Mai così male la difesa nel primo anno di gestione. I dati su marcatori e minutaggio
Il primo anno di Conor O’Shea in numeri. E un confronto che parte da Berbizier
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…non offendetevi, articolo inutile. E’ come paragonare, in termini calcistici, i risultati del palermo di quest’ultimo anno con quello degli anni passati, dove c’erano calciatori di ben altro livello. E pure il valore delle squadre avversarie. Senza una adeguata contestualizzazione, accennata, per carità, con la citazione sul valore delle franchigie, può essere fuorviante
D’accordissimo … indipendentemente da tutti i discorsi sulla filiera formativa , come per tutti gli sport , ci sono periodi dove la “raccolta” di buoni frutti sono migliori ed altri invece meno. Evidentemente quello in cui ci troviamo è il secondo periodo. Ed ogni allenatore fa con quello che ha … io personalmente per dare il mio giudizio (che conta una sega , come quello del 99% degli altri bloggatori) aspetterò il prossimo 6N , tenendo comunque presente che il vero banco di prova saranno i prossimi mondiali.
Sempre pensato che 10 anni fa è stato commesso un errore a non blindare Berbizier.
In 2 anni con lui l’Italia aveva raggiunto il piazzamento più alto nel ranking (8.o), ottenuto per la prima volta un risultato utile esterno nel 6 Nazioni (pareggio in Galles nel 2006) e ottenuto per la prima volta 2 vittorie nella stessa edizioni (Scozia e Galles nel 2007).
Pare che si fosse proposto per un ruolo di Direttore Tecnico per riorganizzare tutta la Federazione. Ma quel posto era ed è occupato dal Prof. Ascione che a differenza di Berbizier garantisce voti. E tanti.
Berbizier se ne andò al Racing Parigi mentre noi abbiamo iniziato una lenta agonia interrotta solo per un attimo dal doppio successo di Brunel contro Francia e Irlanda…
EhEH crosby, quando avremo capito dove sta il tarlo, allora potremo disquisire di programmi e progetti. Se non incominciamo ad usare l’antitarlo, son parole al vento e terreno per i velinari.
Tarlo-Antitarlo? Qui si parla di risultati oggettivi e i colpevoli del degrado attuale hanno nomi e cognomi.
so che non conta molto, ma per quel che vale Crosby hai tutto il mio supporto!!!
Quindi in un anno avrebbe fatto miracoli..
Forse bisogna considerare l’eredità ricevuta da Kirwan il cui lavoro viene troppo spesso sottostimato.
In realtà Berbizier ha lavorato 2 anni (pochi).
Kirwan ha fatto il suo raccogliendo molto poco e faceva giocare un certo Mauro Bergamasca all’ala…
Sinceramente mauro all.ala era un colpo di genio e la dimostrazione che era proiettato al futuro… al contrario di chi lo ha messo 9
Crosby, puoi specificare meglio cosa intendi per Ascione porta voti, e tanti? C’è qualcosa che non è di dominio pubblico e di cui tu sei a conoscenza? E’ un’affermazione importante, quella che fai. C’è bisogno di una spiegazione.
Al di là di questo, comunque, io ero rimasto a Berbizier che aveva fatto una scelta di vita…la moglie non aveva ottenuto un posto di lavoro in Italia che sembrava possibile e allora si era spostato nuvamente in Francia, ma la versione ufficiale in effetti non è molto convincente.
Certo, la sua Italia forse è stata la migliore o una delle migliori, ma ricordo anche l’incaponirsi su Pez al posto di Scannavacca, un carattere poco conciliante con tutti e quella decisione davvero incomprensibile di girare le spalla alla haka di cui lui, sembra, sia stato l’ideatore.
Avevo anch’io questa sensazione, di lavoro lasciato incompiuto. Il perché dell’addio di Berbizier sta probabilmente nel mezzo tra la tua spiegazione e quella che tira in ballo la rottura dei rapporti con i giocatori-leader (Bortolami,…).
Tuttavia, anche il primo 6N del Baffo Brunel fu esaltante, anzi Parisse stesso lo riteneva migliore: non c’era stata alcuna estemporaneità nelle due vittorie. Anzi, prima dell’ultima partita c’era confidenza di essere i favoriti (contro l’Irlanda di O’Driscoll!). Eppure… inaspettatamente, si dovette assistere ad un’involuzione, ed alla fine il Baffo sembrava indifferente a ciò che gli stava accadendo attorno.
Se non ricordo male Berbizier decise di lasciare l’incarico perchè la nazionale tornò da una tournè estiva, mi pare in Sud Africa, disastrosa, roba da circa 100 punti presi in una partita. Inoltre da questo capì, già allora, che il ciclo era finito e non c’era modo di cominciarne un altro in quanto materiale umano buono non ce ne era.
Siccome Berbizier è una persona intelligente è ha una reputazione internazionale, lasciò tutto nonostante la FIR volesse tenerlo.
…. altro che Ascione !!!
@lear: più studio meno ricevimenti.
Altro che tournée estiva da 100 punti: l’ultima partita di Berbizier e’ stata a settembre alla Rwc 2007: Italia 16 Scozia 18.
Ti confondi con George Coste…
Berbizier e Kirwan hanno utilizzato appieno quella che è stata la golden age del rugby italiano. Confrontando i dati ed i giocatori, si evince come in questi 15 anni l aspetto che dovevamo migliorare in maniera radicale era la formazione dei giovani atleti, aspetto in cui abbiamo fallito o che forse si è iniziato a lavorare in ritardo…tempo e pazienza, della seconda l Italia del rugby ne ha da vendere
Ciao Ian, io direi la golden age dell’export italiano. Quanto ai numeri, che sono sempre utili, suggerirei alla Redazione di fare un pensierino per una tabellina ulteriore che levi il primo anno alle diverse gestioni (il pane è dell’anno, ma la farina no) e secondo me sarebbe significativa. CO’S ha raccattato la squadra nel cassonetto.
volevo scrivere la stessa cosa…
l’ottimo berbizier, che resta il CT con i migliori risultati degli ultimi vent’anni, ha raccolto quanto seminato da Kirwan, un po’ quello che ha fatto Jones andando prima in giappone poi in inghilterra…
infatti punto l attenzione sul fallimento dei modelli formativi da 15 anni a questa parte. Negli anni 2000 si riuscivano a piazzare tanti giocatori all estero che acquisivano un know how che poi trasmettavano alla nazionale. Tra questi anche tantissimi oriundi che aiutavano nella crescita i prodotti locali.
Oggi da un lato abbiamo quasi tutti giocatori di formazione italiana, ma che in realtà valgono un tier2 quando invece hai a che fare solo con squadre di tier 1.
Non sapremo mai cosa è successo tra Brunel e lo spogliatoio, per questo parlo anche di ingerenze politiche…
Fantastico su cosa sarebbe stato con Smith alla guida della nazionale e nessuno che rompeva le uova nel paniere alla Benetton. Si è fatto un passo indietro di circa 10 anni e oggi siamo a godere di nuovo delle sconfitte onorevoli…sia con la senior che con l under
Franco Smith lo spernacchiavano a Treviso, colpevole di non far rendere una squadra da play off, che ci vuoi fare: siamo il paese dove manca sempre la fortuna e non il valore. Basta scriverlo alla rovescia, e magari un’analisi onesta potrebbe aiutare. Ma è meglio l’isola che non c’è: vai a condizionarti all’Esselunga ma vuoi mettere la soddisfazione di evadere l’ICI sulla enorme villa con dodici piscine e trombarsi Sant’Orsola e le undicimila vergini.
Ciao mal, mi diresti chi a Treviso spernacchiava Smith? Io non ne sono mai stato al corrente, il pubblico in generale no, la dirigenza mi ha sempre dato l’impressione di lavorare in armonia almeno fino all’ultima estate. Ma sarei curioso di conoscere a chi ti riferisci
ciao mauro, prendi un articolo a caso dell’anno che vuoi nel sito che ti capita (1823,Grillo): leggi i commenti e poi ne riparliamo.
Non ci scrivo, ma trovo stratosferiche le tue repetita sul Grillo.
Con stima 🙂 🙂
sapessi qual’è la fonte alla quale mi sono abbeverato… 😉
Lo so, lo so. Conosco il puffo, e lo evito. 🙂
Boh, il confronto del primo anno lascia sempre il tempo che trova, a mio parere.
Il tanto vituperato Nick Mallett, per esempio, che il primo anno ha vinto due partite, alla fine ha lasciato una squadra che sapeva difendere, che ha colto la prima vittoria con la Francia nel 6N (il giorno prima L’equipe titolava “vacanze romane” per dire quanto eravamo considerati) e ha lasciato a Brunel la squadra che nel 2013 si è portata a casa lo scalpo di Francia (again) e Irlanda. Poi – mi ricordo esattamente il momento!- hanno cominciato a difendere senza salire, ed è cominciato il declino.
Sì, l’idea che ci si era fatti era che, con Mallett, avrei potuto giocare centro anch’io, l’importante era essere grossi e difendere la posizione… andavano bene anche aperture incapaci di far girare il gioco (Masi o Grower), tanto l’attacco era in carico al pack dominante, la palla non era intesa per girare.
Ad onor del vero, ebbe solo di non avere mai a disposizione un calciatore sufficientemente affidabile, altrimenti staremmo contando le sue vittorie. Fossero arrivati prima Di Bernardo, Canna o Botes…
le statistiche vanno interpretate, e ognuno lo fa a modo suo, decontestualizzando o meno… e così le vittorie della nazionale vanno interpretate e ricondotte al momento storico, e se la nazionale di Berbizier avesseoptato per un’altra scelta tattica a St.Etienne forse non ci sarebbe discussione, sarebbe lui il migliore… e invece i quarti della RWC sono stati solo sfiorati, il ciclo si è chiuso… forse poteva riaprirsi con Brunel, la cui nazionale, pur con risorse umane ben diverse da quelle del 2007, ha saputo battere ben tre Tier1… analizzare ora il percorso di CoS è forse prematuro, oltre l’acuto sudafricano c’è ben poco per cui sorridere, la verifica di quanto sia stato “bravo” la si avrà dopo il prossimo 6N…
un dato che forse mai avremo potrebbe essere legato alle ingerenze politiche che hanno subito questi allenatori, o quanto di quello che loro avrebbero voluto o proposto è stato realizzato…
O’Shea è un allenatore di livello internazionale, ma ci sono sempre stati fior fior di allenatori a condurre la nazionale.
completamente d’accordo, il CV dei vari Berbizier, Mallet, Kirwan, Brunel è di tutto rispetto, così come quello di CoS, e per quanto concerne le “ingerenze” di cui parli secondo me salteranno fuori (se salteranno) dopo i test di novembre, quando l’organico a disposizione di CoS sarà al completo e non ci saranno più scuse sui risultati…
Da questo confronto si evince quello che ho sempre pensato, più competizione qualità superiore, con la diminuzione delle squadre in grado di dare giocatori (italiani o naturalizzati di vario tipo), nel tempo i risultati peggiorano, unica punta il medio mandato di baffone, ma fu il momento migliore nostro e gli altri in affanno, vero è che adesso il super 10 non avrebbe le capacità economiche per formare pro veri e la scelta celtica/foraggiamento centralizzato a pochi ma buoni, è obbligata, però, pur riconoscendo un’arretratezza nelle tecniche di allenamento, il fatto di essere in 3/4 a poter ambire ad un posto, ben sapendo che le situazioni tendono pure ad essere abbastanza cristalizzate cascasse il cielo, non aiuta a cercare un continuo miglioramento necessario per essere sempre competitivi
Peggior primo anno dall’ingresso del 6 Nazioni, c’è poco da chiacchierare e tanto da lavorare. L’ultimo 6 Nazioni è stato il più deprimente che abbia mai visto. Fatichiamo a vincere con le Tier 3 (vedi USA e Canada l’anno scorso) e perdiamo ormai regolarmente con le isolane che giocano in 14 e senza mischia ordinata. What else?
Provo a leggere i “numeri” pensando agli Azzurri di oggi che, come vedo di là, nelle loro Franchigie hanno vinto solo 5 partite su 22 (quelli del Benetton) e 3 su 22 (quelli delle Zebre).
Ecco, questi numeri, ovvero tutte le sconfitte patite, ammazzerebbero psicologicamente anche un toro; professionisti o no credo sia giusto darne loro atto (non ai tori, agli azzurri).
quindi, secondo una logica consecutio, si potrebbe evitare di partecipare al pro12, si eviterebbero così tante brutte figure ed i tori-professionisti non si deprimerebbero…
Per carità @Mistral, ci mancherebbe anche quello.
Una constatazione che riprende quanto già abbiamo letto, detto e dibattuto: l’abitudine a perdere o vincere è un aspetto fondamentale nello sport come nella vita (senza far pseudo filosofia).
Parlo del Benetton: quest’anno sembra essersi meglio attrezzata per affrontare il Pro12 mentre, fosse stato possibile, avrebbe fatto bene a rinunciare alla Champions dove si dovrà confrontare con squadre che, sulla carta (e non solo), sono inarrivabili.
Non è stato possibile, amen ma potenzialmente qualche vittoria in più in Pro12 dovrebbe arrivare e questo son certo porterà benefici anche alla nazionale.
la mia era una provocazione, beninteso, e sono d’accordissimo con te che il successo (in qualsiasi campo, e se bem gestito) sia meglio del prozac… così come si deve sempre, tendenzialmente, alzare l’asticella e non accontentarsi mai… e se stessimo parlando di una federazione minore (come budget) e/o di uno sport di nicchia (a livello mondiale) ci si potrebbe anche congratulare per quanto il rugby italiano è riuscito a fare… ma se si guarda il rapporto costi/benefici di questi ultimi dieci anni di gestione cascano le braccia, e forse non solo quelle… ma forse sono andato un OT, ed i meriti/demeriti di CoS e dei suoi precedessori rimangono argomento di discussione filosofica (volevo dire accademica, ma avrei aperto un’altro vaso di pandora… 😉 )
Ok.
..fermo l’assunto che COS, a prescindere dalle statistiche, è di sicuro meglio di Brunel 😉 ..
Però anche questo discorso stà diventando un mantra per trovare una giustificazione ad un certo trend, se stessimo parlando di giocatori faro della propria squadra, che però giocano in squadre di bassa classifica (2 o 3 per formazione) mi potrebbe anche star bene dire che gli manca l’abitudine a reagire agli svantaggi, a cogliere le occasioni, a gestire un vantaggio etc etc, ovvero tutti i lati negativi dell’essere abituati a perdere, ma qui parliamo, per la maggior parte, di giocatori che vengono da 2 squadre (perdenti) che ormai da troppi anni non pretendono risultati, più che la sindrome da sconfitto pare la sindrome da posto fisso, infatti la benetton che sfiorava i PO non era tanto diversa da quella che poi ha annaspato per anni (nel senso che non si persero dei giocatori così insostituibili da giustificare una crisi così acuta), e gli omologhi, pur perdenti, stavano costruendo qualcosa, ed infatti la nazionale pareva in grado di tenere il passo delle altre, ma la grande differenza fu la partenza di smith e munari, che pur con staff meno completi e professionali degli attuali, ottenevano risultati migliori, probabilmente perchè pretendevano un feedback qualitativo da chi entrava in campo, da allora fino ad oggi, invece, la sensazione è che si lavori tabelle in mano in cui basta il 6 per passare, e che si speri che succeda qualcosa o che arrivi qualcuno che improvvisamente inverta il trend e che automaticamente, se se ne vincono la metà, si continui a vincere per intercessione divina
Ecco, Gian, volevo dire più o meno le stesse cose ma ci sei già arrivato tu.
Mi accodo, sperando non si ritorni ai discorsi di fazioni pro o contro ed altro.
Questi sono i fatti.
Purtroppo anche il migliore allenatore del mondo, con dei giocatori scarsi, non riuscirebbe a fare niente di buono. Ora spero che con questo tour COS si sia schiarito ben bene le idee e abbia capito chi ormai ha avuto troppe chances, in modo da iniziare a provare la squadra-tipo per il 6nazioni, in cui già speriamo di vedere alcuni progressi tanto sperati. A proposito, si sa quale tier2 sfideremo a Novembre?
Penso che anche al miglior calzolaio se dai del cartone non ti possa restituire delle scarpe di cuoio. Quindi è fondamentale contestualizzare i dati al materiale umano.
Non solo, ritengo sbagliato confrontare il rpimo anno di ciascun allenatore, anche a parità di condizioni, perchè esso beneficia/soffre del lavoro del precedente. Sarai più o meno bravo a mettere la barra nella direzione da te voluto nel più breve tempo possibile, ma non sarà mai il risultato di una programmazione del lavoro.
Oltre al materiale umano aggiungerei l’abitudine a competere e vincere. I perdenti per definizione non vincono mai o sporadicamente. Noi siamo perdenti. L’anno che non lo siamo stati, perchè in Pro12 ce la giocavamo alla pari con tutti (almeno in casa), la Nazionale ne ha beneficiato subito.
Ma all’epoca si preferito distruggere piuttosto che consolidare
tutta la difesa del lavoro svolto nel primo anno si regge sulla vittoria col sa,tutto il resto e’ contorno.purtroppo ha perso 4 partite che poteva vincere,prima contro argentina,contro toga fiji e australia l altro giorno.cmq in fir se la sono costruita bene sta scelta quello coi risultati peggiori al primo anno e’ il piu’ amato,piu’ dei risultati pote’ la propaganda..
parliamo anche di cose tecniche e regole del gioco: chiedo alla redazione se riprende il video pubblicato due giorni fa con il placcaggio subito da Cory Allen contro l0estremo tongano e non sanzionato dall’arbitro e confrontarlo con il placcaggio di Bianchi sull’apertura gallese U20. Sono curioso di capire alcune cose e vedere cosa ne pensa la gente qui sul blog.
grazie
Penso che se allenatore ci fosse Gesu Cristo, subirebbe critiche ugualmente, e lui faceva miracoli…..ma basta con tutte ‘ste menate continue, non arricchiscono nessuno, tanto meno il rugby e i nostri giocatori.
Gesù Cristo non lo conosco ma me ne hanno parlato bene, ma non giocava a rugby e non si è mai visto un allenatore che non fosse anche un giocatore (almeno mediocre, a volte pessimo)… …e per quanto concerne il fatto che ‘ste menate non arricchiscano nessuno, non sarei così categorico, tutte le volte che clicchi un qualche millesimo di euro di pubblicità gira da qualche parte… sicché! 😉
Secondo voi è possibile provare a chiedersi cosa succederebbe se la nazionale italiana fi oggi incontrasse la nazionale scozzese, irlandese ecc dei tempi di Mallet? Mi pare che il rugby sia cambiato tanto nelle prestazioni atletiche richieste soprattutto.
Fatta la tara di tutti problemi italiani, e ce ne sono a panierate, forse il nostro rugby non è proprio rimasto fermo è cresciuto in proporzione meno di quello di altre nazioni che avevano bacini di spettatori, soldi, giocatori più ampi.
Detto questo riporto un aneddoto su una partita under 12 inglese contro squadra pari età italiana. Loro giocavano un altro sport: zero contatto, palla che girava veloce da lato a lato…. tutti dicevano che era normale il divario perché quelli erano inglesi. Come se i loro geni fossero diversi. Io invece sono convinto che gli educatori italiani medi di rugby, coloro che hanno davvero il potere di generare il cambiamento, dovrebbero ricevere maggiore profonda formazione. Ciò può essere fatto solo con la formazione dei formatori. Spesso nel minirugby non ci sono compensi degni di questo nome e gli insegnanti sono volontari con tanta passione e poco più purtroppo. Oppure giovani poco esperti. Inutile allargare la base dei praticanti se non si migliora la qualità della formazione.
Cosa può fare un allenatore dell’italia se il materiale umano che riceve è quello che è? Spremere le rape all’inizio, poi rifondare il sistema…. se ha voglia e glielo lasciano fare poi
Sai c’è un utente del blog (non sono io) che va perorando da anni la causa del formiamo i formatori, oserei dire del naturalizziamo gli allenatori.
Comunque chi abbia avuto un poco a che fare con il minirugby non può che condividere quanto scrivi oltre ad avere capito dove cominci il male che ci affligge
@mauro siamo in tanti che scrivono “formiamo i formatori” ci vuole
una “COVERCIANO del RUGBY” basta con corsi di 8,16,24, ore e
prendere il patentino di 1°,2°,livello e’ del tutto inutile.
Basta con il sistema H/P del prof.
Qualche tempo fa ( forse un mese ) è stato pubblicato un articolo a riguardo del tag . Io dissi che secondo me fino all’ età di 12 anni dovrebbe essere l’ unica forma di gioco da praticare , in modo da creare l’ imprinting che il più della volte l’ avversario deve essere superato con la tecnica e le skils . Le partite del nostro mini sono dellle zuffe informi in cui ad uscire con la palla è il bambino più in sovrappeso . Rimango di questa opinione .
L’articolo così come è stato posto è fondamentalmente inutile. Queste statistiche devono sempre essere contestualizzate e valutate dal punto di vista qualitativo e non quantitativo.
Interessante è invece il dibattito tra i lettori su quale coach è stato il migliore.
La realtà è che quelli citati sono tutti grandi allenatori e tutti hanno lasciato qualcosa alla nazionale.
Il problema è che nessuno di questi (non solo per colpa loro) ha creato una filiera che potesse lasciare al successore una nuova generazione di giocatori pronti per il livello internazionale.
Finita l’epoca d’oro ci siamo trovati con un gruppo non all’altezza del livello che servirebbe.
Sarebbe bello avere i confronti delle varie epoche le differenze tra le nazionali del 6n e il resto.. secondo me senza dati alla mano siam peggiorati molto soprattutto nel confronto con quelle del 6n.. magari mi sbaglierò non so..
Sarebbe utile davvero se qualcuno studiasse e confrontasse le varie tipologie di insegnamento di minirugby in italia e all’estero…
Ognuno ha le sue di opinioni. Io dico solo:
– W Berbizier
– primo anno o no, sono 10 anni di caduta libera