Ovale Internazionale: tre finali tanti spunti. Tra qualità inglese e fratelli Davies

A Twickenham 23 eleggibili su 30 titolari, in Francia 32 su 60. E la non chiamata di Cubby…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Mr Ian 3 Giugno 2017, 10:02

    I fratelli Davies sono i personaggi del momento in Galles, dall’ intervista post match della vittoria degli Scarlets, dove alla domanda del giornalista sulla mancata convocazione di Cubby boy, prima che lui risponda il fratello maggiore lo afferra per un braccio come a calmarlo e ricordagli che la sua non convocazione è dettata proprio dal carattere irrequieto del buon James, che non va a genio a McBryde. Il ragazzo è uno a cui piace divertirsi, dal tatuaggio sulle nocche dopo una vacanza a Las Vegas, alla squalifica in Champions per qualche parola di troppo, dove Pivac stesso dichiaro che stava rischiando il licenziamento. Sul campo però il ragazzo è un portento. Da tre stagioni a questa parte domina i breakdown e fa incetta di man of the match, l anno scorso ebbe performance simili, ma la forma generale degli Scarlets un po’ lo ha messo in ombra. Un grande guerriero in un fisico normale che avrebbe meritato la convocazione, ma da tifoso Scarlets sono contento che possa riposarsi, inoltre lui stesso ha ammesso che non è disposto a cambiare la sua personalità per una convocazione…
    Foxy Davies invece ha ritrovato il suo status di forma del primo periodo Scarlets, l esperienza francese non gli ha giovato di sicuro ed il ritorno a casa, dove ha ritrovato il compagno di reparto Scott Williams, un altro giocatore che meriterebbe un articolo a parte, gli ha ridato confidenza nei propri mezzi. La vera svolta è avvenuta dopo quel maledetto calcio sbagliato al 6 nazioni che forse ci avrebbe fatto raccontare oggi una storia diversa. Nelle ultime partite Foxy è stato consistente in tutto, difesa, attacco e leadership in campo. La maglia titolare dei Lions per adesso è nelle sue spalle e speriamo possa tornare dalla Nuova Zelanda con molte soddisfazioni.
    Stesse soddisfazioni che auguro a Liam Williams, un altro guerriero che purtroppo ha salutato Llanelli ma che per sempre rimarrà nel cuore dei tifosi

    • frank 3 Giugno 2017, 11:35

      “non è disposto a cambiare la sua personalità per una convocazione…”

      Giusto cosi. Mai vendersi, nemmeno per la maglia.

  2. malpensante 3 Giugno 2017, 10:24

    Il tallonatore è Nial Scannell, e l’azione è la summa teologica del motivo per cui le abbiamo prese paro paro al Leinster, con le aggravanti che ci avevamo già perso in casa, che la semifinale l’avevamo vista e che stavolta ad arbitrare c’era NO in perfetta forma, cioè il massimo e l’antialibi per antonomasia (oltre che il sigillo per la gran partita di Cubby, che altre volte mi lascia qualche dubbio disciplinare). Al di là del solito disastro difensivo di Frankie, la salita è del tutto sbagliata (ma in una maniera che davvero si fa fatica a credere che sia il Munster di Nienaber) e fatta ad hoc per farsi infilare. Praticamente gli si regala la parità (che diventa inferiorità), hanno tutto il tempo e lo spazio per guardare, decidere e andare dove vogliono loro e non dove vorremmo mandarli noi (ma in effetti è proprio che saliamo senza nessuna logica) e l’ultimo al largo è il tallonatore. Ripeto però che se hanno uccellato prima quelli là (che per me sono di gran lunga i più forti del mazzo) e poi strapazzato noi, vuol dire che giocano un gran rugby e che Pivac e soci hanno fatto davvero un gran lavoro. Senza nulla togliere a JD, che è un gran piacere veder tornato ai suoi livelli e con tutti i complimenti, amarognoli ma sinceri, agli Scarlets (e a Ian).

    • Mr Ian 3 Giugno 2017, 10:43

      Grazie per i complimenti, so che sono sinceri ma non mi ci faccio troppo la bocca perché l’anno prossimo sicuramente torneremo nei nostri standard, la situazione economica non è Delle migliori e non sono arrivati i giusti rincalzi per sostituire Sanjay o DTH.
      Quanto alla aspetto tattico Delle mete degli Scarlets la tua analisi è più che corretta. Il vero segreto delle capacità offensive degli Scarlets è proprio la imprevedibilità degli artefici, oltre che il loro bagaglio tecnico. Perché anche quando un passaggio veloce e a pochi centimetri dal placcatore riesce a farlo anche un pilone come Rob Evans, ti fa capire che mezzi hanno questi ragazzi e come è facile giocare a rugby quando tutti hanno mani educate

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