Il rapporto tesserati-popolazione-disponibilità di squadre in Italia crolla rispetto alle altre celtiche. E tra Veneto e Lombardia…
Tesserati e praticanti: tre focus sullo studio pubblicato dal Gazzettino
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Dato che mi occupo di minirugby e settore giovanile direi che mi trovo d’accordo sui dati e sulle conclusioni.
Ovvero l’Irlanda ha una densità rugbistica 40 volte superiore, le altre celtiche 20 volte superiore a quella italiana. Non proprio sorprendente.
certo……………
l’equazione più praticanti = più talenti ……..
con questo sistema non regge proprio!!!!
Non ci voleva John Nash, solo metterlo nero su bianco, e non è la prima volta che qualcuno ci prova. Tanto cambia niente. Le conseguenze sono tutt’altro che indolori: con quei numeri ci eleggi coniglio e presidente e ci distribuisci i soldi, tanto per cominciare. E giustifichi (ma sei quasi costretto, per via delle balle su numeri e distribuzione geografica) una struttura che in realtà guida una Panda, ma fa i tagliandi a Maranello, la alimenta a idrogeno liquido, ha uno stuolo di autisti e adesso vuole anche un garage multipiano a Roma.
Parole sante!
Io inizierei a contare solamente i tesserati dal u18 in giù più i professionisti, il resto solo amatori. Solo così si potrebbero valutare l efficacia di determinati programmi di reclutamento…i numeri interessanti da sapere sarebbero i dettagli per categoria e l appeal che oggi ha il rugby. Nel anno del mondiale, la competizione potrebbe essere un ottimo cavallo di Troia per attrarre bambini…
Il discorso più siamo e più forti potremmo essere non sta per nulla in piedi…
Altro aspetto da valutare sono la composizione dei campionati, concentrarsi maggiormente sulla vicinanza geografica quanto sulla categoria, una siciliana che deve affrontare la serie B ha spese di trasferte che alle volte possono essere insostenibili, a sto punto campionato per regione e fase finale per stabilire i campioni nazionali.
Perche’ non dovrebbe stare per nulla in piedi?
Perché anche i piani formativi non sono il massimo….anche aumentando il numero, certe lacune tecnico-tattiche rimarrebbero inalterate….vedi il gioco espresso dalla nostra u20, poche le evoluzioni negli ultimi 10 anni
in Irlanda hanno una squadra ogni 500 abitanti? uao..come fanno a giocare pure a calcio?
5000.
No ha ragione pignatta è scritto 10 ogni 5000…
E giocano pure a Hurling e calcio gaelico!
e quindi i pub sono deserti…
Sarebbe interessante studiare anche il rapporto tra abitanti e praticanti di un qualsiasi sport, senza focalizzarsi sul rugby, e vedere se questi rapporti cambierebbero.
Io adoro le statistiche ma odio chi non sa leggerle, perchè faciamo sempre la corsa su Galles, Irlanda e Scozia, che hanno delle “distanze” differenti? Ha guardate noi abbiamo una squadra ogni 20.000 abitanti…. Scusate uno dei movimenti più simili al nostro quanto popolazione/distanze, se non peggiore é quello argentino, ha ma nessuno va a vedere quante squadre hanno iscritto loro al loro movimento? Giusto per entrare nell’ordine delle cose loro han una squadra ogni 250.000 abitanti nella grande buenos aires, che facciamo andiamo giù con selezioni sperimentali tanto li bastoniamo fin che basta?
Per tornare al discorso celtico, io son stato in irlanda e, penso possa essere facilemnte confermato, loro son prima di tutto attaccati alla loro contea ma si uniscono volentieri per “battersi” con le altre provincie, per cui il discorso culturale è differente, quindi ognuno lavora per il meglio per chi gli sta sopra, da noi si fatica a fare un’unione tra due squadre figuarsi una selezione regionale, poi c’è da vedere altri fattori che avranno sicuramente calcolato ma che in questo trafiletto non risultano, ad esempio quante partite gioca un ragazzo in una stagione, quanto si infortuniano, etc etcetc solo allroa si può avere una visione più completa della tristezza del nostro movimento e di quanto andiamo a macchie di leopardo
una squadra ogni 250.000 abitanti????????
A me me pare na strunz…
Io credo che questi pseudo-studi servano solo a chi li fa e a quei quattro gatti che ci guadagnano qualcosa: il rugby italiano langue perchè la nazionale va male? se avessimo più giocatori potremmo ambire a posizioni migliori?
E pensare, molto più serenamente, che invece stiamo dove stiamo e andremo a finire dove ci meritiamo, perchè facciamo poco e male (compresi i soldi vengono spesi male)? Poco perchè il Club italiano non può sostituirsi alla mancanza di motricità cronica e dovrebbe in qualche modo agganciarsi alla Scuola. Poco perchè il Club italiano continua ad investire sul volontariato come si faceva quaranta anni fa. Male perchè i nostri giovani non vengono formati, nè in termini di skill nè in termini di lettura e interpretazione del gioco. Ma dove vogliamo andare. Io credo che vada bene così, anche quando verremo superati da Canada, Giappone, USA….e magari anche Romania.
In Australia e Inghilterra si fa anche questo:
“Schools will be provided access to a Free of charge ‘Start Up’ Rugby kit and access to our Field, Carnival/Festival and Classroom resources. These include learning to play skills, drills, activities & games (VIVA7s), carnival/festival and gala day challenges plus rugby themed, values based stimulus materials, activities and worksheets aligned to the Australian National Curriculum.”
Tra i primi e la metà di settembre le scuole si iscrivono e poi partecipano al torneo……per me costa meno, molto meno delle accademie
..la solita pseudo statistica del solito giornaletto di quartiere… l’utilizzo indiscriminato e incomprensibile delle statistiche andrebbe proibito a certi personaggi…
I numeri dell’articolo non sembrano tornare: se è vero che l’Irlanda con il 4% di popolazione praticante ha 10 squadre ogni 5000 abitanti, allora lo 0,128% dell’Italia corrisponde a 10 squadre ogni 156.250 abitanti, cioè una squadra ogni 15.625 abitanti (numero notevolmente più basso dei 20.000 riportato nell’articolo).
Detto questo, cosa vuol dire “squadra”? 23 giocatori? 40? 15? O, magari, per “squadra” si intende “società”?
Anche l’uso del termine “tesserato” pare diverso all’interno dello stesso articolo: quando si dice “il rapporto tra tesserati e popolazione” non sembra sensato che si faccia riferimento alla definizione data nelle ultime righe, per ovvi motivi.
Sempre continuando con l’esempio irlandese, se i “tesserati” (in questo caso intendendo, immagino, coloro che comunque sono iscritti alla Federazione locale, sia come giocatori che come membri di un club a vario titolo) sono il 4% della popolazione, allora ogni 5000 persone ci sono 200 tesserati. Ma se i tesserati complessivi sono 200, come si fa a mettere su 10 squadre da 22/23 giocatori (a tacer del fatto che nei club non ci sarebbe spazio per tutti gli iscritti non-giocatori come allenatori, dirigenti ecc.)?
Quanto a “popolazione”, il dato come è stato calcolato? Tutta la popolazione? Allora, se è così, si dovrebbe anche vedere com’è composta, Paese per Paese, perché, ad esempio, se in uno la popolazione sopra i 60 anni è il 20% ed in un altra il 40% allora tutto il calcolo va “pesato”. Peggio ancora per la distribuzione maschi/femmine.
Insomma, se non si spiega da quali fonti provengono i numeri di base, come sono stati calcolati, come siano stati resi omogenei, la validità statistica di queste percentuali (e dunque dell’articolo) è risibile.
PS: scrivo di corsa e se ho commesso qualche errore di calcolo vi prego di correggermi e, nel caso, le mie deduzioni sarebbero più o meno gravemente errate.
Bravo.
Non avevo voglia di scrivere tutte queste cose e ti ringrazio per averlo fatto tu. Confrontando con la popolazione irlandese i dati dicono che ogni squadra da loro ha solo 20 giocatori.
Poi per noi utilizzano i dati del loro studio per le altre nazioni quelli federali.
Siamo messi male, è certo, ma questa non è statistica ma campagna elettorale e devo ancora capire per chi.
Più che campagna elettorale mi sembra l’ennesima dimostrazione “numeri alla mano” di quello che più o meno vedono tutti: il rugby in italia è ancora poco praticato e ancor meno seguito. Se in più ci si aggiunge che siamo anche no buoni ecco che si spiegano i risultati. Ma si arriva alla stesse conclusioni anche partendo all’inverso : se i risultati sono quellivuol dire che… senza bisogno di dare numeri spesso aleatori in un senso o nell’altro. Anche perchè non è detto che molti giocatori=migliori risultati. Vedendo il ranking mi chiedevo se a Tonga, Fiji e Samoa hanno il doppio o triplo di giocatori o invece la metà o un terzo ed essendo comunque “buoni per rugby” ci stanno sempre davanti a noi e pure alla Scozia. Embè?
La conclusione per me è, primo, che fin che le cose stanno così il professionismo vero è insostenibile (per la mancanza di spettatori più che per la broccaggine dei giocatori), e, secondo, che anche cambiando sia politica che dirigenti è praticamente impossibile che i due dati cambino radicalmente. Non raddoppieranno ne giocatori ne spettatori, se aumentano 5 o 10% è grasso che cola.
Innegabile tutto ciò che hai detto @sentenza.
D’accordo con wf2. Queste statistiche vanno fatte con una lettura più approfondita. Ritengo che la cultura di rugby italiana sia distante delle realtà alla quale si vogliano paragonare.
nel 2016 vedrai che booooommm di iscritti….
Irlanda 10 club ogni 5000 abitanti siete sicuri di questa informazione?
mi sembra esagerata.
Infatti…piu’ sopra @pignatta faceva notare “1 squadra ogni 500 abitanti”….vorrebbe dire che tutti quanti non solo giochino a rugby ma non esista nessun altro sport praticato…
Solo una piccola precisazione di storia del rugby (italiano, veneto e rodigino): Raffaello Salvan, non Raffaele. Nessuno l’ha notato.
“Lello”.
Vidoc