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Dal CdF U18 di Treviso a Rovigo: permit player, qualcosa si muove
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Senza un sistema di permit player funzionante le franchigie italiane rimangono zoppe.
Le due celtiche hanno disperato bisogno di avere ognuna un otto-dodici giocatori dell’Eccellenza che si allenano con loro ad inizio di OGNI settimana e vanno poi a giocare in Eccellenza.
Chi paga i giocatori? possibilmente le franchigie, ma con la regola che ogni settimana in cui la franchigia libera un giocatore in buone condizioni fisiche, la squadra di Eccellenza a cui questo giocatore è affiliato deve pagare la franchigia un adeguato gettone. In caso di infortunio sul campo dell’Eccellenza o in allenamento con la squadra d’Eccellenza, questa deve pagare i costi dell’assicurazione medica del giocatore alla franchigia.
La tua proposta è talmente semplice e condivisibile che probabilmente per qualcuno è difficile da recepire.
E la fir dovrebbe imporlo alle squadre di eccellenza.
Alcune cose vanno imposte e basta.
Come i vaccini.
Non solo un sistema di permit player funzionante (alla scozzese) permette alle franchigie di avere rose ampie, ma fa crescere i giovani giocatori velocemente, migliora la le loro prestazioni in Eccellenza e quindi le partite di quel campionato, e migliora la qualità degli ingaggi delle franchigie perché da loro modo di osservare un giocatore da vicino prima di metterlo sotto contratto pieno.
Concordo. Il sistema scozzese sembra il migliore e va copiato.
gia’, e’ se il problema in Italia fossero proprio i club che si mettono di traverso (o la maggior parte)? D’altronde in scozia i club han perso molto potere con questo sistema…
E la nazionale è diventata 6a nel ranking, e i Glasgow Worriors hanno vinto il Pro12.
esatto. Pero’ vedi, in Scozia, nel bene o nel male e con qualche malcontento si son tutti piegati al bene comune. Te lo dico perche’ ora frequento un rugby club e il malcontento si respire (e.g. abbassamento del livello delle competizioni senior…e altre cose). Pero’ quando c’e’ da fare quadrato intorno la nazionale allora ingoiano la pillola e si focalizzano per lo piu’ sui giovani. Proponi una cosa simile al modello Scozzese 100% da noi….e poi vediamo i club come ti rispondono
Questa è l’Italia,, tutti d’accordo x criticare, quando c’è da proporre tutti divisi in attesa del nuovo tiranno che catalizzera di nuovo tutte le colpe di un sistema lacerato e pieno di invidie e rancori personali
Darko penso tu abbia ragione
Pero’ il pubblico del domestic (e delle franchigie) continua ad essere piuttosto scarso e il livello medio di gioco del domestic continua ad essere piuttosto basso, con molti stranieri di basso livello.
Il peggio e’ che il rugby sta pian piano, ma inesorabilmente, uscendo dalle scuole… 🙁
Il vantaggio che ha la Scozia su di noi e’ che, pur avendo un sistema di sviluppo verticistico / elitario un po’ come noi (ovvero, dopo le franchigie, il livello di gioco precipita rapidamente: la ventesima o trentesima squadra scozzese e’ gia’ di livello molto basso), hanno degli allenatori molto ben preparati, per cui si puo’ pescare e preparare bene per il Pro12 un giocatore del domestic anche se gioca in un campionato non molto competitivo.
certo Hullalla, ma almeno se e’ vero quanto mi han detto nel club che frequento, i giovani piu’ bravi oltre a giocare per un club locale fanno poi parte di una delle accademie delle due Franchigie. Il punto e’ sempre quello, club e federazione collaborano.
Ciò che fa di un club di rugby un club di rugby è l’orgoglio, il senso di appartenenza, i derby con i rivali, la storia.
Welcome Celtic, farewell clubs.
Non lo so cosa è giusto fare, ma aver svilito i club e il massimo campionato ha pagato?
Beh…. qualcuno e’ stato pagato, altri insomma… 😉
Per hullalla:
IMHO hai centrato tutto il problema in questa riga e mezza