Nathan Hughes, il figiano che scelse l’Inghilterra per soldi

Il giocatore ha debuttato contro il Sudafrica e potrebbe essere titolare contro le sue Fiji. Ma non si pente

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Galeone 15 Novembre 2016, 10:56

    E poi Lozowski avrebbe dovuto scegliere la finanziariamente ” derelitta ” Italia !!

    • western-province 15 Novembre 2016, 11:04

      non mi sembra il caso di tirare inutilmente in mezzo Lozowski, visto la che è un inglese con origini italiane e credo che consideri l’Inghilterra la sua patria

      Hughes è un figiano cresciuto nelle Fiji e poi in Nuova Zelanda (il mitico scouting neozelandese) ed equiparato dagli inglesi dopo i mitici 3 anni di permanenza del paese

      • Unforgiven79 13 Gennaio 2017, 11:22

        Anch’io, dopo i quattro mesi trascorsi in Erasmus a Graz, posso dire di sentirmi austriaco.

  2. zappinbo 15 Novembre 2016, 11:05

    a questo punto é meglio abolire il concetto di nazione, test-match tra nazioni, nations-cup, 6-nation, é oppio per gli stolti (con diversi pericoli di deriva) non funziona piú.
    Via anche le olimpiadi e tutte quelle manifestazioni dove la gente gareggia sotto le insigne di una bandiera nazionale. Ci si mette direttamente il simbolo della federazione o del club che paga.
    Peró piú di tutti gli sport ne soffrirá il rebbi

  3. frank 15 Novembre 2016, 11:12

    Grande! Con buona pace dei tanti fasci nostalgici che imperano nel blogghe.

    • western-province 15 Novembre 2016, 12:33

      tu sei liberissimo di chiamarmi fascio nostalgico ma ciò non mi impedirà di tifare italia e di emozionarmi quando gioca

      le partite delle nazionali hanno senso di esistere se rappresentano una scuola, un popolo, un movimento sennò come dice zappinbo è meglio abolire il concetto di nazione nello sport e limitarsi a partite fra club

      • frank 15 Novembre 2016, 13:43

        Coda di paglia? Guarda che l’Apartheid è finito da un pezzo.

        • IlGiustiziereDegliHaters 15 Novembre 2016, 13:59

          Anche io sono d’accordo con western-province e con zappinbo e alla base del mio pensiero c’è l’identità culturale di un paese , che nulla ha da spartire con il concetto di razza o altre cavolate derivanti da quel filone di pensiero a cui non appartengo … e per questo motivo non mi sento assolutamente un fascio nostalgico , proprio per nulla

          • malpensante 15 Novembre 2016, 14:03

            Giustiziere, parliamo di rugby e non di critica della ragion dialettica o di dieta mediterranea. Se mi spieghi quale sia l’identità culturale del rugby italiano da Berlusconi e Benetton in poi, giuro che te ne sarò eternamente grato.

          • IlGiustiziereDegliHaters 15 Novembre 2016, 16:54

            Il fatto che si sia smarrita questa identità non vuol dire che anche altri paesi L”abbiano persa … non è che i discorsi possiamo farli vale solo per l’Italia. A me non piacciono queste transumanze e spero che riescano a mettere un freno ad un abitudine che fa venire meno il senso dei tornei per nazioni appunto

        • western-province 15 Novembre 2016, 17:45

          scusa cosa centra l’apartheid?

          se è un’offesa gratuita perchè il mio nick name è sudaficano mi complimento con lei per la sua sagacia e intelligenza

          • frank 15 Novembre 2016, 22:42

            Raga siamo nel 2016. Le nostre società sono sempre più globalizzate e multiculturali.

            Questo ha fatto una scelta dettata dal cash.

            Le regole lo permettono.

            Basta

          • western-province 16 Novembre 2016, 12:17

            non hai risposto cosa c’entra l’apartheid, ma forse ti imbarazza la risposta

            Hughes è liberissimo di fare quello che vuole e mai mi sognerei di criticarlo, ma non capisco perchè chiamare “grande” uno che fa una scelta dettata dal “cash”

            Le società multiculturali mi stanno benissimo, ma fai conto anni fa (e forse ancora adesso) la FIR faceva giocare in serie c al massimo un immigrato per squadra e poi mi fa giocare in nazionale palate di equiparati

            Per finire il caso Hughes non è un fenomeno di multiculturalismo ma di colonialismo sportivo dettato dal denaro

  4. Bigpaci 15 Novembre 2016, 11:17

    decisione da rispettare, ma la world rugby deve intervenire altrimenti a breve vedremo la scomparsa del rugby isolano dal panorama internazionale, con tanti saluti ai famigerati valori del rugby

    • malpensante 15 Novembre 2016, 12:40

      Soprattutto verrebbe a mancare anche alle migliori un bel pezzo della competitività al piano di sotto. Samoa, senior e giovanili, è già in picchiata da un po’.

  5. Katmandu 15 Novembre 2016, 12:47

    Beh almeno in matematica é bravo 😉
    Detto questo Pichot ha un compito ancora più arduo per portare dalla sua altri voti…..

  6. Da 15 Novembre 2016, 12:47

    Se non ricordo male, è stata presentata una sorta di “mozione” all’International Board per risolvere, una volta per tutte, la questione degli equiparati.
    Sarebbe ora che tutti contassero solo sui giocatori del proprio paese e non dai vantaggi del poter contare sugli isolani o sugli oriundi.
    Ci riescono in Argentina ad esempio (Pichot è uno dei promotori della proposta di cambiamento ndr), non vedo perché non lo possano fare anche gli altri

    • Hastings15 15 Novembre 2016, 12:52

      Anche io vorrei la stessa cosa, ovvero che le isolane potessero contare sui loro giocatori senza che le federazioni più ricche glieli portino via per questioni economiche

  7. Danthegun 15 Novembre 2016, 15:10

    Queste dichiarazioni sollevano due enormi problemi.

    Il primo riguarda la questione della eleggibilità che andrà per forza cambiata. E’ evidente che se squadre come Inghilterra e Nuova Zelanda sfruttano questo sistema a piene mani abbiamo un problema non piccolo.
    La contaminazione per me è un valore. Non può esserlo però per sole ragioni economiche e accettare che sia così.

    Il secondo è la situazione delle federazioni isolane che per forza di cose non saranno mai economicamente all’altezza di altre federazioni. Per non vedere migrare tutti i loro migliori giocatori in Nuova Zelanda, Australia e altri paesi europei si dovrà trovare il modo di fornirgli maggiore struttura e solidità economica. Una soluzione potrebbe essere quella di un aiuto diretta da World Rugby tramite sponsorizzazioni ad hoc o una fusione tra le federazioni di Tonga, Samoa e Fiji creando una super federazione del pacifico oltre che una nazionale sulla carta super competitiva.
    Le isole sono uno dei bacini rugbistici più importanti e va preservato per la bellezza del rugby mondiale

    • And 15 Novembre 2016, 15:22

      ma quanto ci metterete a capire che la NZ non equipara un bel niente? sono tutti nati lì o arrivati da adolescenti, al massimo. In realtà è Samoa che gioca con giocatori tutti di formazione kiwi.

      • western-province 15 Novembre 2016, 17:49

        In linea di principio è vero quello che dici, però Nathan Hughes è andato a 18 anni in NZ per andare a scuola e giocare a rugby (nè più nè meno dello scouting delle squadre francesi nel pacifico), e se era più forte a quest’ora giocava negli All Blacks

  8. And 15 Novembre 2016, 15:20

    degli isolani nel rugby moderno puoi anche fare a meno, ma se li hai dalla tua parte e li inserisci in un contesto di gioco è mooolto meglio. Noi equipariamo Haimona e Vunisa che non sono campioni sia chiaro ma ci farebbero comodissimo, invece siamo talmente furbi che li abbiamo “sedotti e abbandonati”. Complimenti!!

    • xnebiax 15 Novembre 2016, 22:29

      “degli isolani nel rugby moderno puoi anche fare a meno”???
      ma le pensi o le dici e basta?

  9. parega 15 Novembre 2016, 23:33

    io sono solo contento perche’ cosi’ facendo puo’ fare stare meglio la sua famiglia
    questo e’ importante per me

    • lexv 16 Novembre 2016, 00:13

      Ok…ma converrai che le regole sulle equiparazioni vanno riviste.

  10. giobart 16 Novembre 2016, 13:59

    Giustamente, stà con chi gli dà da mangiare, buona fortuna.

  11. mistral 16 Novembre 2016, 15:42

    le scelte umane e personali sono sempre individuali e difficilmente valutabili da chi non ne è toccato… in un mondo sempre più globalizzato e omogeneizzato, il concetto di giocare oggi per una “nazione” piuttosto che per un’altra è già di per se argomento sul quale aprire dibattiti non solo sportivi, ma culturali, etici, politici etc… Hughues ha fatto la sua scelta nel rispetto delle regole vigenti, ed onestamente se ne assume la piena responsabilità e non trova vergognoso ammetterne gli aspetti “mercenari”… e bene ha fatto l’Inghilterra a permettergli di giocare ai massimi livelli, si diverte lui e ci divertiamo un po’ di più anche noi (se giocasse con le Fiji quante volte lo potremo ancora vedere, in campo internazionale, prima della prossima RWC?)… buon rugby a tutti…

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