Mondo Juniores e mondo Seniores: quando il salto diventa pericoloso

Gianni Zanon, coordinatore Juniores della Benetton, punta il dito contro la mancanza dell’Under 20

COMMENTI DEI LETTORI
  1. gsp 15 Marzo 2016, 09:00

    tutti parlano del lavoro degli altri, nessuno del suo.

    • Stefo 15 Marzo 2016, 09:05

      Te l’ha suggerita lo zio Donald questa gsp?

      • gsp 15 Marzo 2016, 10:19

        🙂 🙂 Me ne stava partendo un altro sotto il post delle zebre.

        Mi sono un attimo sentito come quelli che fanno le pagine di meme, o massime?, su Facebook, con foto di gente che cammina in spiaggia senza alcun motivo.

        • giorgio66 15 Marzo 2016, 10:44

          gia’……tutti commentano ,anche in maniera sensata, il NON lavoro degli altri, ma analizzare il proprio??? non sono d’accordo che fisicamente arriviamo preparati…anzi manca un lavoro mirato e propedeutico, dal punto di vista atletico, alla crescita tecnica….ce ne sarebbe da dire…..qualche amico che bazzica i Leoni ce l’ho, e non e’ che sia solo rose.
          Lo ripeto all’infinito….il rugby, come gli altri sport ,e’ cambiato, cosi’ come la societa’ in generale, e vanno rivisti metodi e interpretazione dei ruoli in campo……continuare a pensare che un pilone va bene solo se pesa 130 kg e che siano muscoli o panza chi se ne frega e’ una cazzata galattica….e per le seconde per favore guardare Itoje…..altro che pulire e touche e basta……HELPPPPPPPP

  2. MarioC 15 Marzo 2016, 09:32

    Buongiorno a tutti.
    Condivido in larga parte l’analisi di Zanon. Premesso che il fenomeno del decennio (Bergamauro tanto per dire) viene fuori anche prima dei vent’anni, praticamente tutte le nazionali adottano i giovani DOPO questa soglia. Ad esempio Itoje.
    Un campionato U20, non obbligatorio, ma per quelle società che ne hanno la possibilità umana, permette di trattenere un altro paio di anni i giocatori e concludere il percorso di formazione, farli giocare e non parcheggiarli in categrie minori a fare panca dietro i 35enni che timbrano il cartellino per 3-4-500 €/mese.
    Magari potrebbe serivre anche per il mondiale JRWC, magari.
    Buona giornata.

    • gasport 15 Marzo 2016, 12:45

      Però dato che abbiamo parlato di Bergamauro come riferimento…
      A quel tempo c’era il campionato U21, con il famoso “top10 U21” che racchiudeva le stesse squadre del massimo campionato.
      Con i limiti di questa formula…

      Del gruppo generazionale di Bergamauro citiamo Bergamirco, Bortolami, Marcato, Chillon senior, etc…

      Nella benetton U21 alcune volte c’era Parisse

      Nel Calvisano una stagione ha giocato Castrogiovanni…Poi c’erano Intoppa arrivato alla nazionale maggiore, Patelli che gioca ancora in Eccellenza, etc…

      Più recente del Calvisano Palazzani che pur dotato, se non erro, ha prima vinto un campionato nazionaleU20…

      Solo alcuni esempi per dire che di quella generazione che ha tenuto alta la baracca per anni ce ne sono veramente parecchi che sono passati per l’U21/U20…Sono pochi che hanno fatto il salto U18-prima squadra anche tra i nomi più importanti del nostro movimento…

      Se da allora (stiamo parlando giusto giusto dei primi anni 2000) siamo andati poco avanti e molto indietro ci sarà un motivo..

      • tdv45 15 Marzo 2016, 20:55

        Non dimentichiamo, sempre in U.20 Denis Dallan,Gonzalo Canale, silvio Orlando, Walter Pozzebon, Piero Travagli….dimentico qualcuno ?!?!?!

  3. speartacKle 15 Marzo 2016, 09:37

    Di ragazzi che si trasferivano da lontano in squadre di top 10 per finire le giovanili ce n’era parecchi. Certo una cosa è trasferirsi in un’accademia e un’altra in un club, dove appunto si può trovare un’ambiente relazionale molto più vasto e completo rispetto l’esclusività di un’accademia.
    L’u20 per quelli bravi davvero non serve granché, allunga il brodo, è molto utile invece per tutta quella serie di giocatori che sono lala, e che magari arrivano un po’ dopo. Servono pure quelli eh, che il rugby mica finisce solo con l’alto livello.
    Alzare la competizione a tutti i livelli aiuta tutti.
    Magari una u19 sarebbe più bilanciata.

    • zappinbo 15 Marzo 2016, 10:30

      U19 ha il vantaggio che sono ancora a scuola..

      • mistral 15 Marzo 2016, 11:47

        una buona parte sono ancora a scuola a venticinque anni…

    • gasport 15 Marzo 2016, 12:35

      L’attuale campionato U18 è già un campionato U19 mascherato..
      Potendo usare 8 “fuoriquota” che sono U19 mi sembra già parecchio…

      • tiglio 15 Marzo 2016, 13:37

        8 fuori quota introno ai quali viene costruita la squadra e che fanno perdere un anno a quelli che arrivano dalla U16 che si devono accontentare di giocare 5 minuti se la squadra vince di 40 punti… bel sistema!!

        • malpensante 15 Marzo 2016, 14:31
          • neurone bruciato 15 Marzo 2016, 16:44

            E se hai più di 8 fuori quota? giocano nei seniores?
            che seniores? vedo tanti abbandoni.
            Uno al primo anno di u18 può giocare con regolarità se è forte, gli altri 140 min a campionato se è tanto.
            14 partite di campionato a partire da metà ottobre ai primi di aprile e poi si discute tutto a nuova stagione. fasi finali per pochi intimi e gli altri fasi facoltative con calendari assurdi.
            I federales si lamentano della pochezza del livello dei nostri campionati giovanili, due partite al mese di media con pause abbondanti o accelerazioni improvvise di un calendario che più insulso non si può.
            Comunque il sondaggio dedicato ai presidenti delle società per avere un campionato U20 è stato bocciato dal 69% dei rispondenti.
            Evviva!

          • Nicola79 15 Marzo 2016, 18:18

            Rispondo citando la situazione dell’U18 della società in cui alleno (niente di che, io faccio l’U10, la prima squadra è nella poule promozione della C).
            Girone formato da un numero dispari di squadre, quindi già una domenica di riposo ogni tot. Prima della prima partita se ne ritira una. Dopo la seconda un’altra, dopo la quarta un’altra ancora. Tutte squadre che già ad agosto si sapeva che si sarebbero ritirate, ma che hanno comunque iscritto per non far prendere punti di penalizzazione (quest’anno) alle rispettive prime squadre. Risultato: le rimanenti hanno giocato finora 5-6 partite di campionato, se va bene un paio al mese, se va male una al mese o addirittura nessuna. E’ formativo?

            Detto ciò, ritengo che un campionato U20 di alto livello sarebbe un toccasana per le società che se lo possono permettere. Ai miei tempi (giravano ancora gli ultimi dinosauri) un titolo italiano U20 l’ho vinto, e con un signor allenatore in panchina, è stata un’esperienza (formativa, umana, rugbistica, di alto livello) impagabile.

  4. Maxwell 15 Marzo 2016, 10:02

    Per me campionato U.19 con 2-5 fuori quota.
    Poi dal campionato 16/17 la Fir mette a disposizione un certo budget.
    Per ogni ’95 che farà almeno 800 minuti in eccellenza (U.22 ) premio di 7.000 euro
    ’96 ……………. premio di 12.000 euro
    ’97 20.000 euro
    ’98 30.000 euro
    Con 1,5 M dai spazio ai ragazzi che vivono in zone evolute rugbisticamente e liberi spazi in accademia per altri

    • speartacKle 15 Marzo 2016, 10:46

      dare i soldi così permettimi di dire, ha poco senso, non siamo al mercato del pesce.
      Il problema non è quanti giovani giocano in seniores, ma perché non lo fanno.
      I giovani come tutti, il posto se lo devono guadagnare. Più facile che lo guadagnino se sono formati bene.
      premia le società che formano bene, e che i soldi siano spesi su formazione e strutture, non su stipendi di giicatori.
      Il resto viene di conseguenza. Sensa tanti tariffari.

      • carneade 15 Marzo 2016, 11:30

        I problemi sono diversi: in particolare club troppo piccoli e campionati scarsi/poveri di qualità.
        1) i club oggi come oggi sono troppo piccoli rispetto al contesto internazionale. Molto deboli finanziariamente.
        2) Quelli che lavorano bene poi sono veramente una minoranza.
        3) mancano nelle giovanili campionati sfidanti che presentino almeno 10/12 gare difficili (cioè almeno 10 ottime squadre)
        4) imbarazzante partecipare ad una RWC U20 senza avere un campionato.
        5) la federazione deve lavorare assieme ai club non contro e lo stesso vale per i club.
        6) in ultimo ……….. chi è la federazione? Chi vota?

        • Mario 15 Marzo 2016, 12:49

          Ma la U18 con 8, dico 8, maggiorenni rientranti non vi pare una U19? Casomai il problema è dei I° anno.
          Le U18 che si allenano costantemente con la I^ squadra quante sono? I campionati “Elite” dove si lotta per vincere il girone in più di 2 dove sono? I giocatori fatti esordire in I^ squadra a 17 anni dove sono se neanche a 18 li mettono in campo alcune compagini, ma non perchè non sono pronti.
          Se il destino di praticamente tutti i ragazzi delle giovanili è finire in II squadra dove c’è, ma di cosa si parla?
          Se quest’anno legano 2 accademie alle 2 franchigie vorrò vedere chi di questi ragazzi entrerà in campo in una celtica. Per me vedere Pannunzi esordire mi ha fatto pserare che esiste una possibilità anche in Italia, vediamo di continuare così piuttosto che continuare a dire che i nostri giovani non sono pronti: se non lo sono è sempre e solo colpa nostra ad ogni livello!

          • speartacKle 15 Marzo 2016, 13:30

            la u19 di un po’ di tempo fa con le under dispari, era buona secondo me. Quando il tuo ultimo anno di giovanile coincide con il primo anno di università o di lavoro, direi che il tempo delle Juniores è finito. È ora che decidi se vuoi continuare seriamente con il rugby o giocarci in una categoria più bassa e per diletto.
            Poi sono opinioni eh, non che u19 o u20 cambi la situazione sostanzialmente, la differenza la fa la tua formazione. Se hai avuto tecnici preparati e strutture a disposizione.

          • malpensante 15 Marzo 2016, 14:37

            Spear, se togli i fuorietà la u19 e la u17 cambiano parecchio. Io al campionato under 20, con l’u18 e l’u16, e magari ancora con i fuorietà, non ci credo proprio per niente. Come invece credo che i soldi vadano messi sui campionati, e che partecipi chi lo merita, fosse eccellente o senza seniores. Gironi piccoli e tanti, niente barrage, incroci e poi si definiscono elite e regionali.

          • speartacKle 15 Marzo 2016, 16:34

            infatti pure io al campionato con u20 u18 e u16 non credo molto. preferirei le annate dispari con u19.
            Poi appunto stiamo qui a scannarci sul u20 o u19 quando il problema più consistente è quello che dici nella seconda parte.

    • boh 15 Marzo 2016, 14:34

      Max, sei il cassiere del tuo club. Hai fatto due conti e con questa proposta salvi il bilancio.

      • Maxwell 15 Marzo 2016, 14:44

        E quella che fa la challenge tiene 150.000 euro anziché 400.000, il resto va nel “montepremi giovani” 😉

  5. cla 15 Marzo 2016, 11:50

    I giovani il salto definitivo lo devono fare all’estero, magari aprendo un’accademia in inghilterra. In italia il livello e’ troppo basso

  6. Katmandu 15 Marzo 2016, 13:01

    Per me serve un u19 ( e annate dispari per le giovanili) con una la possibilità di schierare 3 fuori quota tra le gli 1L e 2 nei restanti posti

  7. Rabbidaniel 15 Marzo 2016, 13:37

    La vecchia U19 era una categoria perfetta, l’20 troppo in là, l’18 troppo presto.

  8. giobart 15 Marzo 2016, 14:18

    Beh che serva l’under 20 credo lo sappiano tutti, ma non tutti hanno i numeri per farla purtroppo.

  9. balin 15 Marzo 2016, 15:20

    se ho letto bene ieri nell’intervista impossible il mago G ne ha detta anche una buona, annunciando che le due franchigie avranno le loro accademie, leggi U20. È un piccolo passo, almeno questo glielo darei per buono

  10. as24 15 Marzo 2016, 17:09

    in nuova zelanda già in U12 iniziano a giocare a rugby…qui in italia in U14 non sanno neanche cosa è una mischia giocano in 13 e a campo ridotto e non c’è guadagno territoriale nei calci…. In U16 e U18 troppe limitazioni, fermare la spinta di una mischia vincente a 1 metro e mezzo è l’ anti rugby….. Iniziamo a cambiare dal basso

  11. Camoto 15 Marzo 2016, 19:18

    Le superiori finiscono a 19 anni (dipende dal mese di nascita) e non sarebbe male finirle a casa propria con gli amici.
    Vero che bisogna prepararsi ad essere professionisti ma se non puoi uscire dall’Accademia quando diavolo trombi.
    Poi sponsorizzerei le squadre che garantiscono un facile accesso alle università o comunque con corsi professionali correlati, perché la carriera rugbystica finisce presto e solo per pochi garantisce un buon ritorno economico.

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