L’arrivo di Crowley può segnare una svolta. Ma devono essergli affiancati assistenti italiani
Il Pro12 come calamita per allenatori stranieri: un’occasione (fin qui) persa
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Apprezzo molto che Avesani abbia ricordato che Casellato se ne era andato in NZ a imparare il mestiere e apprezzo ancor di più che ne abbia sottolineato l’umiltà.
A mio modesto parere sarebbe più produttivo che i nostri tecnici andassero a imparare il mestiere altrove perché così, oltre a tecnica e modalità di allenamento, scoprono se hanno o meno quel carisma necessario: un’ottima palestra riuscire a superare le legittime perplessità degli atleti evoluti di altrettanto evoluti (rugbisticamente) Paesi. Poi non credo sia necessario andare il culo al mondo, basterebbe varcare le alpi e, se del caso, anche la Manica.
Buona giornata a tutti.
si ma chi li paga?
perchè una squadra di superrugby o di top14 dovrebbe pagare per avere un tecnico italiano
meglio pagare 3-4 tecnici stranieri e fargli gestire crescita dei giocatori e degli allenatori
Non parlo di un’emigrazione per fare l’head coach ma, con molto più realismo, di un Collaboratore del I° allenatore, un primo passo per imparare il mestiere e confrontarsi con realtà diverse e molto più evolute della nostra.
Vista così è anche economicamente diversa e f.i.r. potrebbe, credo, permettersi di contribuire al mantenimento dell’apprendista.
Del resto, Western, così fanno i nostri neo laureati che vanno in giro per il mondo a fare i loro benefici masters.
Dalle parole di Gavazzi si può capire che i giovani mandati alle Accademie sono stati usati come cavie x poter formare tecnici (?????) che altrimenti non avrebbero avuto luoghi e “materiale” dove e sul quale esercitarsi.
COMPLIMENTI vivissimi!!!
I tecnici italiani sono ahimè la componente più critica del rugby italiano.
La qualità, se c’è, non ci viene riconosciuta da nessuno al di fuori dei confini nazionali.
L’eccezione e’ rappresentata da Massimo Cutitta che è stato per anni consulente della mischia per la Federazione scozzese. E ha contribuito al successo del Glasgow Warriors in Pro12 la scorsa stagione.
Tra Premiership inglese, Top14 francese e le britanniche del Pro12, nessun Presidente si è mai sognato di mettere sotto contratto un tecnico italiano.
Chi cita De Carli, deve ricordare che la sua esperienza come assistente a Delpoux e’ durata giusto una stagione, culminata con la retrocessione in ProD2 e l’esonero suo e di Delpoux che lo ha voluto in Francia (avevano collaborato a Calvisano).
Quando un Brive, un Bath o un Newport prenderanno come head coach un Guidi, un Cavinato o un Troncon, farò pubblica ammenda.
Ma ahimè so già che non dovrò mai farlo….
E Dominguez al Tolone?
Dominguez è argentino , che vive in Francia da una vita. In Italia se c’ha passato 5 anni è già tanto…..non lo definirei un’italiano, nonostante il nonno della mamma ( nata in Argentina), e definirlo tecnico mi pare ancora prematuro…..è un’ esperimento , punto!
Sarà, per me è più italiano di tanti
Cuttitta è un’eccezione ma non dimentichiamo che ha vissuto in Sudafrica fino a 19 anni, quindi ha un background formativo molto diverso da un tecnico italiano
Che il tecnico straniero, sia affiancato da tecnici italiani da far crescere, non è una novità. Questo succede da sempre, quanti club e la stessa FIR, hanno avuto a contratto dei tecnici stranieri nella loro storia, affiancandogli tecnici e dirigenti italiani. Il problema, sarebbe di individuare il perché il nostro movimento in tutti questi anni, non sia stato in grado di recepire metodologie di insegnamento e di gestione che questi personaggi portavano…….
Assistenti ” TIROCINANTI” pagati da la federazione CON POTERE DECISIONALE ZERO… vuoi fare carriera nelle franchigie? Ti fai due -tre anni così…. Visto che non vuoi alzare il culetto e andare all estero, è anche molto e una soluzione adatta
Due e tre anni con POTERE DECISIONALE ZERO. Minchia, faranno la fila per un lavoro del genere….
Se si vuole andare bene, subito si deve responsabilizzare il tecnico, in questo caso Crowley (ma lo stesso vale anche per la nazionale) a scegliersi i suoi collaboratori, dal preparatore atletico, massaggiatore ecc. (così non si troveranno scuse per eventuali fallimenti).
Diverso argomento è la formazione di tecnici italiani, giusto farla, ma uno alla volta per formazione, ma deve avere umiltà e fare quasi uno stage, senza responsabilità!
Non si può fare mezzo e mezzo, si crea sempre confusione anche da parte dei giocatori stessi
Io sono della vecchia idea che l’allenatore si debba scegliere lo staff al completo, altrimenti poi incominciano , presto o tardi , le diatribe interne.
La squadra deve essere gestita da persone che la pensano allo stesso modo, che si conoscono e che si fidano l’uno dell’altro e se serve fuori dalle palle DoR che creano problemi.
Volere la crescita degli allenatori italiani e poi riempire le squdre di giocatori stranieri mi pare un cosa inutile e senza senso, senza parlare della Legione straniera Italiana che indossa quella maglia azzurra che fa tanto moda.
Nazionale e squdre italiane infarcite come tacchini di stranieri sì, ma non toccate gli allenatori !!!! ma per favore , smettiamola con ste dichiarazioni fasulle , basta vedere se i propositi iniziali di far giocare squadre italiane in Celtic son stati rispettati. Mi pare proprio di no.
Quotone…
I tifosi canadesi esultano perché Crowley non allena più la loro nazionale.
Mi chiedo se non ci sia posto anche per Matt O’Connor da qualche parte. 😀
Chiusa la parentesi ironica speriamo di divertirci un po’ di più, per me divertirsi significa veder giocare bene, non necessariamente vincere, quello comunque arriva di solito come conseguenza.
tifosi canadesi : sono i soliti 4 o 5 che commentano su planet rugby e che ovviamente hanno capito tutto del rugby per cui se hanno 2 o 3 giocatori professionisti che giocano in Europa secondo loro il Canada dovrebbe vincere il titolo mondiale !
ma per favore !
Crowley è stato AB come giocatore e come allenatore pure campione con U19.
Ogni sito ha il suo blocco di soliti commentatori.
Si ma tu li spacci più volte come se fossero dei geni!
A dirla tutta si era provato con Gajan alle Zebre (con l’accordo del CT della Nazionale Brunel) ad avere il tecnico straniero piu’ o meno di alto livello a guidare e far crescere uno staff italiano.
Detto questo, Crwley e’ una nuova possbilita’ di fare questo lavoro che pero’ mettiamola in chiaro, vale er 2-3 tecnici che lo aiuteranno e che sono gia’ “dell’alto livello”, non risolve neanche questo il problema di uan scuola di formazione tecnici veri.
Comunque l’opportunita’ c’e’ e volendoriconoscere a Crowley il diritto e la responsabilita’ di scegliersi gli assistenti (per evitare il “e’ stato imposto ma non era quello che volevano”) ma anche alla Fir il diritto e responsabilita’ di far progredire i tecnici italiani (motivato dall’investimento di 4 cucuzze) alla Federazione il compito di stilare una lista di una decina di tecnici da cui scegliere, a Crowley e lo staff di Treviso la scelta tra quelli.
Ma no, basta la solita trafila: allenatore di una nazionale giovanile, allenatore del Calvisano, allenatore delle Zebre…ed il problema è risolto. Facile no? 😉
finche’ funziona…
Bhè Cavinato e Guidi sono due ottimi allenatori, e lo stanno dimostrando sul campo, a riprova che a Calvisano fanno le cose seriamente e se intendono.
A parte che Cavinato ha dovuto far downgrade, ma il punto è che si ritiene che basti un percorso a tappe forzose per creare una scuola d’allenatori italiana.
ottimi allenatori ma fino a quale livello? Cavinato che risultati ha conseguito fuori dai confini nazionali?
Fino al livello a lui richiesto, ovvero la Celtic. Poi é scoppiato anche per limiti personali.
gli allenatori stranieri affiancati da assistenti italiani? nono vedo dove sia la novita’. e’ sempre stato cosi’ nella celtic. Smith, Phillips, Gajan hanno avuto tutti assstenti italiani. idem per Mallett e Brunel. eppure i risultati migliori sono arrivati da allenatori che venivano direttamente dall’eccellenza, ovvero Cavinato e Guidi.
questo non per dire che devono essere italiani, anzi. e’ per dire che davvero non rieco a segurivi su affermazioni del tipo “gli allenatori devono essere italiani” oppure “ci vuole l’allenatore straniero”. ci vogliono allenatori bravi, competenti e con aree specifiche di conoscenza. e che portino risultati. a volte anche alcuni bravi toppano, ma quella e’ la storia dello sport.
La problematica dei tecnici italiani è nota a tutti, solo la federazione non ha voluto trovare una soluzione. Anzi ricollegamento all articolo sulle dichiarazioni di Zatta, trovo assurdo il discorso sulla lunghezza dello staff, Casellato non era in grado di riconoscere la pochezza dei collaboratori a disposizione??
Sul discorso allenatori è interessante secondo me notare il fatto come la maggior parte di questi siano tutti neozelandesi, per cui penso che non siamo solo noi a doverci lamentare di questo fatto.
Ho dato un’occhiata alle statistiche è l’unico head coach che ha perso più di Treviso, Peggior piazzamento del Canada ai mondiali. Spero sia un caso.
Articolo c’entra l’obiettivo di Umberto che a sue spese va in NZ da un grande amico per impare qualche cosa in più. Bene!!!
Cita anche di inviare tecnici a 20.000 km benissimo, ma siamo in Italia quindi secondo voi chi invierebbe la FIR?
Sicuramente il panzone e l’esperto del l’alto livello per impare e forse trasmettere……. Cosa
Se paga mamma FIR questi vanno in ferie e non frega nulla, di inviare tecnici dei settori giovanili ,eccellenza , cl
E allora la questione è cambiare la FIR, non cercare scorciatoie. Come fa, appunto, la FIR. Il Board gli dà Rolland, loro lo usano per 4-5 arbitri anziché fargli costruire un percorso per tutti gli arbitri italiani, la prima cosa da fare per alzare il livello del nostro rugby. Da noi, “alto livello” ormai più che uno slogan da venditori di strofinacci è un delirio vero e proprio. Contagioso.
Perchè dici 4 o5 arbitri? Mi risulta che solo presso l’Accademia arbitrale ce ne siano almeno una quindicina a cui bisogna aggiungere tutti quelli dei vari comitati regionali ai quali non credo sia precluso, se interessati, alcun confronto coi formatori Rolland incluso.