Mezzo pieno o mezzo vuoto: come è il bicchiere del rugby in tv?

Nazionale a parte la palla ovale gode di scarsa visibilità. Ma le discussioni sulle tv servono a coprire un problema di qualità?

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 28 Luglio 2015, 08:41

    Il tema sono le ultime righe dell’articolo.
    Esite in italia una platea competente e sufficientemente numerosa di spettatori di rugby da giustificare che qualche imprenditore metta dei soldi per riprendere e trasmettere “lo spettacolo” rugby?
    Direi che questa platea è rappresentata da non di più di 2/300.000 persone. E se i tesserati sono 75.000, significa che gran parte dei tesserati, dopo aver smesso di giocare, allenare, arbitrare e o dirigere, si disinteressano totalmente di rugby.
    E perchè chi ha giocato, tolto che guardare la nazionale, non va più a vedere, diciamo, San Donà – Lazio?
    Per lo scarso livello del gioco tra San Donà e Lazio?
    Probabilmente sì, in ogni caso siamo nella situazione in cui chi ha giocato,allenato, arbitrato, dopo, si disamora.

    • xnebiax 28 Luglio 2015, 14:53

      E io che non ho mai giocato e che vorrei vedere 3 partite di eccellenza ogni settimana sono un’anomalia?

  2. fabiogenova 28 Luglio 2015, 08:52

    Io continuo a sostenere una semplice iniziativa. Per far sì che il rugby possa diventare un prodotto meglio fruibile, non solo è necessario alzare il livello del gioco; aiuterebbe anche solo pubblicare un dvd con il regolamento visivo. Spesso quando uno legge il regolamento non riesce a immaginare realmente le fasi di gioco. Se ci fosse un regolamento visivo, messo su dvd e magari da inserire anche su youtube, molte cose diventerebbero più semplici. Riuscirei a coinvolgere meglio amici e fidanzate. Posso anche leggere una bellissima poesia in arabo. Ma se non conosco l’arabo, non posso coglierne la bellezza.

    • Alberto da Giussano 28 Luglio 2015, 09:02

      @fabio in ogni nazione dove gli stadi di rugby sono pieni è perchè il rugby, per la sua complessità, lo frequentano ex-qualcosa: giocatori,allenatori, dirigenti. E’ un dato imprescindibile. Ignorarlo, significa parlare di qualcosa che non esiste.

      • fabiogenova 28 Luglio 2015, 09:27

        Vero. Però io non ho la tua stessa impressione. Conosco molta gente che ha giocato e che continua ad avere la passione. Non ho statistiche in mano, ma la sensazione è che se sei rugbista, spesso lo sei tutta la vita.

        • Alberto da Giussano 28 Luglio 2015, 09:38

          Certo, se no saremmo a zero. Io non ho detto che “tutti” si disamorano, ma che la percentuale è molto alta e sta nei numeri e nel rapporto tra tesserati e “utenti”.
          Già una volta @fracasso , mi pare, aveva evidenziato questo aspetto. Esso ha due risvolti uno psicologico e l’altro numerico.
          Le tribune di Limerick sono piene di ragazzini, ( i praticanti) e di ex praticanti. Noi gli ex praticanti, seppur pochi rispetto all’Irlanda, li perdiamo per strada. E di ragazzini praticanti ne abbiamo pochi.

          • fabiogenova 28 Luglio 2015, 09:43

            Di chi la colpa, Alberto?

          • Alberto da Giussano 28 Luglio 2015, 10:00

            Di Gavazzi.

          • Andria 28 Luglio 2015, 10:13

            Di chi la colpa, Alberto?

            La colpa e` sempre di Deans.

          • gsp 28 Luglio 2015, 10:35

            “e’ colpa dei neri”.

          • fabiogenova 28 Luglio 2015, 11:34

            Era più seria, la domanda, Alberto. Di chi la colpa?

          • Alberto da Giussano 28 Luglio 2015, 12:11

            Io sostengo che la crisi che molti vedono nella struttura federale ( che indubbiamente esiste) in realtà è più profonda e passa dalle società. Le attraversa. Basta leggere i commenti abruzzesi sul post che riguarda L’Aquila.
            Non si “fa” abbastanza rugby. E il rugby lo “devono fare” le società.
            Molti “autorevoli” commentatori di questo blog scambiano queste mie affermazioni come “assolutorie” nei confronti della FIR, ma è la palese dimostrazione che costoro ignorano come sia fatta una club house di una società di serie B o serie C.
            Il tema caso mai, @fabio è capire cosa sia necessario far per rivitalizzare nel numero e nella qualità degli interventi le società di base.
            Pensare che il marketing o la TV possano rivitalizzare il rugby è scambiare la causa con l’effetto.
            La Tv farà servizi adeguati quando il rugby sarà in grado di pretenderlo.
            Il piùgrande errore dei dirigenti FIR ( da Dondi a Gavazzi) è avere ritenuto che lo sviluppo di base fosse sufficiente e che il 6N avrebbe avrebbe fatto da traino ad uno sviluppo.
            In realtà ciò non è avvenuto. Ma tutta la struttura federale messa in piedi in questi venti anni, pensa il contrario. E forse, le società, pure.
            “Fare rugby” significa: reclutare, addestrare e disputare campionati.
            Cose semplici dove l’elemento umano è però fondamentale. Calvisano ha gli stessi volontari di 10 anni fa. Forse qualcuno l’ha perso.
            Turn over, quasi zero.
            E senza uomini, difficile implementare ogni tipo di movimento.

          • fabiogenova 28 Luglio 2015, 12:37

            Capisco. E in gran parte condivido. Così come una crisi politica non è mai solo politica in senso stretto, ma coinvolge quella stessa società civile che critica la politica, così anche la struttura federale del rugby italiano è in crisi perché la società che esprime quella classe dirigente si è “rugbysticamente imborghesita”, se mi passi il termine. Ma considerato questo fatto, non capisco come sia possibile uscirne concretamente, anche perché i problemi hanno la loro profondità e le soluzioni fatte con gli slogan a me piacciono poco. Ciao, stai in gamba.

          • gsp 28 Luglio 2015, 12:39

            certe cose non hanno colpa @fabio, sono cosi’ perche’ non possono che essere cosi’.

            si puo’ e si deve assolutamente alzare il livello tecnico dell’eccellenza, e’ il ruolo di ogni federazione e di ogni club.

            ma non penso si possa fare molto per visibilita’ ed attrattivita’ dell’eccellenza. basta guardasi intorno e vedere gli altri celtici che hanno ben accettato di non potersi aspettare chissa’ qualsi ascolti e visibilita’ dal domestic. e non vedo perche’ dovrebbe essere diverso da noi.

      • Huxley Boyd 28 Luglio 2015, 14:02

        Secondo me avete ragioni entrambi, sia tu che Fabio; credo che l’offerta televisiva sia ingiudicabile se non sono noti gli obiettivi della FIR. Se l’obiettivo e’ quello di promuovere e far crescere un “prodotto” sicuramente avrebbe senso accompagnarlo anche con un po’ di didattica studiata per il mezzo televisivo, se l’obiettivo fosse quello di dare il rugby “quotidiano” alla tribu’ degli appassionati allora il bicchiere e’ mezzo vuoto rispetto a quanto facevano Nuvolari Dmax e Sky. Non credo siano possibili “vie di mezzo” anzi sono probabilmente dannose. La TV e’ poi solo un elemento della promozione del rugby.

        • Alberto da Giussano 28 Luglio 2015, 19:52

          A mio avviso non è corretto interpretare la ripresa televisiva come strumento di promozione del rugby
          La ripresa televisiva é un servizio che va fatto per coloro che al campo non ci possono andare.
          Illudersi che la tv serva per la promozione, non corrisponde al vero.
          In questi ultimi 10 anni l’offerta televisiva é aumentata di qualità ( S15, T14,Celtic ecc) e quantità,ma che questo sia sia tradotto in un aumento di qualità e quantità di tesserati
          non è per niente vero.

    • xnebiax 28 Luglio 2015, 15:00

      Io comunque dico che fabio sulla questione del regolamento ha ragione: mi immagino una campagna youtube, con 2 video di 2-3 minuti ogni settimana, con i nazionali ed ex nazionali a mostrare le giocate e spiegare le regole. Un totale di un 30 / 40 video. (che poi potrebbero venir raccolti per tv o dvd in un unico lungo video).
      Condivisione su twitter e facebook così i toui “amici” non rugbisti sui social media si guardano quei 3 minuti e poi capiscono le partite della nazionale quando le guardano. E magari si appassionano al rugby in generale.

      • xnebiax 28 Luglio 2015, 15:01

        I costi li potrebbe ricoprire uno sponsor o due. E i giocatori della nazionale lo farebbero praticamente gratis, magari pure volentieri per il bene del rugby.

      • mauro 28 Luglio 2015, 17:52

        @xnebiax, rispondo a te quanto a @fabio per quanto riguarda la comprensione delle regole. Sarà che appartengo a qualche generazione fa, ma sentir parlare di tutorial per capire le regole un po’ mi fa sorridere, senza offesa.
        Io non ho mai giocato, mi sono avvicinato al rugby perchè è uno sport onesto e con umiltà ho cercato di capire le regole (alcune non le ho ancora ben focalizzate, ma le conosco) perchè volevo apprezzare il gioco. Se uno non si avvicina con lo spirito di capire ed apprezzare, prima o poi se ne andrà a vedere uno sport più facilmente digeribile.
        Poi non esiste la regola assoluta, certo è che se l’Italia vincesse il 6N o Treviso (le Zebre no 🙂 ) arrivasse in finale del Pro12 vedresti decuplicare presenze, approcci di mamme e bambini, ritorni di fiamma di vecchi ex, ecc. Oggi stiamo vendendo un prodotto poco attraente per i neofiti e non lo migliori regalando loro i tutorial delle regole.

        • xnebiax 29 Luglio 2015, 01:01

          Anch’io non ho mai giocato, ma per godere fino a fondo uno sport devi capirne le regole e bene. Io ci ho messo del tempo.
          Mio padre ogni tanto si è messo sul divano accanto a me. E dopo la quarta punizione da breakdown che non aveva capito se ne è andato spazientito. Difficile godersi uno sport se ti sembra che le decisioni arbitrali vengano date a caso.

  3. malpensante 28 Luglio 2015, 09:24

    Giusto per farci una possibile riflessione vi passo la notizia del caffè con chiacchiera mattutino, che casca a fagiolo. Dunque, pare che Sky stia trattando le dirette del neonato Parma 1913 che farà la serie D. Anche ai tempi delle coppe e di Scala, o quando rischiò di vincere lo scudetto, non è che Parma abbia mai fatto la fila per andare allo stadio o smaniato per il pallone. Eppure, per una roba importante come Sky, almeno l’interesse per andare a pranzo e parlarne c’è. Dunque, anche le cose televisive non sono poi così semplici e schematiche e magari serve gente competente, credibile e con delle idee originali.
    OT , ma mica tanto
    Stamattina (l’iscrizione è stata confermata ieri) presentano il piano abbonamenti, e ne prendo 10 per il mio amico don, che tra poveri nostrani e migranti sa come farli fruttare. Dimenticavo, ho preso anche quote del Parma 1913 anche se è dai tempi di Scala che non ne vedo una. Ci si può provare a credere, così come si poteva e doveva credere a Giovanelli: le Zebre ci crede nessuno, neanche chi le ha prese.

    • mezeena10 28 Luglio 2015, 09:38

      Parma Cagliari 1-1..1992 stadio Tardini..mi penultima trasferta..l’ultima è stata a Lumezzane l’anno dopo mi pare..
      da lì ho mollato..salutami quelli del circolo dei sardi!

      • malpensante 28 Luglio 2015, 09:53

        mez, te li saluto sicuro ho dei buoni amici e la carta da musica sempre disponibile. Almeno fino a che c’è il Parma Cagliari c’è un andirivieni che neanche Parma Reggio. 🙂

        • mezeena10 28 Luglio 2015, 13:45

          eheeheh..se lo trovi prendi il pane carasatu del panificio dei fratelli Mannu di Bitti, nonostante sia molto commercializzato negli ultimi anni, è uno dei migliori in assoluto!
          digli che venivo col cuoco del Malavasi di Bologna, il cugino di Tonio Trudu! ero il ragazzino alto magro scuro..

    • fabiogenova 28 Luglio 2015, 09:38

      Mal, so che non è il post giusto, ma volevo chiederti due cose in più su Romanini. Non ne so nulla.

      • malpensante 28 Luglio 2015, 10:15

        fabio, è gente che non frequento e non è mai corretto dare informazioni che in realtà sono opinioni e simpatie. Il curriculum professionale è in rete, il tipo di rapporto col rugby del club che presiede si capisce molto bene dal loro sito, l’operazione l’hanno fatta in gruppo e, come spesso accade, non è detto che il peso specifico della persona e dell’investimento corrispondano esattamente alla carica che ricopre. Per i giudizi, aspetterei di vedere i fatti, le opinioni e i pregiudizi non faccio fatica a esprimerli: non mi interessa una squadra pro campata per aria, tanto meno partite orrende solo perché giochi con il Munster o i Saders. Non ero favorevole nemmeno a prenderle come franchigia dei club secondo l’ipotesi che vedeva Dondi come garante dei rapporti interni e soprattutto di quelli con la FIR. Io stavo e sto con la prospettiva del tentativo finito male del Capitano: franchigia esclusivamente domestica, struttura tecnica e manageriale di livello per prima squadra e a supporto degli staff dei club e delle diverse giovanili, struttura tecnica e manageriale specifica per scuole, sociale e minirugby. Punto.

        • fabiogenova 28 Luglio 2015, 12:45

          Lasciando a parte per un momento l’organizzazione tecnica che proponi nelle ultime righe, capisco che molto possa dipendere dagli interessi commerciali e di immagine della cordata, più che la figura di Romanini. Finché non si conoscono questi, l’immediato futuro delle Zebre non sarà chiaro. Capisco anche che mia “domanda di tifoso” resterà probabilmente inascoltata. Quanto vale ancora la pena di seguire le Zebre e sperare che quel progetto possa entusiasmare qualcuno, me compreso?

          • malpensante 28 Luglio 2015, 13:05

            Non credo ci sia una possibile risposta, ma tante. A questi, per esempio, l’idea di una squadra pro che gioca con i pro entusiasma a prescindere, e capisco che possa anche essere un’avventura che li appassioni, avendone le disponibilità, probabilmente anche qualche cosa in testa dal punto di vista economico, sicuramente avendo fatto i conti di quanto costi davvero. Per un reddito normale, o per un club alle prese con bollette,fornitori e trasferte, 10000 euro sono proprio tanti soldi, 20000 tantissimi ma, in assoluto, possono essere cifre davvero modeste. La follia vera, e pure una vergogna, sono 8 milioni versati a privati che facciano quel che vogliono e si tengano tutti i ricavi, senza alcun controllo e senza alcun vincolo.

  4. soa 28 Luglio 2015, 09:46

    Sarà la mia diffidenza per la Rai, ma per me il bicchiere è nettamente più vuoto. Il numero delle partite è diminuito, temo calerà pure il livello di telecronaca. Unica nota positiva la possibilità di una maggior visibilità.
    Quanto al discorso del basso livello, è un problema noto e che esiste da tempo. Vero anche che le tribune sono vuote, per cui non si può nemmeno fare il discorso che, per quanto facciano schifo le partite, almeno si mandano in onda per la pubblicità.

  5. delipe 28 Luglio 2015, 09:52

    Buongiorno,
    Mi dispiace ma imputare gran parte della scarsa appetibilità alla presunta scarsa qualita del gioco in campo non è una cosa che condivido molto.
    La Rai, tanto per citarne una ma potrei dire tranquillamente Sky, non può pensare di dare un prodotto in mezzi (ok costano!) ma sopratutto persone che non conoscono minimamente le regole del gioco. Mettiamo ex rugbisti anche i quei ruoli.
    Un po di critiche tra colleghi giornalisti/ media …ogni tanto sono gradite, senza ipocrisie o difese d ufficio.
    Cordialità

  6. socceria 28 Luglio 2015, 09:54

    E ti quoto!! In occasione di ITA-ENG del 6N mi trovavo ad un pranzo con il 99% di ignoranti totali i materia. Ora…otre a non capire la bellezza del gioco alla mano, non che in quella partita sia stato eccelso, per loro era tutta una grande ammucchiata di gente che si contendeva il pallone senza regole.
    Quindi di certo il gioco dovrebbe migliorare, e sicuramente sarebbe utile un regolamento video, ma se a uno non gli frega niente della palla pizzuta non è che da un giorno all’altro si mette a guardare il video regolamento…secondo me basterebbe che ogni tano nei notiziari sportivi e non(domenica sportiva, sport mediaset, i vari TG Sport della Rai….), si parlasse un pochino di reggheby!! Che la gente iniziando a farci l’occhio si inizierebbe ad appassionare e a capire il gioco!

  7. western-province 28 Luglio 2015, 10:55

    io posso definirmi un discreto appassionato di rugby ma per posizione geografica e familiari posso usufruire quasi solo esclusivamente di rugby televisivo

    da televisivo dico che il campionato di eccellenza è quasi inguardabile, con un tempo di gioco effettivo che sembra la metà del PRO12 e un gioco aperto a tratti imbarazzante

    il mitico Giappone che nel ranking sta dietro di noi (o comunque è un po più scarso) riesce a offrire un prodotto molto più appetibile perché è diverso l’approccio al gioco (molto più dinamico e orientato nel gioco aperto) e di conseguenza diverse sono le capacità dei giocatori

    • xnebiax 28 Luglio 2015, 15:10

      Il Giappone nel ranking è avanti a noi di 4 o 5 posti. Ormai ci hanno superati.

      • ginomonza 28 Luglio 2015, 20:40

        Se perdono con fiji vanno dietro!

        • franzele 29 Luglio 2015, 06:53

          I giapponesi investono molto nel rugby e hanno anche molto da investire

  8. Dagoberto 28 Luglio 2015, 10:56

    Sono un po’ confuso, non so bene come considerare il ritorno della RAI nella gestione mediatica del rugby d’alto livello italiano.
    L’impressione maturata negli ultimi anni e di aver percepito nel tessuto culturale della RAI una qualche forma di idiosincrasia, se non addirittura avversità vera e propria verso il rugby.
    Non so dire se possa, addirittura, rappresentare una sorta di tattica spontanea(NON CREDO ADDIRITTURA ORCHESTRATA DA UNA QUALCHE REGIA OCCULTA) dei maggioritari appassionati di calcio che possano presenziare i ranghi di una televisione sportiva come RAISPORT, giornalisti e non, ma molte sono le coincidenze che possano far sospettare ciò (appuntamenti saltati per improbabili intervenuti problemi tecnici di collegamento da parte della squadra intervenuta per il collegamento televisivo, palinsesti che preferiscono altri sport minori o repliche di eventi improbabili alla diretta dei match previsti, telecronisti palesemente inadeguati, servizi tirati all’osso, ecc.). Quello che fa più male è registrare come negli anni ’70, ’80, ma anche ’90, insomma nell’era pre 6nazioni, ironia della sorta, in RAI c’erano giornalisti e servizi che cullavano ed esaltavano il rugby italiano in un periodo dove non si può certo dire che il livello delle performance fossero migliori di quelle attuali, almeno sulla carta. Le partite serano, spesso, caratterizzate da grandi ammucchiate attorno al pallone, con campi di gioco che l’attuale Giuriati di Milano sarebbe oro, atmosfere epiche di un rugby d’antan, anche in bianco e nero, che otteneva, però, attenzioni invidiabili. La domenica sportiva tutti i fine settimana riassumeva i risultati del campionati di serie A con servizio dedicato comprensivo di brevi sintesi delle migliori sfide, spesso si poteva assistere a speciali e servizi dedicati al rugby e si percepiva un affetto commovente. Su you tube è ancora possibile trovare traccia di ciò, con le puntate della domenica sportiva di quegli anni. Rimango sorpreso, quindi, di questa iniziativa della RAI, spero non sia solo una tattica per ammazzare i concorrenti, ma che finalmente in RAI sia tornata quella voglia di rugby che, sinceramente negli ultimi anni è sembrata mancare, nonostante la tanta attenzione garantita ad una marea di sport minori, alcuni quasi sconosciuti a molti!

    • Alberto da Giussano 28 Luglio 2015, 11:05

      Ma guarda che il rugby è uno sport minore dietro Bocce, Badmington e sport equestri.

      • franzele 29 Luglio 2015, 07:30

        Fermo là, non è vero.
        Più in alto ho letto una tua frase interessante: la federazione (intesa come casa madre del rugby) deve reclutare, istruire, organizzare campionati… per sommi capi, scusa se non riprendo esattamente. Giusto, e secondo me il germe di un possibile sviluppo sta tutto nell’organizzazione che ci si dà e nella filosofia che la sostiene. Il rugby è un gioco, è uno sport, è competizione, è selezione, qui la “casa madre” ha preferito inserire la modalità “allevamento” con le accademie e i risultati non sono buoni, non solo dal punto di vista strettamente sportivo, ma anche e soprattutto dal punto di vista del coinvolgimento.
        Bisogna far giocare i ragazzi, far emergere i migliori e organizzarli in campionati in modo che possano confrontarsi, la competizione muoverà anche famiglie, parenti, amici… pubblico interessato, non importa se competente al 100%.
        Sono anni che a livello di casa madre fanno scelte sbagliate, io penso sempre al “progetto statura”, che hanno influito negativamente anche nell’interesse del potenziale pubblico per il nostro sport, insieme a mille altre cose, d’accordo, ma il problema vero, grosso, è nella filosofia, nell’idea che ispira tutto.

    • delipe 28 Luglio 2015, 11:25

      Buongiorno Dagoberto,
      Purtroppo due gentleman come Mirko Petternella e Paolo Rosi non nascono ogni 30-40 anni…era soprattutto grazie a loro che immaginavamo e vedevamo il rugby.
      I registi televisivi italiani hanno il prosciutto al posto degli occhi e il calcio nel dna!
      Diciamo le cose come stanno…Rai,Mediaset, la7, Sky e Teleformaggio International!
      Cordialità

    • soa 28 Luglio 2015, 11:39

      Premesso che son d’accorso col fatto che l’offerta faccia schifo, ma secondo te chi ne dovrebbe parlare di rugby in Rai o alla Domenica Sportiva? Questi non sanno nemmeno parlare di calcio, figuriamoci di rugby. La puntata media si riassume in: “Mamma quanto è forte questa Juve. Milano va male, Roma sale. Napoli incompiuta. Fiorentina e le altre? Crescono a tratti. Grande Adriano, grazie per l’analisi. Grande Ivan, grande Marco. Grazie a tutti. Servizi su basket, volley e qualche medaglia degli atleti delle forze dell’ordine che ci rendono orgogliosi”. E poi volete il canone?

  9. western-province 28 Luglio 2015, 11:00

    come ho già detto in altri post la FIR dovrebbe proporre un arbitraggio stile superxv (gestione delle mischie più rapida e più tollerante) e favorire il gioco di squadre che cercano di proporre un gioco più spettacolare (mi viene in mente Mogliano) punendo chi cerca di rallentare il gioco

    • mezeena10 28 Luglio 2015, 13:49

      magara!
      sarebbe tanto raggiungessero un livello accettabile..
      anche loro hanno buona responsabilita sul tipo di gioco che si fa qui, concordo con te..
      non parliamo poi delle serie inferiori..

      • xnebiax 28 Luglio 2015, 15:17

        Ma è anche una cocciutaggine della cultura rugbistica italiana voler risolvere tutto con la mischia.
        Mai una rimessa o una punizione giocate velocemente. Sempre fasi statiche tirate per le lunghe.
        Io già smanio per l’inizio dell’ITM Cup, il campionato più veloce e spettacolare.
        Vero che non abbiamo i giocatori per giocare alla neozelandese, ma come viene fuori il gioco di certe partite (mi ricordo Padova-Calvisano della scorsa stagione), è una tattica degli allenatori che deriva dalla scuola italiana del rugby giocato possibilmente senza passare la palla.

  10. Camoto 28 Luglio 2015, 11:21

    La qualità del gioco è chiatamente da alzare, ma finché si parla di eccellenza non vedo come l’ignaro possa accorgersi che siamo indietro. Piuttosto le imbarcate prese dalle celtiche non sono una buona pubblicità.
    Detto questo condivido con chi dice che il problema maggiore è invece la mancanza di servizi riepilogativi. Avrei preferito che non ci fosse stata nessuna partita di eccellenza ma una specie di 80esimo minuto nel tardo pomeriggio domenicale con approfondimenti sui migliori giocatori e visibilità anche per la serie A.

    • fracassosandona 28 Luglio 2015, 12:24

      paradossalmente hai ragione…
      ero bambino ma ho ricordi precisi che alla domenica, esauriti i servizi su serie A e B di calcio, dati risultati e classifica della C1, Domenica Sprint su Rai due trasmetteva un servizio di circa cinque minuti ciascuno su Basket e Rugby…
      per noi c’era il mitico Mirco Peternella con la sua adorabile dentiera in cui, sulle immagini del big match di giornata, dava i risultati ed una breve sintesi di tutte le partite, nonché la classifica del campionato…
      ed ecco che la TV nazionale nominava, almeno una volta alla settimana e come per incanto, realtà a me vicine: Mirano, Casale, Paese e soprattutto la mia San Donà…
      io non so quale sia la programmazione sportiva sui canali rai perché ho poco tempo per guardare la TV, so solo che se avessi le dirette di un campionato cercherei di parlare di quel campionato in ogni possibile occasione/notiziario…
      cosa che all’epoca avrebbe potuto fare ma non fece Italia2…

      • malpensante 28 Luglio 2015, 12:49
        • mezeena10 28 Luglio 2015, 14:18

          molto bello! grazie..

          • mezeena10 28 Luglio 2015, 14:19

            non sapevo terruzzi fosse appassionato di rugby..

          • xnebiax 28 Luglio 2015, 15:27

            devo vedere questo film

          • pepe carvalho 29 Luglio 2015, 08:07

            @nebia per il film prova a scrivere a Asr Milano probabilmente ne hanno ancora delle copie in dvd.

            Teruzzi giocava nelle giovanili di Asr e anche Pastonesi….

          • malpensante 29 Luglio 2015, 09:24

            A parte questo lampo, per rivedere o risentire la professionalità, la classe, la competenza, la passione di Mirkoo Petternella sul tubo ci sono le clip di scherma.

      • delipe 28 Luglio 2015, 22:55

        Buonasera fracassosandona,
        Grazie per le tue parole. C ero anche io a guardare. E prima ancora ad ascoltare Bortoluzzi di tutto il calcio minuto chr dava la linea a Mirko Petternella e giu tutti i nomi che hai detto e il sogno biancoceleste. Improcvisamente era piu importante seguire il rugby che l insegnante di geografia per conoscere le province di mezza italia 🙂
        E fracasso fracasso…sei un grandissimo 🙂
        Cordialità

        Spero di non annoiare ma posto una poesia/pensiero del grande Mirko dedicata al rugby. Non so quanti la conoscono. Spero sia gradita 🙂

        ADESSO SO

        Adesso so che quando si avanza uniti ci sono possibilità di successo.Adesso so che se non andrò in meta io, ci andrà un mio compagno.Adesso so che cosa vuol dire rispettare un avversario che è a terra.Adesso so che potrò cadere e perdere il pallone, ma un compagno sarà pronto a raccoglierlo e a lavorarlo per me.Adesso so che bisogna avere sempre qualcosa da portare avanti.Adesso so che si può anche perdere, ma non ci si deve mai arrendere.Adesso so che per ottenere qualcosa bisogna essere determinati.Adesso so che correre non vuol dire scappare, ma andare incontro al futuro.Adesso so che affrontare la vita sarà un gioco da ragazzi e che, se la vita è un gioco, il rugby è una gran bella maniera di viverla.
        (Mirko Petternella)

      • franzele 29 Luglio 2015, 07:35

        Purtroppo per il povero Mirco non era una dentiera, ma un brutto male che lo colpì alla bocca e che fu la causa della sua prematura scomparsa.

  11. And 28 Luglio 2015, 12:38

    di sicuro la proposta televisiva del rugby è largamente superiore all’interesse generato

  12. socceria 28 Luglio 2015, 12:50

    Un piccolo esempio: pochi giorni fa un mio amico si è laureato in economia con una tesi sui modelli di buisness dei principale Top club europei (ovviamente di rugby). Dopo quaranta minuti di discussione, il presidente della commisione non aveva ancora capito se stava parlando di rugby o football amerrigheins……
    Ma potemo vince la guerra?!?!?!?!

  13. xnebiax 28 Luglio 2015, 14:48

    Si può avere anche il gioco migliore del mondo ma se telecronaca e riprese fanno pena possono rendere il rugby inguardabile.

    • delipe 28 Luglio 2015, 22:23

      Buonasera xnebiax,
      Bravissimo !
      Riprendere una competizione sportiva sopratutto di squadra….è come un intervento chirurgico d equipe.
      Ognuno deve stare concentrato sul punto, deve sapere il suo ruolo e soprattutto deve conoscere cosa sta facendo.
      La Rai, tanto bistrattata (ma Sky italia non e certo di meglio), ha dei professionisti fantastici come operatori (quando non da in appalto a degli sbomballati).
      Ma nessun dirigente tecnico si prende la briga in 30 anni, di prendere una ventina di uomini, mandarli in inghilterra ad affiancare chi conosce il rugby prima della telecamera ?
      Il regista tipico italiano non fa altro che riportare gli errori classici delle riprese calcisyiche, cio con riprese con primi piani da telenovelas sugli allenatori o piazzamento delle telecamere illogiche o inquadrature ora larghe ora strette.
      La cosa piu buffa sono le trasformazioni…con il cameramen che stringe sul pallone fino a diventare una pallina da tennis…ahaha 😀
      Con questo contesto demotivante e approssimativo….l operatore si fuma la sigaretta, trotterella nel campo, non mette in bolla la camera, tiene il cavalletto lento, si imbonisce le hostess..ecc..ecc.. (sia Rai che Sky che Mediaset…il canone non conta nulla)
      Non vorrei apparire cattivello…ma il piacere di rivedere un match che è stato ripreso nella sua essenza dovrebbe essere un vanto per chi ci lavora…esattamente quando l intervento chirurgico e riuscito…non un passatempo di persone demotivate e poco consapevoli…
      Bon…chiudo l argomento altrimenti…mi si ingrossa il fegato 🙂
      Cordialità

  14. pignatta 28 Luglio 2015, 15:21

    ma durante l’ultimo mondiale U20 la Rai non aveva trasmesso qualcosa anche in diretta streaming sul sito in attesa della differita in tv? è immaginabile che avvenga anche per il pro12?

  15. xnebiax 28 Luglio 2015, 15:31

    L’altro giorno ho visto le partite della Pacific Nations Cup giocate a San Juan in California.
    Telecamere di ottima qualità, e buon gioco, ma partite quasi inguardabili: i registi e cameraman americani facevano praticamente un primo piano di ogni ruck e non allargavano praticamente mai le riprese. Seguivano la palla, senza mai anticiparla. Il risultato è che non si vedevano mai le opzione che ogni giocatore aveva per passare la palla. Si vedeva solo il singolo portatore, poi il successivo e così via. Uno schifo.
    Ci vuole anche un regista decente per il rugby.

  16. cainerandrea 28 Luglio 2015, 17:12

    Le affermazioni delle ultime righe le condivido; e credo che il problema della qualità del gioco e quindi del divertimento a guardarlo rimangano i problemi del nostro rugby. Se i giovani giocatori arrivano a 18/19 anni senza qualità e senza formazione, è colpa dei formatori. Se un bacino d’utenza come la Scuola non viene coinvolto neppure nel 7’s è colpa della Federazione (poi possiamo diffamare la Scuola e l’educazione Fisica, ma un coinvolgimento diretto della Scuola e degli insegnanti di E-F. non c’è). Continuiamo a girare intorno al problema: il Rugby Club non ha dipendenti di qualità semplicemente perché non ha dipendenti ma volontari; volontari che non vengono pagati ma che diventano “il metro” quando si tratta con coach di qualità, che quindi non accettano……ma dove vogliamo andare?, io credo che vada benissimo così. Ma se a 11 anni non sanno prendere una palla alta in elevazione, a 18 non sanno ancora passare e calciare neppure a 20 ? ……….

  17. Mr. Sarcazzo 28 Luglio 2015, 17:12

    Personalmente trovo questa cosa del venerdì sera una boiata, non permetterà a chi come me abita lontano, di andare allo stadio a vedere alcune partite

  18. mauro 28 Luglio 2015, 18:24

    Detto che di mamma RAI non mi fido più da lungo tempo e per tutte le finali che mi ha fatto vedere a 3/4 se non metà, il prodotto televisivo per essere appetibile deve avere una coreografia adeguata che è data dal gioco offerto dagli atleti e un commento appropriato.
    Il gioco offerto dall’Eccellenza è miserevole, quello del Pro12 (sponda Italia ovviamente) lo è un poco meno, almeno negli ultimi anni.
    Il commento è una cosa da testi di psichiatria: come si pensi di avvicinare qualcuno al rugby dopo 120 minuti di commenti di (cito in ordine sparso) encicloPierantozzi, Pisolo Visentin e la sua spalla, Ronfolo Gritti e la sua spalla, il mitico Cecinelli.
    Avrà mille difetti ma un commento di Munari avvicina al rugby chi si vuole avvicinare più di 1000 tuttorials, poi puo’ non piacere ma non c’è di meglio; a seguire Moreno Molla e Fusetti.
    Senza appeal comunicativo non si può vendere un prodotto difficile da vendere, l’ha capito perfino Steve Jobs che aveva la pretesa che il mondo software si piegasse al suo hardware.
    Poi consideriamo che lo sportivo medio italiano è dotato di pantofole e divano, non riempie lo stadio, non spende in merchandising (molti si vergognano di indossare la maglia del loro club), nel nostro caso ha un po’ di puzza al naso e beve birra. Dico avete mai visto i supporter delle squadre albioniche o francesi: i primi sono ubriachi ancora sull’aereo gli altri non si vergognano di fare il tifo come quelli del calcio. Noi solo critiche, perchè il rugbista tipo ha sempre il nasino all’insù e l’ABC del galateo sportivo sottobraccio.
    Chi volete si avvicini al nostro sport in queste condizioni? Per fortuna che a Treviso ci sono ancora le belle ragazzine e le loro mamme che vengono allo stadio e che richiamano pubblico maschile di diversa età, sennò ci ritroveremmo io, gianni, rabbi, fracasso jock, kinky, bangkok e pochi altri…

    • jock 28 Luglio 2015, 22:25

      @mauro (la più bella maglia Benetton del Monigo, a proposito di stare assieme), sai chi, a mio personale avviso é un ottimo commentatore RAI, poco utilizzato in passato e misconosciuto ma buon giocatore, e a un buon livello, mi sembrerebbe faccia ancora partite con la squadretta dei giornalisti? Fusco, quello che vedi spesso a mezzo busto a commentare dallo studio. @delipe: La Marina, la vedova di Mirko Peternella, é un amica, abita vicino a me e al pub, ove ogni tanto compare; é talmente cortese e gentile, che, quando ci conoscemmo, tanti anni fa, ero assieme a una banda di sciagurati tipo @ mauro, e ci scambiammo ricordi di rugby e del marito (era della mia cittá), molló la partita del sei nazioni e andò a prendere una copia del libro sul rugby di Mirko per ognuno di noi. La incontro spesso, le chiedo sempre del memorial, e lei mi dice quali partite va a vedere a Roma, ospite della federazione. Come hai ragione, in conclusione, mi fa piacere scriverlo, sono belle persone.

  19. Jager 28 Luglio 2015, 20:10

    Io il discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto non lo ho mai capito molto , ho sempre risposto in maniera polemica che ha me interessa la quantità e la qualità del contenuto . In questa vicenda l’ aspetto positivo è il fatto di avere qualcosa in chiaro , l’ aspetto negativo è di vedere meno partite . Anche io non mi fido troppo di mamma Rai , non vorrei che dopo qualche tempo da una diretta il venerdì e una il sabato si passi a tre differite ad orari impossibili , comunque visto che non c’è la fila di TV disposte a trasmettere rugby ci dovremo accontentare . Una soluzione potrebbe essere un ” canale” federale , ma non so se alla fine i pro sono superiori ai contro , una cosa simile è super tennis che non è mai decollato

  20. Sergio Martin 28 Luglio 2015, 21:33

    Allora io sono di bocca buona, perché tra un test match in tv e la partita dal vivo al campo dell’Unione, o alla Gelsomini, o all’Acqua Acetosa, preferisco di gran lunga quella dal vivo…
    Comunque, il bicchiere va riempito con una parte di tv, una parte di marketing ed una parte di qualità del gioco. E’ evidente che servono tutte e tre. Sono complementari tra loro.

    • Alberto da Giussano 28 Luglio 2015, 21:55

      Tra il saggio di fine anno alla scuola elementare della figlia e un musical,dove vai? Al saggio !
      Ma detto questo, non ho capito cosa rappresenta il bicchiere che riempi con le tue percentuali.

      • Sergio Martin 28 Luglio 2015, 22:52

        Se la maestra e’ bona, vado al saggio, si’. Però la tua battuta non è calzante, perché tu mi parli di due spettacoli live. Per l’appunto, io volevo dire che preferisco la partita dal vivo, con i giocatori in carne e ossa (ma non per motivi strani e reconditi, intendiamoci 🙂 ), le tribune con il pubblico, gli amici San Isidro & co., la club house etc. etc.
        Per quanto riguarda le percentuali, volevo solo dire che per richiamare il pubblico la tv, il marketing e l’innalzamento della qualità servono tutti e vanno di pari passo nella stessa direzione.

        • Alberto da Giussano 29 Luglio 2015, 07:01

          II motivo per cui preferisci l’eccellenza live al S15 in TV è evidente. Ma è lo stesso se tu avessi una figlia al saggio di fine anno rispetto a vedere J.C.Superstar in tv. ( sempreche ti piaccia il musical e/o il teatro in generale)
          Nel primo caso rugbylive e/o figliasulpalco, si vivono emozioni che Crusader-Brumbies nemmeno sfiorano.

          Continuo invece a non capire il mix.
          Ipotizziamo che tu faccia una grande campagna publicitaria a favore della partita del rugby del venerdì sera tanto da collegare,poniamo, 3/400.000 telespettatori e salti fuori un Rovigo-Calvisano giocato come la finale scudetto. Questi spettatori te li ritrovi il venerdì successivo?

          • Alberto da Giussano 29 Luglio 2015, 07:01

            PS. Tu non hai figli. Giusto?

          • Sergio Martin 29 Luglio 2015, 13:37

            @Alberto, per come stiamo messi, basterebbero veramente pochi sforzi pubblicitari per portare qualche spettatore in piu’ sui campi. Per esempio, a Roma non ho mai visto un cacchio di volantino, manifesto, cartellone o dazebao che pubblicizzasse i derby… Basterebbe far capire alla gente quanto è bello “annusare” l’erba (letteralmente, non nel secondo significato…) del prato a bordo campo, con una bella birra in mano…
            Ho due bambine. La prima sarebbe un buon pilone, la seconda un ottimo mediano di mischia, ma per portarle sul campo da rugby dovrei sfuggire alla presa del flanker, la madre…

  21. ugotruffelli 29 Luglio 2015, 07:42

    PS: L’anno scorso nelle dirette sportive del sabato e della domenica su Rai Radio 1 più volte mi sono sentito collegare con “lo stadio XXV Aprile di Parma”

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