I giovani Lyons, l’Eccellenza e la Penisola spezzata: intervista a coach Bertoncini

Con il tecnico dei piacentini parliamo della stagione dei suoi ma anche dei pro e contro dell’attuale torneo

COMMENTI DEI LETTORI
  1. moro0 31 Gennaio 2017, 08:54

    ma a proposito, Paul Derbyshire che fine ha fatto?

    un altro, come morisi, ottimo prospetto perseguitato dalla sfiga IMHO

  2. Dusty 31 Gennaio 2017, 09:11

    Bertoncini dimostra di essere persona di buon senso e con i piedi ben piantati per terra. Le sue considerazioni andrebbero tenute presenti per ripensare quello che non va nel rugby italiano.

    • Mr Ian 31 Gennaio 2017, 09:18

      condivido appieno le proposte di Bertoncini sul rilancio delle competizioni in Italia.

  3. parega 31 Gennaio 2017, 10:07

    Uno degl’allenatori che stimo di piu’

  4. zappinbo 31 Gennaio 2017, 11:51

    Selezioni territoriali in Italia? Ma se non si riescono a fare neanche i Dogi. A Piacenza litigano nella stessa cittá. Boh…
    Che Milano non riesca ad esprimere una Eccellente la dice lunga….
    Per artifici semi-pro al Sud non ci sono soldi. Certo una squadra eccellente in Abruzzo sarebbe importante.

  5. fracassosandona 31 Gennaio 2017, 12:12

    Direi che è ora di smetterla con tutti questi sciatori altoatesini…
    è ora di impiantare un centro federale FIS in Sardegna…
    Bob e slittino si risolvono con una bella accademia federale nel Salento…
    e che diamine… qualcuno che parli italiano alle prossime olimpiadi!

    Fioi, per mantenere una squadra nell’attuale eccellenza bastano un vivaio e pochi spiccioli.
    Se Milano, la Sicilia, l’Abruzzo non sono in grado di affrontare ciò che sono in grado di fare piccole realtà come Viadana, Calvisano, Mogliano o cittadine di 40-50.000 abitanti come San Donà o Rovigo, vuol dire semplicemente che non c’è interesse o capacità, non che mancano le possibilità…
    come fa Catania a non essere in grado di esprimere nemmeno una squadra in serie A?

    • Huxley Boyd 31 Gennaio 2017, 12:21

      92 minuti di applausi, chi volesse investire nel rugby oggi troverebbe almeno: simpatia diffusa, possibilita’ di ampio reclutamento già dal minirugby, vista su mercati più evoluti. Che Milano, Torino (forse ce la farà a breve), Genova, Roma, Napoli, Catania non riescano a organizzarsi e’ proprio un mistero

    • Lazzaro 31 Gennaio 2017, 16:42

      Standing ovation !!! Il Rugby cresce dove c’è amore per la fatica, per il sudore e per il fango. Smettiamola di fare i super tecnici: per una volta lasciamo fare ai filosofi. Milano non ha una squadra in Eccellenza ma eccelle nel calcio, nel basket, nella pallavolo, eccheccavolo ! Lasciamo il fango e la fatica a tutti quelli che hai citato, e va bene così. Il Rugby è provinciale e francamente mi sta bene.

  6. Katmandu 31 Gennaio 2017, 12:54

    Con tutto il rispetto non penso che una città come sandonà possa competere a livello economico con Palermo (5 città italiana) eppure a rugby penso che é il contrario anzi
    È quindi facciamone una colpa a sandonà? Poi la storia delle selezioni territoriali é una mi……ta pazzesca, vorrei chiedere, dato che ci son già come stanno andando? Il Romagna? Il progetto grande Milano? Negli ultimi 15 anni quante partite han giocato una selezione prestigigiosa come i Dogi?
    E non venitemi a dire che le zebre sono una franchigia territoriale….

  7. xnebiax 31 Gennaio 2017, 13:59

    1. Contro Reggio i Lyons hanno giocato malissimo. Non c’erano proprio da nessun punto di vista. È stato bello e sorprendente vederli vincere contro le Fiamme.
    3. Sul gioco: i Lyons contro le Fiamme hanno giocato non solo la loro partita più arcigna in difesa, ma anche la loro più volenterosa, veloce e ariosa in attacco. Chi non risica non rosica.
    Per l’aumento dell’estro e della voglia di giocare in attacco è stato necessario l’arivo del mm Van Staden: non un campione, ma più propositivo e vario. Mentre per la vittoria è stato assolutamente determinante il gigante Leatigaga, che ha fatto vincere le mischie, ha fatto una meta, da peso alle maul e in attacco attira sempre 3 o 4 difensori su di se (e una volta è anche riuscito in un offload prima che in 3 lo portassero a terra; lui crea spazio per l’attacco).
    4. Masselli e Zilocchi sono davvero buoni. Rollero pure non male.
    5. Quest’anno di giovani che giocano regolarmente in Eccellenza ce ne sono tanti. Perchè sono più bravi di altri più vecchi.
    6. La qualità e la quantità del gioco si sono alzate. Non tutte le squadre hanno skills di buon livello, ma è già molto meglio che in passato. Le squadre con i passaggi più insicuri e più problemi di tecnica alla mani mi sembrano San Donà, Reggio e soprattutto i Lyons.

  8. Danthegun 31 Gennaio 2017, 14:24

    Molto vero il discorso sulla divisione della penisola ma si deve anche capire come allargare il rugby a zone poco “vocate” senza disperdere le opportunità che ci potrebbero essere concentrandosi dove il rugby ha storia, tradizione, pubblico, ecc.

    Io sarei per prendere in seria considerazione un campionato per club che coinvolga Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. 8 squadre solide economicamente e con un buon seguito di pubblico che possano avere un pò di continuità in una gestione di rugby quasi professionistico.
    Poi un campionato Nazionale dove provare a far emergere le zone più arretrate rugbisticametne con delle selezioni come proposto.

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