Qual è l’identità dell’Italia?

Rispetto ad altre nazionali, gli azzurri stanno faticando a sviluppare una propria personalità complice una serie di fattori

COMMENTI DEI LETTORI
  1. bangkok 9 Luglio 2018, 09:24

    Ritengo che questo dilemma sarà trascinato ancora a lungo
    Almeno fino a quando avremo le due franchigie che adottano filosofie di gioco non dico diametralmente opposte ma quasi.

    • massimiliano 9 Luglio 2018, 09:43

      ho cominciato ad aggiungere alcuni “fino a quando”, ma stavo diventando così prolisso che ho cancellato tutto 🙂 I problemi temo siano tanti, il più grande mi sembra quello che manchino le persone con idee e proposte coerenti per risolverli.

    • cammy 9 Luglio 2018, 13:28

      Diciamo che anche Leinster e Munster non hanno esattamente lo stesso stile di gioco.. altrimenti gli ABs erano sotto xD

      • Nuvole! 9 Luglio 2018, 13:53

        Veramente gli AB hanno perso contro l’Irlanda, non molto tempo fa.

    • Amedeos 31 Ottobre 2018, 22:09

      E senza polemica aggiungerei…ringraziamo iddio! Ma anche innpremiership, top 14, pro 14 le squadre e/o franchigie giocano ognuna a modo suo, poi pero le nazionali hanno un allonatore e uno staff di livello…noi no! Come al solito spero di sbagliare…vedremo 😉

  2. LiukMarc 9 Luglio 2018, 09:37

    Mah, a me fa molto più pensare (e da più timore) quando Munari dice che noi non siamo (e non vedo quando saremo) in grado di reggere 2-3-4 partite di fila (ad una settimana di distanza) tutte ad alto livello. Cosa che invece le altre del 6N sanno fare da tempo, e il Giappone sta imparando egregiamente (ci asfaltano alla prima, ok subiscono ma senza straperdere alla seconda, fanno quello che dovevano – cioè annichiliscono la Georgia – alla terza). Noi invece ancora non riusciamo a mantenere il livello.
    Da un lato forse questo passa dall’avere una certa identità, ma non sono sicuro sia solo questo.

  3. fracassosandona 9 Luglio 2018, 09:49
  4. brd_fab 9 Luglio 2018, 09:54

    non vorrei farla più semplice di quello che è ma credo che un punto decisivo stia nel carattere collettivo della squadra. Non siamo mai dominanti e raramente reggiamo i momenti in cui l’avversario decide di cambiare registro alla partita. Col giappone si è visto, in entrambe le partite, con in positivo la reazione finale nella seconda. E il Giappone è, secondo me senza dobbio, una squadra molto inferiore a noi tecnicamente ma che fa due cose che noi non riusciamo mai a fare: fa perfettamente le poche cose che sa fare e lavora di testa come un solo uomo. Cito il Giappone perché in questo caso togliamo ogni scusa di squadra ancora troppo avanti ecc… come sempre tra sei nazione e altre di tier 1 che affrontiamo di solito.
    Manca personalità, manca agonismo, e manca cattiveria molto più della competenza tecnica. In questo senso la perdita di Favaro e l’attesa di Lamaro pesano. Ma anche i difetti di leadership di altri che non si accollano, evidentemente, l’onere di smadonnare negli spogliatoi quando è ora

    • LiukMarc 9 Luglio 2018, 10:24

      Mi permetto di non essere molto d’accordo sul Giappone “molto inferiore a noi tecnicamente”, hanno giocatori più bravi e veloci e un CT più competente del nostro (ahimè). Molto d’accordo sul fatto che loro facciano bene, benissimo le cose semplici (che a noi sembrano complesse), e a noi manchino quella cattiveria agonistica, personalità e (io aggiungerei) concentrazione sugli 80′ che ci fanno sembrare più lenti, stanchi e spaesati degli altri.

      • brd_fab 9 Luglio 2018, 10:55

        Vedo che molti non sono d’accordo su questa valutazione di Giappone. Tieni conto, LiukMarc, di come sono andate le partite. Noi anche nella prima abbiamo giocato nella loro metà campo quasi tutto il primo tempo e con una competenza rugbistica, tecnica e tattica, molto superiore alla loro. Loro hanno calciato lungo, sempre, e dominato sui punti d’incontro. Lo so che non è poco ma la famosa capacità sul gioco rotto non si è vista e alla mano sono molto prevedibili. E’ che loro quando hanno deciso di fare punti li hanno sempre fatti e, appunto perchè no nbsono fenomeni, mi sembra particolarmente grave.
        D’accordo con te sulla concentrazione/intensità sugli 80 minuti, che mi sembra, ora che il fitness dovrebbe essere acettabile, sempre una questione di testa

        • LiukMarc 9 Luglio 2018, 11:16

          Non so brd_fab, io li ho visti molto consapevoli delle loro capacità, sapevano che avrebbero subito a tratti, ma, appunto come dici tu, ci hanno punito ogni volta. E una squadra che gioca 25-30 minuti e fa 35 punti per me è più “forte” di quella che gioca 60′ e ne fa 15 (esempio un po’ cosi tirato per i capelli, ma spero si capisca). Poi certo, noi non siamo schiappe, ma la testa non gira come quella degli altri purtroppo.
          (giusto a dire che i giappi usano le mani meglio di noi… https://youtu.be/0ziPEgYIb8c?t=82) 🙂

          • brd_fab 9 Luglio 2018, 11:56

            Sono d’accordo che l’efficacia di una squadra possa anche coincidere esattamente con la sua forza, esaurendo ogni altro argomento. E in questo senso noi siamo, allora, debolissimi. E’ un punto di vista decisamente rispettabile.
            Sull’azione: molto bella ma se hai visto le intere due partite mi sembra che questa azione non le riassuma per niente

    • fabiogenova 9 Luglio 2018, 11:40

      Ciao brd,
      mi hai risparmiato la fatica di argomentare perchè devo dire che io penso tutto il contrario di quello che hai scritto, se non, forse, sulla questione della personalità, sulla quale non concordo lo stesso, ma almeno non penso il contrario. Di ogni frase, ogni riga, ogni riferimento che hai fatto, io penso tutto il contrario. E’ il bello dello sport. Letture diverse o addirittura opposte sullo stesso problema. A partire da quel il Giappone è una squadra molto inferiore a noi tecnicamente.
      Nelle ultime quattro partite il Giappone ha pareggiato in Francia ed ha asfaltato sia noi sia ancor più la Georgia. Il fatto di essere riusciti a vincerne una a casa loro, con la forza della disperazione per la necessità di fare risultato, torna a buon conto della squadra e del suo rapporto con l’allenatore. E bada che non sono un estimatore a prescindere di COS, almeno del COS head coach.
      Non dico a te, ma io credo che sia necessario essere più umili nel fare le valutazioni su cose che ci riguardano.
      Noi dovremmo smettere di passare l’ovale con una mano e pettinarci con l’altra.
      Non è con un paio di sgridate nello spogliatoio che colmi limiti accumulati negli anni da una direzione tecnica che ha sperperato il patrimonio ovale costruito nei decenni precedenti. Ed io non voglio dare degli alibi ai veri responsabili del flop italiano e scaricarli sui giocatori o su un’allenatore che, se non ha ottenuto grandi risultati, almeno sta dando tutto quello che ha per far crescere il nostro movimento.

      • brd_fab 9 Luglio 2018, 11:53

        Vedi, secondo me il crinale è proprio dato dalla vittoria autorevole che hanno avuto con la Georgia. Loro sono una squadra semplice con un’enorme chiarezza su cosa fare. E tutto questo ti agevola enormemente nel battere squadre inferiori. Noi faremo molta più fatica non perchè siamo peggio ma proprio perché non abbiamo quella chiarezza e quella sicurezza su cosa siamo.
        Sull’umiltà: il mio non è un pregiudizio, sulla tradizione rugbistica del Giappone, è proprio per le due partite che ho visto a giugno.

    • cammy 9 Luglio 2018, 13:25

      ” il Giappone è, secondo me senza dobbio, una squadra molto inferiore a noi tecnicamente ma che fa due cose che noi non riusciamo mai a fare: fa perfettamente le poche cose che sa fare”
      come fai a dire che noi siamo superiori tecnicamente, se noi a differenza loro non riusciamo a fare perfettamente le cose che dovremmo saper fare?
      L’unica differenza che ho trovato con le squadre del 6n è che il Giappone lo puoi metter sotto fisicamente e cercare di limitare i danni quando finisci la benzina.. cosa che con la Scozia non c’è riuscita perchè probabilmente sono offensivamente ancora + forti del giappone..

      • brd_fab 9 Luglio 2018, 17:15

        Insomma, a metà secondo tempo della seconda partita eravamo 19-3 e meta di Minozzi in discussione per il 24. E senza che il Giappone avesse sbagliato cose clamorose ma semplicemente giocando noi in maniera ordinata e con più convinzione del solito soprattutto in difesa. Difficile vedere una cosa del genere dell’Italia contro una squadra del 6n senza una giornata stortissima di una di queste. Se noi le avessimo giocate entrambe con un po’ di cattiveria le avremmo vinte entrambe. Ma, appunto, è una roba che ci manca, cattiveria, convinzione, ecc…
        Secondo me tra Giappone e squadre del 6n c’è un livello ben differente, non solo per il fisico. Tutta un’altra intensità e soprattutto tutte hanno alternative di gioco che il Giappone si sogna

  5. gioviale 9 Luglio 2018, 10:10

    La seconda partita col Giappone abbiamo giocato bene. Al di la degli stereotipi secondo i quali i nipponici sono peggio e da battere, abbiamo affrontato una squadra con personalità disciplinata, rapidità in attacco e schemi bwn appresi/oluati in fase statica. In casa loro. Prima persa seconda vinta dimostrando carattere e qualità non banali. La terza non abbiamo potuto farla… chissà che sarebbe successo?

    • narodnik 9 Luglio 2018, 10:47

      nonostante abbiano vinto la seconda e’ stata un’altra delusione,perche’ hanno dominato per 60 minuti e per l’ennesima volta negli ultimi minuti arrancavano e stavano per rovinare tutto(arbitraggio penoso cmq),purtroppo il coach pur avendo valide opzioni sceglie sempre gli stessi giocatori scanso in caso di infortuni,per me c’e’ un potenziale enorme sopratutto coi giocatori piu’ giovani,la questione della mischia che i giocatori non sono piu’ gli stessi non basta a spiegare i risultati e i cali dopo l’ora di gioco,tante volte l’italia gioca allo stesso livello o meglio degli avversari per un tempo,da cosa puo’ dipendere?preparazione fisica inadeguata o eccessiva dispersione di forze per fare un primo tempo a quel livello?

  6. mauro 9 Luglio 2018, 11:03

    A voler essere sinceri un tratto che ci contradistingue in tutto il periodo professionistico c’è ed è l’incostanza delle prestazioni o meglio la totale mancanza di carattere. Quasi che il titolo racchiuda la risposta.
    I confronti con il passato, quello ante nuovo millennio, è impietoso, non per i singoli ma per l’insieme. Penso a gente che non aveva grandi skill ma un cuore ed un carattere grandi come una casa, gente che teneva a bada una squadra con una bestemmia messa al punto giusto e usciva dal campo perdente ma a testa alta, cito uno per tutti, uno che non mi ha mai convinto tanto come giocatore ma che in campo lo sentivi e lo vedevi: Cristofoletto.
    Oggi non abbiamo più queste figure, cresciute con la fame di tutto: fame fisica, fame di vittoria, fame agonistica. I nostri attuali, non sempre e non tutti, sono molto “bamboccioni”, volendo rubare un termine che appartiene alle chiose politiche. Dico non tutti perchè appena li mandi a giocare in giardino altrui o in questo sono cresciuti, tornano modestamente migliorati, soprattutto nella confidenza con se stessi, vedi Campagnaro e Polledri.
    L’identità che la nostra nazionale possiede è comune a tutto lo sport italiano, con le dovute eccezioni: non ci siamo mai quando tutti ci aspettano, siamo degli underdog a sorpresa.

  7. western-province 9 Luglio 2018, 11:06

    L’Italia non ha mai avuto una delle migliori mischie in circolazione, a meno che non si parli esclusivamente di mischia chiusa. Per quanto riguarda gli avanti in senso più generale c’è stato un periodo dove abbiamo avuto un 7-8 giocatori in grado di giocare da protagonisti nei campionati anglo-francesi, ed eravamo più vicini al livello degli altri.
    Per quanto riguarda l’identità di gioco sicuramente l’Italia sta vivendo un periodo di cambiamento, cercando di sviluppare un gioco non più mischiocentrico che sia in grado di confrontarsi nel rugby moderno; per questo serve tempo e il cambiamento di tutto il movimento dall’u6 in sù, passando per l’Eccellenza e arrivando al PRO12

    • giomarch 9 Luglio 2018, 11:30

      Per quanto riguarda chiusa e piloni mi permetto di ribadire che perugini / castro / nieto / locicero avevano dietro almeno 240kg come seconde, 20kg in meno in chiusa si sentono eccome, per dare un ordine di grandezza differente i giapponesi come peso della chiusa ci superavano…i giapponesi…
      Il depotenziamento volontario della maul, ripreso per la coda per evitare una seconda debacle col giappone e’ una precisa volonta’ dello staff, che sacrifica questa fase di gioco preferendone altre.
      Lo schema difensivo in touche e’ il non contendere sistematico…con il giappone..per poi andare a contatto e consentir loro di creare la maul… con la scozia ci e’ costato la partita e con il giappone e’ andata bene per poco… Il non contendere nei punti di incontro o non provare una controruck ( non ne ho contate abbastanza da riempire due mani in un anno solare) anche questo e’ una precisa scelta dello staff, visto che fa parte del know-how di molti giocatori che con il club hanno altro atteggiamento. Non porre mai dubbi all’avversario e’ qualcosa di pericoloso visto le ns performance difensive… e qui mi fermo per non esser ripetitivo..

      • western-province 9 Luglio 2018, 12:09

        le seconde non erano solo pesanti, ma anche forti (del fava in particolare); l’unico difetto che avevano, a parte Bortolami, è che non erano italiane (Geldenhuys, Vanzyl, Dellapè, Delfava)
        La rolling maul la usano tutti (anche gli AB), e la nostra purtroppo non è fra le più efficaci, nè in attacco nè in difesa; che la colpa sia di DeCarli o dei giocatori non saprei
        Non contendere la palla in touche evidenzia la debolezza nel difendere la maul, perchè non possiamo permetterci di far saltare un uomo perchè altrimenti non riusciamo a difendere (o per lo meno è questo quello che pensano gli allenatori/giocatori)
        Non contendere la palla nel breakdown è una situazione più contradittoria (io credo che non ci sia l’allenamento adeguato), ma di sicuro ad oggi non abbiamo questi grillotalpa obbligati a stare con le mani in mano invece di cercare di prendere la palla

        • giomarch 9 Luglio 2018, 15:35

          non sono daccordo sulla questione maul, se non salti perche’ conscio della tua difficolta’ nel creare la maul poi non vai a contatto creandola… aspetti a mezzo metro che usino il pallone o vai sulle caviglie del portatore di palla ma non ti tagli le gambe da solo andando a contatto
          Concordo sui kg delle seconde saf/arg di qualche tempo fa, vuol dire che equipariamo peggio..
          sull breakdown non sono daccordo, se il benetton e’ quinto nel pro14 per turnover vinti e a questi aggiungiamo giocatori con una spiccata propensione alla contesa tipo i vari castello o polledri non mi spiego l’atteggiamento della nazionale sui punti d’incontro se non come una scelta tattica..

  8. jeekelemental 9 Luglio 2018, 12:46

    Non mi addentro in valutazioni tecniche che sono fuori dalla mia portata ma, in generale, la squadra è parsa poco squadra, poco coro. I picchi di qualche singolo, il più delle volte, si sono spenti perché mancava il sostegno necessario.
    Dal mio punto di vista questo essere poco squadra è stato messo ben in evidenza dal Giappone che invece è maestro (anche per impostazione culturale) nel far corpo unico.

  9. Giovanni 9 Luglio 2018, 13:33

    Davvero l’articolista ha visto tutta questa nuova confidenza in attacco? Perchè a me, a parte le gare contro la Scozia e la seconda col Giappone, non mi pare di aver visto novità considerevoli. Anzi, come ricordato nel pezzo, O’Shea aveva cominciato in un modo (palla lunga e pedalare) per poi cambiare (si gioca alla mano). Bene. Solo che sono emersi, una volta di più, tutti i limiti tecnici dei nostri trequarti. E qui OnRugby non si avventura nel vero punto a monte di tutto il discorso: la formazione. Perchè il problema era evidente anche 10-15 anni fa (quando avevamo la migliore mischia del mondo) e continua ad esserci oggi. Un esempio? Parisse ed Allan che, pur giocando assieme in nazionale da anni, non s’intendono tra loro e così il timing con cui il capitano passa l’ovale al mediano lanciato in piena velocità nei 22 avversari è errato (visto contro Galles e Scozia). A parte Campagnaro e, talvolta, Sarto non abbiamo trequarti in grado di battere l’avversario in uno-contro-uno, perchè le linee di corsa sono terribilmente piatte e prevedibili, permettendo alle difese di leggere in anticipo le nostre intenzioni. Inoltre, spesso i nostri ricevono palla da fermi e non già lanciati in corsa, come avviene con le tier1, a causa di una mediana lenta e prevedibile che spesso soffre una pulizia approssimativa ed in ritardo da parte delle terze sui raggruppamenti. Ed infatti, quando abbiamo visto un po’ di gioco? Con la Scozia, quando Polledri e Negri hanno messo la mediana sul piede avanzante (e non a caso Allan ha disputato la migliore partita del torneo) e nel secodo TM col Giappone, quando, oltre ai due citati, si è aggiunto anche Steyn, alla migliore prestazione dell’anno in azzurro. Non lasciamoci incantare dalle mete del 6N, alcune sono giunte a “babbo morto”, come con l’Irlanda che ha alzato il piede dall’acceleratore sul 42-0 o la seconda contro la Francia; altre son state frutto di una grande giocata individuale, come quella del bravissimo Minozzi contro il Galles (side step che manda al bar Liam Williams). La misura la danno invece i TM di Novembre in cui abbiamo realizzato una sola meta in tre incontri. Tutto ciò è il frutto di una formazione tecnica carente, sia sul piano individuale che su quello di reparto. Finchè non si creeranno dei formatori davvero bravi e competenti, i progressi saranno minimi ed occasionali, legati all’esplosione di questo o quel talento, ma mai organici e collettivi. Ed è un problema che riguarda tutti: accademie, centri di formazione e club. Altrimenti non si spiegherebbe come mai la nostra squadra sia imbottita di giocatori di formazione estera (Parisse, Allan, Negri, Polledri, Chistolini), equiparati (Steyn, Budd, Hayward, McKinley) e altri che hanno più o meno migliorato giocando all’estero (Campagnaro, Sarto, Tebaldi).
    P.S.: anche quando avevamo “una tra le migliori mischie al mondo” prendevamo le imbarcate: basti pensare al 6N 2009. Solo che all’epoca riuscivamo di tanto in tanto a piazzare l’exploit, cosa che ci riesce molto più raramente negli ultmi anni. E questo a causa di una serie di fattori: vuoi perchè avevamo qualche elemento di maggiore personalità (se gente come Castro, Lo Cicero, Perugini, Canale, i due Bergamasco, Bortolami, Masi, Festuccia, ecc. riuscivano a giocare per anni da protagonisti all’estero un motivo c’era…), vuoi perchè alcune avversarie hanno attraversato periodi più o meno marcati di difficoltà (Scozia fino a tre anni fa, Inghilterra tra il 2009 e il 2013, Galles fino al 2007, Francia da dopo i mondiali 2011).

    • Nuvole! 9 Luglio 2018, 14:13

      A me sembra che anche Minozzi sia in grado di battere l’avversario nell’uno contro uno 😉

      • Giovanni 9 Luglio 2018, 16:03

        “come quella del bravissimo Minozzi contro il Galles (side step che manda al bar Liam Williams)”.
        Bastava leggere…però ho anche premesso che certe giocate, come la sua, son state frutto di exploit individuali, non il culmine di una azione corale che costringa la difesa avversaria a “dover lavorare” (leggasi: impegnare più uomini sui punti d’incontro, doversi riposizionare di continuo in modo logorante, ecc.).

  10. And 9 Luglio 2018, 13:50

    siamo carenti nei piloni e nelle seconde linee. Ma se OShea fa giocare nonno Zanni e Budd io mio fido e significa che di meglio nn ce n’ė. L’unica cosa che gli rimprovero è il nn trovare un posto nella 3/4 a Hayward. Ricordate Masi che nasce centro ma veniva schierato in altri ruoli perchè quelli buoni nn stanno in panchina capito Conor?

    • Sidepass 9 Luglio 2018, 21:35

      Nonno Zanni? Magari avere un pò di rispetto per ciò che ha rappresentato e rappresenta ancora per il rugby italiano come giocatore e persona il grande Zanni direi. Poi i tuoi giovani mettiamoli sotto con i test fisici con lui e vediamo cosa viene fuori. Dal punto di vista fisico è stato sempre una spanna sopra a tutti.
      Detto questo ben vengano i giovani e tutto il resto ma certe cose non si possono proprio sentire.

  11. mistral 9 Luglio 2018, 14:39

    mi riallaccio a LiukMarc (9.37) e sommessamente aggiungo che non solo l’italia attuale non è “…. in grado di reggere 2-3-4 partite di fila (ad una settimana di distanza) tutte ad alto livello…” ma nemmeno di reggerne una fino all’80°, e se incontra l’avversaria di turno in fase di “stanca” ci scappa l’exploit, altrimenti non è che l’ennesima (se va bene) onorevole sconfitta… forse si dovrebbe inserire, nel rugby come nel golf, l’handicap a tempo, se sei al 15° posto del ranking e giochi con gli AB’s la partita dura 50 minuti, con le altre del tier1 “alto” 60-65, e poi via via a scalare nel ranking fino all’80°… (inutile dire, spero, che è solo una provocazione estiva…)

  12. machesoio 9 Luglio 2018, 15:54

    parziale OT: ma Sarto dove andrà?

  13. Mr Ian 9 Luglio 2018, 19:52

    Rimane grave il fatto che ad un anno dal mondiale ancora si cerchi l’identità dell’ Italia. Si discute degli effetti ma non delle cause che hanno portato a questa crisi senza via d uscita.
    Mi sorprende come ancora non si sia capito che l identità di una nazionale si cerca all’ interno del club che nel bene o nel male trascina il movimento. Le lezioni di Schimdt, Townsend ed oggi Pivac ancora non le abbiamo capite. Fretta e furia nel silurare Smith a Treviso ed ancora si raccolgono i cocci di scelte scellerate che ormai han fatto perdere interesse a tutti, dai tifosi agli sponsor..parlare dell’ Italia ormai è diventato di una noia mortale, gira e rigira si fanno sempre gli stessi discorsi

    • Giambo 9 Luglio 2018, 21:20

      Smith è andato via da Treviso 5 anni fa. Perdonami, ma leggere ancora di lui dopo tutto questo tempo lo trovo stucchevole. Tanto più vedendo quello che Crowley sta costruendo a Treviso da 2 anni a questa parte. L’errore, se dovessimo prendere per giusto il tuo ragionamento, è stato quello di prendere Bradley alle Zebre, dopo aver assunto 2 tecnici completamente diversi come COS e Crowley alla guida della nazionale e della Benetton. Ma forse all’epoca solo lui era disposto a guidare una squadra sull’orlo del fallimento.

  14. Niven 10 Luglio 2018, 00:06

    Chiacchiere…tanto fumo.
    Ci si è posti degli obiettivi a medio termine e a lungo termine ma non si è detto cosa si intende per medio e lungo. Uno su tutti il mantra della prestazione fisica e mentale per 80 minuti e ancora dopo due anni non siamo migliorati. Abbiamo perso un anno buono con la tattica delle pedate per aria. Abbiamo perso due anni con un tecnico della mischia e uno dei trequarti non all altezza visto il peggioramento (cioè non solo nemmeno migliorati ma addirittyra peggiorati!) La paura di sperimentare nuove forze continuando con qualche giocatore a fine carriera la dice lunga sulla poca personalità di chi deve scegliere 23 giocatori o 30. Tutte le analisi fatte dall articolo non firmato sono chiacchiere.

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