Campi, bar e “crognolini”: con Cemicetti nel rugby che non c’è più

Nuovo appuntamento con Marco Pastonesi che prosegue nel suo viaggio a ritroso nella palla ovale italiana

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Maxwell 8 Gennaio 2016, 09:09

    …..Stavolta la prendo a due mani. Il romeno mi cinge un braccio intorno al collo, mi tira indietro e mi fa cadere a terra. Sopra di me crollano quattro o cinque dei loro e quattro o cinque dei miei. Il romeno non molla……….
    ……….non è stato un calcio’. E precisa: ‘Gli ho dato un crognolino, se no Cimicio moriva’. Il crognolino era una sua specialità: un pugno assestato con le nocche. ……..
    …….L’arbitro sentenzia: ‘Se non è stato un calcio, allora mi è piaciuto’. E si va avanti”…………..
    ………era anche un rugby: né migliore né peggiore, ma certamente diverso da quello di oggi………

    Sono contento che questo rugby sia morto e sepolto.

    • lordec 8 Gennaio 2016, 09:27

      E’ evidente che chi non ha vissuto in prima persona quel rugby, adesso non lo accetta… Anche oggi il raccordo anulare di Roma ha tre corsie e sulla A1 hanno fatto la variante di valico e nessuno vuole tornare indietro nel tempo per farsi le code in macchina, ma questo fa parte della nostra storia e non lo possiamo ne dimenticare ne stigmatizzare. I vecchi giocatori sono stati pionieri del nostro rugby e non avevano SKY o internet per vedere il rugby evoluto, e comunque erano signori del rugby. Ogni partita ma anche ogni allenamento hanno segnato un’epoca memorabile. Ad avercene!!

  2. socceria 8 Gennaio 2016, 09:39

    Io non l’ ho vissuto, ma mi manca…..
    La storia del “crognolino”, o altre simili, le ho sentite mille volte dai più e meno aziani allo stadio o al bar….e non ne farei a meno per niente al mondo!

    • socceria 8 Gennaio 2016, 09:40

      Poi è chiaro che giocarlo, quel rugby là, era utta un ‘altra roba…..

  3. 100DROP 8 Gennaio 2016, 10:01

    “un rugby: né migliore né peggiore, ma certamente diverso da quello di oggi………”.

    Ribadisco: è vero, né migliore né peggiore ma è mai possibile che di “quel” rugby si ricordino SOLO ED UNICAMENTE aneddoti con cazzotti, testate, risse.

    Non c’era altro? Di 30 anni di rugby italico, tra Società e Nazionale solo ed unicamente questo?

    Un episodio può far sorridere, due fanno pensare, tre fanno dubitare.

    Spero, un giorno, di leggere qualcosa di un po’ più edificante che non i “finti salamini” regalati ad un Funzionario FIR…

    P.S. Sono entrato in un campo di rugby , la prima volta nel 1966 e l’ultima partita di Campionato, l’ho giocata nel 1986. Per chi non c’era: vi assicuro, cari amici, c’era anche qualcosa d’altro!

    • Maxwell 8 Gennaio 2016, 10:02

      Meno male ! ! !

      • malpensante 8 Gennaio 2016, 12:58

        C’erano giocatori tecnicamente eccellenti, come poi non se ne sono più prodotti almeno nei trequarti. Un rugby diverso, con regole che non per niente sono state cambiate, per tornare su una vecchia discussione più di combattimento che di contatto. Se ne è andato Mancini proprio ieri, e probabilmente il loro rugby tecnicamente e sportivamente era anche migliore di quello di vent’anni dopo: non lo so per esperienza ma,alla fine, da ragazzino ho sentito raccontare più di gente messa a sedere con una finta che con un cartellone, più di goliardate che di cavallerie rusticane. Lo sport sta nella vita: gli anni 50 non erano i ’70 e nemmeno i nostri, la vita e le vite erano diversissime. Se capita di vedere i maestri del 5N, i downunder o i nostri in qualche filmato, anche chi non c’era ai tempi capisce che negli anni ’70 le magie e le scorrettezze da galera convivevano spesso anche nel singolo giocatore. E un trequarti non poteva non essere tecnico e veloce, se aspirava a sopravvivere, un avanti doveva avere altrettanta tecnica che coraggio per supportare una forza impressionante e una capacità di sofferenza senza limiti. C’erano gli avanti e c’erano i trequarti, la querelle degli avanti che decidono chi vinca la partita e i tre quarti di quanto. Non ho per niente nostalgia di quei tempi, come ho scritto, ma giocatori come quelli non ne abbiamo più prodotti, almeno tra i tre quarti. Fatti in casa, magari reclutati con gli studenteschi a 15 anni, spesso con qualche discreto/buon/ottimo tecnico straniero e tanto esempio dai più esperti e buoni, italiani o stranieri che fossero.

        • lordec 8 Gennaio 2016, 13:37

          Quoto ampiamente!!

        • mezeena10 8 Gennaio 2016, 14:21

          da trequarti 2 nomi su tutti: Mascioletti e Ivan!
          così qui non ne ho più visti..

          • malpensante 8 Gennaio 2016, 14:55

            Un estremo come Caligiuri?

          • malpensante 8 Gennaio 2016, 14:55

            Un Bettarello?

          • malpensante 8 Gennaio 2016, 14:58

            Vabbé, si fa torto a tanti altri.

          • vecchio cuore neroverde 8 Gennaio 2016, 15:26

            rino meglio di ivan, forse
            solo un gradino sotto luigi de joanni

          • parega 8 Gennaio 2016, 18:52

            Mia formazione ideale di quegl’anni
            Ivan …un po’ prima degl’ altri o banana visentin
            De anna
            Bettarello
            Nello
            Rino
            Mascio
            Caligiuri

          • parega 8 Gennaio 2016, 21:20

            spiego la mia ideale formazione dei suonatori di pianoforte
            de anna perche’ deve coprire e aiutare sua santita’ il betta
            betta perche’ senza non puoi starci
            nello perche’ puo’ corpire due o tre ruoli nella stessa partita e aiutare il betta in difesa
            rino perche’ senza di lui breac nn se fanno
            mascio perche’ uno che si fa’ sgroppate mete di 40 saltando gli avversari come birilli ce ne sono pochi
            caligiuri perche’ e’ rocco …un grande

  4. ambi 8 Gennaio 2016, 15:09

    Sono particolarmente interessato alla questione “meglio allora o meglio oggi”personalmente credo che molti giocatori di allora oggi non potrebbero giocare , credo anche viceversa.Ogni epoca ha i suoi campioni e le sue regole.Personalmente non mi sono mai posto questo quesito,ho sempre rispettato e ammirato ciò che c’era prima di me è anche ciò che c’è stato dopo. Ovviamente all’epoca non cerano solo botte pugni o calcio. Vi invito tutti a rivedere Italia-All Blacks giocata a Rovigo,si può vedere andando su YouTube calcando Italia all blacks 1979.Chi non aprezza il passato non può avere futuro.

    • vecchio cuore neroverde 8 Gennaio 2016, 15:31

      grande capitano
      nessuno di questi giovinotti comprende che tra quei racconti si racchiude la grandezza del ns. sport, e che anche chi non c’era ai funerali di anacleto ha pianto a distanza e che tra un pugno e l’altro sono nate amicizie che il tempo e la lontananza non hanno scalfito
      ai funerali di doro quaglio non c’erano solo rovigo ed il veneto
      c’erano almeno 3 generazioni di rugbisti, anche se fisicamente lontani

      • Bombarolo 8 Gennaio 2016, 19:58

        Veramente sono giovane e apprezzo, apprezzo moltissimo..e chiedo spesso che mi si raccontino aneddoti di quel periodo…comunque tra noi dilettanti non penso che lo spirito di fondo sia poi tanto cambiato, magari si è adattato ai tempi…

    • boh 8 Gennaio 2016, 17:43

      ambi, hai detto giusto, “Chi non apprezza il passato non può avere futuro”. Difatti, chi ci sta sopra guardacaso, hanno un profondo rispetto del loro passato e di chi lo ha vissuto e costruito…Noi invece……bah tutte ca..te

    • fracassosandona 8 Gennaio 2016, 18:42

      ambi, da semplice appassionato e papà del minirugby è un piacere poter interloquire direttamente con una leggenda…
      come dice Pastonesi, il rugby di allora non era né migliore né peggiore, semplicemente diverso… io sottolineerei MOLTO diverso…

      i giocatori di un tempo erano prima uomini che giocatori, i ragazzi di oggi sono in gran parte atleti superpreparati fisicamente che spesso non si sono ancora confrontati con la vita reale al di fuori dello sport…
      vorrei ripescare quel video dove l’allenatore del prorecco riprendeva i suoi giocatori in pullmann, ciascuno tutto preso a pinciottare sul proprio smartphone, magari con le cuffiette…
      quella è la più grande differenza tra voi e loro…

  5. vecchio cuore neroverde 8 Gennaio 2016, 15:40

    ambi ho rivisto la ns. meta ai blacks
    solo grandi giocatori riescono a segnarla
    ma forse siamo solo vecchi nostalgici

  6. vecchio cuore neroverde 8 Gennaio 2016, 20:17

    le roi de montferrand
    messieur ambrogio’ bona’

    50 caps
    superato da tal serafino ghizzoni (le roi de tempera’) che si fermo’ a 60 e vinse un campionato a 40 anni senza commettere un fallo in tutta la carriera e senza perdere mai la voglia di vivere con allegria la vita ed il rugby

  7. delipe 8 Gennaio 2016, 23:33

    Buonasera,
    Massimo rispetto per il passato! Personalmente mi piace un pochino meno il rugby moderno ma di certo non lo disprezzo. Non sto ad elencare i motivi per il quale preferisco il vecchio rugby perche farei notte ed in fondo come hanno scritto altri non ha proprio senso farlo!
    Dico solo uno dei motivi…e che comincio ad essere vecchietto ! 🙂
    Piuttosto capisco poco il motivo per il quale non si debba mettere il proprio nome in questo blog se si e una leggenda da rispettare….che si chiami Ambrogio o che si chiami Carlo…
    Nel mio caso, sono nessuno, ma solo vecchio appassionato dello sport che mi ha accompagnato una vita.
    Un caro e rispettoso saluto
    Cordialità

  8. ambi 9 Gennaio 2016, 01:22

    delipe, con molta simpatia di voglia dire che il mio nome da giocatore era ambi,per una semplice ragione, Roy Bish,un allenatore eccezionale aveva difficoltà a dire Ambrogio, tutto qua.grazie a tutti per le belle parole spese per Anacleto ALTIGIERI.

  9. vecchio cuore neroverde 9 Gennaio 2016, 02:01

    Grazie ad Anacleto di esserci stato
    Anzi di esserci, perché’ e’ solo andato momentAneamente altrove
    Tu che li vedi abbraccia i suoi figli

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