Scoprire e misurare il talento. Quando il rugby diventa House of C.A.R.D.S.

Un acronimo che cela i successi dei settori giovanili inglesi. Lo decifra per noi Andrea Masi

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Interza 14 Agosto 2017, 14:04

    De Masi se non l’hai mai sentita da qualche vecchio allenatore veneto, te la ricordo io.
    “Lavoro, testa e….polenta !!”
    E non credo che un veneto debba spiegare ad un aquilano, anzi !
    Ciao

  2. Re 14 Agosto 2017, 20:20

    Tutto sbagliato, la linea degli irresponsabili è ”sceglili alti e grossi” che poi gli insegnato noi a giocare. Il miserabile esito davanti agli occhi di tutti, chi ha dettato la linea è ancora a comandare. Ma non è mai tardi per fare PIAZZA PULITA, basta volerlo!!!!

    • gattonero 14 Agosto 2017, 20:45

      capisco l’ironia,ma a me gli inglesi,soprattutto U20, non mi sembrano certo dei mingherlini 😉 … loro hanno una organizzazione, metodologia e mentalita’ di lavoro che noi italiani non ci arriveremo mai…

      • Re 15 Agosto 2017, 15:31

        4 dei 5 scores sono caratteristiche latine e quindi italiane e su queste si deve andare in profondità. Il fisico è un post e non deve essere un criterio di, non ci vuole molto, basta pensare e non fare un copia incolla traduci dei programmi di sviluppo degli altri

  3. burger 15 Agosto 2017, 10:48

    In Italia si tira a campare, ci servono persone serie, preparate ed esperte; ci dono giocatori nazionali che smettono di giocare e iniziano la carriera di allenatori. dalla nazionale u20.
    Non ci si puo confrontare con gli inglesi, altro mondo, guardiamo al metodo argentino che e piu’ vicino al nostro come mentalita

  4. franzele 16 Agosto 2017, 07:45

    Anche noi abbiamo l’acronimo.

    Fisico, basta e avanza
    Ignoranza, mai abbastanza
    Gioca il migliore, cioè mio cugino
    Adesso vado a comprarmi il giornale a Rovigo

    Scusassero…. mi è rimasta sullo stomaco la grigliata.

  5. Bravo Wilko 17 Ottobre 2017, 08:05

    L’impostazione del perfetto educatore giova sicuramente al lavoro di Masi.
    L’impostazione, senza sminuire alcuno, dovrebbe essere il pane quotidiano dei nostri allenatori/preparatori/educatori, ovviamente abbinati alla giusta intensità corrispondente ad ogni livello.

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