Formazione e programmazione: gli oscuri boschi del Movimento Italia

Si formano più giocatori a Rovigo, Calvisano o Padova? Una domanda che impazza nei forum ma che è mal calibrata

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Maxwell 23 Novembre 2015, 09:02

    Finalmente.

  2. gsp 23 Novembre 2015, 09:55

    Anche daccordo con la conclusione.

    Concordo che per fare l’analisi l’etá formativa va allungata a 22 se non 24.

    Peró facciamola l’analisi. E forse capiremo che molti che vogliono l’accademia sotto casa, o presidenti eccellenti, non hanno alcun diritto ad averla.

    • berton gianni 23 Novembre 2015, 10:10

      Ciao Gsp.
      Averla ? Averla e’ un uccello passeriforme…. Cosa c’entra ?? 😀

      • gsp 23 Novembre 2015, 11:05

        hai ragione gianni, visto che siamo in inverno. e’ piu’ facile vederla in primavera o estate, dove a volte si associa alla specie cugina, la famosa darla nella stagione dell’amore. errore comune e’ pensare che sia sempre di sesso femminile, ma sempre piu’ spesso se ne vedono di sesso maschile. buone entrambe dicono, dipende dai gusti.

        • berton gianni 23 Novembre 2015, 11:17

          Sottoscrivo in toto.
          Ti aspettiamo al Monigo, senza averla né darla, ma con qualche amica di…Tarantini, appassionata di Dalla.

          • gsp 23 Novembre 2015, 11:58

            🙂 🙂 con piacere!

    • boh 23 Novembre 2015, 11:36

      gsp, non concordo. Se vogliamo essere competitivi e allinearci agli altri, l’età formativa va accorciata. Son 30 anni che sono in questo sport, son 30 anni, che sento che i nostri pargoli maturano dopo…..Incominciamo a risolvere questo primo problema…..Mi fa ricordare, la Salerno Reggio Calabria e tutte quelle lungaggini tipiche del nostro sistema…….Averla!!!!!

      • gsp 23 Novembre 2015, 12:01

        boh, anch’io non riesco a trovare nessuna ragione che spieghi a fondo il ritardo formativo. pero’ rimane un fatto quasi certificato ed anche extra rugbistico, e che non si puo’ ignorare.

        ti diro’, che maturino piu’ tardi lo trovo uno dei problemi minori, quasi un non problema. purche’ si abbia un sistema che, prima o poi, li faccia maturare.

        • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 13:12

          Io non so in quale sacro testo e da quale sacra vestale stia scritta questa idiozia, come se noi appartenessimo, geneticamente ad un’altra specie umana.

          • Giovanni 23 Novembre 2015, 13:40

            Prova a tirare tre-quattro respiri profondi, ogni volta che t’appresti a commentare l’intervento di qualcuno, poi conta fino ad 8.547.083, quindi scrivi: vedrai che i concetti saran gli stessi, ma il tono un po’ meno aggressivo. 🙂

          • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 13:45

            Purtroppo fino a quella cifra non so contare, in aritmetica non ero un granchè.

          • gsp 23 Novembre 2015, 14:03

            ma hai letto quello che ho scritto?

          • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 14:07

            L’ho letto e ti ripeto che secondo me non è affatto vero che “maturano” più tardi.

          • gsp 23 Novembre 2015, 14:52

            e’ vero che non c’e’ spiegazione logica per cui maturano piu’ tardi? o non e’ vero che maturano piu’ tardi?

            sono due cose diverse. penso che fino ad oggi, ed in modo abbastanza generalizzato nello sport i nostri maturano un po’ piu’ tardi, e sto parlando di maturazione nel complesso.

          • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 15:05

            Credo sia una generalizzazione abbastanza infondata. Paltrinieri è diventato campione europeo a 18 anni e campione mondiale a 20. La Pellegrini ancora prima. Vanessa Ferrari ha vinto l’oro nel corpo libero a 16 anni. Alessia Trost a 18anni ha vinto il mondiale Juniores.
            Mi fermo qui.

          • gsp 23 Novembre 2015, 15:11

            stai parlando di eccezioni infatti e soprattutto di campioni.

            mi sembra abbastanza oggettivo che fino ad oggi un ritardo di maturazione nello sport ci sia stato. ma non ti voglio convincere.

          • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 15:34

            E le ragazze che hanno vinto il campionato di volley Juniores femminile in agosto? Anche quelle un’eccezione?

          • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 15:35

            Campionato mondiale juniores femminile

          • gsp 23 Novembre 2015, 15:42

            juniores e maturazione sono quasi un ossimoro. c’e’, il ritardo c’e’.

          • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 15:56

            Ma se le nostre ragazze juniores al mondiale di categoria battono quelle del Brasile, Polonia e Stati Uniti di che ritardo vai parlando?

          • gsp 23 Novembre 2015, 16:18

            Niente. Stiamo parlando di atleti maturi e tu mi parli di juniores. Secondo me stai cercando di dire delle cose diverse.

            Ad oggi i nostri atleti maturano piú tardi, forse perché esordiscono piú tardi, o nel rugby hanno lacune tecniche piú larghe da recuperare, ma maturano piú tardi. Il fisico non centra nulla.

            Se mi dici che I nostri atleti maturano alla stessa etá degli altri, lo accetto e me ne faccio una ragione.

          • xnebiax 23 Novembre 2015, 23:02

            Le u18 di rugby in italia, si leggeva qui su onRugby qualche settimana fa, fanno la metà delle partite che fanno nel Regno Unito. Per crescere devi sbagliare e riprovare e avere occasione di provare sul campo quello che fai in allenamento.
            Giocare la metà mi sembra probabile sia uno dei possibili motivi.
            Io un ritardo chiaro lo vedo, nel rugby, altri sport non lo so. Se AdG non vede un ritardo non lo capisco, ma io vedo che i giocatori italiani quando esordiscono giovani, mancano ancora di sicurezza in molte skills. Solo un esempio: Campagnaro e il non tenere la palla a contatto o gli offload a caso. Col cavolo che in un altro paese lo facevano esordire in nazionale senza prima correggere queste lacune. Ma loro non ne hanno bisogno, perché a 20, 21 anni (in NZ anche 18, 19) di lacune così, quelli che poi esordiranno, già non le hanno più.

          • Alberto da Giussano 24 Novembre 2015, 05:04

            @xene se dimentichi le parole per strada è un bel problema. Non stiamo parlando di “ritardo” generico, ma di “ritardo di maturazione” che è un concetto didattico ben preciso.
            Se un individuo è in “ritardo di maturazione” significa che non ce la fa a imparare quello che hai da insegnargli. Significa che non ce la fa ad esprimere tutto il suo potenziale rispetto ad altri.
            Il fatto che i ns U18 o U20 siano più indietro degli allblacks lo vede anche un cieco ,imputare ció ad un “ritardo di maturazione” dei nostri non sta né in cielo né in terra.

        • nonno1 23 Novembre 2015, 18:37

          Per una volta sono d’accordo con ADG.
          La faccenda del ritardo nella maturazione sportiva degli intaliani è una delle tante leggende priva di un qualsiasi fondamento.
          Se i giovani maturano tardi è solo perchè non gli si da l’occasione o la possibilità di maturare prima e ciò vale per il rugby, ma anche per il calcio e per quasi tutti gli sport di squadra in particolare. E’ miopia delle ns strutture e non genetica o altro. Si matura se si ha la possibilità di allenarsi, essere formati e giocare ad un certo livello
          La dimostrazione la stiamo vedendo proprio in questi anni nel rugby quando, senza soldi, le società si sono viste costrette a far giocare i giovani che dimostrano di essere quasi sempre all’altezza.

  3. Stefo 23 Novembre 2015, 10:25

    Tante cose di “buon senso” in questo articolo a partire dall’u;timo paragrafo, io non posso che ripetere che spero che eni prossimi mesi el persone che si candideranno alla PResidenza della Fir chiunque esse siano, incluso l’attuale Presidente Gavazzi, si concentrino nel parlare diq ueste cose, di presentare la loro “visione” ed i progetti/programmi al riguardo.

    • Giovanni 23 Novembre 2015, 10:45

      Il presidente parlerà del passato prossimo, non tanto del futuro. Andrà snocciolando la riduzione della tassa celtica, la seconda poltrona nel board WR, l’organizzazione del mondiale junior, il terzo posto dei mondiali con qualificazione al 2019, la bontà del lavoro delle accademie, la creazione della terza coppa e minimizzerà fallimenti societari (tipo Prato) e il famoso 1.33%. Poi parlerà della nuova sede imperiale, della necessità necessaria di estendere a 150 le accademie e che i risultati verranno…con calma.
      Tocca all’opposizione – se esiste – darsi da fare: da un lato mettere in luce fallimenti, contraddizioni, conflitto d’interesse e figure di cielo della gestione uscente, dall’altra presentare un programma concreto, fattibile, tarato sul breve-medio-lungo periodo, che proponga interventi chiari e ben mirati su tutti gli aspetti della filiera e del domestic (punto debole della proposta gavazziana) e, sopra ogni altra cosa, che abbia trovato la più ampia condivisione possibile a livello nazionale. Ad oggi c’è stata solo una riunone tra vecchi nemici veneti alla “volemose bene” che, alla prova dei fatti, ha visto cascar l’asino quasi subito con Zambelli che dice no ai permit.

      • malpensante 23 Novembre 2015, 11:04

        Zambelli sui permit dice una cosa precisa e tutta incentrata sul rapporto con Treviso: “Inutile mandare i nostri ragazzi che poi si allenano e non giocano”. La gestione dei pp, al di là della minchiata federale del “se la sbrighino tra loro”, è stata molto diversa tra Benetton e Zebre. Anche nei primi anni di Celtic, sia Treviso che Aironi hanno programmato sui permit e quasi sempre quelli chiamati andavano in campo o in panchina, non in tribuna o a casa.

        • Giovanni 23 Novembre 2015, 11:16

          Non stavo criticando la dichiarazione di Zambelli in sè, ma solo sottolineando che, al primo stormir di foglie, i buoni propositi scricchiolano.

          • malpensante 23 Novembre 2015, 11:52

            Sul resto sono d’accordo da sempre: l’oppositore nel rugby italiano, dopo la fregatura del 2004, per paura di perdere con un programma finisce per perdere senza un programma.

  4. carpediem 23 Novembre 2015, 10:38

    probabilmente avete ragione, un mix di clubs/accademie (poche e in zone disagiate rugbisticamente) sarebbe la cosa migliore.
    un poco di soldini per portare un 3-4 tecnici capaci in Itay per far formazione- mischia-difesa-skills e calci) sotto un DOR.
    una cosa che vorei chiedere agli indigeni beneventani (e non): avete creato diversi buoni atleti e vedo che anche le ragazze si danno da fare egregiamente.
    suggerimenti?
    parliamone.

  5. Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 10:52

    Io credo invece che l’analisi sia insufficiente.
    Essa parte dal presupposto che l’attuale sistema di presidio territoriale sia sufficiente ed in grado di operare un reclutamento di qualità.
    Io credo che non esista niente di più inesatto e illusorio.
    Il ritenere che la mancanza di “esplosione” di atleti di livello internazionale sia solo il frutto di una insufficiente formazione dei ragazzi è un’analisi molto parziale e incompleta.
    La razionalizzazione dell’esistente andando alla riduzione/riqualificazione delle strutture federali territoriali come ipotizzato dall’articolo, è corretta, ma si tratta di una razionalizzazione appunto. Non di una riprogettazione della capacità di reclutamento, che è la vera lacuna del sistema.

  6. Mr Ian 23 Novembre 2015, 10:57

    Articolo all insegna del buon senso, la soluzione proposta sarebbe benefica sia per i clubs dalle grosse aspirazioni, sia alle zone un po’ più depresse…
    Una piccola riflessione, si celebra tanto il campionato di serie A, effettivamente molto interessante e a detta dai molti dai buoni contenuto tecnici e dagli spalti “pieni”, forse più dell eccellenza…
    Nei fatti però queste squadre quando poi arrivano al piano di sopra annaspano…
    Stiamo forse celebrando il downgrade del rugby italiano? Perso l l eccellenza ormai non è più sostenibile?
    Prima degli junior sarebbe il caso di rivedere il sistema squadre senior per fare una grossa Eccellenza, per me rimane sempre valido il discorso Squadra senior legata al CdF e relativi campionati…

    • malpensante 23 Novembre 2015, 11:35

      La serie A diverte, niente folle su spalti che magari neanche ci sono, niente fenomeni, niente meraviglie. Ma è un campionato vero”, dove chi è forte se la suda tutte le domeniche, se no perde anche con quelli molto meno forti e, non ce lo nascondiamo, meno ricchi. E’ il principio della competizione, e la formula aiuta moltissimo. Anche nella prima fase, partite che valgono zero in classifica per tutte e due le contendenti non ce ne sono e quelli piccoli si ammazzano anche per un punto di bonus. Sono squadre che si allenano più che possono, ma non da professionisti. Quando arrivi in A spesso non basta, si è visto con la Capitolina che ci ha provato. La questione è che a 1500 euro al mese, se li prendi, non puoi fare il professionista ed è difficile mantenere sia i giocatori migliori sia pagare quelli che restano. Ci aggiungi che da prendere hai eventualmente solo giocatori pro tagliati e stranieri che non sempre azzecchi, e si capisce come sia difficile per il club andare a competere con chi invece i giocatori (anche i tuoi) li può prendere, o ce li ha già. Da spettatore, in A vedo un rugby molto meno speculativo, ostruzionistico, meno lento e con un numero di minuti giocati enormemente superiore. Ma io non sono un tifoso, e capisco chi invece è attaccato al risultato . La questione è che se chi segue il rugby sono i tifosi, ricavi e sponsor non bastano per un campionato pro.

      • malpensante 23 Novembre 2015, 11:43

        Dimenticavo, anche la A tiene insieme squadre forti con altre che quando arrivano dalla B fanno una enorme fatica o addirittura rinunciano, ma è conseguenza di una Eccellenza a 10 con una sola retrocessione e senza play out che consente di sopravvivere agonizzando. Vinci due partite, e il tuo campionato è salvo.

      • gsp 23 Novembre 2015, 11:56

        e se fai una analisi seria della formazione, va a vedere che probabilmente molte delle squadre in A avrebbero piu’ titoli per richiedere finanziamento per la formazione di squadre, anche titolate, in eccellenza.

      • TESTAOVALE 23 Novembre 2015, 13:49

        copiare i paesi piu’ evoluti allenandosi molto di piu’ che adesso ,basterrebbe dare un po piu’ soldini(120 milioni solo al nord invece di darli ai parenti e amici dei poltici inboscati negli uffici a giocare a tetris per esempio) , e’ inutile che ci inventiamo quali soluzioni ,spaccarti le ossa per lo stipendio di un bidello parttime non e’ da tutti , solo pochi sono disposti a tali scarifici per ottenere risultati migliori

    • Mr Ian 23 Novembre 2015, 12:25

      La mia non era una critica alla serie A stiamo attenti, intesa così rimane qualcosa di romantico dove si respira il vero profumo del rugby. Purtroppo però 10 anni fa non speravamo di arrivare dove siamo oggi….
      Sul discorso di premiare questi club sono d accordissimo, ma strutturare la cosa in maniera diversa…

      • malpensante 23 Novembre 2015, 15:09

        Ian, è un romanticone chi pensa che si possa fare un campionato pro a 8, e ovviamente a numero chiuso. Pensa te che attrattiva potrebbe avere con 15-20 partite in tutto sempre tra i soliti e con 5 squadre in un raggio di 50 km. Pensa che squadroni metti su con un paio di milioni federali a testa. Una mezza celtic nostrana, senza retrocessioni, che costa alla fine di più di quella attuale. Con tutto il resto, a quel punto che ci facciamo?

        • Mr Ian 23 Novembre 2015, 15:29

          Io penso che un campionato regionale si potrebbe fare, con regioni magari più sviluppate che propongono due squadre o più, 3 venete, 2 lombarde, 3 emiliane, 2 toscane, 2 romane, 2 per il sud italia più isole. Tutto il resto campionati interni dove lo scopo principale per i giocatori sarà arrivare alla selezione finale, le accademie saranno dei serbatoi interni e per un pò non arriveranno stranieri, se non 2 per squadra…io non penso che costi tanto di più di ora…

          • malpensante 23 Novembre 2015, 16:48

            Ian, sei già a 14. Fai uno sforzo, arriva a 16, fai 4 gironi con gli incroci e i su e giù e ci gioca chi decide il campo. Lascia perdere le frankestige: una c’era, concreta e con tutti i presupposti teorici, ed è finita in Tribunale. Se qualcuno le vuol fare, faccia, ma niente ogm in laboratorio. Se i soldi per il pro non ci sono per 8, non ci sono neanche per 10, 12, 16. Non ci sono 40000 spettatori per turno e sponsor nemmeno da miseri 100000, non ci sono volontari per fare il professionista a 1500 euro se va bene. Ci sono invece sempre più ragazzi, a partire da diversi ex accademici, che dopo 10 anni di rugby smettono del tutto quando si rendono conto che quella è la sonata del giovane professionista top class italiano, pensa che meraviglia. Per la delusione, che deriva da chi li ha illusi anziché farne dei giocatori. Possiamo permetterci un campionato domestico semipro; se proprio vogliamo un livello pro, due celtiche è il massimo a cui si può arrivare, sempre che abbia un senso e che si trovi chi tiri fuori due soldi veri e di tasca propria. Soprattutto non ha senso spendere una marea di soldi per laureare 30 professionisti all’anno con 4 anni di accademia annessi, e non preoccuparsi della qualità generale del nostro rugby, dai nani ai ragazzotti, che è l’unica cosa che determina la qualità dei nostri campionati presenti e futuri.

  7. Antonio9 23 Novembre 2015, 11:16

    Io invece trovo l’articolo estremamente modesto e superficiale , o forse ne manca una parte ?
    Dove sono i dati per arrivare alle conclusioni? come si fa ad arrivare alle conclusioni senza abalizzare i dati?
    Io spero che ne manchi una parte, perchè non è una impresa impossibile andare a valutare il lavoro sia dei club che dell’Accademia.

  8. Hrothepert 23 Novembre 2015, 11:40

    OT: Secondo me io sto sulle balle a quelli della redazione, i quali mettono volutamente le foto con i “parrucconi” per farmi innervosire!!!

    • Giovanni 23 Novembre 2015, 13:51

      🙂 Quando scendi a Roma, ad unirti (rugbysticamente, non in altri sensi) alla banda di scioperati romano-partenopei?

      • Hrothepert 23 Novembre 2015, 14:02

        Quando riporteranno il Rugby in uno stadio idoneo per poter assistere ad un match come si conviene!!! 😉

        • Giovanni 23 Novembre 2015, 14:29

          Ci sono anche i pub e ci son le squadre romane. Fai come me: unisci un sabato di 6N seguito da un posticipo romano alla domenica.

  9. Rabbidaniel 23 Novembre 2015, 11:51

    OT
    Mi corre l’obbligo, pur essendo stato in absentia, di condividere il mirabile operato del Nostro Amatissimo Presidente Berton Gianni, unico e immarcescibile, e del manipolo di ardimentosi che hanno affrontato le intemperie per issare il nome di Onrugby sul pennone più alto di Monigo: @jock, @Giovanni, @mauro, @fracassosandonà.
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    • Stefo 23 Novembre 2015, 12:28

      Grazie a Gianni ma soprattutto direi graie ai giocatori ed a Casellato per la gentilezza ed il senso di ironia con cui si son prestati alla cosa…

      • Giovanni 23 Novembre 2015, 14:03

        Tutti simpatici e disponibili, un vero piacere averli incontrati.

    • Katmandu 23 Novembre 2015, 12:28

      Hahahahahahaha

    • gsp 23 Novembre 2015, 12:35

      spettacolo. grazie mille ai giocatori ed a Casellato.

    • fracassosandona 23 Novembre 2015, 12:53

      il sottoscritto ardimentoso sicuramente ma non meritevole quanto il dinamico duo Andycri ed i summenzionati…
      un pensiero a Camoto, disperso nella bufera, così vicino eppur così lontano…
      mi viene il dubbio non ci abbia trovato perché in cerca di suoi coetanei…

      w la presidenza laica e laida di onrugby…

      ps: la prossima volta ci portiamo il thermos di vinbruè da casa….

    • jock 23 Novembre 2015, 12:58

      Spero alla prossima @rabbi.

    • mauro 23 Novembre 2015, 12:59

      non dimentichiamo andycri e cheeshire cat (spero di aver scritto giusto) anche loro del manipolo di arditi che violarono la sacralità del terzo tempo.

      • jock 23 Novembre 2015, 13:03

        Ara che xe scrito sbajá. Prosima volta, no che ti ne moli sentai in gola.

        • jock 23 Novembre 2015, 13:04

          In tola, t9 dei miei

          • jock 23 Novembre 2015, 13:05

            Quanti porchi le hai tirato, e per quanto tempo e in che lingue, alla inglese seduta dietro di noi? E con l’arbitro?

          • mauro 23 Novembre 2015, 14:12

            ciò vecio, son fato cussì, se no mando in mona qualcheduni no me par beo…sabo gero in stereofonia tra i fis_ci del mona de Francia e a simia inglese 😉

      • Giovanni 23 Novembre 2015, 13:53

        Un grazie di cuore a voi che vi siete sorbiti acqua, vento ed una triste prestazione biancoverde, pur di stare assieme a me al Monigo. Un abbraccio fraterno a tutti.

        • mauro 23 Novembre 2015, 14:18

          Giovanni, sempre a disposizione per ogni evenienza che ti porti in Veneto, Il piacere, un vero piacere, è stato tutto mio.
          Almeno così adesso puoi capire cos’è il regby per noi: puro divertimento ed amicizia, come quella dimostrata da Umberto, Alberto, l’avvocato, Ciccio e Montauriol che si sono prestati al gioco sorridendo nonostante la partita (e la faccia di Montauriol lo dimostra ampiamente).
          Se servono carte nautiche per risalire con San e Sergio fatti sentire. A la prossima, con il bel tempo si scherza anche di più.

    • malpensante 23 Novembre 2015, 13:46

      Fantastici.

  10. Katmandu 23 Novembre 2015, 12:54

    Diciamo che la verità sta nel mezzo la Fir ha dovuto percorrere una strada che non sta dando frutti perchè i club non riuscivano a formare giocatori ad un livello adeguato, ma d’altro cantoni sembra farlo nemmeno la fir
    Quindi iosarei per un sistema molto più celtico con le due franchigie che devono diventare il vero riferimento per il territorio anche e soprattutto a livello giovanile

    • tony 23 Novembre 2015, 13:48

      ecco Kat un’analisi sincera e ‘al di sopra delle parti” …. poi su come risolvere il problema parliamone.

      • Stefo 23 Novembre 2015, 14:01

        scusa tony ma al di la’ del concordare o meno sulle cose, tdi devo chiedere una cosa perche’ non vorrei fraintendere o magari non vorrei arrivare a conclusioni perche’ tu ti sei espresso male.
        Pensi che quello che scrivono altri al di fuori di kat e che non vedono per forza la soluzione nelle franchigie o nelle accademie, o in un mix come propsoto da Paolo o altro, non sia un’analisi “sincera e al di sopra delle parti”?Chairisco che tu possa concordare o meno con kat e’ una cosa, che tu pero’ ti permetta di indirettamente definire cose scritte da altri come non sincere o al di sopra delle aprti e’ una cosa ben diversa…quindi vorrei ben capire cosa intendi.

  11. andycri 23 Novembre 2015, 14:14

    Anch’io ringrazio tutti per la piacevole compagnia.
    @Fracasso non sai cosa ti sei perso dopo che sei andato via…è stato davvero uno spettacolo.. grazie ai nostri amici e alla disponibilità e simpatia dei giocatori e di Casellato.
    A presto.. tanto io “purtroppo” ho l’abbonamento e quindi al Monigo ci sono sempre.

    • Rabbidaniel 23 Novembre 2015, 14:19

      Chiedo venia se non ti ho citato nell’elenco dei presenti, ma non ti ho visto nelle foto che mi ha girato il presidente 😛

      • andycri 23 Novembre 2015, 16:57

        Tranquillo..nessun problema. Spero ci vedremo a una delle prossime partite assieme al resto della compagnia

  12. Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 14:54

    Vorrei riprendere il concetto di maturazione degli atleti.
    Io credo, voglio sperare, che l’estensore dell’articolo faccia riferimento ad una “maturazione agonistica” che arriva più tardi e non fisica e o tecnica. Se la prima ha un senso le altre due certamente no. La maturazione fisica arriva nello stesso periodo sia nei ragazzi gallesi che italiani, le skills vanno poi insegnate ( se si vuole che siano correttamente apprese) nelle stesse fasi della crescita e comunque il prima possibile sia in Italia che in Irlanda.
    Ma se la carenza di competizione agonistica adeguata determina un ritardo di maturazione agonistica è anche la più semplice da sistemare:basta togliere i ragazzi il prima possibile dalla “bambagia accademica”.
    L’idea che i ragazzi debbano continuare ” l’apprendimento formativo accademico” anche dopo i 20 anni è raccrapicciante. Secondo me è contropruducente anche dai 18 ai 20.

  13. pallaro 23 Novembre 2015, 15:16

    buongiorno
    premesso che nel rugby arrivano ragazzi/bambini che sono “gli scarti” (bruttissimo termine) degli altri sport… perchè le offerte sono maggiori sia a livello di marketing che culturale nelle altre discipline, credo che il problema tecnico sia il fulcro del discorso.
    Semplice:
    quando un ragazzino non ha capacità motorie, il livello tecnico è deficitario (dissociazione upperbody per il passaggio, accelerazione, balzi, ecc), e da qui partono i molteplici problemi di competitività e di conseguenza competizione. A questo va aggiunto che le direttive federali sono basate sul progetto “fisicità” anzichè capacità tecniche, e quindi ragazzi che sono momentaneamente indietro ne subiscono a livello tecnico e soprattutto mentale, cambiando nella maggior parte dei casi disciplina.
    questi sono solamente due aspetti problematici macroscopici. Da questi due le conseguenze sono infinite…

    • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 15:21

      Tu hai messo i piedi nel piatto della minestra. Io spero che tutti leggano queste tue poche righe e che ci si renda finalmente conto che fino a quando non ci sarà un progetto che modfichi gli attuali parametri e consuetudini di reclutamento la situazione non migliorerà di un micron.

      • pallaro 23 Novembre 2015, 15:34

        sono anche dell’idea che nelle proprie Società si debba procedere in tal senso, senza aspettare eventuali nuovi parametri. Perchè la MISSION di un educatore-formatore-allenatore è FORMARE giocatori.

        • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 15:36

          Giustissimo ricercando strade anche in autonomia rispetto a quanto le sacre leggi stabiliscono.

  14. fracassosandona 23 Novembre 2015, 15:37

    per fare un certo ragionamento serio occorrerebbero un centinaio di cartellini (nazionali, accademici, celtici, U20) e vedere quando e dove ciascuno dei ragazzi abbia cominciato a giocare e dove abbia poi proseguito, e compilare quella che io chiamo “caratura” del giocatore di interesse nazionale…

    a mio avviso si “scoprirebbe” che parecchia gente ad esempio è passata prima o poi per il Petrarca, che ha le sue antenne belle ricettive sul territorio, non solo padovano (i Sarto mi risultano essere di Verona)…

    in ogni caso questo lavoro va fatto e sulla base di questa “caratura” andrebbero corrisposti contributi federali in favore delle squadre che hanno bene operato nella formazione, in ragione delle effettive chiamate in nazionale o ogni qual volta ci sia un trasferimento oneroso da un club ad un altro…

    la FIR non deve premiare le prime quattro dell’eccellenza né scialacquare quello che sta spendendo in contributi celtici ed accademie a go-go…

    se la maggiore convoca un giocatore che ha sempre militato nel mogliano, do 3000 euro al Mogliano…
    se convoca un giocatore che ha fatto il minirugby a Casale, l’under12 e 14 a Mogliano, l’under 16 e 18 a Treviso do 1000 euro a ciascuna società…
    se Treviso si compra Steyn non do un ca22o a Mogliano e nemmeno a Calvisano (piuttosto faccio versare i 20.000 euro alla Federazione per non aver pescato in italia, altro che contributo per lo scouting di equiparabili…)
    il campionato U18 elite andrebbe sovvenzionato più dell’eccellenza…
    l’under20 va ricostituito in chiave “academy” legata ai club di eccellenza e pro12, con un tesseramento che consenta l’impiego in entrambi i campionati…
    questo permetterebbe ai club di avere una convenienza a potenziare il settore giovanile… certo è che i ragazzi glieli devi lasciare e non rapire con le accademie…

  15. tunga 23 Novembre 2015, 15:58

    ovviamente non posso che condividere, con chi ha scritto delle capacità motorie dei nostri ragazzi.
    Che non maturano in ritardo ma sono meno destri degli altri e la piramide tecno fisica che si costruisce non può andare di pari passo a quella degli altri.
    Le accademie reclutano dei ragazzi già indietro e fanno un lavoro ma non possono colmare completamente gli anni persi.
    perché?
    perché per alcune qualità oramai è tardi e per altre ci vorrà tanto lavoro.
    Se non mettiamo le mani sui programmi dei bambini piccoli non ne usciamo.
    Un esempio.
    Vedo fare delle navette a bambini di 8 o 10 e 12 anni.
    a cosa servono?
    tempo perso.
    quanti degli allenatori dei bambini hanno conoscenze profonde sui sistemi energetici e sulla motricità?
    Qui va fatta la rivoluzione.
    Condivido anche che in italia in media i migliori atleti sono risucchiati dal calcio dalla pallacanestro e pallavolo.
    E anche in questo dobbiamo trovare una soluzione condivisa.

    • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 16:01

      Tunga sei un genio, ma scrivi di più su questi temi non lasciarmi da solo che mi fai fare la figura del vecchio presuntuoso rompipalle!!

    • TESTAOVALE 23 Novembre 2015, 16:20

      in ITALIA sara’ sempre cosi’ perche i nababbi italiani investono nel calcio e vogliono un ritorno che sia mediatico politico ecc , i ragazzini crescono col legando il calcio alla ricchezza e alla fama ed il rugby alle botte .cambiar tendenza la vedo impossibile

      • mauro 23 Novembre 2015, 17:30

        guarda che gli ultimi nababbi del calcio si chiamano Tohir e Bee, mentre l’ultimo nababbo del rugby si chiamava Benetton.
        Non c’è interesse ad investire nello sport, per mille ragioni, la prima è chiaramente quella fiscale.
        Se diventa mecenatismo dopo un po’, tanto o poco che sia, ti rompi la balle.

  16. Antonio9 23 Novembre 2015, 16:58

    Non sono per nulla d’accordo . Sfatiamo alcuni miti :

    – “Gli altri maturano prima e arrivano prima ad alti livelli” : Primo, non è del tutto vero, perché in Pro12 , AP o Top14 un ventenne in prima linea è l’eccezione e non la regola , titolari poi delle mosche bianche.
    Secondo , in tutti questi posti, i 20enni che giocano a rugby , anche se sono nelle academies o CdF dei club possono fare delle presenze in prima squadra e poi tornare a giocare nelle seconde, espoirs o college che siano, oltre alla possibilità di prestiti e doppi tesseramenti.
    Terzo , in tutti questi posti la quantità di giocatori è maggiore della nostra, e quindi è più facile che esca fuori il “fenomeno” solo per via dei numeri, in più l’accesso ad alti livelli è libero e non ingabbiato in percorsi obbligati dai 16 anni in su.

    “Le capacità motorie dei nostri ragazzi sono scarse” .Altro mito, o meglio è vero ma non è qui la differenza , altrimenti perché le differenze con le altre nazionali del 6N (con le quali ci sono occasioni di confronto) sono basse come U16 e U18 ed ESPLODONO con la under 20? . Dov’è la differenza con gli altri?

    “I Club italiani non formano giocatori di qualità” altra mezza verità : restando all’eccellenza, alcuni non sono stati in grado di formare che 1 o 2 giocatori da Nazionale in 10 anni di attività , altri ne hanno formati cinque o sei volte tanto. Facciamo il confronto fra gli uni e gli altri? Detto brutalmente : chi ha lavorato meglio è stato premiato ed gli altri puniti?

    • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 17:07

      Mi sembra che come minestrone non c’è male.

  17. eurobatman 23 Novembre 2015, 18:10

    Mi pare che il Petrarca abbia dato tanto negli anni.. Marcato, Bortolami, i Bergamasco, Ghiraldini e ora i Sarto

    • burger 23 Novembre 2015, 18:32

      E Rizzo! Insomma non male, prossimamente si spera anche in Barbini
      Ma a Padova e’ cambiato il settore tecnico giovanile compreso il Responsabile, vediamo se sapranno ripetersi ma gli ultimi risultati non parlano molto bene. Mogliano ha la ‘fortuna’ di avere il centro di formazione e cosi’ l’opportunita’ di tesserare buoni giocatori

  18. tunga 23 Novembre 2015, 18:32

    merita una risposta………..
    in u 16 e 18 la differenza non è molta , ma c’è perché ancora non si è cominciato ad alzare la piramide delle informazioni tecno tattiche.
    Siamo ancora alla base che più è grande e più permetterà di costruire in alto e in fretta………..si impara prima se la base è buona.
    Quando la base motoria è all’inizio, le differenze si noteranno poco, ma negli anni successivi questo diventerà più evidente.
    Non è vero che ora e per sempre il calcio avrà più appeal.
    Ce l’hanno pure pallaccanestro e pallavvolo eppure la nostra nazionale, poco vincente, ha un gradimento altissimo.
    Sono i progetti e le strutture che mancano.
    I progetti di reclutamento sono gli stessi di 40 anni fa, una preistoria.
    Esiste una app per indirizzare al rugby?
    esiste uno studio statistico sui motivi di avvicinamento?
    un ‘indagine di mercato su cui lavorare.
    Che rivoluzione si è avuta sugli impianti?
    Nessuna
    il vertice, Benetton ha uno stadio antiquato e per di più senza tribuna coperta.
    e gli altri…………..preistoria.
    A roma non esiste uno stadio intermedio all’olimpico.
    A parma c’è lo stadio ma non si riesce a riempirlo.
    Domanda: quante risorse sono state accantonate per riempire lo stadio?
    Il 30% del budget il 40% il 20%
    macchè!!!!
    in una società privata non di rugby che investe e spende quasi 10 milioni di euro, quanti dirigenti e manager che la fanno funzionare ci sono?
    Quanti ce ne seno nelle zebre e Benetton che si occupano solo di propagandare, sperimentare innovare e riempire lo stadio e il consenso delle città vicine.
    forse 1 o 2 o nessuno?
    ma vi rendete conto di quello che facciamo?
    Siamo all’età della pietra, 30 anni fa il motore erano le fatturazioni truffaldine, fino anche a 10 a 1 oggi tolte quelle non abbiamo altro.
    Volete un esempio?
    quanto spende una società di queste per affitti giocatori staff all’anno, per quanti anni?
    e se si fosse fatto un mutuo e le case le avessero comprate o addirittura costruite si avrebbe avuto un capitale che dava un’elevato valore all’azienda.
    Insomma …………avoglia ad inventare cose nuove.
    Condivido anche che all’estero i giovani hanno molte più possibilità di giocare a livelli variabili con continuità

    • TESTAOVALE 23 Novembre 2015, 19:19

      se il presidente delle zebre avesse una TV NAZIONALE be i giocatori li vedresti spesso in tv e vicino a belle donne ,moltiplica per diversi anni e altre societa’ , la base della piramide come giustamente dici sarebbe ben piu’ anpia ma e’ solo un mio cruccio niente di piu’. il presidente del consiglio che faceva le leggi per la propria azienda dall’immagine vincente ne ha ricavato altro che fatturazionihahahah

      • alfrba 23 Novembre 2015, 23:17

        Hai fatto proprio l’esempio giusto, il breve innamoramento del Cavaliere per il rugby abbiamo visto che effetti ha avuto, a Milano (e, a cascata, anche altrove)…

    • fracassosandona 24 Novembre 2015, 09:07

      Tunga con me sfondi porte aperte…

      faccio un esempio banale: la Champions Cup di rugby è un evento mediatico mondiale, oltre agli europei se la guardano in SAF, in NZL, in Australia e tutti gli altri minchioni come noi sparsi in giro per il mondo…
      può essere che una partita contro i Tigers debba giocarsi davanti a 2000 eroi (di cui 400 inglesi) all’addiaccio, senza che nessuno in tutto il veneto sapesse che si ospitava una delle più forti squadre inglesi?

      tra quindici giorni arrivano i campioni di Francia, capitanati da Parisse… prodotto ancora più facile da vendere… oltre a due trafiletti su gazzettino e tribuna (sia mai che mattino di padova e nuova venezia non possano coinvolgere quelli appena fuori porta) non si vedrà altro…

      su questo argomento si potrebbe andare avanti per ore…

  19. burger 23 Novembre 2015, 18:36

    Siamo passati dai fondamentali, alle skills e adesso vai di tecno

  20. osservatore 25 Novembre 2015, 22:57

    io per questi ragazzi piu che di maturazione parlerei di masturbazione ihihihihihihihihihihihihihihihihihihihihihiihihi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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