Sei Nazioni 2018: Irlanda, il Grande Slam della consacrazione

Oltre a celebrare Sexton, Murray e Joe Schmidt, questo trionfo lancia una folta pattuglia di giovani talenti

COMMENTI DEI LETTORI
  1. TommyHowlett 19 Marzo 2018, 10:29

    Non so voi, ma una squadra così solida, forte, bella, cinica, erano anni che non si vedeva, nemmeno la tanto decantata ultima Inghilterra di E.Jones, che poi alla fine si è sciolta come neve al sole (a conti fatti è arrivata penultima in questo 6N). La cosa interessante è che ha ancora margini di miglioramento, cosa che con i mondiale lontani un anno e mezzo, lascia spazio a sogni non troppo proibiti.

  2. mic.vit 19 Marzo 2018, 11:03

    attualmente vedere giocare loro è vedere giocare gli Ab…visti gli inevitabili infortuni se i giocatori subentranti manterranno alti gli standard le possibilità di fare un risultato storico tra un anno e mezzo ci sono tutte…c’è comunque un altro giro di boa da fare, da qui al prossimo 6N

  3. giannino 19 Marzo 2018, 11:28

    in effetti l’Inghilterra non era mai arrivata penultima nella storia del 6 Nazioni! Non sono sicuro che ci ricapitera’ l’occasione di giocare contro un’Inghilterra messa cosi’ male…

  4. Giambo 19 Marzo 2018, 11:29

    Mah… io aspetterei prima di dare l’Irlanda vincente tra un anno e mezzo in Giappone. Si dicevano le stesse identiche cose nei mesi precedenti al mondiale in Inghilterra, forti dei due 6 Nazioni vinti di seguito nel 2014 e nel 2015 dai Verdi, e sappiamo tutti che ai quarti l’Argentina li fece letteralmente a pezzi. Il Mondiale è sempre una storia a sé, e ci sarà un motivo se l’Irlanda non è mai andata oltre i quarti.

    • Mr Ian 19 Marzo 2018, 11:46

      esattamente, questa volta spero non falliscano l appuntamento col mondiale. Sono una squadra che valgono almeno la semifinale, può capitare di tutto al mondiale, ma 4 anni fa ebbero un involuzione mostruosa rispetto a quello che avevano fatto vedere i due anni precedenti…
      Certo è che hanno gestito il ricambio generazionale in maniera perfetta, merito del lavoro di sinergia tra federazione e franchigie, c’è solo da imparare da loro…

      • Giambo 19 Marzo 2018, 11:50

        Sul ricambio generazione sono d’accordo che l’hanno gestito in maniera perfetta, ma da qui a copiarli c’è ne passa. Innanzitutto, loro hanno 4 franchigie e non 2 da cui attingere, permettendoli una base di alto livello molto più ampia. Secondo luogo, loro hanno investito moltissimo negli ultimi 10 anni a livello giovanile, ed i risultati li stanno raccogliendo ora. Sono dell’idea che copiare un modello partito dieci anni fa, con caratteristiche diverse dalle nostre, sarebbe deleterio, oltre che anacronistico. Dobbiamo trovare la nostra strada, che ci permetta tra 5/10 anni di raccoglierne i frutti. Tempo di copiare gli altri e questi ultimi sono già un passo avanti, e il gap rimane là immutato. L’Italia di oggi è più forte a mio avviso di quella di 5 anni fa, ma lo sono anche Scozia, Irlanda e Galles (con forse la sola Francia che nel frattempo è regredita).

        • Mr Ian 19 Marzo 2018, 12:02

          ovviamente non dobbiamo copiarli perchè si tratta di realtà diverse, ma come gestiscono loro il rapporto franchigie-nazionale, sono superlativi. Pensavo più al Galles e alle varie scaramucce interne che al sistema italiano…

      • tifoso ignorante 19 Marzo 2018, 19:40

        Sarebbe bene ricordarci di questi dati quando ripensiamo alla fatica delle ns franchigie in un campionato considerato di secondo livello solo perché non ci sono retrocessioni. Con tutta questa qualità ci confrontiamo settimanalmente, e sicuramente costituisce un ottimo banco di prova per i ns giocatori e (speriamo presto) i ns giovani…

  5. fabiogenova 20 Marzo 2018, 11:20

    Non che abbia sassolini da togliermi dalla scarpa nei confronti di nessuno, ma e’ da più di un anno che dico che l’Irlanda è più forte dell’Inghilterra e, in questo momento, è l’unica squadra che ha (poco) più del 20% di possibilità di battere gli All Blacks ai mondiali. Il gioco inglese non è quasi mai decollato. I test match di Novembre davano chiare indicazioni rispetto a questo, in particolare quell’Inghilterra-Australia il cui risultato è probabilmente il più bugiardo della storia del rugby professionistico. Gli irlandesi tengono palla, le fasi di gestione del possesso sono curate in ogni dettaglio, nel gioco a terra sono quasi imbattibili e hanno giocatori in grado di leggere il gioco come nessun altro. Certo, in questo spartito mancano due come O’Driscoll e D’Arcy, ma due così non li trovi facilmente. In questo momento è l’unica squadra che, giocando al massimo, è in grado di dare qualche pensiero allo strapotere degli All Blacks.
    L’Inghilterra ha forse i tre quarti migliori d’Europa, ma finora la squadra è andata avanti con la solidità della difesa, con la profondità della rosa che faceva la differenza nel finale e con una certa intelligenza nello sfruttare il gioco rotto. Eddie Jones ha dimostrato doti di gestione mediatica ma non è stato in grado di dare un gioco convincente alla sua squadra, tanto da portarla al penultimo posto nel Sei Nazioni.

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