Parole di apertura verso le società abruzzesi: franchigia e confluenza
L’Aquila esce dal silenzio con un lungo comunicato
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Penso che se la polisportiva voleva la fine della rugby club non le concedeva i cartellini in prestito…….ma come si può pretendere di partecipare ad un campionato con un decina di tesserati e debiti pregressi…….forse in questo caso bisognerebbe abbassare……le ali
Non ho giovanili, non ho sufficienti giocatori per andare in campo, non ho sufficienti sponsor, non ho sufficienti spettatori, ho un sacco di debiti, ho un titolo sportivo come ce lo hanno anche altri anche nella stessa regione.
Che dite, facciamo una franchigia dove tutti pongono in comune quello che hanno? 🙂
no
ancora una volta non ci siamo
come previsto nel mio precedente post adesso, piano piano, ogni singolo soggetto di questa intricata vicenda racconta la propria verità.
Già.
Il proprio pezzo di verità.
L’altro giorno la Polisportiva
Oggi L’Aquila Rugby Club
A puntate.
Per chi come me per passione, aggiorna giornalmente il diario del rugby locale, sembra esserci sempre una certa “lacuna, sembra essere mancante quell’ulteriore pezzetto di verità scomoda che porrebbe se stessi o i soggetti dagli stessi rappresenti, in una situazione più difficile rispetto ad una città così piccola come è L’Aquila.
E anche chi commenta, incolpevolmente, lo fa sulla scorta di questi pezzi di verità.
A tutti gli amici di questo sport non posso che dare ragione, lo spettacolo comincia ad essere scadente e poco interessante.
Io ho il sospetto che tutti si agitano, ora, dopo la tragica scomparsa di Mauro, per ricostituire qualcosa che è andato in frantumi molti anni fa.
Sarà perché la Polisportiva ha visto il suo bacino di giovani ridursi drasticamente dal progetto di Rugby Experience, sarà perché la dirigenza di L’Aquila Rugby Club continua ad avere difficoltà nel poter garantire un futuro ed un progetto concreto e certo alla squadra, sarà perché gli atleti hanno manifestato pubblicamente il proprio disagio marcando una netta frattura con la società, sarà perché la Gran Sasso (che ricordiamo milita nello stesso campionato dell’Aquila Rugby Club) si sente trascurata dalle attenzioni che il primo cittadino ha invece rivolto all’altra compagine cittadina, sarà per tutto questo ma tutti sembrano proiettati (o pilotati) in una dimensione che al momento sembra essere dettata più da una difficoltà a poter gestire le proprie “creature sportive” che da un vero e proprio progetto a medio lungo termine.
Non sarà, tutto questo agitarsi e dichiararsi, dovuto al fatto che qualcuno e/o qualcosa di diverso (non so se migliore o peggiore) si sia presentato alla porta del rugby cittadino con un cesto di sorprese (belle o brutte per gli attuali attori) che mirano a modificare sostanzialmente una tendenza strategica dell’ultimo decennio?
Alle prossime puntate