La Coppa del Mondo 2007 è quella dei rimpianti azzurri, ma anche quella delle clamorose eliminazioni di Galles e Irlanda
Accadeva ad Ovalia: Scozia-Italia e quella notte di Saint-Étienne
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Quella notte ero lì, sotto una lieve pioggia, a farmi consolare da due scozzesi che mi hanno detto “meritavate voi”…scrissi anche una lettera a Bortolussi in cui lo accusavo di ogni nefandezza si possa attribuire al genere umano ma non la spedìì mai…povero cristo, non era colpa sua. Quella volta dovevamo passare..tanto più che avremmo avuto ai quarti l’Argentina..non un cliente facile, ma non era la Nuova Zelanda o il Sudafrica, forse si poteva sperare nel miracolo delle semifinali
Dopo quella sera di St Etienne mi ricordo di non aver prestato attenzione alla mia ragazza di allora per 3 giorni, me l’ha tirata avanti per mesi, ma era una delusione troppo insopportabile. Povero Bortolussi, quante se ne sarà sentite (da me compreso) dopo quella sera
Per certi aspetti, è come se la nazionale fosse rimasta ancora ferma a quel giorno. Prima e dopo di allora non abbiamo mai dato l’impressione di “essere da quarti di finale”: nel 2003 perdemmo netto col Galles (3 mete a 0), nel 2011 reggemmo un tempo sia con Wallabies che con l’Irlanda e lo scorso anno abbiamo disputato una sola partita positiva su quattro. Più in generale, in questi 9 anni abbiamo avute pochissime soddisfazioni, le due vittorie sulla Francia e quella di Murrayfield lo scorso anno, alcune illusioni (il mancato pareggio di Firenze con l’Australia), tante delusioni e qualche motivo d’indignazione. Nel 2007 c’era si l’amarezza per l’occasione perduta, ma anche la speranza di un futuro migliore. Oggi rimane la disillusione di ciò che il rugby italiano è rimasto.
Ma il capolavoro del preside sta arrivando a compimento e il rugby in Italia non ce lo fanno manco vedere più in TV!!!
Bravissimo hai colto il punto della situazione . In nove anni siamo non ci siamo mossi , anzi a dire il vero siamo regrediti .
Quoto @Giovanni.
Mi ricordo quella trasferta: clima era incredibile, tutti gli autogrill che andavano in Francia erano pieni di tifosi, noi avevamo una porchetta fuori dallo stadio condivisa con tutti quelli che passavano…
Mi ricordo quanto cocente fu la delusione, le lacrime del Tronky, la disperazione di Bortolussi.
Viviamo nella speranza di superare quel momento, ma ancora non ci siamo. Vediamo cosa succede in Jap tra tre anni: voglio togliermi quella scimmia!
20 minuti di applausi a Giovanni, e 20 di lacrime amare. Tutto verissimo.
Io c’ero a Saint-Etienne, e per la delusione poi non ho più messo piede ad una partita dell’Italia per più di 4 anni. Ma è vero che allora, nonostante la gigantesca delusione per una partita buttata nel cesso, si respirava uno spirito diverso, di entusiasmo e guardare avanti speranzosi, al 6N come occasione per far bene e via di crescita data quasi per scontata, ad un nuovo quadriennio dove per forza si doveva migliorare. Invece poi non andò così, passò un altro anonimo mondiale nel 2011, in mezzo tanti 6N pieni di parole e speranze ma vuoti di sostanza. L’anno scorso ero a Londra per ITA-FRA del mondiale e l’aria era ben diversa: rassegnazione, pochezza di gioco e pubblico (rapporto italiani-francesi 1-1.000 ad occhio), sguardi spenti, e gli stessi problemi di 8 anni prima per quanto riguarda qualità e profondità della rosa, oriundi, equiparati, etc etc. E questo dopo altri 8 anni di 6N e 6 di Pro12 e accademie, e vagonate di milioni, mica di partite all’oratorio.
È la nostra maledizione del bambino
“1979: a Sochacewz, nel turno di Coppa Europa, l’Italia batte a domicilio la Polonia per 3-13. Del tallonatore Manrico Marchetto l’unica meta azzurra,…”
Del tallonatore Manrico Marchetto????????????????? Ma non giocava con 7 numeri in più sulla maglia??????????
Pardon, correggo, con 8 numeri in più!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!