Il rugby che non c’è più: un orso gentile chiamato Anacleto Altigieri

Marco Pastonesi, dopo il ricordo di Bona, raccoglie la testimonianza di Pietro Monfeli sul pilone scomparso pochi giorni fa

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Gianangelo 6 Gennaio 2016, 09:10

    Una volta al Menta di Brescia un tifoso coglione continuava ad insultarlo, ad un certo punto s’è “rotto li cojoni” e stava scavalcando la recinzione, trattenuto a stento dai compagni. L’ho visto poche volte dal vivo ma che coppia lui e Bona.

  2. Katmandu 6 Gennaio 2016, 09:15

    Hahahahahahaha, si ma anche loro lasciare lo spezzatino con la polenta così alla merce di 3 fuscelli “amo magnato”, fantastico

  3. burger 6 Gennaio 2016, 10:02

    Grande pilone Altigieri, ma che prime linee giravano negli anni 70/80????
    questo racconto lascia un po basiti, a tratti divertenti, ma testate, cazzotti e semafori rossi…. boh
    forse era meglio lasciar stare questi episodi.. passando con il rosso rischi di ammazzare qualcuno. Monfeli tra Fiamme Oro e Benetton ne ha viste eh?

  4. malpensante 6 Gennaio 2016, 12:40

    Monfeli è un altro che non è nato con la palla ovale in mano. L’alibi principe di questi anni passati a sperperare soldi per poi venire a raccontare che è colpa della base è piccola e che, tanto, a 14 anni non si può cominciare a giocare a rugby.

  5. davy 6 Gennaio 2016, 14:05

    Splendido articolo che pero’ dimostra quanto in Italia siamo ancora troppo ancorati al passato. Volenti o nolenti quel rugby non esiste piu’ e finche’ non lo si capisce non si recuperera’ terreno su chi ci precede.

    • mamo 6 Gennaio 2016, 14:28

      Quel rugby @davy non é esatto stignatizzarlo solo come “passato”, quel rugby e quegli uomini sono la nostra storia di cui non solo dobbiamo avere un sacrale rispetto ma dalla quale dobbiamo imparare, forse imparare tutto.

    • lordec 6 Gennaio 2016, 14:33

      @davy, il passato è importante e non c’è futuro se non si conosce la storia e da dove smtvsanmarino. Dobbiamo essere riconoscenti al passato e saper riconoscere l’essenza degli insegnamenti che sono arrivati dagli uomini del passato. Mantenerne la memoria e attingere dal passato per vedere al futuro. Non è retorica ma credo fortemente che è così. Quello che ci separa profondamente da quelli che, come dici te, ci precedono, è la cultura che loro hanno maturato con molti più anni di storia Rispetto a noi. È un problema culturale e di radici più o meno profonde. Il rugby si nutre di questo… In ogni parte del mondo in ogni club del mondo la storia è alla base per la crescita e per il futuro.

    • Hullalla 6 Gennaio 2016, 14:44

      Storie del tutto analoghe vengono raccontate anche all’estero (da “chi ci precede”) in analoghe occasioni.

  6. tunga 6 Gennaio 2016, 14:34

    Fatevi raccontare da monfeli quando facendo uno scherzo questa squadra di ori buoni alle fiamme oro lasciarono uno a piedi e provatono a scappare con la macchina…….quello a piedi tirò fuori la pistola e gli sparo addosso …….si fermarono ….eccome se si fermarono……..
    Un epoca irripetibile……un epopea di prime linee incredibili……..metteteci anche gini vaghi celleno etc e capirete di cosa stiamo parlando.
    Altri tempi e a dire il vero anche …altro sport che negli anni 70 80 era diventato di una violenza indicibile.
    Ciao Anacleto. Oggi non ho avuto la forza di venirti a salutare

  7. vecchio cuore neroverde 6 Gennaio 2016, 14:51

    Tunga dimentichi Giancarlo cucchiella
    Rispetto a lui cinghia altigieri era una signora dell’alta società’
    Dopo ambi vorrei un ricordo di Paolo Paoletti e Mario piovan
    Altre due educAnde

  8. tunga 6 Gennaio 2016, 21:37

    Non l ho dimenticato era solo della generazione succ3ssiva o quasi cucchiella camilli tanfaniquando il frascati era un ira di dio

  9. San Isidro 7 Gennaio 2016, 03:24

    Altro bellissimo racconto dopo quello di ieri…la scena con Presutti è fantastica…

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