Risultati, pressione ed esoneri lampo: il mestiere di allenatore nel rugby moderno

Il cambio tecnico si sta diffondendo nella palla ovale. Ce ne parla Andrea Masi

COMMENTI DEI LETTORI
  1. gioviale 27 Marzo 2017, 09:34

    Ma nel mondo dell’impresa (che funziona) non mi risulta si facciano scelte precoci e prive di competenze adeguate a valutare le conseguenze. Mi spiego meglio: non credo abbia molto senso condannare la presenza maggiore di investimenti e l’ingresso nel mondo ovale di soggetti con interessi economici. Direi che in alcune squadre è stato adottato un approccio nevrotico e pretenzioso che non avrebbe dato risultati in nessun ambito.
    Per quel che riguarda l’uso del risultato come criterio di valutazione credo sia l’unico modo per impedire autoreferenzialità. A tanti farebbe gola il modello statale di lavoro: ansie zero qualsiasi cosa fai conservi il posto ..nSemmai si tratterà di definire criteri di valutazione dei risultati che possano funzionare nel rugby che siano diversi dai banali vince/perde. Ad esempio per molti è evidente in Italia il lavoro superlativo di Connor al quale va data fiducia per altri 2-3 anni. Mio suocero che di rugby non segue che il risultato finale il nuovo O’Shea è identico a Brunel…

  2. Huxley Boyd 27 Marzo 2017, 10:55

    Mi pare che l’articolo individui un punto critico: la disparità di velocità tra la crescita economica del rugby e l’adattamento, adeguamento istituzionale, ordinamentale degli organi di governo delle società, dei giocatori e tecnici. Mi pare una crisi di crescita che merita attenzione perché se non governata seminera’ morti e feriti sul campo. Naturalmente non vale per l’Italia dove I destini del rugby professionistico sono appesi a una delibera del CONI del 1988.

  3. delipe 27 Marzo 2017, 12:42

    Buongiorno,
    Caro Andrea Masi per quanto l’articolo riporti come sempre notizie e considerazioni preziose, la conclusione a mio parere è piuttosto allucinante se mi passi il termine eccessivo
    Non vi può essere paragone tra giocatore (che va in campo) e allenatore (che sta in tribuna).
    E in estrema sintesi perchè non voglio annoiare i lettori, le uniche garanzie per gli allenatori sono i contratti e le clausole che sottoscrivono come professionisti.
    E anche assai strano non conoscere ai tempi moderni il contenuto di questi contratti (riguardo costi, compiti, obiettivi, risultati, penali o premi, ecc..) tanto che l’opinione pubblica non può sapere se e il perche si interrompe un rapporto, lo ripeto “professionale” e giudicare da quale parte sta la ragione (pensiamo a Fir e tecnici passati epresenti, tanto che personalmente lo sto chiedendo spesso su questo blog con la frase “Conor sostengo ma voglio conoscere”)
    In conclusione se abbiamo deciso di passare al professionismo non possiamo invocarlo solo quando ci fa comodo, questo il mio punto di vista
    Il punto di vista di un vecchio appassionato di rugby al quale qualcuno sta cercando di uccidere (con strumenti tipo soldi, staff stellari ed inutili ruoli, robot in campo, tatticismo noioso allo sfinimento, media solo polemici, rugby come lavoro esclusivo, bei fighini in campo, dirigenti manageriali più che veri amanti del rugby,biglietti e birra da mutuo ventennale, ecc…ecc.. )la bellezza e l assoluta particolarità del puro dilettantismo di una volta.
    Pazienza ma….
    Cordialità Andrea

    Ps altre due infingarde considerazioni…riguardo a Lancaster, nel professionismo un manager che sbaglia un obiettivo cosi importante, forse dovrebbe cambiare mestiere ? E inoltre stando in Italia sembra che gli allenatori del Campionato Nazionale siano da anni sempre 5-6…dai su torniamo indietro il professionismo è una bella bufala 😀 e pur mettendo il faccino sorridente delle epoche moderne sono estremamente serio e un po’ alterato

  4. HECTOR 27 Marzo 2017, 22:05

    Come in ogni ambito professionale, l’aggiornamento continuo è fondamentale, studiare e andare “a scuola” da quelli bravi, fa la differenza. Poi è chiaro che non tutti sono portati x certi mestieri

  5. fabiogenova 28 Marzo 2017, 22:35

    In ogni caso, Andrea era prezioso in campo e continua ad esserlo anche fuori

Lascia un commento

item-thumbnail

Come i Wasps hanno costruito la loro straordinaria stagione

Andrea Masi racconta la trasformazione della squadra più in forma del momento: da due vittorie nelle prime otto alla finale di Premiership

19 Ottobre 2020 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

Andrea Masi: continuo a lavorare (da casa) per i miei ragazzi e per i prossimi obbiettivi

La nostra firma eccellente ci racconta come sta gestendo i giovani dell'Academy U18 e ci dà un'anticipazione sul suo futuro

7 Aprile 2020 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

Il rugby alle sue radici: Andrea Masi ripercorre il Mondiale

Nuovo appuntamento con la rubrica dell'ex azzurro, che ci offre il suo punto di vista sulla Rugby World Cup conclusa da poco

14 Novembre 2019 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

La testa, le mani, i piedi: con Andrea Masi analizziamo la costruzione di un giocatore professionista

Come lavora la Academy under 18 degli Wasps con i propri giovani prospetti

28 Gennaio 2019 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

Moduli e schemi nel rugby: le tattiche più usate nella palla ovale

Andrea Masi apre una finestra sulle strutture di gioco più comuni al giorno d'oggi nel nostro sport, tra opportunità e rischi

13 Luglio 2018 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

Andrea Masi ci riporta a Edimburgo: cosa resta di Scozia-Inghilterra

Le scelte criticate di Jones, una panchina inglese meno efficace del solito e la bravura scozzese nei punti d'incontro

4 Marzo 2018 I nostri esperti / A bordo campo