma se limiti il numero di cambi a 3 praticamente sostituisci solo gli infortunati… penso sia più interessante la proposta di Watson, massimo di partite giocabili (o meglio di minuti annui) a seconda della fascia di età…
Credo che l’idea sia quella di ridurre gli “impact players”, ovvero i giocatori che entrano carichi e freschi contro avversari giá stanchi.
Con tre cambi sostituiresti solo chi si é fatto male e gli altri si dovrebbero gestire nell’arco di tutta la partita.
Anche a me non piace questa proposta e sposo l’idea delle partite giocabili (o minutaggio) massime annuali!