Educazione sportiva e formazione, un progetto-pilota tra rugby e atletica

Unione Rugby Capitolina da una parte, FIDAL dall’altra: in mezzo un gruppo di ragazzi che fanno entrambe le cose

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Camoto 1 Marzo 2016, 08:32

    Devo dire per esperienza personale di aver visto un paio di ragazzi passati a 12 anni dall’atletica al rugby. Non fa statistica, ma nel giro di un paio di mesi tenevano il campo molto meglio degli altri. Quindi perché no?

    • giodeb 1 Marzo 2016, 13:04

      Atletica leggera, come la ginnastica artistica, in giovane età dovrebbero essere molto formative. Un mio vecchio amico, che gioca a basket, da piccolo (gli anni delle elementari più o meno) è stato costretto dalla madre a fare ginnastica artistica (nonostante le prese per il c… di noi amichetti), oltre al basket (supportato dal padre ex giocatore).
      Adesso i risultati si vedono, perché nonostante sia alto 1,95 è davvero molto agile e coordinato dei movimenti.
      Io vedo tanti bambini oggi sui campi di rugby, ma anche di calcio, che non sanno fare una capriola!

    • gasport 1 Marzo 2016, 15:45

      Tutti gli atleti che provengono da altri sport che prevedeno un certo tipo di coordinazione in pochissimo tempo sono sotto molti aspetti allo stesso livello se non meglio di ragazzi che come unico sport hanno praticato il rugby.

      Karate, pallavolo, pallacanestro, sci, atletica…Quello che volete..

      Il grave è che nelle scuole l’EDUCAZIONE FISICA non si fa più come si dovrebbe e certe competenze utili per la maggior parte degli sport i ragazzi non le hanno più (cito solo la lateralità per non andare oltre)

  2. gsp 1 Marzo 2016, 08:58

    molto moto interessante, vediamo come va nel lungo periodo. date alla capitolina accademia, guida tecnica e presidenza federale. e magari fategli allenare anche la nazionale. ovviamente, una battuta.

  3. Mr Ian 1 Marzo 2016, 09:07

    Ottima iniziativa, il rugby prima di tutto è uno sport d atletismo e se a 10/12 anni si insegnasse per bene ai bambini a correre e muoversi sarebbe un grossissimo passo avanti per lo sviluppo della disciplina.
    Io sono sempre stato dell idea che ogni settimana una seduta d allenamento con un preparatore atletico dovrebbe essere obbligatoria

  4. ginomonza 1 Marzo 2016, 09:35

    Zebre a Roma 😉

  5. malpensante 1 Marzo 2016, 10:13

    Che abbiano poco a che spartire mi sembra curioso. Per dirne una, quando gli studenteschi funzionavano, a parte i pochissimi che la praticavano per conto proprio, quasi tutti gli altri “atletici” di istituto venivano pescati tra chi giocava a rugby. Anche qualche pallavolista per i salti. Ci sono meno ragazzi maschi che facciano atletica di quanti (sempre pochi) che giochino o giochicchino a rugby.

  6. Eva P. 1 Marzo 2016, 10:23

    Da mamma, lo trovo interessantissimo.
    Personalmente, quello che mi interessa piu’ di tutto, ora che mio figlio gioca a rugby, e’ il fatto che trascorra cosi’ tanto tempo all’aria aperta facendo attivita’ fisica. Organizzare il tutto in maniera organica, sviluppare competenze specifiche come veloicita’, coordinazione, destrezza, mischiare le specificita’ di rugby e atletica credo sia il massimo.
    Gia’ adesso, durante gli allenamenti, i suoi educatori insistono tantissimo su questo aspetto. Mi colpi’ tantissimo il discorso che fecero alla squadra, all’inizio dell’anno: “noi vi facciamo fare tanta atletica prima di passare agli esercizi di rugby (e ne fanno davvero tanta: corrono, saltano, strisciano, capriolano) perche’ vi dovete fare le gambe, i polmoni, il cuore. Gli esercizi e i percorsi che fate voi, li fanno anche i ragazzi della U16, e loro li fanno con piu’ fatica, perche’ non hanno cominciato da piccoli”.

    • fracassosandona 1 Marzo 2016, 10:59

      io ed Eva P., genitori prima che commentatori sul sito, spesso ci capiamo al volo…
      l’atletica, la ginnastica, le arti marziali, il nuoto sono sport meravigliosi che danno ai bambini una coordinazione psicomotoria che resterà nel loro bagaglio personale per sempre: imparano a lavorare su se stessi e a compiere esercizi spesso ripetitivi…
      tuttavia si divertono molto di più a fare uno sport di squadra, dove oltre tutto imparano le parolacce e a farsi i dispetti e gli scherzi (e quindi a gestire gli scazzi) da spogliatoio…
      un genitore che voglia coinvolgere il figlio sia in uno sport individuale che in uno di squadra è costretto così a dimezzare il figlio tra l’uno e l’altro, iscrivendolo a due società diverse e a gestire le relative sovrapposizioni (maledetti saggi/gare di natale e di fine anno)…
      la cultura della polisportiva (soprattutto le relative attrezzature) manca completamente in Italia, salve rarissime oasi… tuttavia per un genitore sarebbe molto bello poter fare affidamento ad un unico centro sportivo che sappia fornire al contempo le basi per l’attività sportiva e quindi indirizzare i ragazzi verso lo sport (individuale o di squadra che sia) per cui sono più portati, senza fare il giro delle sette chiese e senza dover pagare sette quote d’iscrizione all’anno…
      mi auguro che il calo demografico porti le piccole società sportive a collaborare anziché semplicemente “rubarsi” i tesserati l’uno con l’altro…
      da questo punto di vista plaudo all’iniziativa romana e mi auspico che la cosa trovi sempre più seguito…
      la questione è di coordinare più teste e siamo in Italia, quindi la vedo dura…

      nel suo piccolo San Donà quest’estate ha organizzato centri estivi per ragazzi coordinandosi con altre società sportive
      http://nuovavenezia.gelocal.it/sport/2015/06/14/news/non-solo-rugby-a-san-dona-con-estate-in-gioco-1.11619056

      la domanda che mi pongo è se sia impossibile cercare di applicare la stessa logica anche durante l’anno (al di là della questione tesseramento)…

      • McSmith 1 Marzo 2016, 12:17

        caro fracasso mi è piaciuto molto il tuo commento. Da genitore, più che da tifoso di rugby, ho notato nelle società sportive un gran guardare al proprio orticello, educatori (parola non scelta a caso) inadeguati e spesso un’ambizione spropositata di creare campioni più che sportivi (NB. in tutti gli sport).
        L’idea delle polisportive mi piace un sacco ma c’è bisogno di mezzi e persone che pensino in modo propositivo ed a lungo termine, cosa che vedo molto difficile.

      • Scrovat 1 Marzo 2016, 13:07

        Concordo in tutto, vorrei far notare come le realtà polisportive siano la base dello sport argentino (almeno di squadra), e di come siano almeno in parte paragonabili alla gestione scolastica anglosassone.

      • pier58 2 Marzo 2016, 08:09

        Concordo e vorrei sottolineare come in certe realtà del Veneto non a caso vi sono squadre competitive e società che hanno risultati, seguito e da cui escono buoni giocatori (e lasciamo stare la Benetton che è un altro film) perché in qualche modo molti ragazzi hanno praticato o praticano altri sport. Conosco un ragazzo di 14 anni che fa ginnastica artistica, dovreste vederlo come salta avversari con piroette e finte nelle partite di rugby!

      • lugra 2 Marzo 2016, 21:07

        E’ un piacere vedere tanto fervore dietro questo mio progetto; è già questo un significativo passo avanti.
        Detto questo…uno degli obiettivi di tale progetto è proprio quello di garantire e stimolare i ragazzi che praticano entrambi gli sport un’attività sportiva altamente formativa tutto l’anno (rugby sport tipicamente autunnale-invernale, atletica tipicamente primaverile-estiva). Come già detto a più interessati all’idea (spero siano sempre di più), bisogna divulgare il più possibile tale filosofia e attuarla praticamente e nel modo più giusto; solo in questo modo potrà beneficiarne lo sport in generale (a prescindere che sia atletica, rugby o altro..) in modo diffuso e non circoscritta ad una sola, o poche, realtà.

  7. Peocio69 1 Marzo 2016, 14:01

    L’atletica ha più strumenti e competenze per aiutare i bambini e i ragazzini a sviluppare le capacità motorie di base. In teoria dovrebbe pensarci la scuola, ma siamo in Italia e lo sport viene dopo … la campanella delle 16.00!
    Il rugby non può insegnare entrambe le cose e molte società lo hanno capito da un pezzo.
    L’unica a non averlo capito ancora è la FIR che dovrebbe avviare una più forte collaborazione con la FIDAL.
    Ma dimenticavo. C’è da pensare alla nuova sede, alle elezioni, alle magiate e bevute con il Responsabile Area Tecnica in questi ultimi … (troppi!) anni.
    (x la Federugby)
    Il presente è ormai andato!
    Dovreste già pianificare il “quadriennio” 2020-2024!
    E SIETE GIA’ IN RITARDO!

    • lugra 2 Marzo 2016, 22:27

      In effetti il ruolo della scuola, sopratutto nella formazione sportiva del paese, è morto da un bel po’. L’attività “da strada” o di “cortile” lo è ancor di più! Il compito delle società e delle Federazioni dovrebbe proprio mirare a compensare tale grave lacuna cercando il modo per collaborare e non di isolarsi temendo una minaccia che in effetti non c’è! Tutt’altro, ritengo che se non si farà in questo modo lo sport nazionale non avrà un bel futuro, per cui abbandono precoce, scarso reclutamento, e risultati tecnici mediamente di basso livello la faranno da padroni.

  8. gasport 1 Marzo 2016, 15:50

    Bellissimo progetto che sfonda una porta aperta…

    Andrà bene fino a quando tanti ragazzi dall’atletica non sceglieranno il rugby e viceversa..
    We are italians!!

  9. Nicola79 1 Marzo 2016, 18:29

    Fermamente convinto che se prendessimo un gruppo di quattrocentisti di seconda fascia, gli dessimo un pallone e gli spigassimo quatto regole avremmo una nazionale seven di gran lunga migliore dell’attuale.

    • lugra 2 Marzo 2016, 21:15

      Non posso che essere fermamente convinto che dove si riuscirà a realizzare tale connubio i risultati si vedranno in modo più che tangibile ovunque (seven e 15); senza ombra di dubbio nell’inevitabilmente ascendete seven, tale discorso sarà indispensabile per ambire ad alti livelli (già raggiunti anche da chi a 15 non ha storia rugbistica).

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