Serie A rugby: Dan Newton spinge in alto i Medicei

Il cecchino gallese: continuare a lavorare e pensare una partita per volta

COMMENTI DEI LETTORI
  1. frank 29 Marzo 2017, 09:07
  2. panda 29 Marzo 2017, 15:33

    Secondo me in serie A non ci dovrebbero essere ne giocatori stranieri, ne semiprofessionisti.
    E’ troppo facile pagare 4 0 5 ex eccellenza e 2 o 3 stranieri buoni per dominare il campionato contro chi conta solo sul proprio vivaio.

    • insidecenter 29 Marzo 2017, 15:44

      Per il proprio vivaio c’é la serie B, la C la C1 ed anche le OLD che adesso sono diventate terze squadre! Se vogliamo fare una bella cosa allora aboliamo La presenza di stranieri in tutti i campionati italiani e riformiamo tutto! Forse fra 20 aa riusciremmo ad avere più sviluppo di quello fatto fino ad adesso!!

    • Meridion 29 Marzo 2017, 16:00

      non sono daccordo guardando il Benevento che ha due stranieri Treweek e Boiland,ho notato che la qualità della squadra è salita in toto non solo per questi due elementi.

  3. gioviale 29 Marzo 2017, 16:11

    O forse, eliminando tutti gli stranieri, non colmeremo mai il divario. Ti ricordo Panda che Castro e Parisse sono frutto dei vivai argentini non del Catania, Treviso, Padova…Tanto per citarne solo 2. Conor O’Shea nemmeno mi pare italiano .. Anche il rugby non è italiano. Il punto è dobbiamo fare la morale sui valori o guardare alla sostanza ed avere come obiettivo la crescita della qualità di un movimento? Avere più stimoli, lo insegnano ai corsi Fir, permette maggiore sviluppo. Se mi confronto con giocatori forti aumento di più la qualità del mio gioco: vedo meglio i miei limiti e devocon migliorare per restareil competitivo; se mi confronto con livelli mediocri resto mediocre anche tra 100 anni.

  4. panda 30 Marzo 2017, 11:47

    Chiaramente, parlavo di serie A e di stranieri professionisti.
    Dalla risposta di gioviale comprendo che il ricco rugby italiano si può permettere il professionismo anche in serie A.
    E’ chiaro che alcune squadre, con occasionali sponsor, si possano permettere giocatori stranieri o professionisti italiani in ruoli chiave, prendendo un enorme vantaggio su chi affronta la serie A con giocatori di propria formazione, lavorando seriamente sui giovani da anni.
    Poi, quando lo sponsor o il mecenate si ritira si può fallire, non pagare più stipendi e quanto altro.

  5. panda 30 Marzo 2017, 15:06

    Quindi almeno in serie A cerchiamo di giocare un rugby economicamente sostenibile con giocatori del proprio territorio.
    Guardiamo l’ esempio dell’ Aquila, territorio che ha dato tantissimi giocatori, ma che non riesce economicamente a sostenere campionati semiprofessionistici.
    Guardiamo a Roma dove la Primavera e la Capitolina giocano con propri giocatori ad armi impari con chi gioca con i soldi fin quando durano.
    Queste squadre esisteranno sempre, le altre non so.

    • gioviale 30 Marzo 2017, 15:25

      Caro panda,
      Non mi pare tu abbia del tutto torto ma nemmeno del tutto ragione. La riflessione che proponi ha un senso che condivido. Attenzione però agli estremizzazioni che fanno perdere di vista risvolti positivi possibili e vari.
      1) dai per scontato che il progetto medicei sia un fuoco di paglia, una fregatura di vita breve. Se così non fosse?
      2) la disponibilità economica maggiore viene tacciata di concorrenza sleale. Reato e colpe da dimostrare e poi sei sicuro che all’Aquila o altrove se avessero le risorse non comprerebbero fuori dal vivaio? Che non facciano di necessità virtù?
      3) sembra che le squadre con tanti stranieri (non indigeni) ammazzino la crescita dei vivai locali: hai mai visto i vivai del Rovigo, Benetton, Petrarca…? Ecc Ecc Non mi sembrano male.
      4) sei sicuro che aumentare la qualità di una squadra faccia così male alle altre che ci si confrontano?
      5) sei sicuro che la presenza di stranieri nei medicei ed eventuali successi, magari, porterà ad un declino di bambini iscritti al firenze rugby 1931? Oppure aumenteranno? Ti ricordi in che percentuale sono aumentati gli iscritti al rugby italiano l’anno in cui Dominguez (apertura straniera) trascinava gli azzurri?
      Cordialità

      • panda 31 Marzo 2017, 18:20

        Vedo che hai capito il senso del mio ragionamento.
        Sono sicuro che pur di vincere, trovando effimeri finanziamenti anche le altre squadre ingaggierebbero stranieri o italiani professionisti.
        Ma quante squadre abbiamo visto fallire o ridimensionarsi dopo aver perso o non aver mai ricevuto i soldi promessi da qualche mecenate.
        Vi ricordate il rugby Milano di berlusconi; La rugby Roma; la capitolina; il Prato. Tutte squadre o scomparse o costrette a ridimensionarsi per mancati finanziamenti.
        Ora per esempio solo la rugby Lazio sopravvive in eccellenza con molto vivaio e pochi mezzi lottando per la salvezza contro squadre neopromosse con più mezzi?
        quanti giocatori di ottimo livello Hanno formato la Lazio o la primavera o la Capitolina e quanti ne hanno formati meteore come il Prato?

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