Il giocatore si era apparentemente ritirato nel 2016, ma tornerà in campo domani con i Cheetahs per poi andare a Montpellier
Ve lo ricordate Johan Goosen?
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ahhhh, che bello il professionismo!
…perchè invece i traffici sottobanco per i tesserini (anche dei minorenni) nelle società “dilettantistiche” sono meglio?
ci mancherebbe, ma tutte queste bagole per cambiare squadra sono poesia pura
Soldi, soldi, sempre solo soldi. Da un lato abbiamo dei presidenti miliardari (Altrad e Lorenzetti) che maneggiano milioni come fossero noccioline, dall’altra parte ci sono giocatori sempre più avidi, che non contenti di “soli” 500.000€ abbandonano club, compagni e tifosi adducendo scuse assurde, ma purtroppo legalmente accettabili. Riguardo al milione e mezzo pagato per rescindere la clausola, non è la prima volta che succede: Altrad pagò a Northampton un milione (se non mi sbaglio) per poter avere Picamoles un anno prima della fine del contratto.
ed i bilanci delle società cominciano la discesa verso il profondo rosso…
dipende dal punto di vista…potrebbe essere l’inizio del vero professionismo con cartellini acquistabili prima della fine del contratto i quali possono invece portare a molta liquidità nelle casse dei club minori.
il professionismo, come il libero mercato, ha bisogno di regole certe e sicure, altrimenti si trasforma in giungla, nello sport, poi, rischia di sbilanciare troppo l’aspetto agonistico, e non tanto sul fatto che io possa permettermi giocatori migliori, ma che io intervenga con elementi esterni (i soldi) per variare le forze in campo.
tutto bello e tutto giusto poter comprare i giocatori prima della scadenza del contratto (che però potrebbe già essere una peculiarità di un certo tipo di professionismo, il fatto di dover onorare i contratti fino in fondo per essere poi a “parametro 0”, anche perché, allora, metto sotto contratto un giocatore non più per 2/3 anni, ma per 5/6, così se vuole andare via me lo devono pagare salato), ma anche questo va regolato, non trovo accettabile che il giocatore X possa decidere da un momento all’altro di cambiare casacca quale che sia il motivo, senza comunicarlo alla società e che questa sia d’accordo.
voglio smontare il mio avversario diretto che ha una mischia della madonna? intraprendo colloqui con il suo miglior pilone per portarmelo a casa a mezzo campionato senza che lo sappia la controparte essendo disposto a pagare una penale che mi rientra, magari, in diritti televisivi. non ci siamo…
per carità…entrano in mezzo i procuratori…quelli sono interessati a massimizzare i profitti quindi gli svincolati diventano l’eccezione…cartellini in vendita all’asta e adeguamenti contrattuali ogni anno per trattenere i giocatori la regola…è la fine di uno sport, come nel calcio…
La cosa triste secondo me è che questo qui ha buttato nel cesso 1 anno e mezzo di carriera, e il tempo perso i soldi non te lo restituiscono.
Poi, con un contratto di 500k all’anno, vai anche a raccontare fanfaluche per liberarti… Pessimo
A leggerla così, questa storia è uno squallore.
Il problema è che comincia a ricordare sempre di più i movimenti riguardanti al calcio. Il problema col rugby è che c’è meno polarizzazione dei tifosi sui club forti (Juve-Milan-Inter sono tifate lungo tutta l’Italia) e più affezione locale. Tuttavia, questo supporto di campanile mal si accompagna con giocatori mercenari e nomadi, figuriamoci poi se emigrano alla ricerca del soldo perduto…
Rischia di involvere il rugby a livello globale, non di evolverlo.
P.S.: Nel professionismo VERO, i dipendenti che cambiano azienda ad ogni migrazione di rondine non sono molto apprezzati, non capisco perchè nello sport dovrebbe essere diverso.