La spagnola Ribera: il segreto dare ritmo e tanta palla in gioco
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Le transalpine ruggiscono nel primo tempo e poi amministrano nella ripresa. Gran meta di d'Incà al termine dell'incontro
“La meta annullata ha deciso la gara, perché siamo calate a livello di testa quando l’arbitro ha preso quella decisione… ” Ecco, qui c’è tutta la nostra debolezza. Giochiamo appesi ad un filo sottile sottile e appena si spezza ci cade il mondo addosso. Le grandi squadre sanno reagire anche ai torti veri o presunti che siano.
Se dovessero realmente aprire il 6N noi usciremmo subito ma almeno ci daremmo una svegliata (forse). Tristezza, solo tristezza.
Sul fatto che l’equilibrio mentale sia sempre troppo precario, non ci piove. Come non piove sul fatto che la meta annullata era totalmente cervellotica e decisione di arbitro malato di protagonismo.
Purtroppo la mentalità dell’alibi è dura da sconfiggere, i miglioramenti si ottengono solo analizzando dove si è carenti e si sbaglia e di conseguenza prendendo le decisioni che riguardano sia metodi che persone che non raggiungono gli obiettivi prestabiliti
Le nostre ragazze hanno un ritmo di gioco troppo inferiore a tutte le squadre che abbiamo affrontato.
Difficile pensare di vincere in queste condizioni
Dieci, dodici minuti di disattenzione… e negli altri 78? Spiace sentire sempre i nostri giocatori (giocatrici in questo caso) e tecnici che riducono intere prestazioni negative a qualche sparuto episodio. Oltre alle tante cose già appurate, manca anche una bella dose di umiltà…
Da regolamento la meta è da annullare, poi possiamo dire quello che vogliamo, ma è così. Il mediano ha le mani sulla palla e questa viene raccolta da chi è davanti, e forse anche laterale sulla ruck formata.
Poi comunque peccato, perchè si sarebbe potuta portare a casa, a ma è altrettanto evidente che la sola voglia (e le azzurre ne hanno tanta), non porta da nessuna parte, senza l’aggiunta di una preparazione fisica continua ed adeguata a certe manifestazioni. Di chi è la colpa? FIR? sistema sportivo italiano in generale?
https://youtu.be/myXEKcLmoCI
al min .2:55 l’episodio incriminato
Nessuno che ha il coraggio di dire le cose come stanno.
Da tempo si affrontano le competizioni internazionali con raduni brevissimi, e senza incontri “amichevoli” di preparazione. Il tutto per mancanza di risorse economiche destinate all’attività del settore femminile.
Questa è la FIR, bellezza.
Mi eleggi? Ti do 45 accademie, 90 centri di formazione e una borsata di materiale.
Non rimangono quattrini per il settore femminile? Pazienza, se ne faranno una ragione.
Eppure è (era) il fiore all’occhiello della federazione, almeno a livello di risultati.
Amen!
Purtroppo in Italia abbiamo una malattia abbastanza diffusa che è quella di pensare che si possano raggiungere risultati di alto livello ( questo vale nello sport come nella vita ) senza mettere in campo le risorse, le competenze e le strutture necessarie al loro raggiungimento, lo insegnano anche i recenti mondiali di atletica leggera dove ormai da molte edizioni siamo spariti dalla cartina geografica di questo sport, ma questo non è un caso ma solo la diretta conseguenza di come si lavora, il rugby non fa eccezione si continua a guardare a risultati di breve termine basati più che altro su qualche exploit, e non frutto di programmi e persone che vengano giudicate sul merito del lavoro, ho letto che la partita Francia-Irlanda femminile ha fatto punte di audience di oltre 3 milioni, da noi nemmeno se la trasmettono su rai 1 arriviamo ad un decimo, si raccoglie quello che si semina purtoppo …