Da un viaggio su un TGV francese nel 1985 fino al primo trionfo All Blacks. Un video imperdibile
RWC 1987: il primo Mondiale raccontato da Marco Pastonesi
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I video di OnRugby mi hanno spinto a comprare il libro! L ho divorato in due giorni, due notti più che altro….
Lo consiglio vivamente a tutti!
Voglio porre una domanda al forum, ma che vale anche @Redazione ed allo stesso Pastonesi. Secondo voi è stato il passaggio al professionismo a trasformare la Coppa del Mondo da evento di nicchia per pochi (I edizione) a format di grandissimo risonanza planetaria o, al contrario, fu il successo del torneo (in particolare le II e III edizioni) a convincere definitivamente i dirigenti dell’IRB della necessità dell’apertura al professionismo?
Il pro e lamcoppa del mondo per me son due aspetti che si intrecciano, Nuova Zelanda e Aussie dovevano tamponare la migrazione di talenti, League, e si doveva regolarizzare un “malcostume” che ha portato Campese a dichiarae che era professionista ben prima del 91
Insomma non è che si son svegliati e han detto “sa che c’è? Diventiamo pro”
Da li le tv gli sponsor etc etc etc
gia..Campesi (all’ italiana) ha detto che è stato il primo dilettante a diventare milionario!
Grazie Marco lettura splendida, libro bellissimo…
In tema libri per chi non lo ha fatto consiglio lettura di Rugbyland a.Ragona ed. becco giallo…bellissimo!
confermo, Rugbyland mi è piaciuto molto, un ottimo spaccato sui nostri campanili con tanti personaggi autorevoli a fare da contorno nelle storie di Aragona…
Scusate… ma voi ci credete che negli anni ’80 5+3 nazioni fossero dilettanti? E come facevano a fare due mesi di tournee in europa o preparare il 5 Nations, etc… finti dilettanti, con un lavoro di facciata e poi tanto rugby…
e noi a rincorrerli e a sentir dire, ancora adesso : “sono di un altro pianeta, etc… ma per piacere…
non ci credeva nessuno già negli anni 80, per lo meno per nazioni come Nuova Zelanda ecc. ecc.
Però era vero che tutti avevano dei lavori “di copertura” e che molti All Black venivano assunti da grandi società per “rappresentaza”
Se non mi sbaglio fu Campese che in una intervista dichiarò di non essere passato al League perchè il Rugby Union gli offriva “contatti” più prestigiosi per una futura carriera lavorativa. Non dimentichiamoci che proprio per la sua natura non professionistica era praticato da molti universitari “veri” che successivamente intraprendevano ottime carriere lavorative anche grazie ai contatti sviluppati giocando a rugby. Insomma sopratutto nel mondo anglosassone era una sorta di confraternita che non si dimenticava dei confratelli