Gli acquisti commerciali e i “club azienda”: ma davvero il rugby è in pericolo?

Destano scalpore la vicenda Goromaru e la mossa di Boudjellal. Ma le minacce sono altre…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mamo 10 Giugno 2016, 08:53

    Acquisti commerciali ? Fatte le debite ma proprio debite, proporzioni son sempre stati dietro l’angolo, se volete in aggiunta, da noi, si può anche parlare di “acquisti nepotistici” e son quelli che provengono grazie ai genitori che sgomitano per accedere ai centri di “potere” dal Club in su.
    Nessuna novità.
    Buona giornata.

  2. Frederick 10 Giugno 2016, 08:56

    il cocktail professionismo + popolarità/successo porta necessariamente a questo secondo me…che sia chiaro non sto attaccando il professionismo però è chiaro che più seguito si ha,più il giro di affari diventa grande e quindi più il professionismo diventa esasperato portando anche gradualmente a un cambio di mentalità che sfocia in fenomeni come quelli elencati nell’articolo

  3. M. 10 Giugno 2016, 08:57

    In effetti non si diceva che Muliaina avesse lo stesso scopo alle Zebre?

  4. Huxley Boyd 10 Giugno 2016, 09:14

    Nakata (molto), Miura (poco),calciatori giapponesi, qualche traccia l’hanno lasciata nella cronaca pedatoria, anche Goromaru qualcosa farà e la gestione dello spot richiederà un allenatore con le palle (ovali).
    Concordo sul fatto che siano più preoccupanti i segnali sulla “crisi” spirituale e comportamentale del rugby. Però si dice dalle mia parti “sciuscia e surbi nu se po” (soffiare e succhiare non si può), quindi teniamoci il professionismo e auspichiamo che gli arbitri sul campo custodiscano lo spirito del gioco giudicando da rugbymen.

    • Emy 10 Giugno 2016, 12:23

      Abbiamo un ligure qui! 😀

    • Giovanni 10 Giugno 2016, 13:25

      Lo spirito del gioco non lo custodiscono gli arbitri, ma i giocatori e gli appassionati col proprio approccio e comportamento.

      • Huxley Boyd 10 Giugno 2016, 17:31

        Il maestro zen Te Shan avvertiva così i suoi allievi “se dici si’ trenta bastonate. Se dici no, anche. Se taci, invece, trenta bastonate”. Se i discepoli in campo sbagliano ci pensino i maestri con le bastonate

  5. mistral 10 Giugno 2016, 09:55

    ” I giocatori dell’odiato Tolone”: odiato (parola forte, in una sede in cui si parla di rugby e non altro) da chi?… come dice il vecchio adagio “meglio fare invidia che pietà” 🙂 … detto questo, due considerazioni sui due aspetti che presenta la vicenda Goromaru, quello tecnico e quello (se si vuole definirlo tale, anche se è limitativo) commerciale… su quello tecnico: è vero che Halfpenny (se rientra e gioca come prima dell’incidente) garantisce una copertura eccezionale del posto di estremo, ma è il solo… O’Connor, Taylor, e soprattutto Mitchell sono più efficaci in altri spot (almeno a parer mio) nei quali il Tolone ha maggior bisogno di rotazione, e una alternativa al 15 puro ci vuole, quindi perchè non Goromaru piuttosto che Spedding (del quale si era parlato adun certo momento in rada)… lato tecnico-commerciale: MB ha scelto il giapponese che più si è illustrato in RWC, ma ancor prima di chiudere l’ingaggio ha aperto il sito allle lingue orientali (i due potenziali mercati più interessanti, Cina e Giappone)… è troppo in anticipo?… considerando la sua propensione (da sempre) ad allargare i limitati orizzonti del rugby continentale, e considerando che il mercato nord-americano è già sufficentemente occupato dai club inglesi e britannico-irlandesi in generale, direi di no, altri lo seguiranno (magari senza tanto clamore da parte dei media, ma queste sono le regole della corretta informazione, se tuona a Tolone è un nubifragio, se piove a dirotto a Tolosa o a Clermont è normale, il clima lì è piovoso per natura! 😉 )… sul rischio evocato che questi comporamenti “siano delle reali minacce al mondo del rugby e ai sui valori” la chiusa di on-rugby mi pare equilibrata ed ecumenica, ben altri sono i comportamenti e le minacce che possono intaccare i valori fondanti del rugby, ed arrivano (le minacce) più da livelli non-professionistici: scuole di rugby dove senti genitori starnazzanti senza che alcun dirigente vada a “silenziarli”, dirigenti che urlano la propria disapprovazione verso l’operato dell’arbitro utilizzando termini al limite della querela, etc etc…

  6. mauro 10 Giugno 2016, 10:16

    “…ma quello è il calcio, che da certi punti di vista è quanto di più lontano vi sia dal mondo della palla ovale.”
    Ne siamo proprio certi? In Francia mi sembra che già da tempo abbiano infranto le porte del tempio lasciando ampio spazio ai mercanti.
    Boudjellal, Lorenzetti, Guazzini hanno tirato su un conto che la Francia sta solo iniziando a pagare. Se qualcuno in altre parti del pianeta Union cercherà di seguirli potrà avere forse le soddisfazioni economiche e sportive di Saracens e Tolone ma siamo certi che il movimento non pagherà un conto catastrofico?
    Sono solo interrogativi che mi pongo dal momento che queste politiche sono già state perseguite da altri sport ed i risultati si vedono.

    • mistral 10 Giugno 2016, 10:26

      “infranto le porte del tempio lasciando ampio spazio ai mercanti”: in questa tua visione, chi è il Messia?… 🙂

      • mauro 10 Giugno 2016, 11:41

        Messia? Quello stava fuori dal tempio se ben ricordo.
        Più che altro ho sempre avuto l’impressione che dentro ci fosse lo spirito di W. W. Ellis custodito dalle vestali…

        • mistral 10 Giugno 2016, 11:49

          infatti la mia domanda non era “chi sta dentro il tempio” ma chi è il messia… hai renzianamente risposto eludendo… dentro il tempio deve rimanere lo spirito di WWE, ok, ma su quali siano le vestali migliori si può discutere: chi persegue e si attiene a riti e tradizioni arcaiche perché “già mio nonno faceva così!” o chi wwellisianamente prende la palla in mano e comincia a correre?…

          • ginomonza 10 Giugno 2016, 12:01

            Allora mah…..

          • Giovanni 10 Giugno 2016, 13:30

            Ok mistral, ma non possiamo nasconderci che lo union non ha mai affrontato prima la questione-soldi, come invece sta succedendo da venti anni a questa parte. Siamo sicuri che gli interessi commerciali che vanno crescendo di anno in anno non finiscano per travolgerne lo spirito di goliardico fair play che ne ha sempre contraddistinto la natura? Non è solo il caso del calcio, ma vedi cosa è successo anche in altri sport, a furia di “iniettare” denaro in quantità sempre più massiccie? Doping, scandali finanziari, bancarotte, pressioni indebite, comportamenti deplorevoli e così via.

    • gsp 10 Giugno 2016, 13:05

      Mauro secondo me ne giova anche il movimento quando girano quelle cifre. Il conto invece lo pagano le nazionali.

  7. carpediem 10 Giugno 2016, 10:58

    Budello fa quello che conviene, sempre,a lui e al suo al suo club e cercando di massimizzare.
    come giustamente riporta l’articolo, le proteste hanno assunto una rulevanza fastidiosa.
    ieri, a Bucarest, il ns #8 ha dato un buffetto canzonatorio ad un sudamericano.
    gesto orribile che da solo merita un giallo, ma parimenti un giocatore uruguaiano che ha mimato all’arbitro il gesto del TMo , meritava anche lui un 10minuti in panchina.
    non so a voi, ma queste continue commedie, soprattutto dei #9 in fase di maul e ruck, meritano le più severe reazioni arbitrali.

  8. davy 10 Giugno 2016, 11:50

    Scusate la mia ignoranza. Ma nel Top 14 e in Premiership non c’è la regola del salary cup ??? Come fanno Tolone e Saracens, ad esempio, a starci sotto con nomi di quel calibro ??? Mah …

  9. fol 10 Giugno 2016, 11:57

    il loro rugby e ricchissimo e pieno di tifosi………..
    il nostro vola basso su tutto ………..
    qualcuno sa’ quale e’ il piu’ pagato del nostro rugby?

    • mistral 10 Giugno 2016, 12:08

      il più pagato non so, all’epoca si era dato risalto all’ingaggio di Beramirco a Rovigo per uno stipendio base di 40.000 annui e poi premi prresenza e vittoria non definti (ma anche se raddoppi arrivi a 80.000, se netti o lordi è altra cosa ardua da sapere)… ben altra testimonianza è questa: ““Ho realizzato il sogno di fare del rugby un lavoro, ma ora chiedo i soldi dell’affitto a mio padre perchè non mi pagano…” (Carlo Fazzari, luglio 2014, http://www.oasport.it/2014/07/rugby-leccellenza-tra-presunto-professionismo-e-sopravvivenza/)

      • western-province 10 Giugno 2016, 15:35

        immagino che in PRO12 gli stipendi siano un po’ + alti

    • 6nazioni 10 Giugno 2016, 21:18

      stipendio medio eccellenza 1.200/1.500 euri, i piloni sono i piu’ fortunati
      (quelli bravi) circa 2.000….

  10. Machete 10 Giugno 2016, 12:02

    è il professionismo….e tutto sommato ben venga….notorietà…..investimenti stranieri…..il percorso è questo
    il budello vuole strapagare un giapponese per aumentare visibilità nel mercato asiatico?…libero di farlo….in più Goromaro non mi è sembrato tutto questo scarsone!….
    non mi sembrano grandi minacce…e finchè un giocatore non mette le mani sull’arbitro e non lo manda a quel paese io dormo sonni tranquilli!

  11. Emy 10 Giugno 2016, 12:49

    Il rugby, soprattutto visto da qui, dalla piccola italia, è sempre strattonato tra i bei tempi andati e il XXI secolo: si vorrebbero il professionismo, i campionissimi, le prodezze, ma con la “purezza” del rugby rustico del passato, e ovviamente non è possibile.
    Prima si storceva il naso per il rosa, i fiori e il calendario di Guazzini, probabilmente il primo a cercare di fare soldi col rugby spingendolo un po’ verso un format USA: marketing su ogni possibile cosa, partite trasformate in eventi, accento sulla fisicità dei giocatori come strumento commerciale, e così via. Ora tocca a Tolone, con un presidente che ci mette una marea di soldi e vuole, giustamente, anche cercare di rientrare un po’ dell’investimento: non solo da ora l’RC Toulon è una vera azienda, come del resto, anche in dimensioni più ridotte, sarebbe auspicabile per ogni realtà sportiva che si voglia dire professionistica. Perchè, in fondo, inutile negarlo o fare gli schizzinosi: lo sport professionistico, lo sport di alto livello, che sia il rugby o qualsiasi altra disciplina, si basa sul vil denaro.
    Condivido il taglio dell’articolo: non mi preoccupa nè mi fa inorridire o stupire il fatto che un giocatore diventi un investimento anche oltre il suo reale valore sportivo (come ha già detto qualcuno, anche in Italia si è fatto e si fa), e ho fatto la pace col fatto che, se si vuole un rugby competitivo e di alto livello e si vuole stare in competizioni internazionali, non si può pensare di farlo cercando di restare ancorati ad un rugby del passato che ormai, per forza di cose, non può più esistere, soprattutto da un certo livello in su.
    Finchè il rugby riuscirà a mantenere un equilibrio tra l’inevitabile piega professionistica e quelli che sono i suoi valori e le sue caratteristiche, prima tra tutte il non essere uno sport adatto a tutti che ha insito in sè un eccellente potere di selezione, andrà bene e continuerà ad essere bello. In questo, un ruolo fondamentale ce l’avranno, come evidenziato, gli arbitri e i parametri che gli verranno dati.
    L’Italia ha briciole di professionismo e non investe sugli arbitri, trovandosi così ad essere una realtà ovale posta nel livello internazionale ma senza le fondamenta per esserlo davvero e ottenere in quel contesto progressi e risultati.

    • mauro 10 Giugno 2016, 13:06

      tutto vero e tutto giusto, ma la domanda insita (almeno per me) nell’articolo era: condividi la deriva commerciale (non professionistica) del rugby messo in atto da alcuni?
      Io no. Mi spiego: potrai vincere anche tutto ma se fai il triplete senza uno straccio di giocatore del tuo club e un paio del tuo paese, che cosa sei?
      Se nei club maggiori giocano solo i pensionandi del rugby, quelli che monetizzano, chi ci va a rappresentare il tuo paese in nazionale? I panchinari? Gli eccellenti?
      Non è quadro impossibile a realizzare. Il calcio in Italia c’è riuscito, il rugby in Francia non ci è poi così lontano…

      • Emy 10 Giugno 2016, 16:26

        Questo è un discorso ancora diverso rispetto al tema dell’articolo: squadre fatte tutte da stranieri o cmq giocatori non del posto non sono una deriva commerciale nel senso del prendere un giocatore più in virtù della sua nazionalità e spendibilità commerciale che delle sue reali capacità (come nella fattispecie Goromaru).
        Tolone, che ha in campo praticamente una nazionale “all around the world”, un album di figurine del rugby mondiale, non è pieno di Goromaru: ha Wilkinson nello staff tecnico e alcuni tra i migliori e più celebrati giocatori del mondo in campo. insomma, non solo calamite da marketing, ma anche tanta sostanza tecnica e agonistica.
        Il tuo discorso va su un altro piano e lo condivido, perchè a tutti credo facciano orrore squadre intere senza mezzo giocatore non solo del posto, ma anche dello stato (ricordo una partita Intervs non so chi qualche mese fa con in campo zero italiani, tra tutte e due le squadre). Sarebbe fondamentale mettere dei limiti al numero di stranieri da poter schierare e mettere in distinta, come è da noi ad esempio in serie A (ma credo anche in Eccellenza, non so). Ma se lo fai in Francia, ad esempio, vai a pestare i piedi a milioni di euro: la tv sgancia 30 o non so più quanti milioni al Top14 per trasmettere le partite anche e soprattutto perchè ci sono Carter, Nonu e compagnia cantante, e la FFR, che si ritrova con una nazionale sempre più debole perchè in penuria di francesi buoni da convocare (una cosa che fino a qualche anno fa poteva sembrare fantascienza), davanti ai milioni non osa metterci becco, quando invece dovrebbe.
        Mi pare che la Premiership invece funzioni in modo molto più virtuoso da questo punto di vista, o sbaglio? Che anche loro non mi pare abbiano le pezze al sedere e che possano ben pagare buoni stipendi, infatti ottimi giocatori anche da fuori ci sono, ma mi pare che gli inglesi non manchino, inclusi giovani di valore in squadre e ruoli importanti.

        • mauro 10 Giugno 2016, 17:00

          io credo che pensiamo le stesse cose ma le leggiamo in maniera diversa.
          Boudjellal fa solo ed esclusivamente discorsi commerciali: prendo il meglio che c’è sul mercato così il ritorno (abbonamenti, marketing, media) mi copre l’esborso. E’ l’equivalente del Real Madrid nel calcio: acquista Bale per 100 milioni, ma per la società è un investimento a costo zero perchè viene pagato dal ritorno commerciale.
          Diverso il discorso per gli inglesi:lì si rinforza il roster ladodve si può e mancano i talenti interni.

    • gsp 10 Giugno 2016, 13:08

      emy, per come la capisco io invece Boudjellal non ci mette neanche tutti questi soldi, perche’ personalmente non e’ ricchissimo. ma fa girare bene il club, massimizzando tutto. per quello, secondo me, il Tolone e’ avanti a molti altri club anche come sostenibilita’.

      • Giovanni 10 Giugno 2016, 13:34

        Tolone in tutti questi anni è stato un brand, ma mia sa che il giochetto si stia avviando verso la fine.

        • Giovanni 10 Giugno 2016, 13:34
        • gsp 10 Giugno 2016, 17:43

          perche’ giova? crescono contributi televisivi se non sbaglio, la squadra cmq rimane competitiva, e con goromaru si allarga l’area di interesse. il bacino suo, cmq locale, rimane.

          • Giovanni 11 Giugno 2016, 01:35

            Ma una squadra si basa anche su altre cose. La champions è andata, vediamo adesso i playoff.

      • balin 10 Giugno 2016, 17:25

        condivido @gsp, e per venire a casa nostra Boudjellal fa un discorso -e soprattutto dei fatti- che non hanno a che vedere con quanto provò a suo tempo il berlusca con il mediolanum,

        il franco-algerino-armeno è favorito dal fatto che il top 14 ha un gran mercato, però in italia un’idea così del rugby proprio manca.

        A Tolone mi pare che però manchi qualcosa per la crescita dei giovani francesi

  12. And 10 Giugno 2016, 13:20

    come ho già ribadito la rondine Goromaru non fa primavera e i salari nel rugby rimangono bassissimi (o sono gli altri sport che strapagano?). Poi questa presunta superiorità morale del rugby è francamente ridicola. Articoli come questi ti fanno capire perchè il rugby in Italia non crescerà mai. Già da un punto di vista tecnico siamo deficitari, ci abbiniamo pochezza in marketing/comunicazione e poi non vi lamentate…

    • davide p. 10 Giugno 2016, 14:41

      pochezza in marketing??…chiedilo ai greci che sono ancora incazzati per lo yougurt che abbiamo sponsorizzato; è un miracolo se stanno ancora
      nell’ ue….tremendi siamo.

  13. wilrugby 10 Giugno 2016, 14:36

    A me sembra che negli anni passati in Italia hanno giocato grandi giocatori! Il problema è che ora con il professionismo il divario fra noi e gli altri sia molto più ampio! Di conseguenza anche i soldi che si danno ai giocatori… Quindi noi ora siamo fuori budget( vuoi anche perché la finanZa controlla di più e meglio è perché le aziende hanno meno margini) e da noi gli spettatori sono sempre quelli mentre in Francia e Inghilterra sono dello stesso livello del calcio con introiti pubblicitari e di TV molto alti! Tolone fa il pieno ad ogni partita, 21000 spettatori, e il negozio allo stadio pure con prezzi molto alti!! Da noi la maglia di Treviso costava 200 euro chi vuoi che la compra???? Prima si crea il brand poi si alzano i prezzi…

  14. giobart 10 Giugno 2016, 16:48

    Che Goromaru sia bravo non c’è dubbio, ma non è un campione, è decisamente più campione l’emittente nipponica, bell’affare per il patron del Tolone che col Giappone c’ha sempre fatto tanto business manga entai ecc.!

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