Cosa pensare del campionato italiano?

Alcune riflessioni sul Top 12, a poche ore dal fischio d’inizio della nuova stagione per il massimo torneo nazionale

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Giambo 14 Settembre 2018, 17:02

    Personalmente io taglierei via il Top 12 dalla scaletta di crescita di un giocatore, legando 2 Accademie alle franchigie, e facendo giocare tali Accademie in un Pro14 Baby assieme alle Accademie di tutte le altre 12 squadre. Sarebbe un modo molto migliore di formare i giovani, e renderli adatti all’alto livello, piuttosto che far fare loro 2 anni da Permit e poi un successivo anno e mezzo di adattamento in panchina a Treviso o Parma. Si supererebbe anche il problema infortuni. Hai tanti infortunati o molti titolari in nazionale? Mandi i giovani dell’Accademia in Prima Squadra. Un giocatore deve recuperare la forma da un infortunio? Fino a 3 over 23 possono essere messi nella lista dei 23 della partita dell’Accademia, così che intanto mette minuti nelle gambe.
    Peccato che se la Fir lo facesse, le società non la voterebbero più, votando chi mantenga lo status quo, quindi teniamoci i permit a singhiozzo e speriamo che quanto meno il campionato non ci faccia addormentare già a dicembre.

    • gian 14 Settembre 2018, 17:45

      senza il domestic chiudiamo in 6 mesi

      • Giambo 15 Settembre 2018, 12:14

        Non ho detto di eliminarlo, solo di escluderlo dalla filiera di formazione dei giocatori, in modo che finalmente i club decidano cosa fare di questa competizione, senza più l’ombra della Fir, dando modo allo stesso tempo ai più giovani di maturare prima con il sistema delle Accademie da me descritto.

        • gian 15 Settembre 2018, 15:26

          negli altri paesi il domestic è parte integrante della filiera, chi non gioca in prima o seconda squadra (perché in giro ci sono competizioni di seconda fascia per le squadre B delle pro), va a giocare al club e, viceversa, se un giocatore di club mostra numeri, viene “promosso” e testato, asterisco o meno.
          il domestico sta facendo, male e su questo non discuto, tutti questi lavori, oltre a cercare i ragazzi, senza essere strutturato per questo, se lo togli, o lo declassi, o lo sleghi dall’alto livello più di come è adesso, invece di integrarlo meglio, ti ritrovi con metà dei ragazzi che giocano, promozione al minimo, due squadre con due accademie fini a se stessi in cui la gente cresce aspettando, sapendo di essere unto dal signore, il momento in cui entrerà in campo, ti perdi il 90% del pubblico e perdi qualità e prospettive per chi inizia a giocare.
          il corpo estraneo del rugby italico, per quanto inevitabile, sono le celtiche, non il domestic, se non funziona quello, tutto il castello crolla miseramente anche se hai staff e dirigenza degli ABs

  2. Niven 14 Settembre 2018, 22:48

    Ti ringrazio Daniele Pansardi per il bell’articolo, ma più in generale per qualche attenzione in più al nostro Campionato che avete dato in questi mesi. La strada per migliorare questo Campionato passa anche da chi fa informazione, non dimentichiamocelo. E voi piu vi distaccate dall’andazzo dei nostri quotidiani sportivi, ma anche le tv, e più rendete omaggio, vigore e passione per il rugby italiano.
    E inutile menarsela con il Pro 14 Celtic che pure è bello da vedere e seguire, ma tutti noi (nessuno escluso) siamo passati da questo Campionato italiano che ancora da emozioni e ci fa capire che nelle società ci sono tante persone che si impegnano, che ci credono e spesso lo fanno anche a titolo “quasi” gratuito.
    Quindi la conclusione dell’articolo che spinge le società a migliorarsi, deve partire anche da un cambiamento di risorse (Federazione verso società ma anche Imprenditoria verso società). Tante società si impegnano da anni per la formazione di ragazzini, per indirizzare la scelta verso questo meraviglioso sport. E solo una presenza territoriale piu diffusa (anche il nostro caro sud che tanti giocatori ha dato) può dare questi risultati.
    Vi ringrazio comunque per aver aperto di nuovo la discussione perchè questa è la cosa più importante.
    E proprio vero il Campionato quest’anno si preannuncia molto bello ed appassionato. E anche difficile scegliere quale partita andare a vedere, perchè le sfide sono tutte interessanti.
    Buon Campionato a tutti e possibilmente tutti allo stadio !

    ps mi permetto di salutare il con calore il ritorno in campo alla grande di Brian Ormson dopo un infortunio che lo ha tenuto molto lontano. Per noi appassionati rivederlo in campo sarà una gioia.

  3. gian 15 Settembre 2018, 12:14

    il discorso di bassa professionalità su tutti i fronti non si può che sottolineare in rosso 10 volte (non che in pro14 si spicchi, ma almeno un minimo…), è indubbio e o si decide di superarlo (si può essere professionali anche senza diventare professionisti e ci possono essere professionisti che lavorano per dei semidilettanti), è vero e se tutto il movimento vuole crescere bisogna che questa cosa cambi.
    sul fatto che il campionato sia di livello così infimo e poco allenante per i ragazzi, lo trovo, invece, inesatto, certamente i ritmi sono diversi dai pro, ma nella coppetta, se le squadre vanno a giocarsela davvero e non in gita premio, i nostri se la giocano con squadre pro di nazioni di tier 2, magari imbottite di nazionali e stranieri, inoltre i nostri U20, giocando in eccellenza e serie A, è un paio di anni che nel mondiale di categoria dimostrano di giocarsela alla pari con molti coetanei che fanno il percorso professionistico “ideale” accademiainterna/secondasquadra/squadrapro.
    c’è molto da migliorare, sicuramente, ma teniamocelo stretto che se lo perdiamo, l’impressione è che rischierebbe di andare tutto a rotoli

  4. Lazzaro 15 Settembre 2018, 16:13

    Uno di quegli articoli che dovrebbe far pensare…

    Inizia così: ” Bistrattato dai media, mal gestito da una Federazione poco lungimirante, privato di un valore proprio per assecondare il sistema verticistico italiano, impoverito economicamente e tecnicamente, secondo alcuni anche di intralcio alla crescita dei giovani usciti dal percorso dei Centri di formazione e Accademia, trattato in poco modo professionale dai club stessi”.

    Continua citando le recenti affermazioni: ” ritengo che anche i vertici del nostro sport debbano fare qualche sforzo in più per far sì che la palla ovale italiana, non solo quella che indossa la maglia azzurra o quella delle franchigie, sia un prodotto sempre più appetibile alle masse. Insieme, sono convinto che potremo farcela”.

    E finisce finalmente con il pensiero logico e allineato:” c’è un problema, però: a sforzarsi non dovrebbe essere la sola Federazione, ma anche tutti i club con maggiore professionalità, spesso sconosciuta. E insieme”

    Quindi riassumento: i problemi sono noti, parlarne è proibito, disallinearsi rispetto al pensiero corrente è eresia.

    Siamo spettatori paganti, godiamoci la recita: se non ci piace lo spettacolo i pomodori tiriamoli pure ma non qui.

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