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Il Petrarca saluta Simone Rossi: tornerà a Milano per completare gli studi
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in bocca al lupo a tutti questi ragazzi per la loro carriera e la loro vita, adesso aspettiamo di vedere chi arriva oltre a rizzo
Grigolon.
buono
Come si fa a non amare questo sport che veramente ti allena alla vita.
Bravo Simone, vengo a vederti a Milano promesso !
Con tutto il rispetto che si deve ad un uomo serio come Rossi mi chiedevo se non era possibile per lui completare gli studi a Padova, sede di una delle più importanti facoltà di medicina del mondo. Forse ci sono anche altri aspetti che hanno determinato la sua decisione, aspetti che giustamente non devono per forza essere di dominio pubblico. Io personalmente lo ringrazio per quanto ha fatto finora per il bene del rugby italiano. Auguri.
Fa pensare che in Italia non si riesca ad associare un rugby dichiaratamente non professionale come quello di Eccellenza agli studi universitari.
A Lenster, societá completamente professionista, ci sono riusciti. Chiedere al Dottor Felipe Contepomi.
Pochi anni fa il Dottor Marzio Innocenti é riuscito a laurearsi in Medicina (Otorino) da capitano del petrarca e della Nazionale.
Evidentemente oggi come oggi é ancora piú difficile.
Medicina ed eccellenza, al giorno d’oggi, non vanno d’accordo. Simone ha messo in stand by l’università per tre anni, per giocare al Petrarca e provare a diventare professionista con una franchigia. Non è andata, e allora meglio giocare ad un livello che ti permetta di studiare e frequentare il reparto ospedaliero, tornare a casa in famiglia e non pagare un appartamento in più. Semplice.
Il petrarca è pieno di ex giocatori medici o dentisti, ma si parla di un periodo in cui ci si allenava di sera, molto diverso da ora.
bravo, ottima disamina, poi, magari, l’appartamento non lo pagava, ma sul resto niente da dire
Penso che l’impegno richiesto da una squadra di eccellenza non sia compatibile con quello necessario per fare bene medicina, soprattutto se si decide di dare la priorità all’università
Rispetto e ammiro la scelta di Rossi.
Ma penso -con tristezza- allo stato del movimento rugbystico italiano odierno.
Possibile che un atleta di 27 anni nel massimo della sua forma e con le sue perfomance, non abbia trovato miglior fortuna?
Possibile che il rugby non riesca a trattenere atleti validi supportandoli nello studio, nel lavoro?
Il presidente federale parla di accademie e degli atleti che devono seguire il percorso in Eccellenza… ma quanti poi sono seguiti veramente ? ma chi li osserva?…
e poi pensa alla ricandidatura…..
Ciao.
Rossi con la sua bravura magari giocando farà innamorare di questo bellissimo sport tanti ragazzi a Milano.
Con buona pace del tecnico della Nazionale O’Shea che quest’anno avrà visto più o meno solo la finale del Campionato di Eccellenza e se non sono passati prima dalle franchigie manco li saluta. Altro che Gavazzi…a lui imputiamo di dare pochi soldi al Campionato, ma il 95 per cento degli utenti del blog forse pensa che vada bene pensare solo alle franchigie e vorrebbe abolirlo il Campionato o considerarlo un campionato parrocchiale e non le radici del nostro sport.
Quando si è trattato di Panico e Zilocchi, per Osho (congiunzione tra Osso e O’Shea) il “passaggio per le franchigie” non è stato necessario.
Appunto..
Amarezza, parecchia..
Certo molto meglio andare a prendere un’isolano che non ha mai giocato neanche un minuto in Mitre Cup, che ingaggiare un ragazzo che da anni gioca da protagonista in Eccellenza. Ah già, che stupido: Simone Rossi non ha seguito il “chiaro percorso”.
Bah mi spiace non vederlo più a Padova. Ora si spendono parole contro OShea che lasciano il tempo che trovano. Certo che una domanda diretta al tecnico della nazionale da parte dei giornalisti sarebbe gradita, vista “l’importanza” di un sicuro talento.
Simone dovrebbe approdare al CUS Milano, appena promosso in serie A e squadra dell’università, e non alla ASR
coco, l’asr ha dato l’annuncio
http://www.asrugbymilano.it/in-evidenza/serie-a-2018—2019–coerenza-ed-esperienza.kl