Difendere per la gloria: come l’Italia del rugby ha annullato gli Springboks

Rovesciata, compatta, a uomo e anticipata: abbiamo analizzato la superba difesa degli azzurri a Firenze

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Mr Ian 24 Novembre 2016, 09:04

    Finalmente un articolo veramente bello e ricco di contenuti tecnici. Bravi!

    • Bradiporapido 24 Novembre 2016, 10:49

      Mi unisco ai complimenti. Articolo veramente utile!
      Grazie.

      • mic.vit 24 Novembre 2016, 11:19

        mi unisco anch’io…bravi bravi!!
        da far leggere ai neofiti in modo che possano cominciare a saggiare la profondità di questo sport..

        • robrossi 24 Novembre 2016, 13:09

          Premio pulitzerugby!

          • Dusty 24 Novembre 2016, 19:42

            Grande

  2. faduc 24 Novembre 2016, 09:16

    Noto con piacere che la precisione al piede dei calciatori, una volta considerata la fonte di tutti i mali, non viene menzionata…

  3. berton gianni 24 Novembre 2016, 10:03

    Vittoria stra meritata, conquistata con le unghie e con i denti da degli ottimi guerrieri.
    Ma, con serena obbiettivita’ :
    20 placcaggi mancati.
    Troppa indisciplina.
    S.A. che non trasforma le punizioni.
    A latere, avrei sottolineato anch’io la precisione, decisiva, dei nostri calciatori.

    • fracassosandona 24 Novembre 2016, 10:13

      grazie gianni, mi fa piacere che non mi abbia lasciato solo nel compito di pompiere…
      tutti contenti per la prestazione ma il punteggio finale avrebbe tranquillamente potuto premiare l’avversario, che nulla aveva fatto per vincere se non quello che abbiamo serenamente concesso noi…

      • berton gianni 24 Novembre 2016, 11:28

        Ciao Fracasso.
        Come ti ho risposto ora, via mail, resta tutto quello che di positivo e di buono i nostri ragazzi hanno saputo offrire.
        E, sinceramente, non e’ poco, anzi.
        Soprattutto considerato il passato.
        In generale, quello che non capisco nei commenti di tanti e’ il non considerare come epocale il nuovo corso.
        I 4, compreso Tender ( piu’ Giubba Rossa ) sono, non certo la panacea di tutti i nostri mali, ma sicuramente un ottimo investimento ed un’ottima scelta.
        Per come si viveva prima, direi un lusso.
        Il fatto di non volerlo ammettere, da parte di molti, solo perche’ li ha scelti Ben Gavazzi nfsc, lo trovo stupido e mellifluo.

        • Giovanni 24 Novembre 2016, 15:45

          CIao Gianni, io invece non capisco perchè si sia dovuto attendere 4 lunghi anni ed un intero mandato prima di veder mettere mano a certe situazioni (leggasi staff tecnici adeguati). Ed ancora non mi sembra di aver visto gioco e risultati entusiasmanti da parte delle franchigie in questi primi due mesi di stagione. Sono stato contentissimo per la vittoria sui Boks, che francamente alla vigilia non credevo possibile: felice di essermi dovuto ricredere. Ma che ora debba mettermi a cantare, saltare e ballare e far finta che d’incanto tutti i problemi del rugby italiano siano risolti, mi sembra troppo. Gavazzi s’è candidato spontaneamente per due volte alla carica di presidente federale: non glielo ha ordinato il medico di farlo. Ma dal momento in cui assume un’investitura ufficiale, è soggetto alle critiche cui chiunque rivesta un ruolo pubblico si esponga. E mi pare che di motivi di critica circa il proprio operato non ne abbia certo fatti mancare. Tu conosci il mondo del basket e di sicuro ricorderai come negli anni 80, Aldo Giordani criticasse di continuo i vertici della FIP, eppure era l’epoca d’oro della pallacanestro italiana: i palazzetti erano strapieni, gli sponsor accorrevano, la Tv di Stato rinnovò il contratto con la Lega per una cifra record, i club vincevano coppe a ripetizione e la Nazionale si laureò campione d’Europa. Eppure lui era implacabile su ogni minima cosa, perchè è proprio la missione del giornalista quella di far le pulci al potere, in qualsiasi epoca e di qualsiasi natura esso sia. Sei libero di ritenere che vi sia dell’ingratitudine, ma credimi, fa molti più danni l’accondiscendenza (talvolta interessata) che non la critica puntuale, beninteso al ruolo ed all’operato, mai alla persona in quanto tale.

        • fracassosandona 24 Novembre 2016, 18:08

          Hi John…
          ottimo investimento ed ottima scelta sicuramente…
          per il momento sul piano dell’immagine internazionale, se lo sarà a livello sistemico dipenderà dalla disponibilità di staff e celtici di collaborare fattivamente…
          non mi interessa vedere Goosen e Guidi in giro con la nazionale un mese, preferisco vedere Catt e Venter a Parma e Treviso tutto l’anno…
          da qui a controbilanciare il resto delle ca.ate che la FIR ha fatto in quattro anni ne passa…

          • Giovanni 24 Novembre 2016, 19:22

            Concordo. Su Venter mi auguro che resti qui per un bel po’.

    • gsp 24 Novembre 2016, 10:19

      cmq, sul SAF che non trasforma le punizioni, loro hanno segnato meta. quindi alla fine del risultato e non solo, loro hanno fatto la scelta giusta.

    • gsp 24 Novembre 2016, 10:20

      trasforma le punizoni nel senso di andare per la rimessa e non per i pali.

  4. A.Toffo 24 Novembre 2016, 10:08

    Uao, articolo veramente molto bello!

  5. lupin 3 24 Novembre 2016, 10:31

    condivido quello che dice il buon berton
    siccome vi voglio bene vi invito a leggere qui
    http://www.planetrugby.com/news/forget-coetzee-blame-saru/

  6. Bombarolo 24 Novembre 2016, 11:04

    Ma nessuno si è accorto della presa al volo che ha fatto il raccattapalle sulla maul successiva al giallo di Fuser??? Dalla tribuna maratona l’abbiamo applaudito un sacco, ci ha risparmiato una figuraccia di nulla! Comunque anche io sono d’ accordo con il fatto che sia stata una partita molto combattuta, vinta di mischia e di agonismo (vinta da chi aveva il pipo più ritto, si direbbe dalle mie parti), ma dai contenuti tecnici un po’ scarsi, soprattutto in attacco. Rimane il fatto che è una nazionale che mischia giocatori che a questo livello possono giocare, a troppi che invece non possono, e questo influisce sia sul gioco in generale ma soprattutto sui singoli episodi, il che spesso fa la differenza tra rimanere in partita o andare troppo sotto (e spesso troppo presto) nel punteggio. L’ importanza di questa vittoria sta nel fatto che per la prima volta da quando ricordo non abbiamo finito una partita in bilico difendendo con i denti il punteggio, ma siamo andati dalla loro parte con la voglia di mettere al sicuro la partita attaccando, e questo per me fa tutta la differenza del mondo.

  7. ginomonza 24 Novembre 2016, 11:22

    Io invece ho questo regalo per dupreez :

    ‘ Italy always provide a very distinct challenge. You cannot underestimate the power and organization of their pack and defence, nor can you ever take your eyes off the amazing Sergio Parisse, who is still their icon and defines the phrase ‘game-changer.’

    detto e scritto da Tom Shanklin

    • frank 24 Novembre 2016, 11:28

      occhio Gino che prima ti risponde (in malo modo) e poi dopo un’ora riposta dicendo che non meriti nemmeno la sua risposta (a seguire 8 righe sconclusionate).

      🙂

    • berton gianni 24 Novembre 2016, 11:31

      Bravo, Gino !

  8. frank 24 Novembre 2016, 11:28

    Bell’articolo redazione.

  9. Giovanni 24 Novembre 2016, 11:43

    Bella analisi, ricca di spunti interessanti. Faccio però osservare che hanno inciso non poco anche gli episodi, in particolare due placcaggi fondamentali di Padovani, il primo sul finire del I tempo a mezzo metro dalla linea di meta (su Lambie mi pare) e l’altro nel periodo in 14 su Habana in extremis, senza i quali staremo a commentare l’ennesima sconfitta azzurra. Inoltre, come sottolineato, un paio di salite disomogenee della nostra rete difensiva nella I frazione sono state perforate da Le Roux e Combrinck: un aspetto sul quale evidentemente c’è ancora da lavorare.
    Un paio di annotazioni tecniche: il lavoro sui carrier m’è parso molto simile a quello svolto dai giapponesi alla RWC, i quali andavano sempre in due a placcare il portatore boks, di solito uno alto e l’altro basso. Fu una delle chiavi del successo nipponico. Sulle difese rovesciate, molto in voga negli ultimi anni a livello internazionale, ho notato che alcune squadre come contromossa stanno ricorrendo al cross-kick sull’ala: s’era già visto all’Olimpico da parte degli AB, che lo hanno riproposto sabato contro l’Irlanda, ma anche altre squadre nel weekend hanno fatto uso di tale pratica. In casi del genere il corretto posizionamento difensivo dell’ala diventa fondamentale, perchè il sostegno tende ad inserirsi nel gap che si viene a formare tra la posizione avanzata del centro e quella arretrata dell’ala stessa, creando un potenziale due contro uno.

    • frank 24 Novembre 2016, 12:26

      Gio d’accordo con te. Comunque Le Roux, Combrinck e De Allende tre giocatori pericolosi per qualsiasi difesa, direi.

    • gsp 24 Novembre 2016, 13:06

      non capisco, vuoi vincere senza episodi? adesso neanche i placcaggi di Padovani valgono piu’, anzi padovani e’ li proprio per quello e per quello viene preferito a McLean.

      sul cross kick e’ fatto proprio perche’ l’ala e’ isolata ed in difficolta’. ed e’ in difficolta’ se difendi largo con spazio dentro, se scala dentro c’e’ spazio fuori. non dipende solo dall’ala ma dal resto della squadra. coprire il calcio fuori ed il passaggio dentro e’ impossibile. insomma una situazione che non risolve da solo.

      il calcio di solito e’ fatto se c’e’ vantaggio, e l’abbiamo fatto anche noi con tommy, o quando il risultato e’ in sicurezza.

      • Giovanni 24 Novembre 2016, 15:27

        @gsp: mica ho detto che quei placcaggi non valgano, anzi son stati decisivi e ben vengano. Solo che magari non sempre l’esito di quel genere d’azioni avversarie ha un epilogo positivo per noi.
        Per i cross-kick non mi riferivo a quelli in area di meta ma a metà campo, utilizzati come alternativa tattica al carrier che venga costretto dal movimento anticipatorio della difesa rovesciata a caricare a testa bassa. Mi è parsa una novità interessante.

  10. Danthegun 24 Novembre 2016, 13:38

    Che bello il placcaggio spia di Venditti. Usato così può fare dei danni assicurati.

  11. Dusty 24 Novembre 2016, 19:45

    Articoli come questo ti mettono davvero do buon umore perchè si può parlare di rugby in maniera oggettiva.

  12. Katmandu 24 Novembre 2016, 20:55

    Bell’articolo poco da dire, anzi si potrebbe fare magari per qualche altra partita? Grazie anticipatamente

  13. RigolettoMSC 24 Novembre 2016, 22:35

    Articolo interessantissimo che aiuta a capire anche un appassionato-ignorante come me che nonostante segua il rugby (essenzialmente in Tv, purtroppo…) da almeno quarantanni non è mai andato, a parte (per deviazione “professionale”) una più che discreta conoscenza del regolamento, oltre una generica comprensione delle cose più evidenti relative al gioco (mischia, touche, calci). Così so di perdermi almeno metà del divertimento, anche se sabato essere più esaltato più di così sarebbe stato difficile, tanto è vero che dopo quasi sei ore dalla fine della partita ero ancora in queste condizioni: http://www.mscfoto.it/mscforum/viewtopic.php?f=125&t=22299

    Approfitto dell’occasione per chiedere ai molti di voi che leggo molto competenti, se esistano dei testi dove approfondire le proprie cognizioni tattiche e che siano comprensibili anche ad uno come me che non ha mai giocato…

    Un saluto

  14. RigolettoMSC 25 Novembre 2016, 22:35

    Ragazzi, non spingete… 🙂

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