22 squadre (di cui 11 minirugby e 3 femminili) e un enorme lavoro con la base. Che dà i suoi frutti
“Speciale Serie A”, puntata numero 16: il Valsugana Rugby Padova
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
Serie A: i risultati e la classifica dopo la 18esima giornata
Tutto quello che è successo nel weekend italiano
Serie B: i risultati e la classifica dopo la 18esima giornata
Continua la corsa alla promozione in Serie A
Serie A: i risultati e la classifica dopo la 17esima giornata
Tutto quello che è successo nel weekend della seconda serie italiana
Serie B: i risultati e la classifica dopo la 17esima giornata
Continua la lotta per la promozione in Serie A: ecco cosa è successo nel weekend
Serie B: i risultati e la classifica dopo la 16esima giornata
Tutto quello che è successo nel weekend della terza serie italiana. Tre partite rinviate per maltempo
Serie A: i risultati e la classifica dopo la 16esima giornata
Cus Torino sempre più dominante nel Girone 1, mentre negli altri la sfida è ancora apertissima
Io contro il valsu ci ho giocato (serie C) ma per me rimane un mistero come han fatto a tirare su così tanto in una zona in cui gli atlei migliori se li spartivano 2 squadre con un filino più di storia nella stessa città
I miei vivissimi complimenti
La risposta e’ semplice: investendo TUTTO nel settore giovanile.
Qualunque societa’ potrebbe fare cosi’, ma bisogna sacrificare la prima squadra, per cui non lo si vuole fare.
Su quello non ci son dubbi, io stesso son cresciuto in inaugurazione società che è partita dalle soli giovanili, ma rimangono numeri importanti
Utilizzando e sfruttando al meglio sia le radici del Petrarca, presidente, allenatore prima squadra, allenatore femminile, Chris Roden ecc. tutti vengono da li’ , in più recuperando i giocatori. Anche se al Valsugana la cosa non piace si sappia , senza il travaso di più di mezza squadra U.20 del Petrarca la serie A sarebbe rimasta lontana .
Lavorano molto bene con il minirugby , non mi entusiasmano le giovanili, dove hanno favorito la competitività a scapito di far giocare più ragazzi possibile ,
Comprensibile comunque visto che i titoli servivano .
Per esempio il presidente, Fabio Beraldin, da quel che leggo in questo articolo di OnRugby http://www.onrugby.it/2013/03/26/fabio-beraldin-luomo-che-convinse-munari-e-fece-adulto-il-valsugana/
proviene dal Valsu, poi ha giocato nel Petrarca e poi e’ tornato al Valsu.
A Padova ci sono diverse societa’, per fortuna, e gli scambi di giocatori, tecnici e dirigenti da una societa’ all’altra non si contano, e il Petrarca ne ha spesso beneficiato.
Anche l’allenatore della A femminile è “nato” al Valsugana, e Chris Roden, se non sbaglio, è “neutro” perchè neozelandese.
Perché dici cosi delle giovanili ? 2 sq per categoria, non tutti le hanno, contrariamente a quanto dici, direi che è il segnale di voler far giocare proprio tutti
Almeno nominare il presidente e l’allenatore mi sembrerebbe il minimo per presentare una socitetà.
Mi sembra una scelta importante, quella di non mettere nomi di cariche del club! Mi pare di capire che la visa più importante di questa realtà sia il club non i nomi dell’allenatore o del presidente….
A parte questo, ho giocato contro di loro la mia ultima partita( causa infortunio al ginocchio), era un’amichevole pre campionato! Mi avevano fatto un ottima impressione! Complimenti!
Sono Fabio Beraldin, ala del Petrarca degli anni ’90, e Sandro Battistin.
Curiosità: hanno allenato assieme in under 20 al Petrarca.
E’ una squadra per cui nutro una grandissima simpatia…
Una federazione seria prenderebbe a modello club come questo e ne esporterebbe l’esperienza sopratutto nelle zone in cui il rugby è debole. Forza Valsu!
La migliore organizzazione che conosca. Un esempio, anzi un modello.
di questo articolo mi piace soprattutto la coerenza dei numeri tra tesserati (con ben differenziato quello degli atleti) ed il numero di squadre allestite…
in altri casi si sono sparati numeri a caso, all’italiana…