Il Benetton, le sfide della Nazionale, il rapporto con l’Italia e la felicità nel veder praticare sport con i ‘suoi’ occhiali
Ian McKinley, un giocatore speciale: intervista al nuovo volto dell’Italia
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Gran persona e gran giocatore, la chicca finale sui ragazzini e’ molto bella
la sua è una storia incredibile e davvero commovente, lo spessore del personaggio non ha bisogno di commenti
L’ho conosciuto di persona ed è quello che esce da questa intervista: un bravo ragazzo, in un senso che supera la banalità della definizione
Ottimo acquisto se restasse a Treviso ad insegnare all’accademia!!!
Speriamo che duri un bel po’ perche e’ decisamente piu’ forte di Allan e Canna!
è anche più vecchio pero’
Dimenticavo l’aspetto piu’ importante: convinto com’e’ del debito di riconoscenza verso l’Italia, dara’ sempre tutto per la maglia della nazionale.
questo è un classico esempio di come le polemiche sull’eleggibilità possano andare a farsi benedire
fiero di essere rappresentato da questo ragazzo
parla Italiano perfettamente meglio di tanti altri anglofoni passati da noi
parla italiano meglio di tanti italiani!
A VIADANA ce lo ricordiamo ancora molto ma molto bene, è stato anche capitano. Si vedeva che era di un altra categoria, sia come giocatore che come persona! Quando l’ho salutato nell’ultima partita a VIADANA, si è addirittura scusato perché non erano riusciti ad andare a playoff…molto umile.
tanto per curiosità, perché scrivi Viadana tutto in maiuscolo?
Benvenuto!
Se vogliamo proprio dirla tutta forse solo in un paese come il nostro poteva trovare le condizioni ideali per emergere perché in un altro paese dove il rugby professionistico pretende degli standard elevati da subito e dove la concorrenza non lascia spazio a troppi sentimentalismi non avrebbe avuto il tempo per salire gradatamente come ha fatto. E lo stesso vale anche per altri giocatori che nel ns paese hanno trovato situazioni ideali per riprendere una carriere bruscamente interrotte. Dai, di questo dobbiamo essere tutti un po’ fieri.
non solo, ma qui in Italia è stato concesso prima l’uso degli occhialoni (creati da un’azienda italiana) e ora – come scrive lui e come ho visto seguendolo su Twitter – giovani con lo stesso problema possono giocare e non solo in italia visto che poi altre federazioni si sono accodate (chissà se la IRFU l’avrebbe fatto se non fosse stato per il nostro Ian…)
ma lo rapano anche lui a zero come gli altri? eh bisogna di si eh!
Gli tocca se vuole continuare a giocare in Italia.
L’unico che è sfuggito a questa tradizione è finito a fare il barista….
L’altro a cui è stato risparmiato il codino è stato rimandato in Nuova Zelanda.
A Lazzaroni hanno rimandato più volte l’esordio non sapendo ancora cosa rapare (senza offesa eh)
la storia di McKinley è sempre emozionante.
Ora nei film rugbistici frutto della mia mente posso aggiungere un irlanda – italia 21-22 con calcio di trasformazione all’82’ di un certo McKinley, Aviva Stadium scosso dagli applausi, sipario, titoli di coda.
Scrivo già a federico buffa per suggerirgli la storia 😉
Parli della prossima finale mondiale spero 🙂
Ai vari commentidovrebbero mettere il “mi piace”, o un indice di gradimento come si diceva una volta.
Gli ultimi due sono troppo belli