Verso il secondo e potenzialmente decisivo Test tra Lions e All Blacks. Rischi e opportunità della cerniera Sexton-Farrell
Ovale Internazionale: la scelta di Warren, all-in col doppio playmaker
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
Ellis Genge: “I diamanti grezzi sono nelle aree svantaggiate”
Il pilone dei Bristol Bears critico sul sistema di identificazione dei talenti nel rugby inglese
I dubbi di Rob Baxter sul mondiale per club
Il Director Of Rugby di Exeter ha evidenziato delle perplessità sul nuovo torneo fra Emisfero Nord e Sud
Jacob Umaga: “Vorrei indossare la maglia delle Samoa”
Il trequarti del Benetton vuole seguire le orme di suo padre in Nazionale
Louis Rees-Zammit: “Mai fatto nulla di così duro come il ritiro pre-Mondiale col Galles”
Il gallese non rimpiange i massacranti ritiri con Warren Gatland: "Il football americano mi si addice di più, ecco perché"
World Rugby: in fase sperimentale una palla più piccola per il gioco femminile
Lo studio è partito dal Women's Six Nations Festival U18, da poco concluso in Galles
Offese online agli arbitri: ecco la prima condanna e il plauso di World Rugby
La federazione mondiale ha accolto positivamente l'intervento delle autorità a contrasto degli abusi via web
Su Te’o si son fatti tanti complimenti, ma un 12 che in una partita passa il pallone solamente due volte fa capire come a livello generale l attacco ne passa male e l unica soluzione che avevano i Lions era di fare meta da situazioni di gioco rotto. Ma una squadra come i Lions non possono pensare di vincere la serie giocando da underdogs, devono per forza imporre il loro gioco, anche se davanti c’è la Nuova Zelanda.
La rivoluzione in terza linea passa anche dal fatto che nel primo test i Lions hanno sofferto la gestione del possesso nel breakdown, per cui inserisce giocatori che gli permettono maggiore velocità nella pulizia in modo da far uscire palloni più veloci ed esporre meno Murray ad eventuali placcaggi criminali.
Per il resto analisi condivisibile, aspettiamo solo cosa succederà domani…
e alla fine gatland si decise a provare i gemelli diversi nella battaglia decisiva…e biggar a scaldare la panca, e russel a mordersi la lingua dalle best…
D’altronde si scende in 15 in campo.
Buongiorno. Quello che, secondo me, è evidentissimo oggi si racchiude in una equazione fatta di di soli fattori: il primo è che gli attuali All Blacks hanno raggiunto una maturità psico-fisico-tecnica difficilmente arrivabile, frutto del grande lavoro di una VERA FEDERAZIONE e dei lasciti di Sir Graham Henry e del lavoro di Steve Hansen, che hanno fatto fare un salto, specialmente mentale, a tutto il movimento rugbystico neozelandese. Il secondo è che Warren Gatland, ha fatto un passo indietro, capendo che, a volte, non sono idee personali quelle più giuste e inizia a sposare quelle di Eddie Jones, schierando il doppio playmaker e centri con minor impatto fisico, ma più skills.
Sabato scorso i Lions hanno fatto la migliore partita possibile, hanno giocato bene, ma gli Allblacks hanno la capacità di aspettare anche soffrendo, come fanno le grandissime squadre, per poi punire al primo calo.
Il doppio playmaker sicuramente renderà l’attacco Lions più veloce, ma espone Farrell ad una dura lezione fisica.
Gatland deve gioco forza pensare a soluzion diverse , il doppio playmaker può essere una di queste . Certo che Farrell contro Sonny Bill c’è la dura come il ferro. Molto bene Itoje da subito .
Tu ce l’hai dura come il ferro… contro la grammatica italiana! 😉