Questa Italia è solo una (super) franchigia

Rispetto agli altri colleghi del Sei Nazioni, gli Azzurri non riescono ancora ad evolversi dalle prestazioni del Pro14

COMMENTI DEI LETTORI
  1. 100DROP 22 Marzo 2018, 08:56

    Interessanti e condivisibili le opinioni espresse. Ma quel “strafando”…

    • Appassionato_ma_ignorante 22 Marzo 2018, 09:25

      Per me lo “strafando” da il la al tono dell’articolo che sembra uscito dalla penna di un mistico. Scendiamo con i piedi per terra e iniziamo a fornire prestazioni con la P maiuscola nel Pro14, come stanno facendo le due squadre scozzesi da anni. Colmiamo il gap della crescita tra i 20 e i 23 anni che da più quartieri viene riconosciuto come il tassello mancante. E poi ne riparliamo.

  2. Giac 22 Marzo 2018, 09:37

    Questo articolo secondo me manifesta il perché O’Shea ha mantenuto per tutto il torneo la stessa squadra senza portare grossi stravolgimenti tra una partita e l’altra. Io personalmente avrei osato un po’ di più aumentando l’utilizzo di Ruzza, Canna, Hayward, Licata e Polledri ma ci sarà un motivo per cui io sono solo un appassionato e lui l’allenatore della nazionale…

  3. franzele 22 Marzo 2018, 10:10

    In estrema sintesi: tirate fuori gli attributi!!! (in campo il concetto veniva espresso attraverso dei raffinati francesismi, di solito dopo una meta presa stupidamente o, al contrario, dopo aver effettuato un placcaggio bello fisso).
    Ma si capisce che è così, negli sport di combattimento devi combattere, non puoi limitarti a fare il compitino, Navidi è giustamente preso ad esempio, un giocatore buono, ma non un campionissimo, che sfodera una serie di prestazioni superlative grazie soprattutto ad una forza mentale e ad una abnegazione fuori dal normale.
    A venezia si chiama “el soramànego”, o “darghe de de soramànego”, quello che fai in più e meglio per fare la differenza.
    Più “soramanego” e meno “strafando”!!!

  4. gioviale 22 Marzo 2018, 10:19

    Contro la Scozia hanno visto tutti i nostri flanker portare un contributo decisivo alla partita. Il nostro tallone di Achille è stato il carrettino scozzese che per due volte non abbiamo saputo fermare e ci ha portato sostanzialmente a far recuperare gli avversari. Poi altre sbavature: ritardo nei sostegni/eccessivo avventurarsi avanti del portatore, erroretti nel gioco alla mano. Ho visto però più profondità nel passaggio o meglio nel posizionamento dei ricevitori di palla che disorientavano maggiormente la difesa: da dove proveranno ad entrare? Infine nello sfondamento dritto per dritto molta più efficacia. Credo sia questa la strada. Zebre e Treviso l’hanno imboccata da tempo: in attacco riescono ad impensierire le difese avversarie creando dubbi e profondità. Perché la nostra nazionale non ci riesce? Secondo me subiscono troppo l’avanzamento aggressivo degli avversari e finiscono sempre per perdere la capacità di impostare il gioco in modo imprevedibile: con Irlanda e Francia ho visto troppi passaggi destra/sinistra e quando avevamo la palla sembravamo soffrire più che giocare …. Come si migliora questo aspetto? Qualcuno invoca un tecnico delle ruck, secondo me ci vorrebbe un tecnico delle non-ruck: qualcuno che sappia insegnare a tenere la palla viva ed incrociare i passaggi …. il mitico posizionamento dei ricevitori senza palla: è li che si crea incertezza nelle difese che devono sentirsi disorientate. Più o meno quello che ci capita a noi quando subiamo meta: rimaniamo in inferiorità col difensore piantato sul posto o scoordinato dall’improvviso cambio di direzione. Se i nostri non imparano a giocare un pò a scacchi …. è dura!! Gli autoscontri e la potenza servono, ma non bastano. Bene flanker potenti, aggressivi ed efficaci. Fondamentali. Poi però la squadra deve essere rapida a posizionarsi in modo da creare più possibilità di ferire.
    Non serve dirlo che parlare è facile …. se dovessi tradurre in azioni concrete tutte queste chiacchiere non saprei da che parte cominciare 🙂

    • mistral 22 Marzo 2018, 10:39

      gli autoscontri e la potenza servono, ma non bastano: giustissimo, il problema di questa nazionale bicefala è che non ha ne’ potenza ne’ capacità di autoscontro… giocare a scacchi: utilissimo, ma non scordando mai che il rimbalzo della palla ovoidale è la variabile impazzita del cavallo che improvvisamente gioca da alfiere o da regina, e viceversa… tradurre tutto questo in opere: forse cominciando ad accettare che le nozioni di base della base sono insufficenti (accademie o meno) e che in altre nazioni si formano le competenze fisiche, tecniche e mentali in modo diverso da quello piramidale inverso impostato dalla FIR… in questo momento esiste una realtà (l’U20) che mi pare molto valida sia come gruppo che come individualità (capita a volte l’annata buona, anche solo per caso), sarebbe quanto mai opportuno non lasciarli a dormicchiare nell’anticamenra delle franchigie o della nazionale maggiore perchè il progetto cossiano prevede l’impiego (a prescindere) dei vari M’bandà, Boni, benvenuti e Co…

  5. Fabfab 22 Marzo 2018, 10:21

    buongiorno a tutti. Seguo da tempo il blog, ma essendo un semplice appassionato con una breve parentesi da infimo giocatore nella preistoria, non ero mai intervenuto. Ne approfitto oggi per fare una breve considerazione. Fino a un paio di anni fa dicevamo sempre tutti che fino all’under 18 ce la giocavamo e poi gli altri spiccavano il volo. Oggi ce la giochiamo anche con l’under 20 e stiamo dicendo che il gap è tra i 20 e i 23 anni. Si potrebbe quindi dire che possiamo essere ottimisti che, nel giro di qualche anno, anche questo gap venga colmato a patto che si punti davvero sui giovani a vari livelli, soprattutto perché vanno DAVVERO in campo per giocarsela e vincere (non che non lo facciano anche i seniores, ovviamente, ma con un altro spirito). Se si pensa che i migliori italiani di questo 6 nazioni sono tutti giocatori giovani e giovanissimi, vuol dire che non hanno la scimmia sulla spalla della sconfitta certa, al limite onorevole, ma la reale voglia di giocarsela e vincere. Staremo a vedere

  6. mauro 22 Marzo 2018, 10:56

    Mi permetto una sola nota, non relativa all’uso dei termini, ma ispirata al senso dell’articolo.
    Se Jake Polledri, nel complesso, non è giudicabile per aver giocato una sola partita, peraltro completa, mi si spieghi perchè Hayward debba essere valutato “efficace pur non strafacendo” avendo giocato spezzoni di partita a babbo morto ed avendo partecipato, partendo dalla panchina, al solo incontro con la Scozia.
    C’è poi da dire che ci sono giocatori che a causa dell’anonimato al quale si sono dati sfuggono costantemente dai radar di OR. Ma che diciamo di Bellini?

    • kinky 22 Marzo 2018, 11:57

      Dico io la mia su Bellini: le sue prestazioni tra Zebre e Nazionale non quasi nemmeno da paragonare. Molto meglio al club che con la maglia azzurra, quasi due giocatori diversi!

      • Raugmar 22 Marzo 2018, 14:02

        Concordo, non si capisce bene se senta la mancanza delle strutture di gioco delle zebre, e di canna in particolare, cono cuii sembra abbia molto feeling o se proprio sia in difficoltà ad un livello più alto, ma io sono per la prima ipotesi

      • gian 22 Marzo 2018, 15:30

        visto che tale problema si ripropone con tutte le ali di talento, ultimamente, potrebbe essere il sistema di gioco che li lascia un po’ troppo in disparte, un giocatore con posizione defilata, se non coinvolto, facilmente si può “smonare” ed a questo livello un minimo calo di concentrazione può portare a non dare un’impressione di prestazione di livello

        • sean79__ 22 Marzo 2018, 22:07

          Lo stesso dicasi per Benvenuti e Sarto (che ai test di Novembre mi ha fatto incazzzz) e in prospettiva anche per Campagnaro

  7. Dusty 22 Marzo 2018, 11:22

    Finalmente un articolo che va oltre le analisi della singola partita e che lascia spazio a delle possibili valutazioni sul futuro del sistema rugby in Italia. Inoltre ha il merito di portare i commentatori a ragionare su quello che si deve fare senza fermarsi a giudizi spesso grossolani su COS, le accademie, ecc ecc aiutandoli a cercare di vedere la luna e non il dito.

  8. gian 22 Marzo 2018, 13:23

    articolo interessante che fa venire due pensieri senza per forza schierarsi, mi trovo d’accordo con @franzele e anche secondo me è una questione di “francesismi”, l’eccellenza non può essere confrontata con il pro, ma se un gallese gioca da 7 il pro14, da 8 i TM e da 9 il 6N, passi anche che la squadra intorno ha qualità e movimenti che ti aiutano a giocare meglio, ma evidentemente c’è un aumento di intensità del singolo che alza il livello di suo.
    il segreto è, appunto, l’uso dei francesismi, il sentire il torneo (cosa che per noi è, forse, meno intensa) e, a mio parere, il fatto di dover sfruttare le occasioni senza nessun, o quasi, appello, per cui ti giochi il posto praticamente ad ogni partita. probabilmente noi non possiamo ancora permettercelo, ma sapere che se non giochi al max la partita dopo non ci sei, aiuta ad alzare il livello

  9. And 22 Marzo 2018, 13:59

    Tutto invariato nello staff azzurro?? Dopo 5 sconfitte qualche testa dovrebbe saltare, allenatore della difesa in primis

  10. fulvio.manfredi 22 Marzo 2018, 14:01

    Vorrei ricordare che in occasione dell’avvicendamento fra Brunel e COS proprio su questo blog alcuni di noi, in verita’ pochi e fra cui il sottoscritto, auspicarono, se era possibile, la riduzione da due franchigie ad una con staff tecnico e giocatori tutti della nazionale. Vista la manifesta inferiorita’ rispetto alle altre cinque nazioni del 6N, lo si vedeva come un tentativo di presentarsi all’inizio del torneo almeno con meccanismi di gioco sperimentati giornalmente e non nel breve arco di tempo che precede ogni singola partita: ora, questo articolo, sembrerebbe riproporre il tema..

    • gian 22 Marzo 2018, 15:27

      veramente l’articolo porta all’attenzione che gli altri aumentano i giri rispetto al pro14, anche se non sono sembrati, in tale torneo, questi fulmini di guerra, mentre i nostri mantengono ritmi da alta classifica celtica, venendo, così, abbastanza agevolmente, battuti fisicamente; una sola franchigia potrebbe quasi essere peggio, pensa quanto ti giochi il posto quando sai che, se sei in rosa, come minimo un paio di uscite con l’italia te le fai di contratto, e poi, visto che ci lamentiamo della profondità e della mancanza di possibilità ai giovani (ti ricordo che licata sarebbe delle FFOO, con cui quanti minuti ha giocato? le possibilità sono 2, o non c’erano i soldi per pagargli lo stipendio alle zebre e l’hanno fatto pagare alla polizia di stato, o non erano sicuri del livello ed invece di occuparsi uno spot hanno inventato il “doppio tesseramento ad personam” facendolo pagare alla polizia di stato perché lo spazio per un ventenne non provato era scarso), con una singola squadra avresti 6/7 piloni, 3 tallonatori, 5/6 seconde, 2 8 e 6 terze, 3 mm, 3 ma, 5/6 centri, 4/5 ali e2/3 estremi, più esuli, su cui scegliere, aggregaci anche l’accademia U20, ne aggiungi si e no 1 a ruolo, e vorresti provare ad affrontare un pro14 e un 6N così….. però di buono c’è che non puoi certo prendertela con gli allenatori

    • Giambo 22 Marzo 2018, 21:30

      Sarebbe una scelta suicida. Perfino il movimento dell’Argentina, molto più efficiente del nostro, sta soffrendo tremendamente l’aver legato la nazionale ad una sola franchigia nel Super Rugby, tanto che già si parla di allargarle a 2 nel giro di 3-4 anni…

  11. fulvio.manfredi 22 Marzo 2018, 15:57

    Il tema non e’ semplice da affrontare e le Tue argomentazioni sono validissime, ci mancherebbe, pero’, stante il divario tecnico per cui se gli altri giocano come sanno ci sommergono (non l’ho detto io..), dobbiamo cercare di sfruttare al massimo le risorse limitate di cui disponiamo e come fai mettendo assieme il gruppo una volta ogni tanto?

    • gian 22 Marzo 2018, 16:15

      possiamo discutere sul fatto che il gruppo non sia così omogeneo, ma, fondamentalmente, prendiamo giocatori da due sole squadre, a cui aggiungiamo un po’ di qualità con gli “stranieri”, siamo quelli, con gli scozzesi, che hanno la squadra di derivazione più omogenea, io temo che, invece, sia il contrario, troppa poca competizione nei ruoli e, forse, meno sentito il torneo.
      ma quella della nostra poca furia agonistica è una storia abbastanza vecchia, se non siamo con le spalle al muro o già considerati vittime sacrificali.
      chiaro che certi meccanismi, in una squadra di club, funzionano meglio, e le scelte sono più mirate sullo stile di gioco della squadra stessa, infatti spesso le nazionali puntano su blocchi di alcune squadre su cui inserire altri giocatori, ma non credo che cambierebbe tanto in una situazione di “superclub”, forse farebbe meglio un lavoro di direzione delle attività mirato a una gestione condivisa dei giocatori, in fase di sviluppo e di utilizzo

    • gian 22 Marzo 2018, 16:34

      scusa, dimenticavo,
      lo fai creando spesso sessioni di allenamento comune, con gruppi eterogenei e senza escludere opzioni, in modo da iniziare ed inserire movimenti e chiamate comuni, dando la possibilità a tutti di testarsi

      • Geronimo1 22 Marzo 2018, 16:46

        Concordo pienamente. Ampliare la rosa di giocatori coinvolti. Certo che il bacino rimane quello del Pro (ma anche li ci sono giocatori “invisibili”), ma snobbare sempre alcuni giocatori che militano in eccellenza mi sembra eccessivo. Una sana competizione di ruolo farebbe bene a tutti.

  12. Hullalla 22 Marzo 2018, 21:04

    Boh, per me ci stiamo nascondendo dietro un dito: abbiamo fatto dei Sei Nazioni migliori prima di avere la Celtic League e/o quando le nostre franchigie facevano complessivamente molto peggio di quest’anno. Evidentemente all’epoca i giocatori trovavano il modo (o erano motivati al punto) di giocare al meglio in Nazionale rispetto alle proprie squadre di club.

    Invece in questo Sei Nazioni (record storico di sconfitte consecutive del Torneo, che é centenario….) i giocatori hanno quasi sempre giocato peggio in Nazionale che nei loro club (credo che non ci siano dubbi sul fatto che abbiano abbassato il loro livello al Sei Nazioni, per quanto il livello del Pro14 sia giá di suo piú basso del 6N).
    Non mi sembra il caso di puntare il dito sui club, ma in questo caso direi che é il caso che la Nazionale si faccia un esamino di coscienza, perché i giocatori in questo 6N hanno reso meno del loro “normale”, anziché di piú come il “solito”.

    • Giambo 22 Marzo 2018, 21:37

      Diciamo che se a COS dessero Banks al posto di Allan, Ioane al posto di Benvenuti, Meyer al posto di Steyn, forse i risultati della nazionale sarebbero migliori (non ti cito Faiva e Douglas perché in quei ruoli quest’anno ci siamo difesi bene).
      Il problema è che le nostre franchigie quest’anno sono sì migliorate, ma nella maggior parte dei casi grazie all’innesto di giocatori stranieri nei ruoli chiave (penso anche a Sisi per le Zebre in seconda). E’ brutto dirlo ma è così. Inserire stranieri di qualità è giusto, in fondo lo fanno tutti, ma in determinati ruoli forse dovremmo sforzarci di essere un attimino più autarchici, perché poi le differenze di rendimento tra franchigie e nazionale si sentono.

      • Hullalla 22 Marzo 2018, 22:15

        Boh… guardando il numero di presenze e statistiche di rendimento di quelli che citi (e di quelli che non citi e che per vari motivi magari non hanno trovato molto spazio in questo Sei Nazioni, come McKinley, Esposito, Ruzza, ecc.) non mi sembra proprio che il valore aggiunto delle nostre franchigie quest’anno siano stati gli stranieri (tanto piú che in terza linea la competizione era proprio forte). Mi sembra che i progressi delle franchigie siano stati generalizzati e non dovuti ad un singolo.
        Questo discorso mi sembra piú che altro un alibi.

        • TheTexanProp 23 Marzo 2018, 00:18

          Concordo. Non so il motivo, ma effettivamente tra franchigie e nazionale soprattutto quest anno, ho avvertito un distacco. Lo staff della nazionale penso abbia le sue colpe ma è anche difficile cercare di connettere due franchigie con stile di gioco ( ed interpreti) diversi. Io penso sia pure lì il problema. Le cose stanno cambiando ma abbiamo due franchigie con caratteristiche diverse e difficilmente intrecciabili a livello nazionale. E la nazionale di questo sei nazioni mi e’ sembrata appunto un misto venuto male. C è bisogno di tempo presumo per avere un simil piano d gioco che possa essere tradotto nella nazionale con simil interpreti

  13. tony 23 Marzo 2018, 07:22

    Senza entrare in analisi tecniche , che in qualche modo in ordine sparso sono state sviscerate dai vari utenti, mi sembra di poter dire che noi come valore attuale siamo gli ultimi , ma pure che il rendimento è stato inferiore al nostro potenziale (ergo sei nazioni negativo), detto ciò le maggiori colpe vanno attribuite a un livello difensivo collettivo e individuale troppo basso per competere a questi livelli, all’avere subito gli impatti costantemente probabilmente per un atteggiamento mentale non consono, e in parte per aver oltremodo alleggerito la seconda linea , a un livello scadente nei punti d’incontro e nella difesa da drive, un po’ avranno pesato le assenze dei nostri migliori trequarti ( Morisi, Campagnaro e Sarto quando ha voglia) resta pur se con un gioco d’attacco migliorato un sei nazioni disputato al disotto delle possibilità.

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