Dov’è il confine tra Emisfero Nord e Sud? Nel Tinello di Vittorio Munari!

Quattro semifinaliste su quattro del Mondiale guardano l’Equatore dal basso verso l’alto. Potevamo non parlarne?

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Mr Ian 20 Ottobre 2015, 08:35

    Una piccola provocazione, trovo un po’ strana questa senso di meraviglia nel gap sempre più largo tra emisud ed eminord. Ma può essere che la stampa europea negli ultimi anni si è poco occupata dei campionati sanzar? Partendo dal SR passando per l ITM cup, la Currie cup ed il campionato australiano.
    Già nei loro domestic si vede che c’è una netta differenza di gioco e di atletismo, senza per forza scomodare il turbo rugby…senza considerare che nei loro campionati l età media delle squadre si abbassa sempre di più.
    Quale grosso sito di settore europeo dà tanto spazio per approfondimenti tecnici sul Super Rugby? a parte le notizie che fanno scalpore…Si sono mai chiesti come ha fatto un tecnico come Joseph a portare gli Highlanders alla vittoria?

    • Hullalla 23 Ottobre 2015, 21:11

      Un’altra piccola provocazione: l’Argentina (dove l’economia non e’ cosi’ prospera) e’ stata ammessa nel 4N, ha perso molte partite ma adesso guarda come e’ cresciuta.
      L’Italia e’ stata ammessa nel 6N 15 anni fa e guarda dove cavolosiamo ancora…. e continuiamo a tirare fuori alibi per giustificarci…

  2. Stefo 20 Ottobre 2015, 08:36

    Visto @Paolo che sei tifosissimo Pumas immagino concorderai con questo pezzo del Guardian
    http://www.theguardian.com/sport/blog/2015/oct/19/argentina-rugby-world-cup-british-irish-lions-americas

    • Stefo 20 Ottobre 2015, 08:39

      A me sembra una proposta.idea interessante, ma che credo difficilmente si fara’ piu’ per motivi economici che altro, anche se magari l’inclusione di tappe in Nrd America potrebbe generare quel ritorno economico necessario.

      • San Isidro 20 Ottobre 2015, 17:18

        Stefo sono anni che dico che mi piacerebbe un bel tour dei Lions in Argentina, se poi si vuole proprio fare un vero tour americano le gare certo non mancherebbero: partita inaugurale in USA o Canada con un North America XV, match a Montevideo con la selezione del CONSUR, 2 o 3 TM con i Pumas, uno con i Jaguars, uno con il Pampas XV e uno con la provincia vincitrice del Campeonato Argentino e magari per rendere più appetibile il tour partita in SA con gli Springboks…

        • San Isidro 20 Ottobre 2015, 17:18

          con Pampas XV intendevo la franchigia di Super Rugby, anche se dubito si chiamerà così…

          • Nicola79 21 Ottobre 2015, 13:43

            Los Jaguares, San! Stai al segno 😀

          • San Isidro 21 Ottobre 2015, 20:00

            hai ragione…comunque il nome della franchigia argentina non è stato ancora ufficializzato, tra l’altro è stato proposto il nome in inglese “The Jaguars”…se però ti riferisci alla nazionale A argentina è chiamata sia Argentina Jaguars che Los Jaguares…

  3. maz74 20 Ottobre 2015, 08:46

    Concordo con Munari, la differenza nasce dalla formazione dei bambini alle quale va aggiunta una struttura fisica di base superiore. Ma grosso non vuol dire giocatore di rugby, in Italia non lo abbiamo ancora capito (vedi convocati nelle accademie).
    In Nuova Zelanda i migliori allenatori (anche quelli più pagati al di fuori dello staff AllBlacks) li trovi non a capo delle 5 franchigie, ma di accademie di formazione dei bambini. Fino ad una certa età (mi sembra 14 anni) giocano senza il contatto (touch rugby) nel quale il bambino non può superare l’avversario con la potenza, ma con la tecnica, l’abilità e giocando con i compagni. In Italia vedi delle under 8 o 10 giocare con il bambino più sviluppato e spesso grasso che fa da traino.
    In Nuova Zelanda e Australia la vita è molto più semplice e i bambini vivono molto all’aria aperta, giocando a rugby o altri sport, un po’ come quando ero bambino io che stavo ore ed ore all’Oratorio a giocare a calcio.
    Queste sono le differenze che aumenteranno negli anni futuri

    • graffio 20 Ottobre 2015, 09:15

      Quoto al 100%: GROSSO NON VUOL DIRE (NECESSARIAMENTE) GIOCATORE DI RUGBY …

      • Hullalla 20 Ottobre 2015, 17:33

        FIR: “Dateceli grandi e grossi, che ad insegnargli a giocare ci pensiamo noi!”
        NZ: “Dateceli che sappiano giocare, che a farli diventare grandi e grossi di pensiamo noi!”

    • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 09:25

      Munari dice una cosa leggermente differente. Dice che per diventare un buon giocatore di Rugby devi comunque avere una base cromosomica elevata per quanto attiene le abilità psico motorie. Lui da le percentuali: 50% abilità atletiche di base e 50% allenamento.
      Il problema è che noi non intercettiamo i ragazzi con qualità atletiche elevate e quei pochi, magari come dici tu, li scartiamo per le misure “standard” non presenti.
      Dopo di chè esiste anche, probabilmente, una insufficienza di preparazione fra gli allenatori, ma il gap grosso è rappresentato dalla qualità di base dei ragazzi che scelgono di giocare a rugby.

    • speartacKle 20 Ottobre 2015, 10:51

      Ti sbagli di grosso, il contatto lo fanno già dagli 8 anni, leggiti il regolamento: http://www.steelers.co.nz/assets/referees/2015/2015%20DSLVs%20and%20Small%20Blacks%20Laws.pdf

      • alfieri75 20 Ottobre 2015, 11:25

        Considerando che molti bambini iniziano a giocare verso i 7/8 anni significa comunque che quasi da subito il gioco e’ con contatto. Il che sinceramente non mi pare una gran cosa. I “miei” under 8 ovviamente prendono palla e partono perche’ tanto i placcaggi mancati sono numerosissimi. Conclusione: zero passaggi, zero gioco di squadra, zero occupazione dello spazio…e pure (quasi) zero placcaggi ma tante botte. A me sembra una gran perdita di tempo che ha anche ricadute sulla permanenza dei bambini che in certi casi si spaventano per le botte (loro o i genitori). Per abituarli al contatto, che non e’ naturale per la maggioranza degli individui, ci sarebbe tempo…ma prima sarebbe piu’ utile insegnargli il resto.

        • alfieri75 20 Ottobre 2015, 11:26

          PS e consideriamo che da noi si fa contatto subito dopo gli under 6 (noi=Belgio)

          • Stefo 20 Ottobre 2015, 11:46

            Non credo che fare contatto sia un grosso problema, anche bisogna iniziare anche quello presto per insegnare la tecnica giusta nel placcaggio che e’ dove uno puo’ fare e si puo’ fare molto male se non lo fa correttamente.
            Nella mia esperienza io vede che quando si gioca coi piu’ piccoli al tocco i ragazzini puntano molto piu’ sulla propria velocita’ facendo linee di corsa ad arco andando indietro per battere l’avversario piuttosto che quando si introduce il palccaggio.

            Da dire che poi che per introdurre molto piu’ il concetto di squadra e di passarsi la palla basta intervenire con regole ad hoc, e’ usanza ormai diffusa qua ad esempio giocare con minimo 3 passaggi prima di poter segnare.

        • speartacKle 20 Ottobre 2015, 11:47

          Questa cosa del gioco alla mano prima degli 8 anni vorrei proprio che me la spiegassero, io non ho fatto scienze motorie ma un po’ mi sono informato, prima degli otto anni ricevere e fare passaggi per un bambino è molto ma molto complicato, proprio perchè è in un periodo dello sviluppo in cui afferrare e prendere oggetti al volo è quasi innaturale, non si passano la palla perchè “esistono” solo loro nel senso che devono ancora sviluppare la capacità di capire pure dove stanno in campo, immaginarsi rispetto ai compagni.

          Ovvio che si deve cercare di migliorare gli aspetti di lateralizzazione e di gioco con altri, ma non è che se togli il contatto allora migliorano per magia.
          Poi magari su ste cose direi che è meglio lasciare la parola a qualcuno che ha studiato scienze motorie e lo sviluppo che parlare a caso di queste tematiche ha poco senso…

          • malpensante 20 Ottobre 2015, 12:27

            Le brave suorine, all’asilo facevano giocare bambini e bambine in cortile a palla prigioniera, ben prima degli 8 anni.

          • speartacKle 20 Ottobre 2015, 12:35

            della serie alla tua età saltavo i fossi per lungo…

            dai sei abbastanza intelligente da capire quello che ho detto. Se andiamo per aneddoti non ne usciamo più.
            Io preferirei lasciare la parola a chi ha studiato questi aspetti…

          • socceria 20 Ottobre 2015, 12:36

            Bravo @mal! Ti quoto! e succedeva anche se non andavi dalle suore! Insieme a capriole, salti nei cerchi (non infuocati 😀 ) e compagnia bella!
            Tra l’altro afferrare e lanciare rientra nelle capacità motorie di base, che andrebbero acquisite tra i 4 e i nove anni! A patto che siano stimolate però!

          • mezeena10 20 Ottobre 2015, 13:18

            hai ragione mal!
            io ho studiato scienze motorie e ti garantisco che non è come dici tu speartackle..
            discorso troppo lungo da racchiudere in poche righe..

            http://www.scuolafragale.it/lallenamento-sportivo-giovanile-multilateralita-lateralita-transfer-controlaterale-e-inizio-specializzazione/

          • speartacKle 20 Ottobre 2015, 14:10

            @mez e cosa avrei detto io? ho detto che per un bambino di quell’età (6 anni) è naturalmente complicato fare passaggi e riceverepassaggi, (prendere ed afferrare e lanciare non è passare la palla) che hanno una concezione del mondo che li circonda ancora acerba e che fanno fatica a capire dove si trovano e gestire lo spazio con gli altri. Che torgliere il contatto secondo me non è la soluzione.

            Ovvio che questi aspetti li puoi e devi stimolarli, ma se ti aspetti passaggi e gioco di squadra in senso sviluppato forse ti stai ponendo degli obiettivi sbagliati per u6 per un u8 forse già qualcosa, ma sinceramente non sono un esperto di quelle categorie.

          • Giovanni 20 Ottobre 2015, 14:19

            Il punto è che da noi i bimbi, invece di palla prigioniera, palla avvelenata o ruba bandiera, preferiscono giocare al medico e l’ammalata. 😀

          • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 14:27

            Son due giorni che non commenti, è uscito il nuovo libro del commissario Ricciardi?

          • malpensante 20 Ottobre 2015, 14:35

            spear, non era una battuta. Non si scopre adesso che è difficile per un pupo passarla, e non serve un premio nobel e neanche un intervento transgenico al corredo cromosomico. Tre passaggi obbligatori, e poi schiva la palla o prendila al volo. E devono tassativamente giocare tutti. Se fai la prodezza, ne liberi uno dei tuoi. Dimmi tu se le suorine non meritassero una laurea ad honorem. 🙂

          • malpensante 20 Ottobre 2015, 14:48

            Quanto al contatto, vedo gente che ha cominciato in fasce a placcare e che a 25 anni ci lascia regolarmente la spalla (o placca di cranio) e gente che ha cominciato a quindici che lo esegue correttamente. In sostanza, penso che cominciare presto abbia di sicuro dei vantaggi, basta che ti insegna sappia cosa ti stia insegnando. Niente vieta di lavorare su mani, gambe e visione anche se è ammesso il contatto: si può anche alternare il modo di giocare (sto parlando dei piccoletti), contatto sì e contatto no. La questione centrale è che ci sono spesso tanti nani per pochi educatori, e col volontariato difficilmente si può pretendere un livello sempre adeguato di competenze. Torniamo ai club non eccellenti, e alla miseria della vita presente e quotidiana, a meno che al prossimo giro non si facciano un qualche 1000 accademie under 6. 8, 10.

          • speartacKle 20 Ottobre 2015, 15:07

            ma infatti secondo me fino ai 14 anni più sport provano e praticano meglio è.

            Capiamoci, io non dico che non si deve allenare certi aspetti, anzi praticamente secondo me u6 e u8 più che rugby dovrebbero fare psicomotricità e coordinazione motoria.

            la partita la domenica è il contentino a quell’età l’importante è quello che hai fatto in settimana durante gli allenamenti, quindi levare o lasciare il contatto ai fini della formazione non cambia molto secondo me, la differenza la fa come li alleni.
            Ma probabilmente stiamo dicendo la stessa cosa, Cambiare le regole (contatto non contatto) non fa la differenza, è riuscire ad allenare bene e con cognizione.

          • Giovanni 20 Ottobre 2015, 16:06

            @AdG: ero nella capitale a condividere la visione dei QF con amici romani, tra cui alcuni che scrivono qua…
            P.S.: hai idee preconcette sulle mie letture o è un modo per soddisfare la tua curiosità…? 🙂

          • Nicola79 21 Ottobre 2015, 13:54

            Dico brevemente la mia. Se ai bimbi dici “tre passaggi prima della meta” possono succedere in genere tre cose.
            1) tre passaggi da fermi, e il quarto prende e va a sbattere
            2) il primo prende e va a sbattere.
            3) il primo prende, buca la linea e la squadra fa tre passaggi da fermi prima di schiacciare.
            Aspettarsi “gioco di squadra” prima dei 9 anni è irrealistico e, secondo me, controproducente. L’obiettivo primario è segnare la meta, e la meta la segno avanzando. A 8-9 anni il bambino deve imparare a non aver paura del contatto, a gestirlo e a correre negli spazi. Allo stesso tempo però vanno sviluppate le capacità motorie di base (lanciare, afferrare). A livello tecnico un bambino introduce gradualmente il passaggio nel proprio bagaglio, ma a livello di gioco lo introduce solo quando si fa la domanda “c’è un mio compagno che può avanzare più di me?”.

  4. malpensante 20 Ottobre 2015, 09:30

    Bah. Per me non esiste un emisfero sud del rugby, se non come geografia e competizioni. Le isole dove le mettiamo? C’entra di più con gli AB Samoa o i Bokke? Nei Pumas attuali ci si vede più rugby francese e inglese o quello Australiano? In ciascun paese australe vedi un rugby globale quanto a competenze, ma con radici solide e tradizionali, identità riconoscibili nel tempo, nella loro evoluzione e positiva contaminazione. Ciascuno molto più unico di quel che succede in Europa, dove si subisce una egemonia culturale evidente. Peraltro, una egemonia ideologica e come tale spesso ottusa e/o di convenienza (più comodo comprare che costruire), proprio perché il rugby australe, almeno per come la vedo io, non esiste.

  5. Mr Ian 20 Ottobre 2015, 09:34

    Il famoso progetto scuola FIR andrebbe interpretato molto diversamente da come è organizzato adesso. Poiché adesso tutti siamo d accordo che le specificità atletiche e tecniche vanno affrontate prima rispetto alla famosa affettività, andatelo a dire ai vari formatori…quindi a questo punto nelle scuole non vanno più mandati volontari, ma gente specializzata, laureati in scienze motorie che affianchino e collaborino con gli educatori di minirugby. Purtroppo per fare questo ci vuole un buon investimento economico, c’è poco da fare, la predisposizione genetica per giocare a rugby mi pare na grande strunzata…

    • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 09:52

      Forse perché non hai mai insegnato. O forse confondi il significato del termine. Ogni individuo ha abilità psico motorie di base differenti perché ha dei cromosomi differenti da un altro individuo. Se non esistessero queste differenze tutti correrebbero i 100 metri piani in 9,58, invece questo tempo al mondo lo corre una persona sola, come mai?
      Non capire che i ragazzi hanno predisposizioni psico motorie differenti a seconda degli individui e a seconda soprattutto di quando cominci ad allenarle queste abilità, significa capire poco o nulla dei meccanismi di apprendimento.
      L’educazione psico motoria è una disciplina né più né meno come la matematica, c’è chi la apprende con facilità, chi con difficoltà e chi non ce la fa proprio.

      • Mr Ian 20 Ottobre 2015, 10:01

        Sulla predisposizione genetica mi sembra ovvio, in fondo ognuno di noi è portato per qualcosa di specifico.
        Il senso del mio post era un altro, se proprio vuoi trarre il meglio da un individuo infante, cerca di insegnarli le cose nel momento del suo massimo apprendimento, nel caso delle attività psicomotorie, dai 6 ai 9 anni, ma direi anche fino agli 11. Poi non saranno tutti Bolt, ma sicuramente sapranno come correre in maniera corretta.
        Purtroppo non ho mai insegnato e non si possono conoscere le cose, come chi non ha mai giocato a rugby non può essere un allenatore…peccato da noi avviene il contrario con risultati alquanto scadenti…

        • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 10:13

          Come tutte le cose da imparare , il rugby non si sottrae alla regola per cui prima consegni una palla ovale in mano ad un ragazzino è sempre troppo tardi.

          • mezeena10 20 Ottobre 2015, 10:41

            catalano!
            per te!

  6. Maggicopinti 20 Ottobre 2015, 09:59

    La superiorità dell’emisfero sud mi pare ovvia in ogni elemento – fisico, tecnico, tattico.
    Importiamo nei migliori campionati europei i più forti giocatori dell’emisfero sud, compresi quasi tutti gli argentini – se fossero più bravi quelli dell’emisfero nord non succederebbe, no?
    Importiamo decine di giocatori di terza o quarta scelta dell’emisfero sud nei campionati minori europei – compresi Pro12 ed eccellenza. Se le nostre seconde scelte fossero di qualità non ce ne sarebbe bisogno, no?
    Le nazionali dell’emisfero nord sono piene di giocatori dell’emisfero sud, spesso seconde scelte nelle rispettive nazionali. Il che significa che in un certo ruolo una riserva in una nazionale dell’emisfero sud è migliore del miglior giocatore in quel ruolo in una nazionale dell’emisfero nord. Se le nostre prime scelte fossero migliori non ce ne sarebbe bisogno, no?
    Importiamo tecnici, sia prime che seconde scelte – se i nostri tecnici fossero più preparati di quelli dell’emisfero sud non ce ne sarebbe bisogno, no?

  7. socceria 20 Ottobre 2015, 10:42

    Vero! Però bisogna rivedere i metodi di insegnamento, non solo del rugby, ma degli sport in generale e più in particolare della conoscienza del proprio corpo. Non è possibile che un gruppo di bambini di sei anni si guardi intorno spaesato se uno gli chiede di formare una linea o una fila! Non hanno idea di come farlo in maniera ordinata e veloce perche non conoscono la differenza, non si applicano per capirla, e nessuno gliela fa capire. Quindi se un educatore, sul campo o in piscina -faccio entrambe- deve ripartire dagli schemi motori di base, significa che è la scuola che ha fallito miserrimamente. Non si può ripartire dalle capriole quando dovrebbero iniziare a maneggiare il pallone e conoscere il campo. Poi ci meravigliamo che siamo in ritardo e il gap non si colma!

    • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 11:06

      Io ho assistito al primo allenamento di una società di serie B che aveva messo insieme un gruppo di ragazzini di 11 anni ( prima media), la metà di loro oltre a non sapere letteralmente correre erano totalmente scoordinati nei movimenti. Quando si parla si deficienze psico motorie di base di questo si parla.
      Prima ancora di insegnare loro il gioco del rugby, è necessario farli crescere nelle loro abilità motorie. E intanto gli anni passano.

      • socceria 20 Ottobre 2015, 11:21

        Dubito fortemente che riusciremo a raggiungerli! Ritengo che la mia generazione (ho 29 anni) è stata tra le ultime, se non l’ultima, ad avere insegnamenti psicomotori di base in età infantile (asilo/elementari)…Che io sappia dopo c’è il nulla….a meno che non cambia la scuola saremo sempre in alto mare!

    • Nicola79 21 Ottobre 2015, 14:00

      Invece si può e si deve ripartire dalle capriole. Non possiamo continuare a dire “la scuola non lo fa”. Se la scuola non lo fa (e non lo fa, concordo pienamente con te) dobbiamo farlo noi sui campi, dobbiamo studiare e farci aiutare da chi ne sa più di noi. Non posso pretendere che un bambino faccia un placcaggio correttamente se quando gli dico “spalle basse” lui alza il culo e raddrizza le gambe. Capacità motorie e tecniche possono essere sviluppate di pari passo, bastano 10-15′ ad allenamento e si vede la differenza.

  8. mezeena10 20 Ottobre 2015, 10:46

    e il commento su come tenere il pallone in mano per Furno..
    sentito fenomeno?

  9. ricki garfio 20 Ottobre 2015, 11:53

    Il Rugby nelle scuole è un utopia. Qualche tempo fa sono entrato per lavoro nella palestra di una scuola media inferiore ed ho notato che l’insegnante divideva col nastro adesivo il campo da pallavolo, giunti i ragazzi consegnava loro una palla di spugna leggera e li distribuiva nei vari settori con l’ordine di non invadere gli spazi altrui. Incuriosito gli ho chiesto perché li faceva giocare così. La risposta è stata spiazzante: qualche giorno prima un ragazzo con una schiacciata aveva fatto sanguinare il naso di un compagno e i genitori di questo avevano denunciato l’insegnante, probabilmente la cosa non avrebbe avuto seguito ma lui da quel giorno non intendeva più correre rischi.
    Come si può fare sport e farlo fare ai propri figli se non si è disposti ad accettare gli infortuni che per chi pratica attività fisica sono fisiologici?

    • socceria 20 Ottobre 2015, 12:41

      I genitori stanno diventando, chi più chi meno, ridicoli….
      Io non dico che il rugby debba essere insegnato nelle scuole, anche se sarebbe bellissimo, però basterebbe insegnargli le basi dell’educazione fisica, nel’accezione più nobile del termine, per fare in modo he i nostri ragazzeti non pascolino per i campi….

  10. speartacKle 20 Ottobre 2015, 12:00

    vi consiglio di andare in campo e provare a gestire 10 bambini, magari degli u10 o u12 e magari vi rendete conto di molte cose.

    Ai bambini le cose non vanno spiegate vanno fatte fare, senza farli stare fermi possibilmente e facendoli divertire pure.

    Se vuoi insegnare gesti tecnici o abilità motorie in maniera efficacie rispettando i termini di cui sopra (parlare poco, essere un allenamento dinamico, essere divertente) non potete lavorare con più di 5-6 bambini alla volta.
    Se hai la fortuna di avere un numero adeguato di educatori che ti permetta di lavorare in questo modo e possibilmente un esperto di scienze motorie allora forse riuscirai ad incidere significativamente su schemi motori di base e tecnica individuale altrimenti ti attacchi e fai quello che puoi.

    Ripeto il mio invito, oltre ad osservare provate a fare.

    • Stefo 20 Ottobre 2015, 12:13

      Con tutto il rispetto la stai un po’ estremizzando.
      Io lo faccio nel rugby ed anche nel GAA di cui so poco ma mi son reso disponibile ad aiutare e quindi mi viene spiegato l’esercizio da uno dei due “capi allenatore” e cosa devo tenere d’occhio nell’esecuzione in particolare.

      Vero e’ che in tutti e due i club abbiamo un buon numero di persone disposte ad aiutare e di solito lavoriamo con gruppi di 10 bambini in 2, ma si alvora per far capire le cose ed acquisire certi skill…nel GAA ti posso dire che nei primi 2 anni di blitz con aprtite ne abbiamo fatti due il resto e’ stato per lo piu’ esercizi che sviluppassero abilita’ motorie generali e skill specifici del gioco non semplici per quell’eta’.

      • speartacKle 20 Ottobre 2015, 12:23

        Ovvio che sto un po estremizzando, ma pure tu lo confermi, se lavori 10 a 2 riesci a correggere individualmente gli errori negli esercizi di skills altrimenti fai molta molta fatica a vedere e correggere gli errori, e pure a gestire l’esuberanza. Poi ovvio che non fai solo esercizi ma pure giochi dove un solo educatore può gestire 10 bambini, ma penso che tu abbia capito quello che dico io.
        Se vuoi lavorare la qualità e colmare gap psicomotori e tecnici devi avere un numero adeguato di educatori. Altrimenti è davvero molto difficili fare la differenza.

        • Stefo 20 Ottobre 2015, 12:28

          Questo si, d’accordissimo, son bambini alla fin fine quindi con la capacita’ di concentrarsi e seguire che hanno, e piu’ si alza il numero piu’ diventa difficile tenerli buoni.

          • socceria 20 Ottobre 2015, 12:56

            E’ ovvio che più educatori si hanno e meglio è! In piscina si considera un istruttore ogni 6/8 bambini, è chiaro che sulla terraferma, dove i bambini sono a loro agio e si sentono di fare come vogliono, sarebbe meglio avere più educatori/istruttori.
            Però non confondiamo le “esercitazioni” che si fanno fare ai ragazzi con quelle che si sottopongono ai bambini, che comunque vengono sottoposte sempre sotto forma di gioco!

  11. Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 12:13

    Vorrei fare un altra osservazione su tema degli allenatori/istruttori/formatori.
    Il rugby nelle sue skill di base: passaggio, corsa, placcaggio, calcio, ecc è uno sport come un altro. Ci sono delle regole di insegnamento che sono , nella metodica, uguali a quelle degli altri sport.
    Un buon istruttore ( laureato o meno in scienze motorie) può tranquillamente insegnare ai ragazzini di 6/12 anni i fondamentali di questo sport. Non deve necessariamente essere né neozelandese né sudafricano.
    Idem per le prime fasi di attività agonistica complessa: match 15 contro 15 con mischie chiuse e touché ( 12/16 anni).
    E’ dagli under 16 in avanti che è necessario avere una maggiore preparazione relativamente alla velocizzazione dell’ esecuzione dei movimenti e delle azioni di gioco.
    Qui è necessario conoscere per bene gli esercizi allenanti questo tipo di esigenza. E quindi un periodo di aggiornamento all’inizio di ogni ciclo sarebbe necesssario.
    Resta comunque il fatto che ragazzi allenabili a 16 anni alle esigenze del rugby moderno fatta di velocità e rapidità di esecuzione dei singoli movimenti e quelli di squadra vanno comunque trovati. Ed è il nostro grosso problema.

    • mezeena10 20 Ottobre 2015, 13:38

      come stabilisci se uno è un bravo istruttore? dai risultati? dai campionati vinti? da quanti bambini riesce a tenere al campo? che sia simpatico si genitori? ai bambini? se non ha titolo deve avere esperienza di campo..
      non è un caso che i coach sono per la stragrande maggioranza ex giocatori, almeno i migliori..
      cosa vuoi insegnare se non sai manco tenere il pallone in mano?

      • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 13:58

        Tutti grandissimi giocatori a partire da Graham Henry.

        • mezeena10 20 Ottobre 2015, 19:37

          eccezione che conferma la regola..e graham henry è stato insegnante e poi preside, ergo di ragazzi ne ha visti e gestiti a bizzeffe!
          oltretutto favorendo e spingendo per l’ integrazione piena con tutte le varie etnie NZ, supervalutando l’ importanza dei ragazzini Maori nella scuola e nelle squadre sportive..
          ma che te lo dico a fa..
          mr boria!

  12. McSmith 20 Ottobre 2015, 12:15

    oltre le opinioni sui massimi sistemi e l’educazione (condivido l’ineguatezza dell’italiana) mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse il caso Argentina.
    Hanno un sistema scolastico tanto migliore del nostro?
    Come funzionano le giovanili?
    I casi di Romania e Georgia mi fanno pensare che in realtà certe prestazioni nascano anche dalla “fame” (nel significato più ampio del termine).

    • Katmandu 20 Ottobre 2015, 12:59

      Non o sentito il post di munati, ma la forza del sistema formativo pumas son i Clubs, son intesi proprio come club con tanto di accesso a altri servizi, quindi non è raro avere una specie di poli sportiva, e questi club son affiliati alle varie federazioni locali che decidono se affiliarti o no in base a dei parametri, prova a fondare un clib a Buenos aires e farti afiliare all’Urba e poi sappimi dire, facendo così un club aumenta sia in numero di affiliati che di giocatori, non potendo disperdere i giocatori in miriadi di club che fan fatica a trovare 15 atleti, e hanno la prima squadra ma avendo altri 200 giocatori seniores hanno la possibilità di creare campionati per le seconde terze e quarte squadre, roba i pensabile da noi, sia per la cultura che abbiamo che per le distanze

      • socceria 20 Ottobre 2015, 13:22

        E no dai….le distanze argentine sono doppie rispetto alle nostre! Se parliamo di “cultura” sono d’accordo, ma le distanze mi sembrano un alibi…

      • McSmith 20 Ottobre 2015, 13:58

        La dimensione dei club mi sembra un punto molto interessante. mi piacerebbe capire anche quanto le famiglie siano coinvolte, nel senso che avendo figli che giocano a rugby posso assicurarvi che il sostegno della famiglia (soldi, tempo, …) é veramente fondamentale.
        In un altro post si parla di savea come atleta, ci leggo molto di un contesto scolastico sportivo lontano anni luce dal nostro.

        • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 14:06

          L’argentina in realtà ha un sistema molto simile al nostro. Si basa, come il nostro e quello francese, sull’attività educativa dei club più che sulla scuola come i sistemi delle Unions ( Ingilterra, NZ,SAF su tutti).
          A differenza nostra godono della prima scelta come sport di molti ragazzi e famiglie.
          Inoltre ( un po’ come il tormentone della gazzella e del leone) ogni ragazzo argentino sa che abita in un paese di frontiera e che per emergere deve impegnarsi e superarsi in ogni campo. E lo sport è uno degli strumenti per riuscire.

          • Giovanni 20 Ottobre 2015, 14:44

            “A differenza nostra godono della prima scelta come sport di molti ragazzi e famiglie”.
            Un momento: hanno una concorrenza enorme da parte del calcio e, recentemente, stanno crescendo anche altri sport come il basket.

          • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 14:52

            Non ho detto di tutti, ma sono in buona posizione.

          • malpensante 20 Ottobre 2015, 15:03

            Giovà, ce l’hanno sempre avuta: basket, volley, io conosco molto bene il Racing (meglio, conoscevo) e c’era una corsa frenetica e durissima tra le diverse discipline per fare i migliori risultati e beccarsi i soldi e l’attenzione del Club insieme alla preferenza delle famiglie. Sono imparentato con un ex nazionale che da piccolo ha giocato a basket, volley, rugby e pure hockey. Oltre al calcio, come tutti i bambini, argentini o italiani, di quell’epoca. La scelta dello sport “definitivo”, peraltro anche in quel caso rigorosamente sul modello “circadilettantismo ed esportazione”, l’ha fratta a quindici anni. La Partenope è quanto di più simile ci fosse qui, più loro del Petrarca. Non per niente a Napoli come in Argentina c’è un profondo legame con certa cultura anglosassone e almeno una parte della classe dirigente è stata storicamente ben più “moderna” e cosmopolita che nel resto di Italia (Firenze a parte, forse).

          • Giovanni 20 Ottobre 2015, 15:21

            “La Partenope è quanto di più simile ci fosse qui”, ahimè, lo era.
            “una parte della classe dirigente è stata storicamente ben più “moderna” e cosmopolita che nel resto di Italia”, si quelli della Repubblica Partenopea per esempio. Ma vennero soffocati in fasce…

  13. Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 13:41

    Oggi la Gazzetta ha dedicato una pagina intera a J.Savea, riportando anche alcune sue prestazioni atletiche di base.
    Savea corre i 100 metri in 10,7 ( oltre a detenere i record della sua scuola nel getto del peso, nel lancio del disco e nel salto in lungo).
    In Italia sarebbe in finale ai campionati italiani individuali nei 100 m e probabilmente in NZ li potrebbe anche vincere, ciò non ostante ha scelto il rugby. Finchè in Nz il rugby potrà contare su questo tipo di scelte, sarà inarrivabile.
    Con Buonapace per i consigli di Hansen su come fare in Europa.

    http://www.mediafire.com/view/qaztbq439hwh1tr/julian_savea.jpg

    • Giovanni 20 Ottobre 2015, 14:41

      Savea è super (impressionante la meta in cui rompe tre placcaggi in 5 metri), ma c’è tutta una “macchina ben oliata” che lo mette in condizione di mostrare il proprio talento scintillante.

      • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 14:50

        L’esempio Savea serve solo per evidenziare che un atleta, in NZ, prima prova con il rugby.

    • sentenza 21 Ottobre 2015, 03:57

      Allora sarà il primo nome sul taccuino di quello che cerca talenti “soprattutto atletici” per la nfl.

  14. mic.vit 20 Ottobre 2015, 14:32

    vado molto controcorrente è dico…questa volta la superiorità dell’emisfero sud è davvero episodica..cuthbert, joubert e garces l’hanno provocata…

    c’è…ma non è cosi forte quanto è stata descritta in questi giorni…

    • fracassosandona 20 Ottobre 2015, 14:37

      diciamo che se Galles o Scozia avessero vinto le rispettive partite nessuno avrebbe gridato allo scandalo e non si starebbe parlando di una completa sottomissione dell’emisfero nord al sud…
      in ogni caso il risultato significativo è quello di un’Irlanda dominatrice in europa che, persi tre quattro giocatori, viene sovrastata dall’argentina…

      • mic.vit 20 Ottobre 2015, 15:33

        concordo…tranne che per l’irlanda…erano piu di tre o quattro e di troppa qualità!!!

  15. fracassosandona 20 Ottobre 2015, 14:34

    provocazione?
    andiamo a rubare i ragazzi all’atletica, alle arti marziali, alla ginnastica artistica e soprattutto al calcio…
    i nuotatori no, puzzano di cloro…

    • Giovanni 20 Ottobre 2015, 14:39

      Ma li hai visti i nostri dell’atletica recentemente? Son messi peggio dei veneti (cit.) 😀

      • mezeena10 20 Ottobre 2015, 19:42

        parla per i continentali! 🙂
        noi qui in Sardegna stiamo coltivando una futura stellina dell’ atletica!
        Filippo Tortu
        10’’33 sui 100, 20’’92 sui 200, record italiani Under 18 strappati a Grazioli e Andrew Howe..
        come mai non ha scelto calcio? mah!!!

        • fracassosandona 20 Ottobre 2015, 20:03

          portalo a giocare ala che con quei tempi in atletica può vincere solo gli assoluti.

          • 6nazioni 20 Ottobre 2015, 20:47

            portalo a treviso mez con l’atletica 100,200, e’
            tutto chiuso

          • mezeena10 21 Ottobre 2015, 08:01

            fracasso non rientra nei parametri del “metodo ascione”..

        • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 21:19

          In Sardegna non state coltivando un bel niente.Il ragazzo è tesserato per l’Atletica Riccardi di Milano. In Sardegna ci é nato. Non è andato a Calcio semplicemente perché il padre é appassionato di atletica.
          Questo per amor della precisione.

          • mezeena10 20 Ottobre 2015, 22:13

            il padre è del mio paese, geni buoni! aria buona..
            mica nebbia e zanzare!
            è tesserato lì perché lo pagano!
            e prova a chiedere a lui o al padre e vedi cosa ti rispondono!
            rosicone!

          • Giovanni 20 Ottobre 2015, 23:22

            Vedo dalla scheda FIDAL che il virgulto ha soli 17 anni, quindi tante prospettive di crescita…anche se con i giovani non è semplice fare previsioni: si vedrà tra 3-4 anni…

          • mezeena10 21 Ottobre 2015, 08:00

            vero Giova, ma al momento promette benissimo, ha la testa sulle spalle (a differenza di qualcuno molto piu celebrato) e gran talento!
            quei tempi a 16 17 anni sono eccezionali..
            speriamo a Milano non lo rovinino..
            ma conoscendo la famiglia son sicuro che crescerà bene..

  16. Giovanni 20 Ottobre 2015, 14:38

    Non voglio fare il bastian contrario, ma il Galles ha perso per una meta a 6 minuti dalla fine, dopo esser stata in vantaggio per tutto il II tempo e la Scozia ha ceduto per la ben nota decisione contestata all’ultimo minuto (vero è che ha subito 5 mete che, in circostanze diverse, avrebbero chiuso l’incontro). Avremmo avuto due rappresentanti dell’emisfero nord in semifinale e, dato l’andamento dei due incontri, non ci sarebbe stato nulla da dire. Poi rimane ineccepibile tutto il resto che si è detto, a cominciare dal fatto che la supremazia delle Sanzar non data certo da ottobre 2015 ma da lustri. La vera novità, a mio avviso, è il salto di qualità compiuto dai Pumas: anche qui va tenuto presente che ai verdi mancavano 4 elementi molto importanti ed erano reduci dalla battaglia con la Francia, ma i primi 15-18 minuti dell’Argentina sono stati davvero impressionanti sia per quantità che per qualità del gioco. Non hanno calciato via un pallone che fosse uno, hanno marcato due mete di pregevolissima fattura, hanno messo in mostra una coralità che qualche anno fa non avevano. E stanno anche tirando fuori una nuova generazione di giocatori di cui sentiremo parlare ancora e molto in futuro. Ecco, io focalizzerei l’attenzione e le riflessioni su di loro. Per chi, ovviamente, abbia voglia e umiltà di farlo.

    • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 15:02

      Con i se @giovanni si vincono i mondiali…….alla tastiera.
      Le cose non succedono mai per caso, se su 7 edizioni di coppa del mondo, l’Europa ne ha vinto uno solo e il Sanzar le altre, un motivo ci deve essere. Oltre all’incondizionato appoggio degli arbitri.

      • Giovanni 20 Ottobre 2015, 15:25

        Lo sport, come la Storia, è determinato anche da episodi che ne condizionano il corso in un certo modo. Per quello evidenziavo come la vera novità fossero i pumas, dato che delle altre già si sapeva.

  17. electrocase 20 Ottobre 2015, 15:19

    Ho ascoltato il Tinello che tutto sommato reitera concetti abbastanza frequenti per chi, come molti di coloro che seguono il rugby tutto l’anno e tutti gli anni, esprimono con diverse sfumature.
    Analogamente tutti i commenti che si sono susseguiti hanno riaffermato il concetto e disquisito sul tema a tutti molto caro: giovani, scuola, sport.
    Tutto abbastanza chiaro e scontato.
    Mi ha impressionato molto il principio sostenuto da molti (anche dallo stesso Munari) sulle “predisposizioni genetiche” di alcuni degli atleti dell’emisfero sud
    mi avete convinto al punto che sono portato ora a pensare che i “nostri”, secondo i parametri e raffronti portati ad esempio, sono così “scalcinati, gobbi, storti, lenti, tardoni e poco atletici” che ad esser tra le prime 10-15 squadre del mondo, devono essere proprio degli eroi fenomenali.
    Deve essere così

    • Giovanni 20 Ottobre 2015, 15:35

      Apprezzo il tuo sarcasmo e lo condivido. Quando sento questo tipo di storia (predisposizione genetica, limitate capacità psicomotorie di base ed altro), mi torna sempre in mente Gianni Brera che, agli ammiratori del calcio totale olandese anni 70 ed ai cultori del calcio inglese e tedesco della stessa epoca, basati sul grande atletismo e dinamicità e sullo schieramento tattico “a zona”, replicava come per noi italiani fosse impossibile attuare quel tipo di gioco, stante l’inferiorità italica in quelle che erano doti naturali nei popoli nordeuropei. Poi venne Arrigo Sacchi che con quel tipo di gioco vinse due coppe campioni consecutive col Milan e lo smentì clamorosamente. Per la verità anche altri in precedenza – vedasi Napoli di Vinicio a metà anni 70 – avevano ridicolizzato le strampalate teorie conservative del Brera.

      • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 17:35

        E’ la stessa opinione del prof. Ascione.A cosa serve allargare la base alla ricerca di talenti? Prendiamo i ragazzi grandi grossi che già ci sono, li chiudiamo nel pollaio, due ore di pesistica al giorno e voilá ecco fatto quel che serve.Peccato che questo non è lo sport. Questa é colossale stupidità.Educare,sportivamente parlando,é assecondare e implementare le doti che madre natura ti ha dato. Se un quindicenne é alto m.1,65 e vuole fare il pivot é meglio dirgli che cambi sport.

        Non so cosa di male ti ha fatto Gianni Brera,ma trattarlo così é veramente poco rispettoso .

        • mamo 20 Ottobre 2015, 18:05

          ..azz… A.d.G. ! Ma ti stai lasciando andare a giudizi critici sul prof ! 😉
          Sulla questione genetica, un tantino lombrosiana, ho alcune riserve, fermo il fatto che alcune popolazioni hanno attitudini diverse dalle altre (vedi maratona, fondo e mezzo fondo).
          La realtà è che, oltre alla scuola (che non programma un iter sportivo per i ragazzi e che persino li osteggia quando fanno attività agonistiche) c’è la realtà quotidiana.
          Le occasioni di gioco, per un motivo o per l’altro, sono ridotte all’osso e non per colpa dei bambini.
          Si arrampicano su qualcosa ? No
          Giocano per strada ? Ni. Solo in alcune isole felici o particolarmente infelici.
          Manca l’abitudine alla motorietà, credo che qui si sia già detto e scritto migliaia di volte.
          Questo è il dato più preoccupante, ancor più del Prof e delle sue millanterie.

          • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 18:33

            Come ho detto stamattina una valutazione superficiale del termine provoca spavento e partono le citazioni da “Lombroso” a “Himmler”.
            In realtà la cosa è più semplice e piana. Ogni individuo ha caratteristiche genetiche proprie e abilità psicomotorie diverse,naturalmente più o meno sviluppate.
            Non si capirebbe,diversamente. a cosa servono i test attitudinali.
            Le abilità psicomotorie sono immediate da scoprire e comunque allenabili e migliorabili.Prima cominci ad allenarle e più facile sarà raggiungere il top della potenzialità del ragazzo.
            Paltrinieri avrebbe voluto giocare a basket, suo zio Morini,che é tecnico del nuoto , avendone visto le qualità psico motorie l’ha convinto a nuotare e a mollare il basket e adesso é un felicissimo campione del mondo dei 1.500 metri.

          • mezeena10 20 Ottobre 2015, 19:46

            i genitori di paltrinieri hanno una piscina..

          • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 21:00

            E la zia una pasticceria

          • mezeena10 20 Ottobre 2015, 22:15

            che c’entra?sei proprio un babbeo!
            genitori, padre e madre? Hai presente?
            ma tanto hai sempre ragione tu!
            e sai bene a chi si fa sempre ragione…

        • electrocase 20 Ottobre 2015, 18:14

          mai banalizzare
          mai trattare con sufficienza
          e soprattutto sempre usare la parola dopo averla compresa e pesata
          questa è la regola
          io che non seguo la palla tonda ho avuto comunque il piacere di ascoltare Brera che in quanto a peso della parola e sarcasmo era veramente sublime
          è evidente che nei numeri che riesci ad allevare (visto che si parla di pollaio) sta lo start up di qualsiasi disciplina sportiva
          non sono così convinto che la teoria che il sig. Alberto ha accreditato al prof. Ascione sia proprio limpida (lui non ne sarebbe contento) ma il punto a mio modesto avviso non è soltanto questo
          e’ del tutto evidente che se avvii allo sport 1832 fantastici quattro le cose sono più semplici ma se sei riuscito a convincere soltanto 126 Bob Rock la situazione si complica
          Tutti siamo convinti che c’è da modificare radicalmente il sistema ma comincio a credere che non ce la faremo e che continueremo a doverci accontentare dei “pochi giovani sportivi volontari e volenterosi”
          e allora, ciò premesso, proprio per non “ammaccare” anche questi buoni propositi io direi invece a quel ragazzo che “vuole giocare da pivot”
          va, va e gioca fino a romperti le ginocchia
          non finirai a giocare in NBA ma che fa, che sega quel sottocanestro fatto a quello spillungone pallido….

          • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 18:41

            Guarda che la partita si gioca proprio nei termini che ,spiritosamente, hai esposto come passare non da 126 bob rock a 130 bobrock, ma da 126 bob rock a100 bob rock e 26 magnifici quattro.Tutto il resto sono pippe.

        • Giovanni 20 Ottobre 2015, 23:36

          A me personalmente Brera non ha mai fatto nulla di male, semplicemente ho sempre ritenuto che fosse sopravvalutato. Spesso ha espresso un certo snobismo prevenuto nei confronti del sud, ma in questo era in buona compagnia. Gli preferisco di gran lunga un Clerici, le cui radici sociali palesano ben altra duttilità ed apertura mentale.

  18. davy 20 Ottobre 2015, 16:26

    Si dice che i risultati parlanio chiaro ma la differenza sul campo tra i due emisferi non e’ poi grande come sembra. Il Galles ha perso praticamente all’ultima azione contro il Sud Africa mentre la Scozia sul campo aveva vinto. In piu’ l’ Irlanda contro l’ Argentina era una squadra a pezzi …

  19. 6nazioni 20 Ottobre 2015, 18:20

    La genetica, il dna, le cellule, i neutrini,protoni, sono solo scusanti alle notevoli
    incapacità del ns sistema italiano in generale e specificatamente nello sport.
    Bisogna investire milioni di euro ma non per le sedie o poltrone ma x impianti sportivi,piscine,palestre,allenatori capaci anche stranieri dove noi siamo in
    ritardo e PROGRAMMAZIONE e MERITOCRAZIA.
    Ma la cosa piu’ importante e’ scegliere bene IL COMANDANTE.

    • 6nazioni 20 Ottobre 2015, 18:25

      x ultimo “PREDISPOSIZIONE GENETICA” alle olimpiadi quante medaglie
      d’oro vincono queste nazioni predisposte geneticamente?

      • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 18:54

        Vedi 6N ,io non so se lo fai apposta oppure proprio non ci arrivi. Provo a ripetertelo. In genere non esistono nazioni “geneticamente predisposte” Salvo alcuni casi particolarissimi: i Keniani nel mezzofondo,i Caraibici nella velocità,per farti un esempio.Per il resto esistono in ogni gruppo sociale e /o etnico individui con caratteristiche psico motorie più o meno adatte ad una certa disciplina sportiva. Una buona organizzazione sportiva é quella che cnsente a questi soggetti di emergere e di raggiungere il top delle prestazioni. Non ti sei mai chiesto come mai la Cina e gli Stati Uniti sono costantemente in testa ad ogni medagliere olimpico o mondiale degli sport individuali? Prova a chiedertelo.

        • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 19:02

          Chiediti anche come mai il kenia nei 3000 siepi si classifica a mondiali e Olimpiadi costantemente ai primi tre posti.Sarei curioso di conoscere le tue spigazioni.

          • 6nazioni 20 Ottobre 2015, 19:12

            in kenia ci sono i leoni,visto che i keniani sono
            gazzelle….

          • electrocase 20 Ottobre 2015, 19:31

            tutto chiaro (anzi ovvio)
            ma siamo quì
            niente gazzelle
            niente college
            niente libertà
            i giovani tra gli 11 ed i 15 anni decidono, come risulta evidente da decine di studi della sanità, di abbandonare l’attività sportiva
            quindi questo dato di fatto, come quelli espressi dal sig. Alberto, risultano essere “la consistenza del tema”
            il resto si che sono pippe

          • mezeena10 20 Ottobre 2015, 19:47

            forse perche vivono sull’ altopiano?
            mah!

          • 6nazioni 20 Ottobre 2015, 19:48

            scusa electrocase i ragazzi abbandonano l’attivita’
            sportiva….. bene.
            a- In italia lo sport e’ visto come perditempo da
            tutti i presidi,e direttori didattici di tutte le
            scuole italiane.
            b- attivita’ sportive servono :
            impianti adatti
            allenatori adatti
            nella maggioranza delle province italiane non
            esistono. Macchie di leopardo mosche bainche
            o il fai da te.
            c- per qualsiasi attivita’ sportiva i genitori devono
            mettere mano al partafoglio e non sono pochi
            euri da spendere.
            e- anche il calcio con le sue accademie spillano
            euri ai genitori.
            f- non ci sono palestre,impianti,piste di atletica,
            di cosa parliamo, MA DOVE VIVETE TUTTI
            NEL VENETO……..

        • 6nazioni 20 Ottobre 2015, 19:30

          ricerca dati wik….
          1976 ori 1996 ori
          urss … 49 s.u.. 44
          ger est 40* russia 26
          s.u 34 germ. 20
          ger. o 10 cina 16*
          n.z. 2 italia 15
          n.z. 3

          londra 2012 ori
          s.u……… 46
          cina …….. 38*
          regno unito 29
          russia 24
          nz 6
          A.d.G. questi sono i risultati delle olimpiadi mi spieghi
          cosa centrano i geni?
          non credi che le nazioni che vincono tutte queste medaglie finanziano lo sport con milioni di dollari/euri etc.. NOIINVESTIAMO IN POLTRONE SEDIE INCOMPIUTE
          E MAGHI.
          (*) pillole x raffredori

          • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 19:36

            Va bene
            Ciao

          • 6nazioni 20 Ottobre 2015, 19:56

            A.d.G. adesso ti scrivo un esempio :
            dopo dieci anni di (*) 2 ragazzi della Sardegna sono
            stati scelti per (*) di roma (notizia di mez di alcuni
            mesi fa)
            quindi secondo te i ragazzi della sardegna sono
            geneticamente non buoni x il rugby?

            (mi viene da ridere solo ha scrivere queste stronzate)

          • Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 20:03

            E infatti dovresti vergognarti.Comunque finiamola qua,tu vai venire dalla NZ i tuoi 30 allenatori e che buon pro ti faccia.
            Ariciao

          • electrocase 20 Ottobre 2015, 21:42

            Beh se per Veneto intendi via Vittorio Veneto vicino al Castello e aju Boss allora lo sono abbastanza ma non credo basti…..

    • San Isidro 20 Ottobre 2015, 18:39

      d’accordissimo!

      • gsp 20 Ottobre 2015, 18:54

        sasshuolo!!

      • gsp 20 Ottobre 2015, 18:56

        cmq, ti si e’ sentito poco caro San, o ti sei tenuto i festeggiamenti per la sett prossima? eventualmente.

        • San Isidro 20 Ottobre 2015, 19:25

          tra università, influenza, occasioni di famiglia che mi fanno perdere i Pumas, cacchi e mazzi in quest’ultimo periodo sono stato meno presente, ma io ci sto sempre…sei teso per stasera? se non vincete addio sogni di gloria…

          • 6nazioni 20 Ottobre 2015, 19:59

            @san università? ma dai ancora non hai finito……
            monsignore adesso ti fara’ una bella romanzina
            anche bugiardo.

          • San Isidro 20 Ottobre 2015, 20:09

            non ti proeccupare, tra una decina d’anni ho finito…

          • gsp 20 Ottobre 2015, 21:04

            mah, teso… e’ una squadra del c…o @san questa roma. in teoria potrebbe anche fare bene, ma mentalmente troppo fragile, l’allenatore francese che non si capisce se non ha capito nulla di Roma, o e’ proprio il re a casa sua. non si capisce se la squadra gli sta dietro o no. poco carattere, non si sa come decide di giocare in giornata. ed il capitano fuori. adesso che ci penso mi ricorda un’altra squadra 🙂

            Io mi sono dato malato sabato per vedere un po’ di partite con calma, pensa tu.

          • gsp 20 Ottobre 2015, 21:08

            ma li m…………..

          • Giovanni 20 Ottobre 2015, 23:41

            Hai offerto ‘sto caffè al fumo di Londra a @Stefo…? 🙂

          • gsp 21 Ottobre 2015, 00:17

            Non é venuto Giová. Ero all’olimpico al punto info a dare bandierine ma.non é neanche passato.

            Ti diró di piú, ho visto uno con parrucca falsa riccia, naso ed occhiali da clown. É baffo arricciato a punta. Chiaro travestimento per non farsi riconoscere. Forse il baffo era vero peró.

            Tu che dici?

          • San Isidro 21 Ottobre 2015, 00:41

            a Peppe, 4-4, mamma mia, peggio di Australia-Scozia…

          • gsp 21 Ottobre 2015, 01:35

            Difese a cazzo di cane.

          • mezeena10 21 Ottobre 2015, 07:20

            peppe è tornata zemanlandia? 🙂

  20. andrease 20 Ottobre 2015, 19:11

    non ho ancora avuto tempo di ascoltare Munari, ma guardando il tabellone delle vittorie non trovo strano che ci siano 4 semifinaliste dell’emisfero sud. Solo 1 volta ha vinto x l’emisfero nord. su 7 edizioni (8 con questa). Quindi non è una novità…

  21. Alberto da Giussano 20 Ottobre 2015, 20:28

    Una nazione come la nostra,quasi unica nel panorama europeo, deve affrontare , da un lato, il problema della caduta vericale delle capacità motorie dei suoi ragazzi ,tra i 6 e i 20anni, e dall’altro assicurare la possibilità per quelli che intraprendono una disciplina sportiva di arrivare il più in alto possibile nello sfruttamento delle sue abilità motorie.
    Ilprimo compito dovrebbe essere in capo alla scuola , il secondo alle federazioni sportive del Coni.
    Purtroppo esistono problemi nel primo e nel secondo caso.

  22. mezeena10 20 Ottobre 2015, 22:18

    Aó pari ‘n disco rotto..e fatti una passeggiata..ogni tanto..

  23. malpensante 20 Ottobre 2015, 22:40

    Il primo compito della scuola è insegnare l’italiano.

  24. malpensante 20 Ottobre 2015, 23:01

    In questo paese si è perso lo sport. Quello che si fa per piacere, divertimento e passione, gratis. In compenso siamo pieni di scienziati e maghi che sanno come tirare fuori i campioni neanche fossero conigli giganti o oche da fegato grasso. Così il problema non è fare gli impianti, organizzare campionati, allargare a tutti la possibilità di fare agonismo ma selezionare, pagare, professionalizzare. Soprattutto spendere in maghi e scienziati, nani e ballerine. Eravamo il paese dei calciatori e siamo il paese di calciopoli. Mutazioni genetiche o semplicemente nessuno spazio al divertimento e al talento e selezione e allevamento dei manzi?

    • Giovanni 20 Ottobre 2015, 23:44

      Una volta c’erano gli oratori, oggi i consultori 🙂

  25. sentenza 21 Ottobre 2015, 04:39

    Per verificare quanto pesa il “fattore genetico” c’è un modo molto semplice (si fa per dire): avete presente quella scena di C’era una Volta in America (dal nickname penso sia chiaro qual’è il mio regista preferito) dove scambiano i cartellini dei nomi di tutti i neonati nella nursery dell’ospedale?
    Ecco, si prende un numero congruo, 100-500-1000, di neonati italiani e li si “scambia” con egual numero di neonati del paese che preferite, NZ-Irl-SA-Arg… , e vediamo cosa risulta avviandoli al rugby e a qualunque altro sport.
    Se crescendo i neonati italiani restano brocchi nella stessa % anche nell’ambiente e coi metodi di allenamento esteri, e ugualmente i neonati esteri diventano campioni da noi nella stessa % loro, vuol dire che effettivamente la causa è genetica. Ma se al contrario gli italiani diventano buoni nelle stesse % estere e gli esteri diventano brocchi nelle stesse % italiane, vuol dire che la causa è “ambientale”. Che potrebbe anche semplicemente significare l’atmosfera, “l’aria che tira”, non solo metodi e approcci sbagliati. E’ un dubbio che mi viene a vedere molti degli stranieri che giocano da noi, a cominciare dalle celtiche. Forse erano brocchi da prima… o forse si imbrocchiscono vivendo in italia e all’italiana…

    • Alberto da Giussano 21 Ottobre 2015, 06:46

      Non se volutamente o per amore della polemica ma equivochi sul concetto.
      Nessuno ha scritto che l’Italia non è “geneticamente adatta” al rugby.
      Ma l’italia, così come gli altri paesi, ha nella sua popolazione un numero limitato di individui con qualità atletiche superiori alla media degli altri , quando uno sport li intercetta, esce il campione o il bravo e/o bravissimo giocatore.
      Il rugby, per mille motivi, ma soprattutto perchè ha un numero limitato di praticanti, non è in grado di intercettare questi talenti.
      Se invece tu ritieni che basta allenare bene qualsiasi ragazzo italiano perchè questo arrivi in nazionale, auguri, è ciò che pensa il prof. Ascione.
      Se mai lo hai fatto, smettila quindi di rompere gli zebedei sulla gestione tecnica di Ascione.

    • mezeena10 21 Ottobre 2015, 07:46
  26. sentenza 21 Ottobre 2015, 07:36

    Non so neanche chi sia Ascione, se non per averlo letto qui. Comunque in generale essere grandi e grossi (ma forti fisicamente) è “necessario” solo in alcuni ruoli, gli avanti. Chi non è grande e grosso viene scartato a priori da costui (e dalle società) oppure messo fra i trequarti? La risposta dovrebbe essere scontata, ma sulla storia del campionato u20 ho imparato che nel rugby italico non bisogna dare per scontato neanche quello che lo sembra e dovrebbe esserlo.

    • mezeena10 21 Ottobre 2015, 07:48

      io si è stato mio prof all’ università di Perugia, scienze motorie..
      e del “progetto statura” ne è fermamente convinto!
      ma come vedi se pure il presidente federale dice che è “insostituibile”..
      amara rassegnazione, non cambierà una cippa!

      • sentenza 21 Ottobre 2015, 08:08

        Qui si torna ancora alla specializzazione e alle differenze col football. Nel rugby tutti più o meno toccano palla in una partita, non è il football dove i 5 su 11 della linea d’attacco devono solo bloccare e quindi devono essere grandi grossi pesanti forti e non hanno bisogno di saper trattare la palla. Quindi nel rugby tutti devono essere in grado di fare un passaggio preciso di 10 m e riceverlo da 10 m senza far cadere il pollo. Ed è questa la carenza italica, che in teoria si rimedia semplicemente ripetendo “a ignoranza”. Poi voglio sperare che comunque la dote principale per un pilone sia spingere, e se riesce pure a passare lungo meglio, ma non certo l’inverso.
        Sui trequarti però non ci sono scuse, devono (dovrebbero) essere funamboli dell’handling. E pure del dribbling…

  27. sentenza 21 Ottobre 2015, 07:43

    Secondo me poi basta allenare bene chiunque perfino uno grande e grosoo (e pure frescone) per riuscire a fargli fare un buon passaggio o una buona presa. Senza che per questo sia da nazionale…

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