L’Aquila, la luce in fondo al tunnel: domenica in campo?

Club e Polisportiva avrebbero trovato l’accordo per il prestito di otto giocatori

COMMENTI DEI LETTORI
  1. gioviale 3 Ottobre 2017, 09:15

    Un bacino cosi ricco di esperienze come quello abruzzese e aquilano non può e non dovrebbe essere lasciato sgretolarsi. Credo che dovrebbe mobilitarsi a livello nazionale da parte della FIR una sorta di commissariamento che gestisca le Istituzioni del rugby Aquilano tutelandone il patrimonio di sapere. Quanto ci mette l’Italia a ricostruire quello che già c’è in Abruzzo? Mi sembra assurdo parlare di progetti di diffusione e crescita del rugby se poi lasciamo morire qualcosa che già abbiamo.
    Facciamo qualcosa. È evidente che in casi come questi debba intervenire un soggetto super partes affidabile al quale convogliare poteri e risorse.
    Quale società di rugby avrebbe il coraggio di non aderire all’organizzare due eventi di solidarietà per L’Aquila senza vergognarsi?
    Il problema sarebbe poi lo stesso che esprimono i costruttori edili: a chi si danno i soldi? Qui dovrebbe intervenire la FIR nominando commissari esterni ai giochi di potere locale e attenti solo a salvaguardare patrimonio di conoscenze abruzzesi

  2. Stru 3 Ottobre 2017, 09:35

    Tutto molto bello.. ma mi state dicendo che La Rosa de l’Aquila con l’aggiunta di questi prestiti consiste nello spropositato numero di 23 elementi??
    Cioè, tra 4-5 partite questi sono di nuovo in 15, non so se mi spiego.. dov’è finito il bacino di giocatori? Nessuno davvero è disposto a giocare in serie A con questa squadra? E non mi si parli di soldi.. non tutti i giocatori in serie A prendono rimborsi, tanti lo fanno per il solo piacere di giocare nella propria squadra.

    • Hullalla 3 Ottobre 2017, 15:33

      In 23 é proprio difficile affrontare un campionato in qualsiasi categoria.

      Probabilmente ci sono piú atlete seniores nella squadra femminile de L’Aquila che nella prima squadra maschile… mi sa che adesso sono loro le vere rappresentanti della tradizione rugbystica aquilana.

    • buk 3 Ottobre 2017, 17:05

      se sei tesserato con una società devono rilasciarti il cartellino, gratis o no. le società che hanno i giovani/giocatori non hanno intenzione di lasciar andare i propri tesserati gratis, dopo averli formati. l’aquila rugby club non ha le giovanili, è risaputo, e nemmeno i titoli sportivi, si appoggia a terzi per l’obbligatorietà, è questo il problema. oltre ad avere tanti debiti, c’è chi dice 500.000 euro, chi 900.000, questo non lo so.

      non ha senso questa impostazione societaria, se non la cambiano è meglio che la società fallisca. se si imposta una società seria con a capo gente competente e qualcuno che tira fuori i soldi il discorso è diverso, ma così facendo tra qualche mese siamo punto e d’accapo.

      ovviamente polisportiva e club devono azzerare le loro dirigenze e lasciare le sorti del rugby aquilano a gente più competente, anche a un garante non so… ma i loro risultati sono sotto gli occhi di tutti, o meglio, sono quasi invisibili nel panorama che conta. senza contare le figuracce…

  3. electrocase 3 Ottobre 2017, 13:23

    non ci siamo
    il problema non è centrato.
    In verità qui non manca nulla e comincio ad avere la sensazione che gli imprenditori (quei pochi che nutrirebbero il desiderio di essere protagonisti di un progetto degno di un blasone ormai davvero troppo lontano), fuggono dalla poca chiarezza dei molti, troppi attori presenti in questa fase.
    Non discuto che ognuno di questi attori abbia un titolo, un interesse, una motivazione forte, un progetto da difendere ma nessuno, dico nessuno, che abbia anche l’onestà intellettuale di ammettere che da oltre vent’anni le modalità di gestione di questa ex nobile del rugby italiano la abbiano portata ogni anno sistematicamente a dover affrontare lo stesso problema: chiusura o sopravvivenza.
    E allora si ci si risparmi tutta questa ipocrisia e si abbia un pò di rispetto per tutti quelli che oggi non ci sono più, del passato lontano ma anche recente, che almeno hanno avuto l’educazione e l’intelligenza di riconoscere questa maglia non come una proprietà, bensì come un patrimonio della città e come tale da difendere e tramandare di generazione in generazione.
    Se solo la FIR potesse parlare ci racconterebbe di una certa “mischia” dinanzi alla sua porta pronta ad aspettare il cadavere che passa per poter ottenere il massimo del risultato con il minimo sforzo.
    E noi quì, spettatori troppo poco ardimentosi, a leggere di altalenanti condizioni, razioni K conservate per il bisogno ultimo, ragazzi dal cuore d’oro allo sbando, futuribili magnati e salvifiche sorprese da bar.
    Non basta. Non serve.
    Che il bestione si fermi con tutto il suo triste fardello di promesse non mantenute e debiti fuori controllo (oltre un milione di euro ………..?).
    Non si è interessati ai colpevoli, alle precisazioni, alle mille derive interpretative, alle sempre corpose giustificazioni comportamentali di ognuno degli attori impegnati o all’ultimo atto che garantisca un paio di mesi di sopravvivenza.
    Siamo più interessati a tutte le realtà che nell’assoluta indifferenza continuano a resistere con dignità, alle centinaia di ragazzini che stranamente ancora affollano i campi di rugby cittadini e forse, chissà, tra qualche tempo, a quella nuova squadretta di giovani atleti che si è fatta amare dalla città per aver riconquistato in tre sole stagioni il campo con tanto dolore e amarezza abbandonato oggi.
    All’Aquila del Rugby!

    • chicodelrodeo 3 Ottobre 2017, 16:28

      da quello che ho capito io (ma può essere che sbaglio, eh) per ora i costruttori ancora non cacciano na lira

    • JPRives 4 Ottobre 2017, 00:54

      Electrocase,
      Si certo come appassionati di Rugby siamo interessati a tutti i ragazzini e le relative squadrette che calcano i campi da rugby aquilani, ma forse dovremmo esserlo ancora di più (interessati) ad una squadra che corrisponde al nome di “Polisportiva L’Aquila Rugby U18”. I ragazzi di cui è composta potrebbero costituire il “nucleo” di una squadra che a brevissimo (max 3 anni) potrebbe disputare tranquillamente un campionato di serie A di vertice.
      Potrebbero quindi indossare con onore quella maglia nero-verde che, come tu giustamente dici, è “da difendere e tramandare di generazione in generazione”, ma….c’è un ma. Infatti, se l’obiettivo è quello di ridurre ai minimi termini la Polisportiva, come si tenta di fare da anni da parte di personaggi più o meno importanti e da giornalisti che scrivono delle inesattezze sconcertanti (come in questi giorni vedi la testata a cui si riferisce la redazione), allora proprio non ci siamo…..allora proprio non si vuol vedere al di là del proprio giovane orticello indubbiamente ben curato! Esiste già una realtà che, senza particolari clamori o proclami, svolge la sua attività cercando di risalire la china con dignità e con costanza di risultati a livello di iniziazione e di avvio all’alta formazione dei giovani (Casilio già in meta con il Calvisano,Romano, Di Marco solo per citare gli ultimi). Se questa società, che ha 70 anni di storia, non venisse costantemente osteggiata e vilipesa, potrebbe risvegliare il tuo interesse così come quello di tutti gli aquilani appassionati di rugby! All’Aquila del Rugby!

      • electrocase 4 Ottobre 2017, 10:39

        caro Jean Pierre Rives
        (che piccola la nostra città)
        come avrai capito, al di là delle mie personalissime convinzioni, nutro grande rispetto per tutti coloro che negli anni si sono impegnati nel tempo per sostenere e gestire le varie realtà presenti nel panorama locale; ancor più per coloro che si occupano dei giovani che continuano a rappresentare l’unica possibilità di sopravvivenza del rugby cittadino in futuro.
        Sono troppo vecchio per non comprendere, come detto nel mio intervento, che tutti gli attori oggi coinvolti abbiano proprie ragioni per sostenere/difendere e/o giustificare la propria condotta.
        Sono certo che il sig. De Masi abbia le sue buone ragioni per le scelte adottate in Polisportiva a far data dalla fatidica assemblea del 95;
        Sono certo che il sig. Molina abbia convincenti motivazioni per aver dato forma e sostanza alla sua Rugby Experience;
        Sono altrettanto convinto che i vari amministratori della 1936 abbiano avuto propri convincimenti per sostenere le strategie del club nel corso degli anni (Mauro incluso);
        Quindi, come comprenderai benissimo, non sono affatto interessato a rileggere l’intricata vicenda di “torti e ragioni” né ad associarmi al club dei giudicanti.
        Che la Polisportiva abbia lunga vita con i suoi giovani U18 (non decanterei troppo però i risultati di questo ultimo decennio rispetto a quelli a cui ci avevate abituato in passato) e che la sua formazione militante in C possa, in questi tre anni raggiungere gli obiettivi prefissati (spero non la immaginiate soltanto come una squadra di soccorso);
        Che Rugby Experience continui a crescere in numero e qualità come sembra accadere nell’ultimo periodo;
        Che la Gran Sasso continui il suo straordinario percorso con la dignità e la serietà che in pochi anni l’anno portata in serie A;
        Che il Paganica Rugby continui con tutta la determinazione e convinzione che le vedo mettere in campo nel torneo di B;
        Che il CUS resista per se stesso e per la città;
        Che la Rugby Club metta nelle condizioni i propri atleti di partecipare dignitosamente al torneo di A, oppure tragga le conclusioni che molti altri club in italia hanno tratto non esistendo le condizioni societarie ed economiche per militare in quella serie;
        Che tutti resistano con le forze che hanno senza immaginare sinergie o furberie possibili poiché le condizioni per riunificare, interagire, coordinare, non esistono più da tempo (che il buon Morelli se ne faccia una ragione).
        Non esistono sceneggiature che prevedono al momento la partecipazione di tutti questi coraggiosi attori né esiste alcuna “aquilanità” a cui appellarsi.
        Ieri sera alla “chiamata a raccolta della città” ho vissuto al tempo stesso momenti di commozione e depressione.
        Forse il punto più basso del nostro rugby ma anche il più reale e realistico degli ultimi anni.
        Io per quel mi riguarda, sosterrò per come posso tutto e tutti con la sola che posseggo: la mia passione per questo sport.
        Auguri Jean Pierre!
        Resistere

      • buk 4 Ottobre 2017, 11:06

        scusami JPRives, considerando che la società L’Aquila Rugby Club ha un mare di debiti che ovviamente nessuno è intenzionato a colmare (dovrebbe colmarli chi li ha fatti certo) e che probabilmente fallirà a breve e che la Polisportiva gioca in C1, quale sarebbe la società di serie A in cui potrebbero giocare questi giovani aquilani di talento? sicuramente non a L’Aquila, viste le condizioni delle varie società esistenti. qui nessuno osteggia la Polisportiva, semplicemente i risultati sono sotto gli occhi di tutti, una squadra in serie C1. punto.

  4. maxetere 3 Ottobre 2017, 14:22

    Oggi pomeriggio ci si vede al Renzo Piano per discutere della situazione, son proprio curioso di ascoltare le voci dei protagonisti

  5. Hullalla 3 Ottobre 2017, 15:35

    Chi ci crede che questi pagamenti “in tre o quattro rate” verranno effettuati puntualmente?

  6. Onestep 3 Ottobre 2017, 22:15

    Ma che discorsi sono “ Vorremmo evitare che il gesto solidaristico dei nostri associati venga inghiottito dal buco dei debiti pregressi“ ? In sono giocatori che da 2 anni aspettano pagamenti per quasi 10.000 euro! Cosa vuole fare, non pagarli? Robe da matti!

    • Turch 4 Ottobre 2017, 01:59

      Perche` robe da matti?
      Qui c’e` un’associazione disposta a fare beneficenza, perche` di questo si tratta.
      Semplicemente si dicono disposti a regalare quei soldi se servono a far partecipare la squadra al campionato e permettere in quest’anno di ripartire seriamente e costruire un futuro.
      Il problema e` che c’e` il rischio che quei soldi non servano a pagare giocatori e trasferte, ma appena entrati in cassa finiscano nei conti di qualche creditore che li reclama (giustamente) e si torna punto e a capo.

  7. vecchio cuore neroverde 4 Ottobre 2017, 13:56

    Tagliare barba e capelli
    Buoni barbieri ce n’è’?
    giovani in ostaggio
    Quale genitore portera’ i propri figli ancora in quel recinto che un tempo era un bene immateriale della città’?

    • maxetere 4 Ottobre 2017, 20:58

      Ma in ostaggio de che? Già avanzano 200.000 euro ne vogliamo aggiungere altri 25? Hanno fatto bene, basta con favori ed elemosina. A un certo punto se non si può andare avanti è meglio fermarsi

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