Giovani, carini e (forse) con carattere. L’Italia cerca nuove leadership

Sabato in conferenza stampa il ct Brunel è stato esplicito: “La leadership? I giovani devono andare a prendersela

COMMENTI DEI LETTORI
  1. fr78it 28 Settembre 2015, 08:19

    Tutto gira attorno al sistema di produzione dei giocatori, se aspetti sempre il talento che piove dal cielo non andrai molto distante !
    Lo sport ad alti livelli è il risultato di gesitone e programmazione, il resto è una conseguenza.

    • Paolo Wilhelm 28 Settembre 2015, 08:27

      ciao. Qui però non si parla di talento, ma più di carattere

      • fr78it 28 Settembre 2015, 10:51

        direi che è più facile formare il carattere del talento

    • BigH 28 Settembre 2015, 21:28

      e’ proprio questo il punto, l’indotto al rugby in Italia non permette di poter cambiare senza problemi un Halfpenny con un Biggar…noi dobbiamo sperare che nessuno si spacchi oppure togliere da li per mettere la e sperare bene. Ci vogliono piu’ giovani che giochino a rugby.

  2. GianMariaDAspromonte 28 Settembre 2015, 08:20

    Buongiorno carissimi,
    credo che i nomi fatti siano quelli che effettivamente possano ambire alla fascia di capitano.
    Vedo con moltissimo favore Luca Morisi che mi pare molto serio, così come Luca Gori. Gran bel carattere anche per Joshua Furno.
    Mi sia consentito però dispiacermi per l’atteggiamento così remissivo dei nostri in campo contro il Canada. Mi piacerebbe, giacché è uno sport di lottatori, vedere i nostri con la rabbia dipinta nel volto. Se si scende in campo per giocare può capitare di perdere, se si scende in campo per lottare non si avrà nulla di cui dispiacersi.
    Cordialità
    GMdA

  3. GianMariaDAspromonte 28 Settembre 2015, 08:21

    Ovviamente Ugo Gori e non Luca.
    Chiedo venia
    Cordialità

  4. Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 08:32

    L’ultimo appello “Insomma, forza ragazzi, fuori le “palle”, che questa squadra ha bisogno di voi. E i vari BergaMauro, Parisse e Ghiraldini necessitano di qualcuno a cui passare il testimone” è francamente ridicolo.
    La leadership, in ogni campo sportivo o extra sportivo, non è un fattore che dipende dalla “voglia” o meno di farlo.
    Un leader lo è già a 16 anni.
    Leader significa “guida” , “capo del branco” e non si diventa leader del branco perchè muoioni tutti gli altri, lo si diventa perchè , avendone le stigmate e le caratteristiche, si caccia quello che c’era prima.
    Certo che se io seleziono i giocatori solo per il peso e l’altezza qualche leader me lo lascio per strada.
    Prima dell’avvento del prof. Ascione ( parliamo dell’era Dondi) un gruppo di tecnici italiani , tra i quali Ugo Pierato ( veneziano trapiantato a Calvisano da trent’anni) propugnarono un insegnamento e una selezione che si basasse sulla “naturalezza” e sulle skill e abilità “naturali” dei ragazzi da crescere.
    Vinsero invece il peso , i centimetri e le macchine della Technogim, che sono certamente utili ma che non formano , nè individuano i LEADER.

    • GianMariaDAspromonte 28 Settembre 2015, 08:39

      Carissimo, sono d’accordo con Lei.

    • Paolo Wilhelm 28 Settembre 2015, 08:42

      E’ sempre molto bello quando si nota che alla fine uno di un articolo prende solo la part che gli interessa. Oh, magari lo faccio pure io…

      • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 08:45

        Prima che arrivi uno “warning” ti garantisco che non volevo offendere nessuno. Se vuoi sostituisco senza alcun problema “ridicolo” con inutile.

        • Paolo Wilhelm 28 Settembre 2015, 08:56

          nessun warning, il punto non è quello. Nel pezzo c’è scritto anche questo, anzi c’è scritto prima questo….

          E qui c’è l’altra faccia della medaglia. Che i giovani per “proporsi” devono avere spalle larghe e carattere, non è che qualcuno si mette a fare l’appello e si mette a chiedere a X o Y che intenzioni hanno. E la leadership non è una mera questione di età.

    • MAUTRE 28 Settembre 2015, 09:07

      Buongiorno, finalmente AdG hai fatto una valutazione sulla quale mi trovi d’accordo.
      Credo che l’attuale “progetto statura” NON abbia alcun senso in un contesto di cultura sportiva, ma anche gentica, come quella italiana. Dove gli “alti” e i grossi (no grassi) prendo priam altre strade e in seconda battuta, forse, passano al rugby.
      Il concetto di “scoperta” del LEADER è una cosa importante, ma non può essercene uno solo in una squadra. La leadership é….leading by example, e non per chi fa il muso più duro negli spogliatoi. E’ sicuram,ente una dote intrinseca e naturale di un uomo, ma insegnare a scoprila dentro di se e a svilupparla, non è cosa sbagliata.
      Come hai citato tu, dall’ avvento di ascione tutto è cambiato.
      Grande stima per Pierato che nel suo rugby ha fatto crescere tante generazioni, quelle che ci hanno portato alle porte del 6N.
      Ora, oltre al gioco, ci manca il carattere, la voglia…..basta vedere la partita di ieri dell’ Uruguay, che hanno preso le ferie per sofderare una grande prestazione di CARATTERE, con la grande Australia. FAME…FAME…FAME, noi dobbiamo avere FAME altrimenti, siamo l’Italia del Canada, se ci va bene.

      • pesopiuma 28 Settembre 2015, 10:05

        Io invece non sono d’accordo. I discorsi sulla “predestinazione” delle persone mi lasciano sempre molto perplesso. E’ chiaro che al mondo c’è chi ha attitudini naturali alla leadership, ma dire che se uno lo è lo è sin da ragazzino oppure niente, trovo sia un po’ eccessivo.
        Le persone crescono e si evolvono, e la volontà di affermarsi conta eccome. Una persona a 16 anni può avere un carattere, che a 25-26 può anche essere cambiato, in meglio o in peggio.

        • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 10:22

          Io non che lavoro tu faccia, ma di sicuro non ti occupi di ragazzi e della loro educazione.

          • pesopiuma 28 Settembre 2015, 10:59

            si vabbe’…
            lascia perdere che la mia esperienza ce l’ho, e proprio per questo ho un po’ d’umiltà e di buona educazione, Mr. Onniscenza.

          • Appassionato_ma_ignorante 28 Settembre 2015, 11:03

            Aggiungo: credo che in campo dovrebbero esserci 15 capitani e che il capitano “nominato” debba semplicemente essere il classico primus inter pares.

        • Appassionato_ma_ignorante 28 Settembre 2015, 11:02

          @AdG ti assicuro (e per tua informazione, ho lavorato nel campo) che i leader si possono creare. Certo, ci sono quelli che magari hanno qualche propensione naturale e con loro è più facile, ma “essere leader” non è per forza una qualità innata e immutabile. È come pensare che una persona non possa mai cambiare (un’idea frutto di cattiva osservazione o semplice idiozia, scegli tu), e per cambiare intendo ovviamente in meglio o in peggio. La leadership ha ingredienti che possono essere coltivati in chiunque. Come il genio. E come in tutte le cose basta saperlo fare.

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 11:35

            Ok. ricominciamo d’accapo. Chiedo scusa se urtato la suscettibilità di qualcuno.
            Ok. in campo ci vogliono 15 capitani
            Ok. La leadership si crea
            Ok. Non esiste alcuna predisposizione naturale al comando

          • Appassionato_ma_ignorante 28 Settembre 2015, 11:44

            AdG, voglio rassicurarti che (almeno io) non mi sono sentito urtato. Ho solo voluto esprimere un altro punto di vista – personale – che è suffragato da esperienza personale. Mi spiace che la cosa ti disturbi. Ti chiedo solo una cosa: di smetterla con le storture e le interpretazioni delle parole altrui. Chi, secondo te, avrebbe detto “Non esiste alcuna predisposizione naturale al comando”? Ho solo detto che la leadership può essere coltivata (come l’intelligenza, fra l’altro). Che ci siano terreni più o meno fertili è un discorso a parte e comunque non si discute. Ma non ci si può fermare lì.

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 12:04

            Scusa , ma anche dopo il secondo intervento non capisco. Se una qualità non è innata , come tu dici, segno che si può creare, basta avere il maetro giusto e il leader si crea.
            Questo lo dicono coloro che fanno i corsi aziendali, nella realtà io no ne sono mai stato capace.
            Ho sempre e solo lavorato su chi aveva qualità di base certe e ben inividuabili per assegnare incarichi e responsabilità.
            Ma io sono vecchio e sono contento che esista questa ricetta.

          • Appassionato_ma_ignorante 28 Settembre 2015, 15:23

            Come in tutte le cose, è questione di imparare come si fa. E prima di passare per presuntuoso, sono il primo a dire che sono una bestia in una marea di cose che non ho mai imparato a fare.

        • ginomonza 28 Settembre 2015, 12:17

          Basta non dimenticare Darwin !

          • malpensante 28 Settembre 2015, 12:59

            Dove gioca?

          • ginomonza 28 Settembre 2015, 13:47

            Nella squadra di Acheronte perché lì credono ancora nel creazionismo! 🙂

          • Appassionato_ma_ignorante 28 Settembre 2015, 15:25

            Mi hanno detto che disputano un campionato a due con i materialisti. 😀 Tertium non datur, a quanto pare.

          • ginomonza 28 Settembre 2015, 16:24

            Evoluzionisti non materialisti 😉

          • narodnik 28 Settembre 2015, 20:52

            tra darwin e bdg ha ragione bdg infatti e’ gia’ un po’ che non scrive qua darwin,ha ricevuto anche lui un warning o e’ stato abbattuto dalla eloquenza di bdg?ahuahuahua,a parte gli scherzi gli esempi dell articolo non reggono proprio,sam cane ok capitano si per una partita contro chi?quante ne fara’ ancora da capitano?non penso proprio sia il sostituto di mccaw..parisse capitano giovanissimo,si pero’ ci e’ arrivato con l infortunio di bortolami,co sto fuori le palle poi,dopo il caso di haimona chi ce l’ha il coraggio???:)))

  5. M. 28 Settembre 2015, 08:43

    Io uno dei pochi leader che ho visto in campo sabato è stato Gori. E intendo: l’unico che motivava, dava pacche, incitava, in un mare di facce disperate.

    • mezeena10 28 Settembre 2015, 09:11

      vero..dei giovani pare essere l’ unico con un pò di personalità!
      anche Sarto è sfacciato e sfrontato, ma non mi pare proprio un leader, un trascinatore!
      mi aspetterei di piu da Campagnaro..
      io son d’ accordo con Sir JK, metterei Bergamauro capitano con l’ Irlanda, sempre Parisse non recuperi..
      è uno dei pochi che ha una voglia matta di giocare, di lottare, di vincere..
      ma penso metterà Gelde..

      • zappinbo 28 Settembre 2015, 12:50

        Sarto non so veramente cosa ha in testa oltre i capelli da due anni a questa parte! Ha scoperto solo a 20anni che esistono giocatori capaci di fisico che possono placcarlo? Forse un anno nella lega giovanile all’estero gli avrebbe fatto bene

  6. berton gianni 28 Settembre 2015, 08:50

    Ciao AdG.
    Concordo su tutto, diciamo, con estremo dispiacere.
    Chiusi all’intero di uno spogliatoio, sentire un coach “dover” urlare : fuori le palle ! Grinta, carattere ! Metteteci il cuore ! ( e quant’altre frattaglie ), mi fa sempre piangere.
    O non ha capito niente lui, o non hanno capito niente i giocatori.
    Le partite sono lo specchio degli allenamenti e tu, coach, o sei per primo proprio tu un leader, o trasmetterai al gruppo solamente le tue paturnie.
    Diverso è’ il discorso legato a quello che, per me, è l’unico vero “carburante” per la squadra : l’orgoglio.
    E, come diceva…Cicciolina : quello o ce l’hai o non ce l’hai…
    Infatti, qui, dai macchinari Technogym, siamo passati a quelli della…Folletto !
    😀

  7. TESTAOVALE 28 Settembre 2015, 08:54

    Vai con la poesia, poi la realta e’ una mischia di 900kg e trequarti veloci di 100 kg ti aprono in due vedere URUGUAY – AUSTRALIA , se non hai fisicita’ devi rinunciare a mischia , touché cioe’ non giochi se questa e’ la soluzione ai nostri problemi dico al peggio non c’e fine altro che leader PARISSE insegna.

    • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 09:45

      Konrad Smith, ne parlavamo qualche giorno fa, è bravo ( gioca negli AB!) ed è un leader, ma ,fisicamente, assolutamente “normale”. E’ stao solo “educato” , sportivamente parlando, a seguire le sue naturali doti di base.

      • mezeena10 28 Settembre 2015, 11:53

        Conrad con la c..

        • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 11:56

          E più forte di me.

          • mezeena10 28 Settembre 2015, 12:58

            strano, in italiano non si usa..
            nel sardo loguderese si..

    • jeekelemental 28 Settembre 2015, 10:04

      I sudafricani dopo la partita col Giappone erano tutti preoccupati in coda alla bilancia…

  8. HumptyDumpty 28 Settembre 2015, 08:55

    Ma e’ giusto durante un mondiale parlare del dopo (del prossimo allenatore o del prossimo leader)? Brunel, concentrati su quello che hai e comincia a lavorare! I ragazzi prima di un leader hanno bisogno di idee e di una struttura di gioco da mettere in campo, altrimenti e’ uno scaricare le responsabilita’.

    • mezeena10 28 Settembre 2015, 09:19

      scaricabarile!
      si è adattato benissimo alla filosofia e stile italiani direi..
      ciao HD..

    • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 09:54

      Scusa HD, con tutto il rispetto, se JB dovesse iniziare a lavorare adesso a una settimana da una delle partite decisive, staremmo freschi.
      E poi che queste due (Francia e Irlanda) fossero le partite decisive l’ha stabilito lo staff insieme ai giocatori. Se ci avessero detto ” il nostro obbiettivo è il terzo posto, proveremo a mettere in difficoltà Francia e Irlanda” le spettative sarebbero state differenti. Vedi che anche tu cadi nella trappola nella quale da vent’anni cade regolarmente tutto l’apparato dirigente del rugby italiano , dai presidenti delle società al presidente federale ” siccome facciamo parte del club ad inviti denominato 6N, apparteniamo all’elite del rugby europeo” e ,credimi, non c’è bugia più grande di questa.

      • oliver63 28 Settembre 2015, 10:10

        Porca miseria, Alberto da Giussano (mi perdonerà il moderatore per l’imprecazione) non avrei mai immaginato di trovarmi così in sintonia con le tue affermazioni … E’ esattamente quello che penso da anni, ma non avevo mai trovato nessuno che l’avesse scritto su un blog o su una list (forse sono io che leggo male, eh …) e soprattutto non avrei mai pensato che potessi scrivero tu, che da più parti eri stato indicato come difensore dello “status quo” federale … Bisogna assolutamente che tu getti la maschera e riveli la tua vera identità … 😀

      • HumptyDumpty 28 Settembre 2015, 10:11

        Scusa Adg, ma di solito so quello che scrivo. Non ho tanto tempo da perdere, hai scritto cose che io non ho detto. Io non sto cadendo in nessuna trappola, credimi, sei tu che applichi la visione di un rugby che ormai ad alti livelli non esiste piu’. Siamo un popolo latino, ma credimi che con l’orgoglio o con lo sguardo assassino non vai tanto lontano. Serve organizzione, serve professionalita’.

        • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 10:41

          Adesso mi avete scocciato con questa storiella “mi attribuisci cosa che non ho detto” , hai scritto 4 righe e tre periodi, un periodo che corrisponde ad una riga dice “Brunel, concentrati su quello che hai e comincia a lavorare!”. non credo che ci voglia un esperto in semantica per interpretare.

        • berton gianni 28 Settembre 2015, 11:21

          Con l’orgoglio di intende soprattutto spirito di appartenenza.
          Con l’orgoglio non si va da nessuna parte ?
          Fosse così, tutte le rivoluzioni degli ultimi 2.000 anni non sarebbero mai andate a buon fine.
          Pacifico che ci voglia organizzazione, ma prima del giocatore viene l’uomo.

          • HumptyDumpty 28 Settembre 2015, 16:30

            Berton, non ho scritto che con l’orgoglio non si va da nessuna parte, ho scritto che non si va lontano e in campo non ci va ne il giocatore ne l’uomo, ma una squadra.

        • ginomonza 28 Settembre 2015, 12:21

          Scusa HD se mi intrometto ma tu vivi in Inghilterra e dovresti conoscere il british pride! 🙂 🙂

          • bangkok 28 Settembre 2015, 17:30

            Mettiamola così allora: facciamo che i nostri giocatori entrino in campo con orgoglio e decisione, oroglio e decisione che mettono sicuramente anche i loro avversari (anche se resto dell’idea, da quanto visto finora, che quest’ultimi ne mettano di più). La differenza in campo allora da cosa verrà fatta? Dall’organizzazione, dall’avere in testa ben chiare le diverse soluzioni di gioco da poter adottare in campo. E queste cose nello specifico deve darle chi se non l’allenatore col suo staff??

          • ginomonza 28 Settembre 2015, 19:04

            Bangkok dimentichi almeno una cosa : il talento che ogni giocatore ha 😉

  9. TESTAOVALE 28 Settembre 2015, 08:57

    AH dimenticavo AUSTRALIA2

  10. mamo 28 Settembre 2015, 09:01

    Progetto Altezza: priorità alle caratteristiche fisiche rispetto a tecnica e personalità;
    Progetto Accademie: eccezion fatta per due o tre, una cozzaglia di ragazzetti più o meno bravini, più o meno figli di dirigenti, più o meno pieni di sé .
    Progetto Pro12: due squadre che se ne fottono, perché gli è consentito fottersene, di inserire giocatori nostrani.
    Progetto F.I.R.: una nuova sede, innanzitutto.
    Dondi, come dice A.d.g., è responsabile d’aver dato in mano la formazione al Prof. (di ginnastica, credo) Ascione e Gavazzi è responsabile d’aver lasciato tutto come stava ma è responsabile dell’anarchia che regna in Benetton e Zebre e delle previsioni di investimento: Sede, Sede, Sede, Sede; Sede; No Stadio, No soldi alle Società che operano bene nel settore giovanile, no premi ai giocatori in WC (..azzo, acronimo che mi fa pensare).
    Buona settimana a tutti.

  11. malpensante 28 Settembre 2015, 09:11

    Chissenefrega. Buona settimana.

  12. Alessandro77 28 Settembre 2015, 09:33

    Per me dopo il mondiale bisogna ripartire da Parisse, Zanni e Ghiraldini. Intorno a loro solo giovani che non si sentano già arrivati.
    In più, uno come Simone Favaro non dovrebbe mai mancare nel 15 azzurro. Un esempio per tutti i compagni.

  13. fracassosandona 28 Settembre 2015, 09:55

    avete mai fatto un colloquio di lavoro con un neolaureato contemporaneo?

    da troppo tempo prevale il senso di colpa anziché quello di responsabilità nei confronti dei figli ed i risultati possono portare ad ottenere di avere anche dei bravissimi ragazzi, che però hanno sofferto e dovuto lottare poco niente in vita loro, con scarsa conoscenza dell’argomento “sacrificio”…

    con le dovute eccezioni do poco credito a questa generazione di figli unici di genitori separati (cresciuti come tali anche in coppie felicemente sposate con più figli), abituati ad avere il doppio del necessario sul piano materiale e molta confusione su quello dei valori…

    d’altro canto viviamo in una società in cui gente che padroneggia tre lingue e con due master in tasca è precaria e fa la fame, mentre chi ha avuto la faccia tosta di mettere in rete la trovata giusta fa i soldi…
    sempre più difficile mostrare ai ragazzi qualche esempio di persone che abbiano ottenuto qualcosa di importante solo con il duro lavoro…

    sul piano sportivo il rugby non è ne carne né pesce: non è completamente amatoriale come può essere il canottaggio ma nemmeno ti permette di sognare una vita da professionista come calcio e basket, con i loro numeri, concedono a molti…

    • luis 28 Settembre 2015, 10:11

      grande @fra, quoto totalmente.

    • albe 28 Settembre 2015, 10:16

      @fracasso scusami ma gente che padroneggia 3 lingue ed ha 2 master in tasca vuol dire nulla, ed e’ giusto cosi. Chi padroneggia 2 lingue, ha 2 master e voglia di fare e soffrire (che puo voler dire prendere e partire) un buon lavoro e soddisfazione li trova, te lo assicuro!

      • mezeena10 28 Settembre 2015, 11:58

        non so dove vivi ma qui in sardegna fa fatica chi parla 5 lingue e ha 2 lauree..tranne 2 mesi d’estate..

        • Appassionato_ma_ignorante 28 Settembre 2015, 15:31

          “Essere” non è sufficiente. Il lavoro è innanzitutto “fare” che ti permette di avere. Ho una nipote che “è” tutto il giorno con la sua laurea in tasca, ma non fa nulla, quindi non ha. La filiera dell’istruzione produce una marea di gente che “è”, ma non fa o non sa fare un tubo. Ovvio che poi “non ci sia lavoro”. Il lavoro si crea o ce lo si procura. Mica piove dal cielo.

          • xnebiax 28 Settembre 2015, 20:26

            Se ci sono posti di lavoro dipende dall’economia e da come questa è impostata, localmente e globalmente nel mondo. Il resto è fuffa.

    • mauro 28 Settembre 2015, 10:20

      Purtroppo quanto è vero quanto scrivi. Io ogni tanto ho la sventura di fare colloqui con ragazzi che cercano disperatamente lavoro ma non sanno fare niente per prenderselo. E’ un problema dell’Italia dove la costruzione caratteriale va di pari passo con quella fisica arrivando qualche anno più tardi dei coetanei esteri. Forse non è, in assoluto, un male ma spesso è un handicap. E’ colpa anche nostra che non vorremmo mai aprire la gabbietta per farli volar via
      Le riflessioni di Paolo citano Parisse tra i giovin capitani e leader, ma lui è cresciuto all’estero, è lì che si è formato fisicamente e caratterialmente. Attualmente manca un leader carismatico che possa fare il capitano; c’è solo Favaro ma la sua irruenza lo penalizza per questo compito. Gli altri sono giovani di belle e buone speranze. Forse uno che mi ispira di più è Canna, se non altro per una certa personalità nello stare in campo. Ma il capitano di solito sta nel pack.

      • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 10:37

        O’Driscoll, Galthiè, Berbisier,Villepreux,
        Non direi proprio che il ruolo c’entri qualcosa. Solo che gli uomini di mischia durano più anni.

        • mauro 28 Settembre 2015, 12:11

          se dipende da me potrei citarti uno che era capitano a 19 anni quando, anche non essendolo per ruolo, mi diede una lezione di vita al liceo: Nello Francescato.
          Se non ricordo male lo sarebbe diventato qualche anno dopo, ma aveva già le stimmate. Ma erano altre generazioni.
          Poi ho detto che di solito sta nel pack: potremmo dire allo stesso modo O’Connor, Dusatoir e via dicendo…

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 12:19

            Non volevo far nessuna polemica, personalmente ritengo che la dote di cui stiamo parlando è del tutto estranea al ruolo. Statisticamente, essendo gli uomini di mischia 8 contro 7 e per di più hanno una vita sportiva più lunga , esistono più capitani tra gli avanti che tra gli “indietro”.

          • mauro 28 Settembre 2015, 12:37

            nemmeno io, volevo solamente puntualizzare 🙂

    • mamo 28 Settembre 2015, 10:33

      l’analisi la trovo corretta; quello che dici, @fracasso, è mediamente realistico ma credo che oltre a una genitorialità evidentemente sbagliata ci sia anche una gravissima carenza da parte degli allenatori/educatori.
      Se da un lato è vero che rispetto al passato l’assillante presenza dei genitori impoverisce i figli, dall’altro è altrettanto vero che, mediamente, gli allenatori/educatori dei primi anni formativi (spesso genitori, zii, fidanzate o giù di lì) non spezzano il cordone ombelicale come, ritengo, dovrebbero saper fare.
      Ecco cosa aggiungerei alla tua ottima analisi: crescita, sotto tutti gli aspetti, di chi è responsabile di far crescere.

      • mamo 28 Settembre 2015, 10:40

        p.s.
        Aggiungo: ai tempi delle nostre giovanili se durante la partita c’erano dei genitori fra gli “spalti” che urlavano come delle ragazze pompon, loro figlio veniva considerato un Recion, con rispetto parlando e senza retaggi culturali.

    • Maury7 28 Settembre 2015, 14:57

      Quoto e ne ho visti tanti di giovani così

  14. Dagoberto 28 Settembre 2015, 10:15

    Non c’è niente da fare, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.

    Bell’articolo, che focalizza un aspetto che sta emergendo ancor più in questo mondiale, un’apparente velato distacco da parte di alcuni senatori e una ancora troppa titubanza da parte dei più giovani. Ovviamente, non ci si riferisce alla mera performance fisca degli azzurri, le mazzate si danno e si prendono sempre senza tirarsi indietro, non ci devono essere fraintendimenti, ma è quella certa convinzione, quella decisa determinazione, quella voglia di andare oltre il prevedibile che si fatica a percepire in tutto il gruppo che appare come stordito, appannato, distratto.
    In tutto ciò nulla c’entrano i progetti statura, gli Ascione di turno, tantomeno le macchine della Technogym. Probabile che si stia vivendo un momento di trapasso, una sorta di evoluzione anche anagrafica, una sorta di passaggio del testimone non dichiarato, ma da molti percepito nell’atmosfera che si respira nei raduni, in allenamento, nello spogliatoio ed è in queste situazioni, dove la vecchia guardia fa trasparire un po’ di stanchezza e qualche ruga in più che il carattere e la personalità dei più giovani deve farsi spazio, senza remore o timori; è il loro momento!!
    Molti hanno citato a ragione Ugo Gori tra il maggiore interprete di un simile spirito. Molti anche in questo blog l’hanno criticato nei giorni passati per perdersi in inutili voli pindalici attorno alle ruck invece che concentrarsi a distribuire il pallone, manco fosse una macchina lancia palle e lui, per tutta risposta, ha continuato per la sua strada inventandosi 30″ di pura magia esaltati da tutta la stampa sportiva internazionale, propiziando una delle due mete italiane contro il Canada e fornendo a Garcia l’ovale su un piatto d’argento per la 2° meta azzurra, dimostrando che la palla la sa anche distribuire egregiamente.
    Ecco, questo è lo spirito che deve emergere nei più giovani, questa voglia di fare, di strafare, il non avere paura di sbagliare che deve conciliarsi, però, con la consapevolezza che un simile atteggiamento venga aprezzato dal pubblico anzichè porsi a mo di sciacallo in attesa di zompare addosso al primo errore.

    • mezeena10 28 Settembre 2015, 12:01

      tutta la stampa sportiva internazionale eh???
      Pindalico non lo conosco ma ne parlan bene!

  15. Giovanni 28 Settembre 2015, 10:47

    Mah, più che leader, a me è parso di vedere in campo 23 pulcini bagnati: sguardi smarriti, fisicità rigide, ginocchia che facevano fatica a piegarsi per placcare, ciascuno che sembrava perso nei propri timori. Ho notato la differenza con i boks che si cercavano l’un l’altro con lo sguardo per caricarsi e sostenersi a vicenda. Il fatto stesso che al 80′ abbiano scelto di piazzare, invece che chiedere mischia o giocare alla mano, dà un’idea dello stato di insicurezza generale in cui versavano: è vero, non avrebbe cambiato nulla ai fini pratici, ma avrebbe fornito un segnale di maggiore convinzione in se stessi e nei propri mezzi. Gli unici che sono sembrati decisi sono stati Gori e Mauro. Prima ancora che di leader, c’è bisogno di gente che entri in campo fiduciosa e convinta dei propri mezzi tecnici, dei propri skill individuali e di reparto, gente che non vada in smarrimento per il semplice fatto che gli avversari non contestino le maul, tanto per dirne una. I nostri giocatori danno la sensazione di entrare in campo timorosi e, contro avversari motivati e consapevoli di beneficiare di una straordinaria vetrina che si presenta ogni 4 anni, è la maniera peggiore di affrontare un incontro.

  16. carlo s 28 Settembre 2015, 11:02

    Non so se sia un problema di professionalità, ma certamente questi ragazzi sono sfiduciati, insicuri e non credono abbastanza nelle proprie qualità.
    Serverebbe pure un allenatore in grado di dare sicurezza e solidità nelle varie fasi di gioco. Servirebbe attitudine al conseguimento del risultato, voglia di vincere, cosa che sembra mancano a questi ragazzi, anche nei cosidetti leader attuali.
    Gelde, Zanni, Ghira, Castro sabato avrebbero dovuto suonare la carica e portare la “su” la squadra ed invece no.
    Io ho notato inoltre, non so se sono stato l’unico, che oltre a Gori, uno che ci ha messo davvero l’anima sabato è stato Venditti.
    Fra i leader del futuro, certo Morisi è bravo ed intelligente, ma quelli che a me piacciono per voglia ed attitudine sono Furno e Favaro.
    Nei trequarti al momento promuovo Venditti, per l’impegno e la consistenza. Sarto deve cominciare a giocare.

  17. gsp 28 Settembre 2015, 11:22

    prutroppo in una squadra senza capo ne’ coda, non possono fare molto neanche i leader. la mancana d’allenamento ed allenatore ha mandato tutti in confusione. puoi metterci chi vuoi, ma in quel contesto verranno solo accentuate le caratteristche negative e si perdono quelle positive.

    poi con la francia, davvero non mi sentivo di dir nulla ai giocatori, ma contro il canada una buona fetta colpa e’ proprio loro.

    Opinione personale, senza Celtic, quella partita li’ la perdevi.

    • malpensante 28 Settembre 2015, 11:33

      Più che senza Celtic, senza l’ineffabile Clancy. Ma non ho letto neanche un vergogna, si vede che ho visto un’altra partita.

      • gsp 28 Settembre 2015, 13:04

        hai sbagliato canale :)? io ero troppo disgustato ed incazzato per notare altro che non fosse quel blob informe in maglia azzurra.

        • malpensante 28 Settembre 2015, 13:32

          Nemmeno il pestone di Gori e la smanacciata di Sarto? Dovevi essere incazzato nero di seppia. 🙂

          • gsp 28 Settembre 2015, 13:54

            non mi far parlare di Gori. di Sarto si, ma con beneficio del dubbio.

          • ginomonza 28 Settembre 2015, 14:24

            Parla pure non temere 🙂

          • gsp 28 Settembre 2015, 14:28

            figurati Gino, non che Gori legga il blog. pero’, insomma, totalmente senz’astio, faccia il mediano.

          • ginomonza 28 Settembre 2015, 14:33

            Una vita da mediano ! 😉

  18. And 28 Settembre 2015, 11:46

    la personalità c’è in certi giocatori, tipo Canna, che deve giocare. Allan può giocare centro, tanto x quello che deve fare un centro dell’Italia (placcare, mica rompere la linea) può bastare.

    • mezeena10 28 Settembre 2015, 12:03

      la personalità di canna l’hai vista in quei 2 minuti in campo? oltretutto sbagliando un calcio semplice, da 30 metri..
      Allan è nettamente superiore, in tutto! deve giocare lui, poche chiacchiere..

      • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 12:21

        Beh 20 a minuti a partita potrebbe anche farli.

      • Rabbidaniel 28 Settembre 2015, 12:47

        Canna sono curioso di vederlo in Pro12. Il calcio sbagliato non lo considero, capita. Solo che ora si fa passare Allan per una pippa e Canna per un giocatore fatto e finito. Russell, apprezzato ieri, ha esordito l’hanno scorso in nazionale maggiore e ha macinato minuti in Pro12 ed è un giocatore più completo di 2 anni fa. Ma noi abbiamo il mito del tutto e subito e degli uomini della provvidenza.

      • And 29 Settembre 2015, 00:24

        no, che Canna ha personalità, velocità di esecuzione, sa già quello che deve fare appena riceve la palla, lo si vede nei pochi minuti che ha giocato fino a qui in Nazionale. Poi Allan è un giocatore + completo e ora è giusto che sia titolare, ma con la Romania farei partire Allan

    • Rabbidaniel 28 Settembre 2015, 12:31

      Aspettavo Canna salvatore della patria. Con questa mentalità non andremo mai da nessuna parte…

  19. And 28 Settembre 2015, 11:48

    m’ha fatto ridere poi la grafica apparsa quando Garcia ha segnato: “2 international tries”! ha proprio il senso della meta il ragazzo..l’altra risale ai tempi di Mallett e Gower col Sudafrica a Udine.

  20. GiorgioXT 28 Settembre 2015, 12:39

    Marco Bortolami a 23 anni capitano, in Top 14 però …

  21. Katmandu 28 Settembre 2015, 12:56

    L’articolo centra in parte il problema, ma dei giocatori bravi, non capioni, ma bravi, che si applicano alla perfezione, che eseguono il game plan al 100% non fanno la figura di sabato, mai nella vita e oltre, non vincono nemmeno il mondiale o i campionati ma le figure “da ciodi” non ne fanno
    Parisse io l’ho visto giocare a 20 anni a TV, ragazzi era di un’altra pasta, roba che non ho mai visto in nessun’altro giocatore, aveva personalità, ma aveva tanta tecnica, quindi per me prima viene il bravo giocatore poi il leader
    Per me il problema sta nel manico, la squadra é dalle famose 17 partite perse che manca di fiducia, i giocatori sbagliano i placcaggi perché non si fidano dei loro compagni, un esempio classico é canale, in azzurro era “leggerino” al clermont il suo lo facrva sempre questo é un’indicatore a mio avviso. Un’altro Campagnaro ha sempre giocato col fisico in difesa, tirando certi placcaggi, ma in nazionale pare scordarsi di prendersi il suo uomo…
    Per chiudere il concetto di capobranco potrebbe pure stare in piedi ma poi vedi il SA che schiera una formazione con molta esperienza e giocatori come JdV o Burger… Che di carisma ne hanno da vedere perdere col Giappone con pochi personaggi chiave ma ta ta qualità, e allora?

  22. lexv 28 Settembre 2015, 13:18

    Non ho letto gli altri commenti e non so se qualcuno l’ha già detto ma…cosa ci aspettiamo in un paese gerontocratico come l’Italia?

    • ginomonza 28 Settembre 2015, 14:36

      Che i giovani invece di andare a X Factor e simili si prendano le loro responsabilità

      • frank 28 Settembre 2015, 16:43

        O che espatrino e che lascino affogare i ratti, i vigliacchi, i disonesti e gli ignavi nella propria merda.

        • ginomonza 28 Settembre 2015, 19:06

          Sei fuori giri Frankie: cosa hai bevuto al bar ? 😉

    • gsp 28 Settembre 2015, 14:55

      Mah, tanti luoghi comuni, forse troppi. Non é posto per giovani, non é posto per vecchi, non é per le donne, non é per disability, gay, minoranze. Chissá per chi é sto paese.

    • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 15:32

      Non so se sai esattamente cosa hai cliccato, ma c’entra abbastanza una mazza con il rugby di base. Il prof. De Cilia è un insegnante di liceo che non ha mai nè giocato nè allenato a rugby, in compenso è un appassionatissimo di pedagogia e ci da, con il libro che tu hai proposto con il tuo link , un taglio interessante e una visione dall'”esterno” dei valori pedagocici del rugby stesso. La sua inchiesta riguarda il Veneto, geograficamente ma in realtà riguarda tutti.

      • Giovanni 28 Settembre 2015, 16:15

        Sei più gentile che manipolativo, sai…ma capisco che hai ancora il dente avvelenato per i post di ieri, in cui ho canzonato le tue bislacche teorie sulle incapacità psicomotorie dei nostri virgulti, nonchè ricordato la tua millantata amicizia giovanile con Graham Henry.
        Comunque, dato che fatichi ad uscire dal castello d’egocentrismo e presunzione su cui tenti d’erigerti, provo a ricordarti che la pubblicazione la segnalavo non solo per te, ma anche a beneficio di tutti coloro che s’imbattessero da queste parti.

        • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 16:21

          Per la verità non le avevo lette, vado a cercarle. Comunque quando sono andato in NZ non ero più tanto giovane.

      • Giovanni 28 Settembre 2015, 16:21

        Estratto dall’articolo: “…gettando uno sguardo sui progetti di integrazione di Librino, Milano, Abbiategrasso, Scampia… progetti che altrove o non ci sono o passano in secondo piano rispetto ai meri obiettivi sportivi, e che certamente costano una fatica doppia per chi tra mille difficoltà li rende concreti. Non dimenticando nemmeno il rugby femminile.
        Uno squarcio di luce sulla dimensione sociale di questo sport, molto spesso richiamata nelle parole ma smarrita nei fatti: il rugby non è educativo in sé, lo diventa quando le persone sono consapevoli delle sue potenzialità e le attuano giorno per giorno.”
        Mi chiedo cosa TU abbia letto del link. Ma forse non l’hai proprio letto, preso com’eri dalla smania di volermi attaccare.

        • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 16:23

          Conosco il libro e l’autore.

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 16:35

            Dall’otto ottobre lo puoi trovare in libreria. Nelle principali Feltrinelli lo trovi, nelle altre devi ordinarlo. Ma non credo nè che lo comprerai nè lo leggerai mai.

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 16:35

            Bene, io invece mi sono basato sul contenuto del link: se questo è fuorviante, ne è responsabile l’estensore. Il testo, ad occhio, mi pare meritevole d’attenzione. Pace e bene. 🙂

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 16:38

            “Ma non credo nè che lo comprerai nè lo leggerai mai.”.
            Detto da te che, ancora stamattina, per l’ennesima volta, ti sei visto scrivere da un’utente che manipoli il pensiero altrui, è un ossimoro. 🙂

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 16:46

            Hai comunque fatto un opera meritevole nella segnalazione. Se decidi di leggerlo ( e quindi di comprarlo) fammi conoscere il tuo punto di vista. In ogni caso la fama di manipolatore di pensieri altrui non mi dispiace affatto.

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 16:48

            Ps Se ti interessasse e volessi leggerlo , te ne posso fare avere una copia , dopo il 10 ottobre. Fammi sapere. Ginomonza ha la mia mail.

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 16:51

            Mi invii una copia con le pagine imbevute di curaro? 😀

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 17:01

            E perchè mai, ho passato una vita a convincere la gente a leggere. Per me sarebbe un successo se lo leggesi ( 200 pagine circa).

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 17:06

            Sono confuso da cotanta gentilezza: quasi quasi ti preferisco in versione “subdolo&cattivo”, almeno so cosa aspettarmi 🙂
            Cos’è, hai cambiato tattica ed alterni un post perfido ad uno cortese, come le targhe alterne?
            Comunque, ti ringrazio per l’offerta, ma sappi, per completezza d’informazioni, che continuerò a criticare l’operato della FIR, ogni qualvolta riterrò che ce ne siano fondati motivi.

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 17:08

            …e dato che sono in vena di segnalare link, ci aggiungo questo:
            http://www.gazzetta.it/Rugby/Mondiale-2015/28-09-2015/rugby-coppa-mondo-rosario-interprete-reduce-91-130301499999.shtml?refresh_ce-cp
            “Carlo Checchinato era pazzo per lo shopping. L’ho portato da Harrods, gli piacevano le scarpe inglesi e i rolex”. Ecco perchè Gavazzi vuole affidargli la sezione marketing della nuova sede: è esperto del ramo! 🙂

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 17:12

            Perchè mai dovrei toglierti questo innoquo divertimento.
            Della questione legata al “commissarriamento” mi da fastidio solo che una persona “politicamente” attrezzata quale tu sembri, non si accorga che è una sciocchezza. Per il resto puoi ripeterlo ogni volta che vuoi. Così come per il resto.

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 17:48

            Allora, prova ad interpretare la storia del “commissariamento” come una provocazione, ok? Io non so se sia fattibile e manco mi interessa saperlo. Aggiungo pure, che se un domani, per ipotesi assurda, non venisse rieletto Gavazzi ma un altro chiunque, per me le cose non cambierebbero di una virgola. Il punto è che è il meccanismo su cui si fondano le federazioni sportive (tutte, nessuna esclusa) ad essere perverso. Io non ho fiducia che il rugby italiano possa davvero cambiare, finchè si basa su questa mentalità di “do ut des” in cui “ti dò il mio voto in base a ciò che tu mi dai una volta eletto”. Bisognerebbe ribaltarne la logica: “PRIMA tu mi dimostri che porti risultati concreti, POI io finanzio il tuo progetto/club/attività/o quello che sia”. Da questo parte l’idea (magari utopistica, te ne dò atto) del commissariamento: non per “punire” tizio o caio, ma per rimettere il merito e la produttività al centro di tutta la “catena di montaggio” della macchina rugby italiano. Dal reclutamento nelle scuole fino alla gestione dell’alto livello, passando per la formazione di allenatori ed arbitri, agli interscambi con gli altri Paesi (la Francia è lì a due passi…), alla promozione del Seven e così via. Ognuno deve fare la propria parte, affiancando (non dico anteponendo, ma almeno affiancando) l’interesse generale a “lo suo particulare”. Quello che mi fa rabbia è che la FIR ha maggiori introiti di altri sport, prendi la scherma o il nuoto, eppure ottiene in proporzione risultati inferiori. Questo non è accettabile, il presidente federale non può lavarsene le mani dicendo “tizio non l’ho nominato io alla carica X, ma devo attendere che scada il contratto per mandarlo via”, perchè in questo modo sta facendo il male del rugby italiano. Lui ha la responsabilità della carica che ricopre e che prevede che debba anteporre sempre l’interesse del nostro rugby a qualsiasi altra considerazione, senza guardare in faccia a nessuno, amici, parenti, ex-colleghi, simpatizzanti o quant’altro. E ciò vale oggi per Gavazzi, valeva ieri per Dondi, varrà un domani per Zatta, Amore, Innocenti, Dominguez, Pinco Palla o chiunque altro.

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 18:17

            “Della questione legata al “commissarriamento” mi da fastidio solo che una persona “politicamente” attrezzata quale tu sembri, non si accorga che è una sciocchezza.”
            Questa però è solo una parte dei problemi che hai con me: ti eri innervosito pure quando si è parlato dell’EXPO. 😉

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 18:27

            La disamina che tu fai sullo status delCONI può essere condivisibile. Ma la politica é un do ut des. Il giudizio non è da darsi sul meccanismo in sé, il do ut des appunto ma cosa é l’oggetto della trattativa.
            Se quindi tu mi vuoi dire che i presidenti delle societa si vendono per poco, é possibile. Ma in questo caso c’amm a fa?

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 19:04

            Capitolo expo. Qui siamo troppo distanti. Per me è comunque un successo, nonostante alcuni milioni siano rimasti attaccati alle dita di qualche faccendiere. Per te,probabilmente nessun risultato può essere positivo se ,per strada, qualche milione é finito nelle tasche indebite di qualche faccendiere.

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 19:22

            Spezzarne il meccanismo o, per meglio dire, ribaltarne la logica. Un presidente ha maggiore libertà di manovra quanto più ampia è la propria indipendenza dagli elettori, cioè minore il livello di “ricattabilità”.
            Per quanto mi riguarda, stante le cose come stanno, mi andrebbe perfino bene un Gavazzi appena rieletto che dica “per i prossimi 4 anni faccio come mi pare e piace, senza guardare in faccia a nessuno”, purchè, beninteso, lavori senza tregua per il bene collettivo del rugby italiano, liquidando chi non ha portato benefici effettivi in tutti questi anni e chi non ne porti nei prossimi anni. Mi riferisco a dirigenti federali, allenatori di accademie e centri di formazione, responsabili di progetti territoriali di minirugby ed altro. E’ il motivo per cui, in tutt’altro ambito, il presidente degli USA ha solitamente maggiore spazio decisionale in occasione dei secondi mandati, rispetto ai primi.
            I presidenti dei club (penso ti riferisci a quelli d’Eccellenza) sono costretti a vendersi per poco, stante l’anomalia di un sistema nel quale le società non sono in grado di avere un reddito proprio, per cui la loro sopravvivenza è legata ai sostentamenti elargiti dalla federazione. E’ il motivo per cui – unico esempio di sport di squadra in Italia – non esista una Lega dei club. Un tentativo fatto anni fa fallì miseramente. E’ una grave stortura di sistema, di cui non hanno responsabilità nè Gavazzi nè i club stessi, ma che di fatto pone due interlecutori (singolo club e FIR) in rapporto di forza sproporzionato a favore del secondo. Il fatto stesso che ogni società debba rapportarsi singolarmente con la federazione, la pone in una condizione di debolezza che non sarebbe tale se ci parlasse tramite un ente collettivo rappresentativo.

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 19:28

            L’EXPO mi sta benissimo, non altrettanto bene se alla fine si scopre che è costato molto più di quanto avrebbe dovuto, perchè qualcuno si è messo indebitamente in tasca soldi non suoi. Soldi cioè nostri (quindi anche tuoi e miei) che potevano invece venir utilizzati per scuole, ospedali, servizi pubblici e, perchè no…campi di rugby. 🙂 E’ lo stesso motivo per cui non mi scende giù l’idea che l’alta velocità ferroviaria in Italia abbia avuti costi per chilometro di tratta all’incirca tripli rispetto a Francia, Germania e Spagna. E non sono ancora terminati, vedasi stazione di Afragola.

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 19:48

            Ti mi aggiungi analisi su analisi sulle storture o meglio sulle inefficienze di un sistema che nessuno dei viventi ha creato,ma solo utilizzato di male in peggio,eventualmente. L’unico spazio aperto e percorribile é dato dalla capacità riformatrice delle società che reggono la Fir.Anche perché la Fir ha principalmente questo compito : far operare nel miglior modo possibile le società iscritte.
            Prendi le accademie ad esempio.Hanno tolto alle società l’onere del costo di un campionato U18 e U20.Credi siano incazzate per avere risparmiato 40/50.000 euro?
            Hai voglia spiegargli che sarebbe meglio che i campionati ci fossero.

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 20:25

            Intanto, un presidente che ha ereditato un sistema può provare a cambiarlo, non sta scritto da nessuna parte che debba lasciarlo così com’è. Poi se le società si sono allegerite delle proprie responsabilità, è anch’esso compito di una federazione corresponsabilizzarle. E’ lo stesso motivo per cui mi incavolo quando vedo che la FIR elargisce 4ml a Benetton, disinteressandosi di come li impieghi, salvo poi lamentarsi di decisioni che non approva. Ma la colpa è anche sua se ha deciso di dare una delega in bianco: quando dai i soldi per finanziare un quasiasi progetto (sia la CL, come un torneo minirugby) hai il diritto, ma anche il dovere (dato che son soldi pubblici) di metterci il naso dentro e condividerne o meno le scelte operative.
            Le accademie possono essere una cosa buona oppure no, dipende come le utilizzi: se ne crei 20 e poi ammetti candidamente che non ci sono allenatori all’altezza del compito, fai cadere le braccia. Mettine in piedi 10 e con il resto dei soldi formi dei giovani tecnici che siano preparati per il compito atteso. Anche perchè lo stesso Gavazzi ha detto che il frutto del lavoro delle accademie si vedrà tra 7-8 anni: non abbiamo tutto quel tempo @AdG, era un discorso accettabile 5 o 6 anni fa, ora è fuori tempo massimo. Quattro anni fa l’Italia batteva agevolmente gli USA, adesso ha faticato non poco per superare il Canada, tra quattro anni potrebbe finire davvero ultima nel proprio girone mondiale. Il resto del mondo va avanti, non sta ad aspettare noi, i nostri tempi e le nostre buone intenzioni.

          • Alberto da Giussano 28 Settembre 2015, 20:40

            Sulla regressione del rugby in Italia ho un’opinione diversa dalla tua.Tu la conosci e la giudichi solo “un modo per salvare Gavazzi”.
            Sulla gestione contingente dell’alto livello,concordo che il tempo è poco. Ma ad esempio tu sei stato tra quelli che non ritengono essenziale l’esistenza di staff adeguati alle celtiche e come te molti. Tra questi anche Gavazzi.
            La riorganizzazione della gestione dell’alto livello verrà fatta nei prox mesi. Giudicheremo.

          • Giovanni 28 Settembre 2015, 21:14

            Al contrario: gli staff ci vogliono, a patto che siano qualificati. Una soluzione raffazzonata “alla Sbaraglini” (finita come sappiamo), per poi correre ai ripari in fretta e furia ingaggiando Manoel Ferrari, non va bene per una realtà professionale come la Celtic.

    • mamo 28 Settembre 2015, 17:03

      Provo a stemperare il clima.
      Prima, commentando un post di fracasso, mi son permesso di ricordare che ai tempi delle mie giovanili, se i genitori di qualcuno di noi fossero venuti al campo e per di più si fossero messi a fare quegli ululati che oggi sento, loro figlio l’avremmo considerato un Recion.
      Per intenderci, o meglio per meglio capire il significato di Recion, bisogna innanzitutto definire il suo contrario: Omo.
      Ma per intenderci ancora meglio è utile capire chi è, nell’accezione di allora, Recion oppure Omo: Nigel Owens, pur essendosi dichiarato Recion, è un Omo; Madigan, pur sembrando un Omo, è un Recion (da un miglio ci si accorge che è un viziatino).
      Morale: non occorre comprare il libro di De Cilia e approfondire gli aspetti pedagogici del rugby, basta ricordarsi della differenza che passa fra Recion e Omo e quindi fare in modo che un Recion diventi Omo.
      Semplice no ? E come dicono dalle mie parti, pure ” A Grati “

  23. Bula Bula 28 Settembre 2015, 13:59

    “In linea di massima, a proposito della battaglia, l’attacco diretto mira al coinvolgimento; quello di sorpresa, alla vittoria.” L’arte della guerra Sun Tzu

    • malpensante 28 Settembre 2015, 14:05

      Capito un cazzo cosa c’entri, sorpresissimo: hai vinto. 🙂

  24. faduc 28 Settembre 2015, 14:04

    La leadership è un concetto complicato, non richiede solo una personalità riconosciuta, ma anche un gruppo di uomini che si riconoscano nella leadership e ne traggano ispirazione. Poi la leadership ha anche un valore legato al contesto in cui nasce. Immagino che per un arbitro, ma anche per i giocatori, una cosa è trovarsi davanti al leader degli AB, ma anche del Galles, altra cosa è trovarsi davanti al capitano dell’Italia. Parisse la sua leadership se l’è costruita giocando e capitanando in Francia; se il nostro Capitano va Nuova Zelanda, gli all blacks gli stringono la mano alla pari, se ci va qualche altro gli danno una bella pacca sulla spalla…
    Poi il leader è quello che fa apparire giusta e adeguata la scelta anche se poi dà esito sbagliato.
    Per Allan. Il ragazzo ha ormai un certo numero di partite, abbiamo capito perfettamente quali sono i pregi e i difetti. Solo in Italia se un giocatore viene momentaneamente sostituito diventa un flop o un caso di stato. Basta guardare l’Inghilterra e la Francia. Altra cosa: capisco lo step del pro12 e che tra questa e l’eccellenza c’è un certo gap, ma con due franchigie il pro12 non ci dà giocatori a sufficienza per una squadra. Poi, pro12…ultimi e penultimi…Arrivati a questo punto, e consci che questa squadra non ha capacità offensive oltre le sportellate, con l’Irlanda proverei Canna, magari veramente mettendo allan primo centro e Bacchin secondo…persi per persi…

  25. ermy 28 Settembre 2015, 15:21

    Oh, madonna!!! E’ tornato a pieno regime il tuttologo, professor, sapientologo, azzeccagarbugli, mischia carte, dispensatore di ovvietà, camaleontico, amico degli amici, etc, etc… quello delle tre lettere maiuscole… ma quanto si stava meglio fino a qualche giorno fa!!! 🙂
    P.S. E’ vero che i commenti considerati banali e “ridicoli” si possono saltare, ma scrollare con il mouse è comunque pericoloso per il tunnel carpale!!! E che minchia!!! 😀

    • Giovanni 28 Settembre 2015, 16:41

      Mi ci sto quasi per fidanzare, ormai… 😀

    • PedemontanaRugby 28 Settembre 2015, 19:00

      Lascialo stare, fa cosi perché è della terza categoria.
      E, purtroppo, non cambierà.

  26. carlo s 28 Settembre 2015, 15:27

    Allora pare che Parisse sia disponibile per la prossima con l’Irlanda…

  27. Federico Barbarossa 28 Settembre 2015, 15:29

    Bah… lasciamo da parte alla psicologia. Anche perché a farla fuori dallo spogliatoio si rischia di prendere granchi belli grossi…

  28. Carlo 28 Settembre 2015, 15:33

    confermato il Capitano è in partenza per Londra

  29. TESTAOVALE 28 Settembre 2015, 17:28

    ci vorrebbe anche BIGGAR poi siamo a posto haahahha

  30. xnebiax 28 Settembre 2015, 20:40

    Posso dire che, secondo me, dal punto di vista della competizione interna il Pro12, e Brunel, hanno fatto solo male?
    È vero che c’è più profondità nei ruoli, che, per esempio, pur senza Canale, ci sono ancora 4 o 5 centri decenti, e che se si fa male Masi c’è Bacchin che non è Masi ma non è male. Ma, i ruoli in nazionale sono già predefiniti. Chi arriva in nazionale ci arriva perché un qualche giocatore migliore è infortunato, non perché il giovane è più forte. Mi pare, almeno.
    Fuser sa benissimo che non può essere titolare. Brunel non ha portato 4 seconde linee tutte forti quasi uguale ma magari con caratteristiche diverse.
    E poi le scelte di Brunel: Favro entra ed ha un buon impatto in partita e Brunel cosa fa? non lo convoca per la partita successiva. Bergamasco si vedeva anche nei test pre-mondiale che aveva grinta più di altri, ma viene messo in campo? No. Violi e Canna fanno belle cose, Violi anche meglio di Palazzani, ma non vengono fatti giocare. Dov’è il merito in tutto questo.
    Con questa gestione i giocatori rischiano di non capirci niente e pensare: “cosa mi impegno a fare? tanto il ct ha le sue idee fisse”.

  31. stefano nicoletti 28 Settembre 2015, 21:07

    Leaders are leaders only as long as they have the respect and loyalty of their followers.
    Hans Selye

    Per guadagnarsi rispetto e fedeltà bisogna non doversi preoccupare di se’. Dura per un 20something.

  32. Alberto da Giussano 29 Settembre 2015, 08:20

    Ho riletto con attenzione sia l’articolo d’introduzione che molti degli interventi scitti a commento.
    Sia l’estensore della nota redazionale che molti utenti si pongono il problema del “che fare” di leniniana memoria a partire dal 6n 2015.
    Tralasciando i fucilatori e i rivoluzionari tout court, rimane il problema serio di stabilire quali obbiettivi tecnici porsi nel breve periodo.
    Non è vero, come spesso afferma Munari , che un allenatore vale l’altro. Come non è nemmeno vero che un serio professionista trentenne è una garanzia.
    Nello sport la componente emozionale e la “vis pugnandi” contano tanto e l’impressione è che ciò manchi.
    La situazione è complessa, se l’allenatore c’è ( O Shea da Limerick) tanto vale accelerare tutto, ringraziare J.B., scusarsi con lui per non essere stati in grado di avergli assicurato quanto era necessario affinchè lui potesse mantenere le promesse fatte ( da underdog a protagonisti del 6N) ed iniziare il novo cosrso evitando gli errori del passato e consapevoli del livello del ns. movimento.
    Se non ci fosse , sarebbe meglio comunque accellerare i tempi.
    Non credo che Gavazzi possa fare dichiarazioni se non dopo aver deciso se arrivare o meno al 6N con J.B.

    • mauro 29 Settembre 2015, 09:13

      ciao AdG,vedo che stamatina ti sei preso a letto (o forse il leggere tutto ti ha preso del tempo) 🙂 .
      Ciò premesso ad alcuni dei tuoi quesiti si può provare a rispondere, fermo restando che il mio pensiero è che fintanto che permane la legge di Ascione non avremo quella qualità umana che il nostro movimento può garantire. Ha più vis pugnandi Davide che si è sempre dovuto misurare con i Golia di turno o Golia che si è sempre sentito come Gulliver mentre si trascinava per il campo una massa di formichine attaccate alla maglia?
      Io credo che quella di Munari fosse una provocazione, come spesso fa, per dire che se hai gli uomini è facile fare l’allenatore e, di conseguenza, è facile apparire bravo. Quindi O’ Shea (o chi per esso) sarà più bravo se avrà uomini all’altezza ma nulla potrà nemmeno lui se non avrà uno staff all’altezza.
      JB, inqualificabile per la posizione prona assunta davanti alla FIR, che staff ha avuto? Troiani, De Carli e chi altro?
      Il mai tanto rimpianto Mallet, che aveva capito la nostra indole rugbistica, aveva tirato fuori dal cilindro un Mouneimne che in un breve periodo ti aveva rivoltato l’approccio ai BD che aveva fatto la differenza con la nazionale precedente. Accelerare l’allontanamento di JB senza la messa a disposizione di uno staff adeguato (per qualità e capacità) non risolverebbe nessuno dei problemi del nostro rugby azzurro, al massimo quello del mio fegato non più in grado di sopportare il suo sguardo catatonico da pesce rosso nella vaschetta.
      Poi lasciamelo dire, senza i rivoluzionari in Francia sarebbero ancora lì a contare i Luigi. Qualcuno fa bene anche a noi, che ci parliamo troppo addosso e non risolviamo mai i nostri problemi

      • Alberto da Giussano 29 Settembre 2015, 09:32

        Le cose che tu chiedi, organizzazione e coordinamento dell’alto livello intorno ad uno staff adeguato, non sono un ‘impresa titanica. Se la si volesse fare. Tempo stimato 3/4 ore di “brain storming”.

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