Contributi internazionali, una benzina che non sappiamo sfruttare al meglio

L’Italia da quando è nel Sei Nazioni ha ricevuto grossi finanziamenti. Altri no, ma crescono più di noi

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 08:36

    I soldi che entrano in FIR dal 2000, dai proventi del 6 nazioni, non sono “contributi internazionali” sono una cedola che viene staccata dai soci di una società che produce determinati utili, al raggiungimento dei quali l’italia fa la sua parte.
    Ridurli ad una mera “elargizione benefica” non credo sia corretto.
    Detto questo si apre comunque il tema di come possono essere spesi, non solo questi soldi, ma tutti i soldi che entrano nel bilancio FIR, che compongono un tutt’uno.
    Qinndi,il tema è qual’è la politica di bilancio che ha fatto la FIR in questi ultimi 15 anni?
    Sicuramente una politica conservativa, tesa cioè a conservare e razionalizzare quello che c’era, non certo a sviluppare ed allargare, il numero e la qualità della base degli atleti praticanti.
    Questo è innegabile.
    Cio’ che non si può sapere è il contrario, se cioè questi massicci investimenti fatti sul consolidamento dell’esistente, se non fatti avrebbero garantito un punto di arrivo uguale a quello nel quale ci troviamo ora?
    La crescità di un movimento si misura solo con paramentro, quello dei risultati sul campo e di conseguenza quello del numero di atleti di qualità che un movimento fa emergere.
    In questi 15 anni nulla è successo in merito a ciò. Ma è colpa di Dondi e (marginalmente) di Gavazzi oppure di un movimento societario che non riesce a espandersi per arrivare alla famosa “massa critica” che consente di reclutare atleti di qualità superiore?
    Oppure di tutte e due le cose messe insieme.
    Per ribaltare la cosa servono i soldi o prima le idee?

    • Mr Ian 9 Novembre 2015, 08:44

      I soldi in questi 15 anni sono stati utilizzati per consolidare posizioni politiche e di comodo che sono tornate utili durante le elezioni, per non chiamarli favoritismi, li hanno chiamato Accademie o CdF, con addetti ai lavori nominati ad personam e non so fino a che punto sul merito, sia nazionale che fuori dai confini…
      Il discorso che fa Paolo non fa una piega, ma molti non lo vogliono affrontare o non conoscono i numeri della questione proprio perché di tutti questi finanziamenti alla base poi non sono arrivate neanche le briciole…

      • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 08:54

        Tu fai una lettura esclusivamente “politico personalistica” che è un modo di vedere la realtà dei fatti. E’ innegabile che ogni struttura che tu crei ci devi mettere delle persone e favorisci sempre qualcuno. Personalmente o territorialmente.
        Non credo che le politiche federali siano solo “clientele”, non nego ci possa essere stato anche questo, ma ridure il tutto a questo significa rendere impossibile ogni discussione.

        • Mr Ian 9 Novembre 2015, 09:00

          Io penso semplicemente che in uno posto statale con soldi che alla fine sono della “collettività” e per lo sviluppo di qualcosa ad interesse collettivo, devi mettere il migliore, italiano o straniero che sia.
          Gli incarichi nominali, oltre a non essere trasparenti, sono sempre soggetti ad alibi, c’è poco da fare…
          Poi sai benissimo che dietro i vari centri si creino dei microcosmi feudali che altro non fanno che alimentare un sistema, per paura di ritorsioni o robe simile…parla con la gente nel territorio e vedi a riguardo di ciò cosa ti dirà…

          • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 09:09

            Io non dico questo . Dico solo che questi risultati sono frutto di una scelta politico strategica precisa, che è ciò andrebbe modificato. Se invece riduciamo il tutto, a scelte di tipo personalistico, la discussione è già finità in quanto tu leghi il tutto a cambi di persona e non a cambi di politica e/o programmi.

        • Hullalla 9 Novembre 2015, 09:18

          E’ un problema che in Italia si riscontra non solo nel rugby: qualunque cosa sia toccata dalla politica comincia immediatamente una spirale di inefficienza a costi sempre piu’ alti.
          Cara’ un caso?

    • Heiniken Cup 9 Novembre 2015, 09:13

      Caro AdG leggo spesso i tuoi post … Ma oggi ti sei superato… Non entro nel merito di come vengono spesi i denari Fir ……ci posso essere moltissime motivazioni del perché siano stati spesi in un modo o in un altro. … Ma… Da qui a dire che in Italia non ci sia materiale umano …. ” non si raggiunga la massa critica” mi sembra assolutamente …. Anzi ne ho la certezza …. Sbagliato.
      Il problema non è nei numeri dei ragazzi che praticano il nostro sport .. Il problema è la qualità Tecnica degli allenatori che insegnano a questi ragazzi.
      Sopratutto nell’alto livello dove la scelta è fatta da lui in prima persona.
      Dato per certo questo …. Il Prof. Ascione ne è il principale è diretto responsabile.
      Saluti a tutti

      • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 09:22

        Io credo che tu non abbia nessuna idea del concetto di massa critica. In ogni caso i responsabili di questo, sono più di uno, da Ascione a scendere a cascata fino alle società di base.
        Se poi tu sei convinto che i ragazzi ci sono ed è solo “colpa” dei “cazzoni” che li allenano, buon pro ti faccia.

        • lexv 9 Novembre 2015, 15:36

          Ma esattamente quant’è questa massa critica! E in Scozia o Giappone l’hanno superata?

          • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 16:39

            Guarda che non è un opinione si calcola. L’unica variante è la qualità del reclutamento, cioe quanti atleti superiori alla media sei in grado di avvicinare.
            Molti di voi parlano del Giappone ignorando cosa sia successo.
            Il rugby in Giappone si pratica a scuola.

          • sentenza 9 Novembre 2015, 20:18

            E chissà a Tonga, Fiji e Samoa se l’hanno superata…

          • sentenza 9 Novembre 2015, 20:22

            Se la variante è la qualità del reclutamento dite ad ascione che i parametri da valutare non sono più altezza e peso ma le qualità atletiche di base.
            Elevazione da fermo. Velocità sui 50 o 60 metri (mi verrebbe da dire 40 yards, ma….)

          • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 21:45

            Vedi @sentenza non ti sei mai chiesto come mai aTonga, Fiji e Samoa hanno una nazionale in grado di competere con quella Italiana che ha una popolazione più di 100 volte superiore alla loro? Pensaci,forse capirai da solo cos’è la massa critica.

          • sentenza 10 Novembre 2015, 00:42

            Non so se nel dialetto di Calvisano “massa” ha lo stesso significato che ha dalle mie parti… se è lo stesso si capisce che non è affatto scontato che a numeri più alti corrisponda una qualità più alta al vertice. Se si è “no buoni” si è no buoni in 10 come in 100 mila come in 60 milioni. Invece se si è buoni come gli isolani si è buoni sia in 100 mila come in 1000 come in 10.

          • Alberto da Giussano 10 Novembre 2015, 05:29

            La differenza sta proprio nella qualità dei numeri.Non è un concetto difficile.Tutti i bambini fijani giocano a rugby quindi quelli che hanno doti atletiche superiori alla media di quel gruppo di individui prendono, fin dai 5 anni,la palla ovale in mano. Le Fiji hanno circa 200.000 abitanti e i praticanti “reali”sono 40.000,ma in questi ci sono tutti gli atleti migliori. Nessuno pratica altri sport, i talenti naturali sono tutti dentro
            Noi abbiamo circa il doppio dei praticanti, ma i talenti vanno da altri sport. Pertanto, per calcolare la massa critica per l’Italia devi seguire un criterio differente che per le Fiji, dove in realtà non hanno il problema ,visto che tutti lá,giocano a rugby.
            I 40.000 fijiani sono meno dei 70.000 italiani ma la qualità non è paragonabile.
            Detto questo cosa significhi la parola massa nel dialetto di Calvisano non lo so, perché io non sono di Calvisano.

          • sentenza 10 Novembre 2015, 07:58

            Vuol dire che anche se si raggiunge la supposta massa critica non è garantito nessun miglioramento. Allora partiamo proprio dalla famosa frase di Mallet, sarà pure sarcastica ma come è arrivato a quella conclusione? Non è che è arrivato, li ha guardati in faccia, poi Ascione gli ha passato i dati di peso-altezza e lui ha concluso che siamo no buoni. Invece li ha allenati per anni, evidentemente con gli stessi metodi e per lo stesso tempo con cui ha allenato altri prima o si è allenato lui a suo tempo. Quindi avrà verificato che a parità di lavoro qui si migliora di meno, o addirittura niente. Però bisogna essere sicuri che ci sia effettivamente la parità di lavoro, perchè io ho sempre qualche dubbio. La statistica insegna questo, prendendo a caso gruppi di persone abbastanza ampi (e fisicamente simili) in luoghi diversi e distanti e addestrandoli con gli stessi metodi e per lo stesso tempo a qualunque esercizio, devo ottenere risultati statisticamente simili. Se non li ottengo e un gruppo ha risultati più bassi i casi sono 2: o i paramertri non sono effettivamente gli stessi, oppure quel gruppo è “no buono”. O potrebbe essere solo “meno buono”, e magari basta aumentare il lavoro di questo per arrivare a quello che chi ha più talento raggiunge ovviamente con minor impegno. Può darsi che Mallet e anche gli altri prima e dopo l’abbiano fatto, inutilmente. A saperlo…

          • Alberto da Giussano 10 Novembre 2015, 08:37

            Comunque per farla breve, se consideriamo che oggi, con 70.000 praticanti (ufficiali) tiriamo fuori a malapena 1 talento internazionale all’anno, con lo stesso criterio di reclutamento per tirarne fuori 2 dovresti andare a 140.000 praticanti. Numeri impensabili. Meglio lavorare sulla qualità del reclutamento che costa come investimento,ma riduce la quantità necessaria per la selezione. ( vale a dire che si abbassa la soglia della “massa critica” e ci avviciniamo cioè al modello Fijiano e/o NZ)

    • Hullalla 9 Novembre 2015, 09:31

      Il fatto che tu parta dall’assunto che “manca la massa critica” (senza controllare che “massa critica” abbia, per esempio, il Giappone, ma anche i nostri rivali del Sei Nazioni) mi fa veramente alterare, e ti spiego il perche’.

      Se il problema e’ che ci sono troppo pochi ragazzi che coninciano a giocare a rugby, perche’ i soldi della FIR sono stati spesi dovunque tranne che nel rugby di base e nella sua propaganda???

    • boh 9 Novembre 2015, 15:54

      Solitamente, a meno che te li giochi al casinò o in borsa (i soldi), servono delle idee da trasformare in progetti, ne cui interno siano contemplate tutte le opportunità per creare profitto…Attenzione, per profitto, non si intende solo quello economico, ma nel caso dello sport, si intende la crescita della componente umana e della qualità della stessa. Nel nostro caso, il fiume di denaro trasformato nello slogan parastatale nazionale vincente= crescita del movimento, non ha prodotto una mazza.
      Servono delle idee su cui lavorare….Lavorare, questo è il problema.

  2. Maxwell 9 Novembre 2015, 08:51

    Lasciamo perdere un attimo il dopo 2010 con l’entrata in CL……
    Dal 2000 al 2009 dove sono andate tutte queste mostruose cifre?
    A costruire campi. …..a comprare palloni…..a dare soldi a chi vinceva il super 10 con 9-11 stranieri?

  3. Hullalla 9 Novembre 2015, 09:07

    “Una benzina che non sappiamo sfruttare al meglio”?!?
    No: una vergogna.

    • Hullalla 9 Novembre 2015, 09:08

      Guarda un po’ cosa sta’ facendo l’Argentina in molti meno anni di noi…

      • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 09:18

        L’Argentina ha un movimento societario di base che noi ci sognamo. Le polisportive argentine sono la fucina di atleti che subiscono una selezione durissima fin dai primi anni, niente di paragonabile al lavoro delle nostre società.

        • Hullalla 9 Novembre 2015, 16:40

          L’Argentina era una squadra che fino a qualche mondiale fa era alla nostra portata e che adesso, anche usando bene l’ingresso nel 4N, vediamo col binocolo.

          Il resto sono alibi, perche’ il tempo e le possibilita’ per ridurre le distanze a livello di rugby di base le abbiamo avute tutte, anche in relazione alla nostra partecipazione al 6N da ormai parecchi anni, ma non le abbiamo sfruttate.

      • mezeena10 9 Novembre 2015, 09:19

        e con molti meno soldi!
        purtroppo questa “programmazione mirata” come la definisce qualcuno, è atta esclusivamente ad avere un ritorno in termini di voti alle prossime elezioni..
        clientelismo allo stato puro!
        lo ha capito persino il mio gatto più tonto!

        • malpensante 9 Novembre 2015, 11:13

          Le polisportive argentine fanno di tutto per far giocare (nei vari sport, in età precoce anche in diversi sport contemporaneamente) il maggior numero possibile di ragazzi. La selezione non è durissima ma naturale, e ci sono larghissime opportunità per mantenere all’agonismo il maggior numero possibile di ragazzi. Basta guardare il numero sterminato di campionati, competizioni, tornei. E non è una cosa da marziani, era quello che facevano i preti qui anni fa con il pallone tondo quando mettevano (loro spesso alla buona) in campo due-tre-quattro squadre per categoria: quelli più buoni FIGC, poi CSI, quelli meno rigorosi pure UISP e poi via via tornei di città, quartiere e caseggiato. E c’erano ragazzi che salivano e scendevano, i migliori andavano ai club pro e semipro non prima dei 16 anni. Quello era il modo per fare una selezione ragionata, e per riempire gli oratori. Anche il baseball a Parma è cresciuto così, per esempio. Uno sport di nicchia che parte con la logica di pro o niente, non va da nessuna parte. Neanche il ping pong.

          • mezeena10 9 Novembre 2015, 11:15

            concordo su tutto!

          • Airone valle Olona 9 Novembre 2015, 13:28

            Quanta verità in quello che dici e quanta nostalgia dato che in quei tornei csi oratori ci giocavo.

          • ginomonza 9 Novembre 2015, 13:35

            Scusa mal spiegami : cosa dice di sbagliato AdG sulle polisportive argentine e sui club?

          • xnebiax 9 Novembre 2015, 14:49

            Bravo mez. Avrei detto queste cose in modo completamente diverso, ma alla fine il succo è quello che hai detto tu con gli esempi: bisognava allargare, reclutare, investire su campi e aiutare tutti i nuovi club. Non consolidare la punta di una piramide che a forza di consolidarla sta schiacciando tutta la base sotto.

          • Fabio75 9 Novembre 2015, 19:19

            Be hanno anche dei costi..

            http://www.casi.org.ar/administracion/cuotas-sociales/

            I vari club di rugby in Argentina non fanno giocare tutti.. solo chi è benestante

  4. fabiogenova 9 Novembre 2015, 09:14

    A proposito di “contributi internazionali”, sembra che Sky sia vicino all’accordo per la trasmissione della Champions Cup. Dargli “una mano” con qualche mail in cui si fa richiesta della cosa non sarebbe male

  5. Hullalla 9 Novembre 2015, 09:20

    “Gli obiettivi raggiunti sono in linea con quanto pianificato?”
    Basta non porsi obbiettivi e/o non comunicarli e il problema non si pone piu’. 😉

    • xnebiax 9 Novembre 2015, 14:55

      Anche se facciamo finta di non aver sentito i proclami fantascientifici di Brunel quando è arrivato, i risultati in CL fanno pena.
      Nel 6N l’Italia non ha consistenza. Nel 2013 è andata bene, ma poi è tornata subito indietro a far schifo. Il mondiale è stato giocato male. Sofferto contro Canada, rimesso in partita una Romania sgretolandosi e sciogliendosi negli ultimi 35 minuti manco si fosse un iceberg a nel Sahara, male con la Francia, benuccio con onore contro un’Irlanda che ha giocato in modo conservativo contro di noi. Poi aggiungiamoci che l’Eccellenza non migliora di un piffero come livello.

  6. Hullalla 9 Novembre 2015, 09:25

    “il Giappone che però – va detto – può contare su una solidità economica della base (almeno a livello di Top League e seconda divisione) davvero importante grazie al coinvolgimento in prima persona di multinazionali e grandi gruppi.”

    Ma che dici, Paolo?!?!?
    Da come poni la questione sembra che il coinvolgimento in prima persona di multinazionali e grandi gruppi in Giappone sia un dono del cielo!!!
    Non ti e’ venuto in mente che possa essere il futto del lavoro di qualche dirigente???
    Perche’ in Giappone i grandi gruppi economici si sono lasciati coinvolgere e in Italia no? Eppure anche in Giappone ci sono grossi problemi di diffusione del rugby…. solo fortuna, per i Giapponesi e sfortuna per noi???

  7. mistral 9 Novembre 2015, 09:54

    articolo in larga parte condivisibile (ed adattabile anche ad altre realtà geografico-sportive, parlando di rugby), ma le due cose che emergono, a parer mio sono:
    1) i soldi (tanti o pochi) sono arrivati, e non per grazia ricevuta come qualcuno giustamente ha ricordato ma perchè un organismo (IRB, ERC, chiouque sia a detenere i cordoni della cassa) riteneva che ci fosse (nel medio lungo-termine) un ritorno positivo all’investimento… e se i risultati del ranking a livello sportivo sono in indice, l’indice (dopo 15 anni, il medio termine è raggiunto) è innegabilmente tendenzialmente rivolto al basso;
    2) le scelte di indirizzo tecnico: se è vero che il sig. Ascione (che non conosco, ed al quale riconosco comunque la massima buona fede) è il massimo di cui dispone il panorama italiano, e se da tali scelte tecniche discendono una diminuzione del livello di risultati positivi (vittorie) sia della nazionale che delle “franchige”, ed un evidente sottosviluppo del rugby del domestic, forse è il caso di interrogarsi su tali scelte ed indirizzi, e sulla “autarchia” obbligatoria che deve vigere nel settore formazione…

    • Stefo 9 Novembre 2015, 11:18

      Quali altre realta’ sarebbe adattabile e din che termini?

      • mistral 9 Novembre 2015, 11:47

        la polemica sull’alto livello e la diatriba infinita FFR/LNR ad esempio, solo che in quel caso il domestic fa dimenticare le delusioni della nazionale… ma anche la “stampa” specializzata francese è in campagna elettorale 😉

  8. mamo 9 Novembre 2015, 10:00

    La realtà, piaccia o no, è che la democrazia nello sport è un cancro.
    A eleggerlo sono centinaia e centinaia di piccoli soci, deboli e facilmente circonvenibil, l’AD potrà fare ciò che vuole non dovendo rispondere ai veri soci di maggioranza che, nel nostro caso, sono il Signor CONI, Mr. Six e Madame CariParma.
    Buona settimana a tutti.

    • mamo 9 Novembre 2015, 10:02

      Manca un “se” prima di “A eleggerlo”

    • mistral 9 Novembre 2015, 10:07

      “ma io se fossi Dio
      di fronte a tanta deficienza
      non avrei certo la superstizione della democrazia”
      (GG, 1980)

      • mamo 9 Novembre 2015, 10:14

        Poesia di un grande Cantastorie.

      • mezeena10 9 Novembre 2015, 10:18

        S’ ì fosse foco, arderei ‘l mondo;
        s’ ì fosse vento, lo tempesterei;
        s’ ì fosse acqua, ì l’ annegherei;
        s’ ì fosse Dio, mandereil ‘en profondo..

      • Hullalla 9 Novembre 2015, 16:44

        Quanto mi manca…

  9. fracassosandona 9 Novembre 2015, 11:10

    Nel 6n lucriamo 10 volte il nostro apporto in termini di diritti tv e sponsor. ..
    Il tutto offrendo pochissimo sul piano sportivo, tipo due quarti posti in sedici anni…

    Quanto ci metteranno gli inglesi a rompersi le OO di noi e di mantenerci a sbafo?

  10. carlo s 9 Novembre 2015, 11:26

    Sì, gira e rigira sempre la solita storia.
    Invece di piangersi addosso, e affogare nelle critiche e negli isulti fra fazioni interne al movimento, bisognerebbe cominciare a lavorare, e valorizzare il lavoro che fa la base del movimento.
    Esistono realtà che funzionano.

    • Stefo 9 Novembre 2015, 11:53

      Hai ragione pero’ in una qualsiasi organizzazione il cambiamento dovrebbe aprtire da un’analisi di quanto si e’ fatto e cosa si e’ raggijnto, un’analisi dei singoli progetti…quanto son costati e che risultati han portato rispetto a degli obiettivi o per usare termini fighi key performance indicators che erano posti in partenza…senza queso passaggio visto che si parla di 15-20 anni di politiche e gestione e’ un po’ difficile lavorare sul futuro che il rischio e’ o di ripartire da zero gettando anche quel poco che magari funziona o portare avanti progetti che sono inutili col rischio che diventino dannosi.
      L’analisi del passato sarebbe utilissima se fatta come si deve.

      • gsp 9 Novembre 2015, 12:01

        hai ragione ed aggiungo. ci vorrebbe anche una serie di obbiettivi prioritari da ottenere.

        c’e’ da decidere la priorita’ qual’e’? squadre competitive in pro12? nazionale competitiva? formazione pro competitiva? irrorare tutta la base con allenatori e risorse a cascate?

        e non si possono fare tutte perche’ 40mln non bastano. quindi bisogna scegliere. mi aspetto si facciano queste scelte in campagna elettorale.

        • gsp 9 Novembre 2015, 12:06

          qual e’ (senza apostrofo). ed e’ con l’accento, ma non e’ sulla mia tastiera. quindi fatevene una ragione e mettetivi in carovana dietro Lorenzo e Marquez.

          • xnebiax 9 Novembre 2015, 15:02

            Io la storia del qual è senza apostrofo non l’ho mai capita. Qual è quale accorciato, per me ci va un apostrofo. Uffa. Qual’è sto stronzo che ha deciso l’ortografia in modo strano?

          • Hullalla 9 Novembre 2015, 16:47

            Qual buon vento…

  11. Stefo 9 Novembre 2015, 11:26

    Articolo molto teorico e molto poco pratico…spero Paolo non si offenda, ma l’argomento trattato nell’articolo se trattato cosi’ senza portare i numeri nudi e crudi di quanto si e’ percepito ed i numeri nudi e crudi di dove e come si son spesi quei soldi sembra piu’ un articolo di principio che un’analisi.
    Con quesot non voglio difendere Ascione o le politiche di questi 15 anni, che i risultati a tutti i livelli parlano da soli pero’ non posso fare a meno di dire che se si vuole iniziare a disuctere di cio’ che si e’ fatto e raccolto e’ necessario analizzare i dati in maniera piu’ precisa possibile e capisco benissimo che cio’ sia reso molto poco possibile dal segreto di Stato con cui i bilanci federali son stati nascosti fino ad un paio di gironi fa.
    L’articolo comunque pone questioni importanti, di nuovo senza offesa, un po’ le solite di cui si discute da anni…la speranza mia e’ che Paolo (ma anche altri giornalisti) abbiano la possibilita’ nei prossimi mesi di porre domeande al riguardo ai candidati Presidenti sperando che questi non si muovano poi a slogan ma rispondano portando dati verificabili sul passato ed idee realistiche nel loro programma per invertire la tendenza.

    • Rabbidaniel 9 Novembre 2015, 11:49

      Bisogna discutere sul Pro12, che è il capitolo di spesa più rilevante: da due privati con un contributo federale, siamo arrivati all’80% (forse 90%) di spese federali. E abbiamo il coraggio di chiedere a WR fondi di sviluppo per pagare il contributo da versare al board. Ecco, basterebbe partire da qui.

      • Stefo 9 Novembre 2015, 11:56

        Biosgna discutere di tutto, @maxwell dice giusto, prima del 2009 non c’era il Pro12 come venivano spesi quei soldi?E parlo precisamente che progetti, quanti soldi, quali erano gli obiettivi specifici non un generale “diventare piu’ competitivi” e come hanno eprformato contro questi obiettivi. E gia’ cosi’ vediamo quanti progetti erano progetti seri fatti con un planning proprio e degli obiettivi misurabili in maniera oggettiva.

      • malpensante 9 Novembre 2015, 12:01

        La struttura di “formazione” che sarebbe più corretto chiamare di “selezione”, ne costa più di 5. Come una Celtica, contando i soldoni della tassa.

        • malpensante 9 Novembre 2015, 12:03

          Ah, l’Eccellenza, compresa Coppa Italia e Coppa del Nonno, alla fine ne costa più o meno 3.

          • xnebiax 9 Novembre 2015, 15:06

            L’Eccellenza costa? O.o Non credevo.
            Geniale quando hai detto SELEZIONE e non FORMAZIONE.
            5 milioni e con staff troppo ristretti (e non so bene dire quanto bravi). Non si possono seguire 35-40 ragazzi che devono imparare tutto con 2 o 3 tecnici.

    • mamo 9 Novembre 2015, 12:03

      Analisi di alcune voci del Conto Economico con raffronto fra 2014 e 2013:

      1.01.01.01.01 COMPENSO STAFF TECNICO – 115.757,50
      Sembrerebbe, quindi, che si sia risparmiato sulla fallimentare preparazione tecnica delle nostre nazionali. FALSO:
      1.01.01.01.02 CEB 004 (allenamenti e Stages) + 470.670,59.

      1.01.02.06 CONTRIBUTI PER L’ATTIVITA’ SPORTIVA (DI BASE):
      anno 2014 € 4.608.480,13 anno 2013 €. 5.413.954,27
      DIFFERENZA DI COSTI PER ATTIVITA’ SPORTIVA DI BASE – € 805.474,14 (- 15%)

      1.02. COSTI ATTIVITA’ SPORTIVA DELLA STRUTTURA TERRIUTORIALE
      anno 2014 € 985.173,87 anno 2013 € 616.919,38 (+ 60%)

      Ma quella più interessante è la spesa per la promozione sportiva che ritengo sia l’aspetto fondamentale per la crescita del Rugby.
      1.01.02.05 PROMOZIONE SPORTIVA
      ° SPESE TRASFERTE: – 38%
      ° ACQUISTO MATERIALI SPORTIVI E ATTREZZATURE: – 13%
      ° CONTRIBUTO AD ATLETI: – 8%
      ° PROMOZIONE E MARKETING: INVARIATO
      ° ACQUISTO MATERIALI DIDATTICI: INVARIATO

      A voi le conclusioni.

      • xnebiax 9 Novembre 2015, 15:08

        Grazie di questi dati.

      • lexv 9 Novembre 2015, 16:28

        “PROMOZIONE SPORTIVA
        ° SPESE TRASFERTE: – 38%
        ° ACQUISTO MATERIALI SPORTIVI E ATTREZZATURE: – 13%
        ° CONTRIBUTO AD ATLETI: – 8%
        ° PROMOZIONE E MARKETING: INVARIATO
        ° ACQUISTO MATERIALI DIDATTICI: INVARIATO”

        Insomma…invogliano proprio a giocare a rugby!

      • Hullalla 9 Novembre 2015, 16:50

        1.01.02.06 CONTRIBUTI PER L’ATTIVITA’ SPORTIVA (DI BASE):
        anno 2014 € 4.608.480,13 anno 2013 €. 5.413.954,27
        DIFFERENZA DI COSTI PER ATTIVITA’ SPORTIVA DI BASE – € 805.474,14 (- 15%)

        Quanta parte di questi costi va a finire nel “Progetto Scuola”???
        Quali sono i risultati del Progetto Scuola?

    • Stefo 9 Novembre 2015, 12:49

      Io parlo di non solo oggi e gli ultimi 2 anni o quello che e’ ma visto che l’articolo parla dall’entrata del 6N almeno questi 15 anni.
      Quanti soldi anno per anno?
      Che progetti son stati messi in piedi?Quanto e’ costato ogni singolo progetto anno per anno?Quali erano gli obiettivi specifici -se c’erano- dei singoli progetti?

      Mi spiego, facendo un esempio molto esemplificato. Io posso anche mettermi a dire “progetto scuola” obiettivo “coinvolgere nel rugby il maggior nmero di scuole ed alunni” ma non potro’ mai valutarlo efficacemente se non mi do dei target precisi, misurabili in maniera oggettiva e realistici …nel mio esempio esemplificato cosi’ qualche kpi che mi verrebbe in mente: x scuole che aderiscano al progetto ogni anno scolastico,di cui x che rimangano nel progetto ed x nuove, x bambini che dal progetto scuola passano poi a tesserarsi con un club locale cosi’ giusto qualche kpi che mi verrebbe in mente, tutti obiettivi annuali e su piu anni con degli obiettivi alla fine di un ciclo di 4-5 anni.

      Solo cosi’ posso valutare se quanto ho investito ne e’ valsa la pena, perche’ se non vale allora devo pensare ad un progetto diverso.

      • Rabbidaniel 9 Novembre 2015, 14:29

        Indubbiamente, per questo l’idea di Amore di “stati generali” non era male. Discutere capitolo per capitolo. L’Eccellenza e la Coppa del nonno producono per quanto costano? I progetti scuola sono stati produttivi. Ecc. ecc. Certo che l’aumento dei costi Pro12 è stato esponenziale e il fatto che si chieda a WR un contributo per pagare la quota sono cose da tenere bene a mente e che hanno bisogno di un’urgente discussione.

        • xnebiax 9 Novembre 2015, 15:13

          Io spero tanto che Amore e altri si alleino con il Veneto alle prossime elezioni. Alleanze serie e basate su precisi punti condivisi.

        • Stefo 9 Novembre 2015, 15:22

          Ecco l’idea degli stati generqli e’ una cosa che non so…ogni tanto mi sembrava “dai raga facciamo l’autogestione”…insomma ti presenti mi devi presentare tu i tuoi rpogrammi ed i tuoi progetti, no “se vinco io fuori della CL e discutiamo insieme cosa fare”…mi dici cosa intendi fare se vinci ed esci dalla CL, che poi tu mi dica pero’ la cosa la mettero’ ai voti negli stati generali bene ma i progetti me li devi portare tuoi (ed ad essere onesti Amore di progetti nel suo programma ne aveva, alcuni ben definiti altri un po’ meno).

        • gsp 9 Novembre 2015, 15:29

          per me gli stati generali vanno bene.

          pero’, se si parla di elezioni, si facciano prima con chi c’e’, cosi’ leggiamo un programma vero e proprio. gia’ adesso, prima delle elezioni, si puo’ fare una specie di stati generali, che sia statisticamente rappresentativa del movimento. la cordata veneta, faccia un focus group esteso nazionale e poi faccia il programma, ma prima delle elezioni.

          • Rabbidaniel 9 Novembre 2015, 17:00

            Questo intendo. Non una cena con una lettera d’intenti, caffè e ammazzacaffè.

  12. aug61 9 Novembre 2015, 11:42

    Il senso del modesto discorso di AdG e di altri è questo: finora è stato fatto così, non si poteva fare diversamente, non ci sono responsabilità, rassegnamoci, è colpa del movimento, della nazione e in particolare delle madri se non partoriscono i Dan Carter ecc… ci manca che si giunga a dire: è una questione razziale…
    Il pezzo in esame pone invece problemi ben chairi che si deve avere la forza di affrontare, non dimenticando una cosa fondamentale (che invece in Italia sempre si nasconde), ossia che la STORIA la fanno gli UOMINI, con le loro decisioni e con le loro scelte!
    Allora dobbiamo chiederci: il sistema rugby italiano va bene così com’è o si crede che si debba e possa cambiare qualcosa o tanto o tantissimo o tutto? Se – come io credo i dati oggettivamente e implacabilmente dimostrano – bisogna avere il coraggio di cambiare tanto, quali sono le persone che meglio possono interpretare il cambiamento e guidarlo? Le stesse che hanno governato fino ad ora o ci governano, o necessitano forze nuove, nuove idee, nuove competenze ?
    Su questi punti bisogna essere chiari e netti, altrimenti si fanno solo tatticismi per alzare il prezzo e pretendere qualche favore per tirare a campare, sempre per il particulare…

    • gsp 9 Novembre 2015, 11:50

      tutto sostanzialmente condivisibile. ma chi e cosa ti da la garanzia che il “cambiamento” sappia risolvere o abbia le ricette giuste per risolvere i problemi?

    • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 11:58

      caro @aug61,i nostri “modesti” discorsi sono fatti affinchè quelli elevati come i tuoi possano emergere. Che tu poi voglia spacciare per politiche federali fatte alle spalle e all’insaputa delle società, quelle di questi ultimi 15 anni, oltre che assolutamente ridicolo è totalmente controproducente rispetto a quanto chiedi.

      • mezeena10 9 Novembre 2015, 12:55

        ahahahahah touchè..ahahah
        bravo aug61!!!

        • parega 9 Novembre 2015, 13:28

          straquotone aug61
          #frangiarumorosa
          #gavazzi&friendsandatevia

          • mezeena10 9 Novembre 2015, 13:34

            #repulisti
            #tabularasa
            #KirwanDOR

        • ginomonza 9 Novembre 2015, 13:43

          E voi sopra : Quale e’ il vostro contributo?

          • mezeena10 9 Novembre 2015, 14:52

            io nel mio piccolo faccio..e spendo pure..

          • parega 9 Novembre 2015, 16:06

            Fatto tanto e spero anche bene…ma lascio giudicare
            E speso troppo e di piu’

  13. Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 14:18

    Ogni volta che si pone il problema della scarsa abilità di base di un ragazzo o di un altleta, esce, soprattutto tra chi non ha alcuna dimestichezza con questo genere di conoscenze , il problema “razziale”.
    Certo sarebbe più semplice ritenere che ogni persona ha le stesse abilità psicomotorie di base e quindi basta mettere chiunque nelle mani di un buon allenatore e automaticamente esce un campione.
    Ed è ciò che pensano tutti i genitori dei propri i figli, quando sugli spalti si lamentano, imprecano e spettegolano sugli allenatori che tengono i loro “campioni” in panchina o in tribuna.
    L’universo dei ragazzi è fatto di individualità l’una diversa dall’altra con predisposizioni ed abilità di base differenti.
    Il marketing è ormai diventato fondamentale anche nel reclutamento delle discipline sportive, attirare gli individui meglio dotati.
    Nessuno pare rendersi conto tra coloro che affrontano questo tema su “on rugby” che non esiste uno sport di squadra che ha le stesse complessità e abilità psico motorie di base necessarie per diventare rugbista.
    Gli avanti, le 2e linee, le 3e linee, solo per parlare della mischia hanno caratteristiche diverse, completamente differenti e affatto complementari, perdi più il n° 8 in aggiunta deve anche avere abilità di visione del gioco.
    Per non parlare dei mediani e degli “indietro”, che sono un po’ più complentari gli uni con gli altri ma che necessitano di abilità di base più sofisticate e rare rispetto agli “avanti”.
    Pensare che un reclutamento a casaccio o “purchè sia” porti a suonare alla porta della società territoriale più vicina solo gli individui che hanno le attitudini di base per coprire i ruoli di cui sopra è pia illusione o manifesta incapacità.
    E il razzismo non c’entra nulla.
    Del resto se prima di sputar sentenze o spandere melma sugli allenatori italiani dal minirugby alla U18 ci si informasse, parlando con queste persone dei problemi legati all’apprendimento delle Skills, un poco di ca@@te in meno verrebbero dette e qualche idea in più sul “che fare” forse verrebbe fuori, senza pensare che sarebbe bastato cambiare Zatta con Gavazzi per sbocciare i talenti che , sempre meno, suonano ai cancelli della Ghirada o del Geremia.

    • Mr Ian 9 Novembre 2015, 14:50

      Quando dici queste cose ho come l impressione che consideri i bambini italiani degli inetti o disabili, cazzo in tutto il mondo giocano a rugby e paese che noi consideriamo meno sviluppati ci stanno superando, diciamo le cose come stanno, la federazione negli ultimi 15 anni se ne sbattuta della base e del reclutamento, hanno introdotto il progetto scuola che è alquanto ridicolo, se i tecnici delle accademie il pomeriggio gli fai allenare gli under 18 e la mattina li mandi nelle scuole, i loro stipendi sarebbero più che sudati e meritati, a conti fatti gli stipendi si aggirano a 25k euro l anno, per metà di quella cifra c’è gente che si rompe il culo tutti i giorni, tutto il giorno. Sarà mero populismo, ma ste seghe mentali dei bambini italiani disagiati hanno rotto.

      • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 14:56

        Scusa, ma salvo fare un discorso di pura demagogia, non entri minimamente nel merito della questione.
        Il fatto che la FIR butti via dei soldi o meglio non controlli i suoi costi, non sposta una virgola rispetto al discorso sulla qualità del reclutamento. E poi chi ha detto che i bambini italiano sono disagiati.
        I bambini italiano in generale, fanno un numero di ore di attività psicomotoria insufficiente, ma anche ciò stante, rimane il fatto che al rugby non arrivano ragazzi con adeguate qualità rispetto ai nostri competitors. La stessa Georgia è in grado di attirare un maggior numero di talenti rispetto a noi.

        • Mr Ian 9 Novembre 2015, 15:08

          Il punto della questione è che se pensi che a scuola si faccia poco e male attività fisica, “tu” federazione, attraverso dei tecnici altamente qualificati insieme magari a persone dei club, cerchi di stringere degli accordi provinciali con le scuole e proponi programmi di propaganda per incuriosire o attrarre i bambini. Se lo fa un ente nazionale stai sicuro che avrà molta più probabilità di attecchire rispetto ad un programma fatto da un singolo club. C’è poco da fare, le soluzioni se si vogliono si trovano

          • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 15:14

            Sul fatto che le soluzioni se si vuole si trovano , sono daccordo con te. Sul fatto che tu ipotizzi un piano d’intervento di tale portata bypassando le società, ti avviso da subito che sarebbe un bel buco nell’acqua.

          • Mr Ian 9 Novembre 2015, 15:18

            ci sono club e club e realtà e realtà, a Padova e Prato non hanno bisogno, penso al meridione e isole l aiuto della federazione nessuno lo rifiuterebbe.
            Se vogliamo fa ripartire il rugby dobbiamo comune considerare che esistono realtà che si muovono a velocità differenti, non si può pretendere che le più forti aspettino che le deboli si rafforzino, né che le deboli nel giro di due anni raggiungano la velocità delle più forti

          • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 15:35

            Appunto per questo che i programmi devono essere semplici e capillari ( il più possibile rispettando la presenza delle società sul territorio).

    • fracassosandona 9 Novembre 2015, 14:54

      cominciamo con l’andare a rubare gli scarti degli altri?
      con quelli del basket e della pallavolo sistemiamo la seconda linea, con quelli del calcio e dell’atletica i tre quarti, fuori dalle palestre di judo ci prendiamo le terze linee, per le prime linee continuiamo come abbiamo fatto fino ad oggi…
      i nuotatori no, quelli puzzano di cloro… 🙂

      • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 15:00

        Tu sei giovane caro amico di San Dona’, ma nel 1990 ( non mi ricordo bene l’anno) ad un incontro Munari aveva ipotizzato un accordo fra gli istruttori del minibasket che segnalassero i ragazzi “alti” senza troppo talento per il basket da avviare alla “carriera” di seconde linee. Sono quindi 25 anni che il tema è sul piatto.
        Per quanto riguarda il nuoto tutti i bambini a 6 anni ( prima elementare) dovrebbero fare solo nuoto. Per lamento due anni.

        • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 15:11

          …..almeno….

          • xnebiax 9 Novembre 2015, 15:40

            Sul nuoto sono d’accordo. Fa benissimo!

    • lexv 9 Novembre 2015, 16:36

      <>

      Quanto elenchi è verissimo ma…tutte queste caratteristiche e abilità devono iniziare ad essere formate, per bene, e possibilmente sin da piccoli!

      • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 16:44

        Ma in primis bisogna che ci siano e in quantità possibilmente abbondante.

  14. delipe 9 Novembre 2015, 14:55

    Buonasera,
    Rifuggo un po qualsiasi analisi che fa discendere colpe ai singoli, che si chiamino Ascione, Gavazzi o Frank Sinatra. 🙂
    Cosi come rifuggo le analisi che trovano le soluzioni nell inserimento di altri singoli, che si chiamino Henry, Direttore del rugby o imprenditore del secolo. 🙂
    Personalmente penso che qualsiasi analisi che non parta da una ricostruzione seria del Campionato Nazionale (chiamatelo Domestic se vi sembra piu importante e piu figo) e del rugby di base non porta molta ricchezza al nostro gia povero movimento, in termini di numeri..imprenditori,.giocatori, spettatori, ecc..
    Credo che nel rugby italiano c e ancora tanta gente serie, competente, volenterosa che si impegna moltissimo in tutto il territorio nazionale …e che viene bistrattata ed a lungo da una situazione pluridecennale, da parte di tanti e non solo da chi dirige la Federazione.
    Chi vuole proporre un programma deve partire da questo e non dal cercare di fare copia malriuscita di movimenti esteri.
    Non ci servono delle magie ma un po di colla buona che unisca!
    Piu facile da scrivere che da fare, ma a mio parere sempre meglio che farsi abbindolare da utopie terminologiche e manie di grandezza che portano a sperperio di soldi alla ricerca di un messia nel deserto!
    Cordialità

    • parega 9 Novembre 2015, 16:09

      Sui singoli ti sbagli a nn nominarli
      Sono loro a decidere…nn un’entita’ astratta

  15. Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 15:27

    Ipotesi 1.
    Contributo di 5.000 euro per ogni società che organizza un campionato di rugby touch maschile e femminile per la scuola media 10/13 anni secondo un capitolato federale e certificato dal dirigente scolastico con raggruppamento provinciale e/o interprovinciale a spese dalla FIR.
    Ipotesi 2.
    Contributo di 5.000 euro per ogni società che organizza un corso di rugby touch , maschile e femminile , nella scuola “elementare” ( 6/10 anni)
    Chiaramente l’Istituto Comprensivo deve essere differente

    Ipotizzando di coinvolgere 200 società, il 30% di quelle esistenti in Italia, sarebbe una spesa di 60.000 euro e i ragazzi coinvolti dai 10 ai 15.000.

    • mistral 9 Novembre 2015, 15:36

      scusa AdG, mi sfuggono le cifre del tuo budget, se intendi “coinvolgere” 200 società con 60.000 euri in totale arrivi a sceglierne 12… e poi “certificato dai dirigenti scolastici” che cosa?…l’aver svolto una “attività” per far incassare 5.000 euro alla società?… ed a loro (per l’enorme responsabilità che si assumono) cosa rimane? 🙂

      • xnebiax 9 Novembre 2015, 15:43

        5000 * 200 fa 1 milione e non 60 mila… Alberto, cosa insegnavi a scuola? 🙂

        • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 16:01

          @mistral.
          Era un progetto già fatto per 20 società,poi non andato in porto perchè lo sponsor i 10.000 euro non li ha tirati fuori, ho sbagliato la moltiplica.
          Però vedi che la prima cosa che ti è venuta in mente è che si tratta di un “trucco” per far guadagnare soldi indebitamente alle società. Ma dove volgiamo andare?
          I 5.000 euro sono in pratica il costo dell’istruttore.

          • mamo 9 Novembre 2015, 16:04

            Eh no, A.d.G., l’istruttore – che immagino possa essere l’allenatore migliore della società – viene gratis.

          • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 16:11

            Mamo io ti sto parlando di un progetto reale, in quella ipotesi, alcuni costi complementari sarebbero gravati sulle spalle dell’istruttore.

          • mistral 9 Novembre 2015, 16:51

            AdG, io vorrei far guadagnare soldi alle società, e nel contempo fare in modo che la scuola faccia il proprio mestiere di formazione ed educazione (anche nello sport) senza rifugiarsi dietro alla trita e ritrita spiegazione “mancano le risorse”… aggiungi 5.000 euro (ma anche 10.000) per la scuola che si “presta” a sperimentare, aumenta il tuo budget a 600.000 (e non dirmi che nel bilancio FIR tagliuzzando spese di rappresentanza ed investimenti immobiliari qua è là non ci sono risorse) e forse la scuola si muoverà, e dopo la scuola anche il resto arriverà, forse non i 15.000 annui che dici tu, ma fossero anche solo la metà motivati e “fedeli” alla disciplina ci sarebbe materiale su cui lavorare…finchè si rimane nel benevolismo gratuito delle scuole di rugby, c’è poca trippa per i gatti…

      • mamo 9 Novembre 2015, 16:02

        5.000:
        – allenatori: gratis;
        – palestra: a carico della scuola;
        – attrezzature: gratis
        Mettiamo, comunque, di spenderne 1.000. Ne restano 4.000 il che vuol dire pagare la corriera per 3/4 trasferte di media distanza.
        Dici niente.

        • Hullalla 9 Novembre 2015, 17:00

          Il punto di partenza che gli allenatori per il minirugby debbano per forza essere gratis e non, per esempio, dei diplomati ISEF che hanno fatto in piu’ dei corsi di specializzazione mirati per il minirugby, dimostra che al minirugby si vuole sempre e comunque lasciare gli scarti degli scarti, pensando che cosi’ le cose possano migliorare…

          • mamo 9 Novembre 2015, 17:08

            @hullalla io non dico che gli allenatori del mini rugby non debbano essere preparati, anzi. Mi sono permesso forti critiche all’abitudine di utilizzare nel minirugby mamme, zie, fidanzate o quant’altro (con un corso di I° livello).
            Dico che i vari Progetti scuola, nei Club che li fanno bene, sono demandati – generalmente – agli allenatori migliori del Club quelli, per esser chiari, che prendono il “gettone” più consistente.

          • Hullalla 10 Novembre 2015, 09:16

            “L’abitudine” ad utilizzare nel minirugby mamme, zie, fidanzate o quant’altro (con un corso di I° livello) deriva dal fatto che praticamente NESSUNO prevede di investire nel minirugby per avere figure professionalmente preparate, e per cui gli allenatori sono quasi tutti volontari di buona volonta’ (e c’e’ anche da fargli i complimenti)>

            Le societa’ preferiscono spendere quei quattro soldi CHE CI SONO per qualche filibustiere di passaggio, convinti che basti quello a raddrizzare le prestazioni delle varie prime squadre, anziche’ partire dal basso.
            Seminare e’ faticoso e a tutti piace raccogliere dove non si e’ seminato…

            In questo senso la FIR e’ l’espressione delle societa’: tutti amano partire dal vertice della piramide, tranne qualche sognatore sfruttato e poi preso a sberleffi da tutti. Finche’ dura.

    • xnebiax 9 Novembre 2015, 15:38

      Magari aggiungerei qualche soldo per pagare qualche tecnico che, precedentemente, abbia insegnato ai tecnici italiani, che lo usano poco, come si insegna al meglio e come si sfrutta al meglio il touch, o tag.

    • mamo 9 Novembre 2015, 15:54

      Oh là. Almeno è una proposta concreta.
      Scrive OnRugby “I soldi servono dicevamo, ma alla fine a pesare sui risultati sono le scelte “politiche” e “filosofiche” che vengono fatte”.
      Forse era bene essere ancora più chiari e dire “I soldi servono ma alla fine a pesare sui risultati sono le scelte politiche e filosofiche su come spenderli” da qui concludo che difficilmente i 60.000 euro di costi preventivati da A.d.G. sarebbero investiti dall’attuale gestione che è stata capace di ridurre ulteriormente le spese di Promozione.

    • mamo 9 Novembre 2015, 16:42

      Progetto reale o no, è rimasto un progetto e da che capisco non è andato in porto perché lo sponsor, alla fine, si è tirato indietro.
      Lo sponsor, A.d.G., deve essere FIR e quei 60.000 o 1.000.000 o quello che sono, DOVREBBERO essere una voce di spesa da inserire nella Promozione (hai visto che razza di tagli han fatto quei cialtroni).
      Se poi rimangono dei soldi, anche tutti, alle società io non solo non mi scandalizzo ma lo auspico.
      I premi economici a chi riesce a far Formazione sono il minimo che una Federazione possa fare.

      • mamo 9 Novembre 2015, 16:43

        Promozione non Formazione

        • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 16:47

          Ma io sono completamente daccordo, in aggiunta, sostengo a latere di questa affermazione, che le società devono essere il motore di questi interventi. Esse andrebbero messe in competizione per la formulazione e gestione dei progetti più completi e accattivanti.

  16. xnebiax 9 Novembre 2015, 15:35

    AdG, è vero che non tutti i bambini sono uguali, ma l’attività fisica fatta bene migliora i bambini se iniziano prima della pubertà.
    In realtà le qualità tecniche dei ragazzi non hanno niente a che fare con ciò che si dice nell’articolo, se non per sottolineare che i risultati della quasi inesistente politica di reclutamento ed espansione non sono sufficienti.
    Poi c’è una cosa che non condivido mai nelle tue analisi, cioè l’importanza di tutti i giocatori, anche quelli scarsi.
    Se uno e scarso e si diverte a giocare in serie c2 perché è il suo livello è giusto che lo faccia, ed è giusto che la federazione aiuti il suo club ad avere un campo decente ed aiuti il club ad avere delle strutture. Se tutti i club di serie C e C2 avessero un bel campo, spogliatoi ed una palestra allora migliorerebbe anche il livello, anche con giocatori psicomotoricamente scarsi.
    Chi gioca nei tornei di base fa un servizio a tutti e paga anche dei contributi alla FIR. Aumenta la concorrenza tra i giocatori e la concorrenza spinge sempre a fare meglio e a migliorarsi.
    Quindi per me è importante che ogni ragazzo o ragazza, anche se non sono particolarmente dotati, siano allenati al meglio possibile dall’età più giovane possibile, perché se migliori la qualità dei campionati minori di conseguenza si devono svegliare anche quelli maggiori. Avere una base di quantità e qualità decente è possibile anche con giocatori normali.

    • TESTAOVALE 9 Novembre 2015, 15:49

      ci sarebbero i soldi per palestre e campi in platino dorato dobbiamo soltanto impedire ai politici di rubarceli , noi parliamo di migliaia di euro per i ragazzi , loro centinania di milioni per fondazioni a delinquere svegliamociiiiiiiiii e prendiamoli tutti a calci nel culooo

    • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 16:09

      ok, @xene, il tuo è un intervento di tipo sociale,super condivisibile, ma vedi che anche tu glissi sulle qualità di coloro che dovrebbero poi fare lo sport di vertice, e come reclutarli. Ed è ciò che abbiamo fatto dall’avvento del professionismo. Ed è invece il problema saliente del ns. movimento rugbistico e sportivo in generale.
      Rtitieni anche tu che il problema del rugby in Italia sia solo un problema di allenatori inadeguati. Ma non è così.
      Se la Francescato fosse affidata a Brunello non cambierebbe nulla, sempre un modesto campionato di serie A farebbe.

      • xnebiax 9 Novembre 2015, 18:42

        Non esattamente.
        Io penso semplicemente che prima vadano reclutati tutti gli interessati, da un’età abbastanza giovane. Penso anche che ai bambini ci sia bisogno di insegnare non a giocare a rugby subito ma a muoversi, e qui è già il primo step dove la qualità e modalità di allenamento fa un primo saltino di qualità e migliora le capacità di tutti i giocatori, sia abili che scarsi. Poi penso che tutti quelli che si divertono debbano essere messi in condizione di continuare a giocare anche se non ambiscono all’alto livello. Aggiungo che un allenamento migliore ai giovani viene ripagato più avanti nell’età (ovviamente non da tutti i giocatori, ma molti senza doti speciali possono migliorare).
        Dico, in sostanza, che investire presto dà frutti a lungo termine. Avere una classe di allenatori per le giovanili (da 8 anni in su, con ogni categoria di età o peso che ha le sue caratteristiche) dicevo una classe di allenatori che sanno come migliorare i ragazzi giovani aumenterebbe la qualità di tutti i giocatori, sia quelli dotati che non dotati. Parlo di investimento perché ritorna con gli interessi. È vero che quelli che imparerebbero forse meno sarebbero quei pochissimi (3-4 all’anno) campioni che “non ne hanno bisogno” perché ci arrivano da soli a fare certi movimenti ed avere una certa visione. Ma sono pochissimi.
        Per fare un parallelo, una ragazza che da bambina ha fatto danza o ginnastica artistica per un anno o due, quando è grande a 25/30 anni impara più facilmente il cha cha cha di una che non ha mai fatto questi sport da giovane, perché le capacità di padronanza sul corpo che ti insegnano da bambino/a restano più o meno nel corpo fino alla vecchiaia.

  17. aug61 9 Novembre 2015, 16:55

    Caro AdG, rispondo solo ora, perchè mi tocca ogni tanto lavorare…
    A dire il vero non ho capito affatto la Tua prima risposta, neppure riesco intuirne il significato: comunque ciò che conta è che le politiche federali – all’insaputa o meno delle società, non so ma non rileva, dato che la responsabilità è sempre della FIR – degli ultimi 15 anni sono quelle che hanno portato agli attuali risultati. Onestamente, dentro di Te credi che se oggi ci fosse ancora il 5 nazioni, ci farebbero entrare, o siamo entrati per merito degli uomini e delle politiche fatte prima, nel quindicennio precedente e del rispetto conquistato sul campo, culminante con la vittoria di Grenoble?
    Per quanto attiene alla “razza” nascondersi dietro il dito che i nostri ragazzi non sono idonei è puerile e mistificatorio: se controlli i dati generali dei paesi europei (lasciamo da parte l’emisfero australe), vedi che peso, altezza medi sono assolutamente omgenei, l’argentina poi è fatta tutta da italiani ed altri europei… Il vero problema è l’insegnamento del rugby, l’organizzazione, i maestri e quindi gli allenatori: sono le componenti umane che decidono e come dicevo fanno la storia. E’ evidente che non possiamo sapere se cambiando gli uomini verranno risultati migliori, certo sappiamo che, rimanendo fermi, moriremo di morte lenta, sopravanzati da tanti paesi con più grinta, guidati da uomini con più coraggio e intelligenza.
    Ma siccome credo che governare all’interno della FIR sia un servizio, non un mestiere, non una posizione personale acquisita da difendere con unghie e denti, allora quando si avverte che qualcosa non va, bisognerebbe farsi da parte e vedere se altri posono fare meglio, tutto qui, senza peraltro che io creda che l’unico problema sia AG..non mi sono mai piaciuti i capri espiatori..Ma che ora sia necessario un cambiamento radicale e rapido, come si fa a negarlo..

    • Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 17:04

      Ti piace cantartela e suonartela, per me è uguale. Ciao.

    • Heiniken Cup 9 Novembre 2015, 22:10

      Caro AdG … Si vede che la cosa ti rode ….. Quoto totalmente aug61
      Non c’è nulla di male ammettere di aver avuto torto.
      Saluti a tutti

  18. Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 17:02

    Tornando al bilancio Fir, secondo me si può sostenere che gran parte di questi soldi vengono gestiti direttamente dalla FIR stessa per attività operative ( CF Accademia e formazione).
    Prima domanda ancor prima di stabile quali sono i risultati.
    E’ corretto che una federazione gestisca in prima persona la formazione?
    Se rispondiamo di sì, si tratta solo di vedere se chi opera adesso è adeguato o meno ma non si mette in discussione la metodologia.
    Se la risposta è no, le scelte sono subito altre.
    Seconda domanda .
    E’ corretto sostenere le celtiche, praticamente a piè di lista per “allenare” i giocatori italiano che comunque non troverebbero posto in altri campionati pro e che comunque sono superiori al tasso tecnico dell’Eccellenza e che servono per completare la rosa della nazionale?
    A seconda della risposte “ballano” 25 mil. del bilancio Fir.

    • xnebiax 9 Novembre 2015, 22:11

      Personalmente la mia opinione è che la FIR dovrebbe avere un ruolo di sostegno, organizzazione e controllo. Per quanto riguarda la formazione questo significa offrire corsi ai tecnici, programmi e manuali del tipo “esercizi da far fare agli atleti U14” “come insegnare a fare x e y eccetera”, fornire sostegno e know how dirigenziale, e ovviamente controllare e monitorare gli investimenti. Poi delle accademie vanno anche bene, ma preferirei che ogni club avesse ottimi allenatori per le loro giovanili, e non solo le accademie. Poi per i ragazzi sotto i 18 anni andare in collegio via da casa a me sembra un’assurdità che pochissimi ragazzi vogliono fare, e si perdono tanti talenti a quel modo. Quindi per me meglio che la FIR porti sostegno all’interno dei club che portare via i ragazzi migliori dai club. Ma non sono contrario a centri di formazione nelle parti d’Italia dove i club hanno meno tradizione e meno knwo how. Non penso sia tutto da rifare, ma a spostare il focus verso i club e controllando la qualità del lavoro dei club penso gli investimenti possano portare di più perché più ragazzi possono usufruirne e non solo quei 250-300 selezionati ogni anno. Insomma, non è tutto da rifare, ma a me quello delle accademie sembra molto macchinoso, e chi non entra o non ci vuole andare rimane di serie B perché nei club magari non c’è tempo di seguire così da vicino il singolo bravo. Insomma per la formazione preferisco stages e raduni e ospitare allenatori nei club o cose così. Anche se è più semplice fare delle Accademie.

      La seconda domanda per me ha una risposta relativamente semplice: non mi pare che ce lo possiamo permettere, costa troppo dare i 10-11 milioni di € all’anno. Meglio, secondo me, di quei 10 prenderne 4 o 5 e fare un’Eccellenza ad 8, una A ad 8 squadre, ed una competizione con 4 o 6 franchigie territoriali con i migliori giocatori di Eccellenza ed A dopo il (corto) campionato. I finanziamenti alle squadre vincolati ad essere usati in buona parte per le giovanili e per uno staff tecnico di qualità. Stipendi dei giocatori regolati chiaramente in professionista a tempo pieno e giocatori part time. Numero di stranieri può rimanere come ora, non di più. E poi tanti soldi spesi per la promozione dell’Eccellenza e della competizione a squadre territoriali, diretta streaming di ogni partita. 4 partite di eccellenza distribuite tra venerdì sera e domenica pomeriggio così non ce ne sono in contemporanea. Finanziamenti ulteriori alle squadre per promuovere le partite nelle loro città per aumentare il pubblico agli stadi.
      E chi mi viene a dire che un campionato ad 8 è troppo piccolo: la Currie Cup è a 8 squadre, e il campionato rumeno ne ha 6.
      Inoltre metterei ogni meta a 6 punti, per cercare di promuovere un rugby più veloce e spettacolare dove gli avanti imparano a fare altro e non solo mischia e maul.

  19. electrocase 9 Novembre 2015, 18:57

    mi stavo chiedendo mentre leggevo chissà quanti di voi hanno provato ad “organizzare” realmente (con questo brutto termine intendo dire reclutare, garantire una logistica decente, insegnare, assicurare, accompagnare, far giocare, e ancora e ancora) 100 bambini dagli 8 ai 12 anni in questo splendido sport maledetto.
    Scrivere è bellissimo
    Parlare di bilanci, programmi, progetti, programmazione è interessante
    io sono abituato a guardare le azioni e dopo qualche tempo i risultati di quelle azioni
    l’ormai celeberrimo Progetto Scuola della FIR ha partorito iniziative certo lodevoli ma, se mi posso permettere, sono sembrate molto spesso scarsamente strutturate in termini di collegamento alle realtà che potevano garantire, a quelle stesse iniziative, continuità e, conseguentemente, risultato effettivo.
    Io vedo nel nostro sport sempre più volontariato (che noi tutti non dovremmo mai smettere di benedire) e sempre meno struttura.
    Forse mi sbaglio ma non c’è nessuno che si chiede come far sembrare a questi ragazzini il rugby “attraente” e far si che restino nel cerchio quasi magico dei praticanti…….

    • Mr Ian 9 Novembre 2015, 19:10

      penso la parola magica sia coinvolgimento, renderli e farli sentire da subito parte di qualcosa, in questo caso la squadra. Fare in modo che siano sempre presenti alle partite dei senior e coinvolgerli al campo, come gurdalinee, segnapunti e chissà che altro ancora. Per il resto ci dovranno pensare i grandi ad essere un esempio.
      Purtroppo il rugby paga il fatto di essere uno sport complesso e poco presente nelle televisioni, è questo credimi fa veramente tanto…

      • mamo 9 Novembre 2015, 19:29

        Aggiungo: emulazione.
        I bambini hanno bisogno di emulare qualcuno e nello Sport più che mai.
        Ma se non vedono altri campioni se non del calcio, del basket o del tennis come fanno a emulare un campione del rugby ?
        Poi, diciamocela tutta, finché il nostro sport lo si vuol caratterizzare con quella cagata del terzo tempo, non andremo da nessuna parte. Lo dico perché è l’argomento principe che sento utilizzare per magnificare il rugby.
        Le feste, festine e festuche forse piaceranno alle mamme di oggi, non lo so, ma basta, vi prego, cambiamo musica che ci farà bene anche alla salute: meno salsicce e dolcetti.

        • Antonio9 9 Novembre 2015, 20:05

          Questa è una stupidaggine bella e buona. Il terzo tempo non ha mai impedito di fare bene la formazione specie dei ragazzi !

          Il Touch? serve a poco, perché ad un certo punto si deve placcare, e più tardi inizi peggio è. Nelle nazioni più avanzate di noi già nel minirugby si gioca con la spinta in mischia dalla U12 , altro che touch o tag .

          Club ? : il problema come per la dirigenza è che non si è mai voluto fare della meritocrazia, premiare i bravi e correggere chi sbaglia, perché il mantenimento del potere è sempre stato il primo obbiettivo delle gestioni Dondi ed ora Gavazzi

          • mistral 9 Novembre 2015, 20:15

            condivido, togli il contatto e togli il terzo tempo e togli l’anima al rugby… touch, tag, regole old va tutto bene come corollario, ma il piatto forte è il XV con mischia e drop… anche con i calci in italia si comincia tardi, strano per un popolo di pallonari tondi…

          • mamo 9 Novembre 2015, 20:24

            Non lo ha di certo impedito ma non rappresenta il rugby e non ne é minimamente l’aspetto identificativo come vogliono far credere.
            Questo ho criticato e su questo immagino di non aver detto una stupidaggine.

  20. Alberto da Giussano 9 Novembre 2015, 20:46

    Peccato che si interessa, anzi a volte indica la strada, su come sviluppare il rugby a 15 nostrano non legga cosa pensano gli anglosassoni del contatto e del touch fino ai 10/11 anni.
    Ma l’autoreferenzialità,tanto vituperata, é esecrabile fino a che riguarda gli altri.

    • GiorgioXT 10 Novembre 2015, 00:37

      A dire il vero sembra che tu non conosca bene gli anglosassoni , in Inghilterra, Scozia ed Irlanda il Tag/Touch si ferma alla under 7 / Primary 3 in Scozia (8 anni) e comunque dalla 9 in poi si gioca esattamente come da noi .
      La differenza casomai è sull’accento alla NON COMPETITIVITA’ nel minirugby, al punto che in Irlanda non possono esserci semifinali o finali nei concentramenti o festival, ed in tutta una serie di provvedimenti per aiutare chi ha bassi numeri .

      La differenza fondamentale comunque è che quelle federazioni fanno tutte una “Performance Review” ovvero una analisi pubblica dei risultati delle politiche scelte…

  21. cracco 10 Novembre 2015, 09:01

    Con 25 milioni di debito per la nuova sede ipotecano 20 anni di bilanci federali.

    E il Coni non firma e non paga!

    Cosi si fa crescere il movimento.

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