WRWC 2017: Barattin e Di Giandomenico dopo Italia-Spagna

La spagnola Ribera: il segreto dare ritmo e tanta palla in gioco

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Dusty 18 Agosto 2017, 09:11

    “La meta annullata ha deciso la gara, perché siamo calate a livello di testa quando l’arbitro ha preso quella decisione… ” Ecco, qui c’è tutta la nostra debolezza. Giochiamo appesi ad un filo sottile sottile e appena si spezza ci cade il mondo addosso. Le grandi squadre sanno reagire anche ai torti veri o presunti che siano.

    Se dovessero realmente aprire il 6N noi usciremmo subito ma almeno ci daremmo una svegliata (forse). Tristezza, solo tristezza.

    • Appassionato_ma_ignorante 18 Agosto 2017, 14:35

      Sul fatto che l’equilibrio mentale sia sempre troppo precario, non ci piove. Come non piove sul fatto che la meta annullata era totalmente cervellotica e decisione di arbitro malato di protagonismo.

  2. Grillotalpa 18 Agosto 2017, 10:40

    Purtroppo la mentalità dell’alibi è dura da sconfiggere, i miglioramenti si ottengono solo analizzando dove si è carenti e si sbaglia e di conseguenza prendendo le decisioni che riguardano sia metodi che persone che non raggiungono gli obiettivi prestabiliti

  3. henry1712 18 Agosto 2017, 11:00

    Le nostre ragazze hanno un ritmo di gioco troppo inferiore a tutte le squadre che abbiamo affrontato.
    Difficile pensare di vincere in queste condizioni

  4. TommyHowlett 18 Agosto 2017, 14:48

    Dieci, dodici minuti di disattenzione… e negli altri 78? Spiace sentire sempre i nostri giocatori (giocatrici in questo caso) e tecnici che riducono intere prestazioni negative a qualche sparuto episodio. Oltre alle tante cose già appurate, manca anche una bella dose di umiltà…

  5. Anto2 18 Agosto 2017, 15:12

    Da regolamento la meta è da annullare, poi possiamo dire quello che vogliamo, ma è così. Il mediano ha le mani sulla palla e questa viene raccolta da chi è davanti, e forse anche laterale sulla ruck formata.
    Poi comunque peccato, perchè si sarebbe potuta portare a casa, a ma è altrettanto evidente che la sola voglia (e le azzurre ne hanno tanta), non porta da nessuna parte, senza l’aggiunta di una preparazione fisica continua ed adeguata a certe manifestazioni. Di chi è la colpa? FIR? sistema sportivo italiano in generale?
    https://youtu.be/myXEKcLmoCI

  6. PedemontanaRugby 18 Agosto 2017, 17:56

    Nessuno che ha il coraggio di dire le cose come stanno.
    Da tempo si affrontano le competizioni internazionali con raduni brevissimi, e senza incontri “amichevoli” di preparazione. Il tutto per mancanza di risorse economiche destinate all’attività del settore femminile.
    Questa è la FIR, bellezza.
    Mi eleggi? Ti do 45 accademie, 90 centri di formazione e una borsata di materiale.
    Non rimangono quattrini per il settore femminile? Pazienza, se ne faranno una ragione.
    Eppure è (era) il fiore all’occhiello della federazione, almeno a livello di risultati.
    Amen!

  7. Grillotalpa 18 Agosto 2017, 20:19

    Purtroppo in Italia abbiamo una malattia abbastanza diffusa che è quella di pensare che si possano raggiungere risultati di alto livello ( questo vale nello sport come nella vita ) senza mettere in campo le risorse, le competenze e le strutture necessarie al loro raggiungimento, lo insegnano anche i recenti mondiali di atletica leggera dove ormai da molte edizioni siamo spariti dalla cartina geografica di questo sport, ma questo non è un caso ma solo la diretta conseguenza di come si lavora, il rugby non fa eccezione si continua a guardare a risultati di breve termine basati più che altro su qualche exploit, e non frutto di programmi e persone che vengano giudicate sul merito del lavoro, ho letto che la partita Francia-Irlanda femminile ha fatto punte di audience di oltre 3 milioni, da noi nemmeno se la trasmettono su rai 1 arriviamo ad un decimo, si raccoglie quello che si semina purtoppo …

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