Port Elizabeth e Philadelphia, un doppio flop di pubblico. Ma con due facce diverse

Scenario desolante per Kings-Leinster. Non va molto meglio per Newcastle-Saracens, ma la Premiership sa guardare oltre

COMMENTI DEI LETTORI
  1. cassina 19 Settembre 2017, 09:19

    Scopriamo sconvolti in questo martedì mattina di settembre che il rugby non se lo fila nessuno neanche nei paesi dove “sono buoni per rugby”. Congratulations!

  2. 100DROP 19 Settembre 2017, 11:22

    Forse troppo rugby in televisione?????? Se ne trasmettessero molto meno, non alzerei anche io il mio bel sederino, dal comodo divano in piume d’oca, per andarmi a gustare le partite dal vivo? Che sia la Nazionale o l’Eccellenza, o una bella partita di ragazzi delle giovanili. Forse farebbe bene a me (invece che starmene chiuso in casa come un ghiro…), alle casse delle Società ed, infine, ai giocatori che non vedrebbero più tribune sconsolatamente vuote. Saluti ovali a tutti.

  3. malpensante 19 Settembre 2017, 12:26

    Se si segue un minimo la Currie gli spalti vuoti in Sa non sono una novità, e pure in SR, e pure in Australia e in Argentina. In Jap non so perché ho mai guardato i Sun in casa. Il rugby pro vive (come tutti gli x-pro) di Tv: il pubblico pagante fa giusto da scenografia sul palcoscenico e lo spettatore che conta è quello divanato e consumatore. Piuttosto, è simpatico e istruttivo che finora abbiano fatto più pubblico allo stadio a Parma che a Treviso: 2800 a 2600 (dati Pro 14). Simpatico perché a Porth Elizabeth erano 3011 (e intorno a Parma e Treviso ci abita (e ha i mezzi e il reddito per spostarsi) molta più gente che lì), e istruttivo sull’annata 7 della imperdibile telenovela “Nosotros y lo indispensable Pro 14”.

    • mistral 19 Settembre 2017, 13:09

      …insomma, i soli stadi pieni di gente e con nel contempo alcuni milioni (complessivamente) di spettatori “divanati” sono quelli dei tanto vituperati campionati professionistici francesi (top14 e proD2) e inglese… qualcosa su cui riflettere, o forse anche no…

    • 100DROP 19 Settembre 2017, 13:17

      Allora io ed il mio divano di piume d’oca siamo utili al rugby..!

    • mamo 19 Settembre 2017, 17:19

      Ti ci metti pure tu adesso ? 😉

    • mamo 19 Settembre 2017, 17:28

      … e poi voi siete entrati “agrati”, noi no

  4. malpensante 19 Settembre 2017, 13:16

    “vituperati campionati professionistici”: il mitico Maurizio Ferrini di Quelli della notte avrebbe detto “lo dice la parola stessa”. Professionismo maturo e di club: sempre il mitico avrebbe concluso “non lo capisco, però mi adeguo”.

    • mistral 19 Settembre 2017, 13:40

      …i clichés vanno cambiati, di tanto in tanto… 😉

  5. parega 19 Settembre 2017, 13:39

    Ma fatevi un cicchetto di mirto e continuamo con le stesse squadre senza le bokke
    Quello che conta e’…..il mirtooooo
    Loro se lo sognano

    • Jock 19 Settembre 2017, 21:22

      Buonissimo, il Mirto. Ma se attacco a bere mirto come faccio con la birra, al pub, è finita.

    • malpensante 20 Settembre 2017, 10:21

      Imbariagò.

  6. Mr Ian 19 Settembre 2017, 13:43

    In SA magari complice la partita della nazionale e la Currie Cup ha tolto un pò di interesse verso le partite del pro14, aspettiamo la fine dell anno per farci un idea della situazione..
    L America invece è un territorio da conquistare e penso che gli inglesi questo lo sappiano benissimo, hanno sondato il terreno e vedranno come muoversi. Magari l ideale sarebbe organizzare partite quando di la la NFL è in pausa.

  7. parega 19 Settembre 2017, 13:48

    Il rugby nn e’ il calcio come appeal
    Ma forse e’ anche un bene

  8. albe 19 Settembre 2017, 13:59

    Come dice mal già il SR con stadi vuoti non è una novità…
    E secondo me la conclusione è semplice: la gente vuole lo sport vero, la rivalità “locale”, lo sfotto con il vicino per il derby, la discussione con il collega nativo della città X a cui la tua squadra ha dato 30 punti….
    Alla fine a fare campionati interplanetari con conference che non vogliono dire più nulla (spiegatemi la logica dei 3 “derby” in pro14, bah) il risultato è che sembrano tutte partite a sé senza un filo conduttore, giusto uno spettacolo e fanculo lo sport

    • bak 19 Settembre 2017, 15:09

      beh dai, forse vale per il rugby perchè sia nel calcio la champions legue che nel basket l’eurolega gli stadi si riempono eccome…

      • albe 19 Settembre 2017, 15:35

        @bak, tu parli pero di coppe europée, ed anche nel rugby funzionano, ma restano un qualcosa in più rispetto al campionato locale che dura tutto l’anno sportivo

        • fracassosandona 19 Settembre 2017, 18:29

          a Monigo ho assistito ad incontri di Champions davanti a quattro gatti…
          penso quanto possano essere girati i coglioni a squadre come Harlequins Gloucester Stade Francaise che avrebbero potuto incassare 15000 presenze affrontando i Tigers…
          noi neanche 2000… altre partite roba da 3000…
          vedremo cosa saremo capaci di fare come pubblico…
          a livello di Monigo l’unica partita è stata sotto a quella di Port Elisabeth, e si riceveva l’Ulster…

          • Jock 19 Settembre 2017, 21:19

            Aspetta che Il Comune copra la gradinata, a meno che non diretti il peculio per restaurare un’ altra chiesa, e vedi, te. E a @ mamo gli aumentano il costo del biglietto. Anzi, del ticket.

  9. Danthegun 19 Settembre 2017, 14:04

    Forse andrebbe fatto un ragionamento di fondo. Se il rugby professionistico ha bisogno della TV e dei suoi soldi, forse quello di cui si può fare a meno è di strutture mastodontiche con consti di costruzione, gestione, manutenzione, ecc. che non sono misurate alle reali potenzialità di una squadra o di uno sport.
    Ci sono stadi, anche di squadre importanti nel pro14 o in Inghilterra che non potrebbero ospitare eventi o partite di livello internazionale ma che sono perfette per il pubblico che segue quella squadra.

    • mistral 19 Settembre 2017, 15:16

      credo tu e @albe abbiate centrato l’argomento: uno sport professionistico non può esisimersi dall’ignorare il mezzo televisivo, e nel contempo (almeno in Europa) deve mantenere radicato un rapporto con il territorio di origine… il sistema della conference “può” (non per forza succede) funzionare la dove le distanze sono rilevanti e/o l’attaccamento al territorio di origine è labile (con qualche eccezione, naturalmente)… nella vecchia europa dove ancora i campanili contano si deve proporre al pubblico potenziale una struttura ricettiva di dimensioni adeguate (per poter vedere bene quanto accade sul terreno) tecnologicamente ben strutturata (per i replay e TMO) ed accogliente (seggiolini comodi, strutture di “beveraggio” ben distribuite, somministrazione di bevande e merchandising di qualità… in francia è dimostrato ormai che la ricettività ottimale per il top14 è di 18-23.000 spettatori, non troppo al di sotto per non dover delocalizzare in caso di copper europee, e non molto di più per non dover avere costi fissi inutili… poi ci sono gli stadi per i grandi eventi da 60.000-90.000 spettatori, ma vanno bene per il rugby, per il calcio o per i concerti, e già forse ne esistono troppi… per quanto riguarda il mezzo televisivo, valgono le stesse considerazioni (si parla per la maggioranza di spettatori paganti, canal* o sky poco importa): trasmissioni e telecronache e regia di qualità (competenza e gradevolezza sia della voce che in video dei commentatori/commentatrici) e offerta quanto più possibile vasta per coprire orari e giornate diverse… ma è un percorso lungo, e in quanto alla sostenibilità nel lungo termine ancora da verificare…

  10. 100DROP 19 Settembre 2017, 18:45

    La televisione sta, comunque, svuotando paurosamente anche gli stadi del calcio. Ci sono partite di Serie A veramente imbarazzanti. E neanche il mondo del pallone rotondo con ben altri interessi e seguito è riuscito a trovare una soluzione per far uscire la gente da casa…

  11. fracassosandona 20 Settembre 2017, 09:51

    credo sia un problema sociologico più grande…
    la gente ormai consuma anche i rapporti sociali via computer o smartphone…
    la demenza massima sono i messaggi vocali su whatsapp…
    se puoi parlare mi chiami, se non puoi parlare mi scrivi…
    che senso ha iniziare una conversazione orale asincrona? eppure…
    poi ci vuole anche un certo senso del ridicolo per mettersi a parlare da soli con il proprio telefono…

    20 enni che fanno sesso al telefono, che si scambiano foto, abitando nella stessa città, invece di trombare…

    i discorsi che noi facciamo qui una volta si facevano al bar, oppure in club house…

    le cuffiette e gli smartphone in autobus in treno mentre corri, così hai la scusa buona per non parlare con nessuno…
    playlist di musica scaricata invece di proposte a sopresa dalla radio preferita…

    i clienti che ti mandano un wa pretendendo un parere scritto immediato mentre stai giustamente lavorando a qualcos’altro…

    l’appuntamento, la scelta ponderata, la visita in negozio ed il consiglio del commesso visti solo come perdita di tempo anziché momento di confronto…

    gente che va a vedere la Tv a mediaworld per comprarla su amazon…

    internet come la risposta a tutti i problemi…

    è tutto una merda, in un certo senso…

    gli stadi non li riempi più solo con la partita…
    lo stadio centro commerciale, dove molli la moglie a fare shopping (o semplicemente la spesa all’iper) mentre tu guardi la partita è una delle soluzioni…

    per le altre vedere come hanno fatto i tedeschi a tirar su la situazione in bundesliga…

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