Ovalia che cambia: la Top League giapponese come l’Eccellenza degli anni ’90?

Un paese e un torneo capace di attirare grandi e grandissimi nomi. E che sta puntellando una crescita davvero solida

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Hullalla 20 Luglio 2015, 08:49

    Non vogliamo menzionare in questo contesto il mancato completamento dello stadio per il mondiale di rugby?

    • Paolo 20 Luglio 2015, 10:34

      Lo stadio è sempre stato pensato, disegnato e progettato per le Olimpiadi 2020. A Tokyo ritenevano che lo avrebbero avuto pronto in tempo per la RWC 2019, probabilmente non sarà così ma non quella struttura non nasce per il Mondiale di rugby, l’obiettivo primario rimangono le Olimpiadi

      • Hullalla 20 Luglio 2015, 21:35

        Sono d’accordo, ma e’ una notizia che metterei comunque in questo contesto, perche’ da una dimensione piu’ bilanciata dell’importanza relativa del rugby in quel paese.

  2. barry 20 Luglio 2015, 09:11

    Questa è la vetrina come un po noi il 6nazioni poi dobbiamo vedere nel retrobottega e credo che il loro movimento è superiore al nostro soprattutto perchè lo praticano anche a livello universitario con successo anche a livello di pubblico.. Dove peccano è nella qualità degli atleti e nonostante la salvezza raggiunta con u20 non vedo una nazione in crescita, la crescita la vedo solo nel naturalizzare giocatori di altri paesi richiamati anche qui dal soldo.

    • mezeena10 20 Luglio 2015, 09:42

      non è assolutamente vero..
      i “naturalizzati” come dici tu sono nettamente meno rispetto al mondiale 2011..
      e se anche andassero li a giocare solo per “il soldo” non vedo che male ci sarebbe!
      rispetto per i giapponesi, ricordiamoci della batosta presa neanche un anno fa!

      • soa 20 Luglio 2015, 10:50

        @mez, i naturalizzati per soldi in nazionale a me fanno schifo. La nazionale non è un club!

        • Rabbidaniel 20 Luglio 2015, 12:09

          Soa secondo te gli equiparati e gli oriundi vengono da noi perché innamorati del tricolore? 😛

          • soa 20 Luglio 2015, 12:22

            Infatti non è che gioisca quando vedo che prendiamo argentini a frotte nella speranza di beccarne uno buono. Credo che solo Sergio abbia scelto l’Italia per pura passione, mentre gli altri, se ci fosse stato già allora il Rugby Championship, avrebbero optato per l’Argentina.

          • parega 20 Luglio 2015, 19:34

            @SOA
            non dovrebbero farti SCHIFO chi va’ in campo a prenderle di santa ragione visto che perdiamo quasi sempre
            prenditela con chi vuole seguire questa possibilita’ in modo esagerato
            che fanno schifo vallo a dire a GELD in faccia

        • mezeena10 20 Luglio 2015, 12:33

          soa io parlo di numeri: nel 2011 avevano molti piu equiparati rispetto ad oggi..cioe un’ inversione di tendenza, hanno formato molti nuovi giocatori e ora li possono selezionare..in campionato giocano con alcuni tra i migliori giocatori assoluti (Gear, Du Preez, Fourie, SBW, Folau, Cummins etc.), superstars del rugby mondiale..
          e poi come sottolinea giustamente qualcuno prima di guardare in casa d’ altri sarebbe meglio vedere in casa propria! l’ italia su naturalizzati, oriundi, equirati etc è stata pioniera nel rugby!

          • soa 20 Luglio 2015, 12:41

            Infatti @mez, sono critiche che faccio in primis anche a noi. Che poi il dato sia in calo meglio per loro, meno ce ne sono e meglio è!

        • maximages 20 Luglio 2015, 13:01

          Anche tra gli “italici purosangue” sarebbe interessante sapere quanti sposano la causa della nazionale principalmente per senso di appartenenza rispetto che per prestigio, ritorno economico (soprattutto indiretto) e curriculum. La mia non vuole essere una critica verso questi ultimi, però certe considerazioni andrebbero fatte per chiunque. Io personalmente la maglia di una nazionale non la indosserei per motivi prettamente personali, e magari non sono l’unico.

          • Rabbidaniel 20 Luglio 2015, 16:57

            Tutte le posizioni sono legittime, se motivate e sensate. A me basta solo che non si metta su una musica retorica sui fratelli argentini o gli equiparati che hanno abbracciato il tricolore, cantano l’Inno di Mameli ecc.ecc.ecc.

    • mistral 20 Luglio 2015, 10:47

      buongiorno barry, secondo me stai invertendo l’ordine dei fattori: le vetrine sono uguali (se parli di livello nazionale) e la loro è avanti a quella italiana di 2 punti nel ranking mondiale (e questo chiude il discorso su quale sia la nazione in crescita, credo)… il “magazzino” del loro campionato domestico è costituito da 12 squadre supportate da fior di sponsor mondiali, il “magazzino” italiano è fatto da due squadre-franchige di scarso livello europeo e da un domestic al limite della sopravvivenza… se continuano a “peccare” in modo così grossolano, tempo due o tre stagioni se la giocano alla pari con l’argentina e almeno due europee di “rango”… 😉

      • Alberto da Giussano 20 Luglio 2015, 11:48

        Secondo me sei un po’ troppo ottimista. Verissimo sul fatto che siano in crescita, un poco di meno nel dare per scontata l’acquisizione della posizione del ranking. Se ad assicurare l’ultimo balzo che tu preconizzi arrivare nei prossimi due anni dovrebbero essere i ragazzi visti il mese scorso, direi che non ci siamo.

        • mistral 20 Luglio 2015, 11:58

          ottimista o pessimista non so, a me del giappone ovale non è che interessi più di tanto, ne’ del loro ranking a dire la verità… vedo un trend estremamente positivo (loro) che non può che confermarsi, e confrontandolo con altre tendenze (a fasi alterne) sia delle isolane sia dell’argentina e della scozia, e quindi faccio una previsione: sono dei grandi imitatori-innovatori, hanno rilevanti mezzi finanziari e di conseguenza (se ben gestiti) tecnici, hanno una tenacia teutonica, se si mettono a fare sul serio diventano la terza forza del pacifico…

          • Alberto da Giussano 20 Luglio 2015, 12:05

            Io non nego questa possibilità, la dimostrazione deve però passare dal campo e, al momento, non mi sembrano quest’ira d’iddio.

          • pippobrutto 20 Luglio 2015, 12:08

            concordo con… entrambi! al momento il giappone non è certo una corazzata, ma hanno dimostrato un trend in crescita, e se consideriamo la capacità di programmazione e la tenacia dei giapponesi, io sono convinto che entro 5-10 anni il giappone sarà stabilmente nei primi 10 al mondo

          • mezeena10 20 Luglio 2015, 12:54

            non saranno un’ ira di dio ma l’ italia l’ han battuta bene e facendola soffrire nel loro punto forte: la mischia ordinata!

          • parega 20 Luglio 2015, 19:35

            ha ragione mez
            la partita persa contro i nippon e’ stato un passo falso gravissimo….poi distrutti in mischia
            imbarazzante

          • mezeena10 21 Luglio 2015, 11:47

            vedi parega, la tipica spocchia dei tifosi, quella che frega spesso anche i giocatori quando giocano con queste squadre!
            maggior umiltè sarebbe d’ uopo! 😉

        • Jager 20 Luglio 2015, 20:35

          Come è già stato fatto notare il Giappne è un movimento in forte crescita , hanno saputo cognugare disponibilità economica e programmazione a lungo termine . Certo confermarsi a questi livelli e soprattutto continuare a crescere sarà difficile , ma ricordiamoci di cosa sono capaci di fare i giapponesi , vedremo . La cosa che secondo me innegabile e che noi al momento siamo sopravalutati , non siamo stati capaci di cavalcare l’ onda lunga dell’ ingresso nel 6 nazioni , non siamo cresciuti come dovevamo e quindi soffriamo perché spesso ci confrontiamo con un livello che non ci appartiene al 100% . Forse servirebbe una riflessione serena sul fatto che non sia il caso di restare tutto , fare un passo indietro per farne poi due in avanti , a già dimenticavo non abbiamo l’ umiltà per farlo noi siamo un popolo di “arrivati” tutto ci è dovuto ! E non mi riferisco solo al rugby

  3. Da 20 Luglio 2015, 10:21

    Credo che tutti noi che commentiamo su On Rugby ricordiamo i campionati degli anni ’90 con i campioni stranieri che venivano a giocare in eccellenza.
    Ovvio che, grazie anche a loro, il movimento nostrano sia cresciuto esponenzialmente e abbia aiutato il nostro movimento tanto da permetterci di entrare nel 6N.
    I Giapponesi stanno facendo la stessa cosa e stanno ottenendo ottimi risultati. Un altro esempio di come far crescere il Rugby nel proprio paese, ne più ne meno..

    • mistral 20 Luglio 2015, 10:54

      commento perfetto, solo che i giapponesi si sono subito adattati al professionismo vero, mentre nella penisola ci si continua a trastullare con il professionismo dilettantesco degli anni ’90…

  4. western-province 20 Luglio 2015, 10:30

    io non seguo molto il campionato giapponese, ma da quel poco che vedo gli stranieri che ci giocano non sono poi molti (6-8 per squadra, quasi paragonabile alla nostra eccellenza,pochissimi rispetto alle nostre del PRO12), quello che è differente è la qualità degli stranieri

    In secondo luogo investono sugli allenatori (per esempio c’è il mitico Deans) e sulla qualità dello staff (i Suntory hanno 1 head coach 2 forward coach 1 backward coach 3 strenght & conditioning coach 1 assistant coach 1 video analist 1 head trainer 1 athletic trainer + dietologi, fisioterapisti, team manager e quant’altro)

    a vedere le partite ci vanno tante persone (5-10k) e le squadra sono tutte in città medio grandi (osaka-kobe-ecc)

    le partite sono mediamente più belle ( e quindi più viste) perché giocano con ritmi elevati e con un gioco aperto di buona qualità

  5. Alberto da Giussano 20 Luglio 2015, 10:54

    Io penso che il rugby in Giappone non sia più un oggetto misterioso, visibile solo agli specializzati. Ha uno spazio e un posizionamento ben individuabile riconoscibile.
    Non si può non dire che non abbiano fatto un buon lavoro.
    Ciò detto il confronto tra noi e loro va fatto per quanto riguarda i risultati sul campo. L’ultima partita l’abbiamo persa e nel ranking gli siamo dietro.
    Gli U20 visti il mese scorso ci hanno presentato comunque una squadra modesta, al livello della nostra.
    Aspettiamo il prox. test match, se devo essere sincero, non mi fanno troppa paura.

  6. western-province 20 Luglio 2015, 11:03

    secondo me ragionare sul fatto che il top league sia come il top10 degli anni 90 (magari insinuando il dubbio che sia meglio ritornare a quel genere di campionato e abbandonare il PRO12) è fuorviante

    il problema del rugby italiano è che è totalmente concentrato sul gioco degli avanti (e della mischia chiusa), a discapito della della qualità e della velocità del gioco

    problema che si potrebbe risolvere in parte cambiando la mentalità degli arbitri per favorire le squadre che hanno intenzione di tenere un ritmo più elevato e di giocare nello spazio aperto

    poi dovrebbe esserci un lavoro da parte della federazione per cambiare la mentalità delle squadre e degli allenatori, intervenendo già dal mini rugby (magari inserendo il touch rugby) per migliorare le qualità di passaggio e visione laterale dei giocatori

    se le partite di serieB/serieA/eccellenza fossero più belle ci sarebbero molte più persone a guardarle, di conseguenza aumenterebbero gli sponsor e la visibilità generale

    a quel punto si può parlare dell’organizzazione del campionato (super2,top4,enal8,mega16)

    • mistral 20 Luglio 2015, 11:31

      il problema del rugby italiano (e se ne può discutere all’infinito, ovviamente) è che quando arrivi da giocatore alla B, alla A ed all’Eccellenza (ma mettiamoci anche il Pro12 e la nazionale, per non farci mancare niente) con una serie di conoscenze tecniche/capacità (controllo della palla, tecnica di passaggio etc) di livello quale quello che si vede sui campi, hai voglia a chiedere un arbitraggio maggiormente attento al gioco in velocità e meno ossessivo sul gioco di mischia… la bellezza del gioco non si improvvisa cambiando il modo di arbitrare, forse la si può aiutare, ma se mancano le basi (e quelle le costruisci dai 6 ai 14-16 anni) non credo ci siano molti spazi di crescita…

      • western-province 20 Luglio 2015, 12:08

        infatti dico che in parte si risolve con gli arbitri, e poi parlo di federazione e mini rugby

        un arbitraggio diverso può stimolare il cambiamento (se non vinco più cerco di adeguarmi per vincere) e non è un caso che i campionati più spettacolari (top14 e superxv) abbiano un approccio arbitrale diverso

        • mistral 20 Luglio 2015, 12:20

          concordo, ma ripeto (per quanto concerne la scuola di rugby) una osservazione forse ritrita: chi forma i formatori?

  7. Bombarolo 20 Luglio 2015, 11:45

    Sarà ma a me fa piacere che altre realtà emergano rendendo il rugby union uno sport globale, anzi auspicherei che questo sia solo l’ inizio…se poi questo significa che l’ Italia avrá meno certezze in campo internazionale e dovrá sudarsi le vittorie anche con nazionali meno blasonate ben venga, lo sport è dimostrare di essere più forte dell’ avversario, non sperare che l’ avversario sia più debole di te…

  8. malpensante 20 Luglio 2015, 12:03

    Non siamo mai stati un movimento professionista, tanto meno negli anni ’90: c’erano i soldi, soprattutto si faceva del gran nero, ma di professionistico c’era proprio niente. Questi sono nati pro, sembrano (mi fido dell’articolo) avere una solidità strutturale maggiore dei risultati sportivi, che pure sono in crescita. Per quel che conosco il Giappone, non è una novità, anche il baseball ha seguito moltissimi anni fa lo stesso percorso. Bravi loro, ma il nostro caso è del tutto non paragonabile, sia per il passato che per il futuro, passando per l’attualità. Io sono invece molto curioso (e preoccupato) del laboratorio argentino: spero per loro che funzioni ma ho molti dubbi. Fino ad ora il modello semiamatoriale con export li ha tenuti nei primi dieci, con anni di exploit e una solida reputazione, sinceramente non credo che con un pro a una-due franchigie possano aspirare a chissà quali obiettivi. Penso che probabilmente sia stata una scelta dettata più dalla paura di scendere che dalla voglia di salire.

    • Rabbidaniel 20 Luglio 2015, 12:13

      Bravo mal, chissà come mai nessuno si ricorda di quanto fosse pagato un discreto attaccante di eccellenza di palla tonda tra anni 80 e 90, per dirne una. Se gli andava male si portava a casa lo stipendio di un operaio. Gran nero, giro di soldi artificioso, per non dir di peggio, clientele mastodontiche (giocatori di rugby discreti, ma quasi analfabeti, messi in banca ecc.) e via discorrendo. Bei tempi quelli…

  9. cainerandrea 20 Luglio 2015, 14:00

    Sapere che in Giappone arriveranno, o sono già arrivati, tecnici di caratura internazionale, non risolve certamente il problema della “crescita” nipponica. Così come sapere che grandissime multinazionali, sono in grado di far arrivare grandi economie………….La crescita si fa in giovanile, si crea lì la base di un movimento, e i giapponesi questo lo sanno benissimo. Invece che scomporci per i nomi eccellenti che arriveranno, perchè nessuno ci racconta cosa e come si fa, partendo dal basso? e magari ci spiegasse qualcuno, come e quanto arrivano, in termine di soldini/soldoni, al livello giovanile. Grazie

    • Alberto da Giussano 20 Luglio 2015, 14:52

      Dal mio punto di vista sfondi una porta aperta. Io però non conosco minimamente i sistemi di reclutamento giapponesi.

  10. San Isidro 20 Luglio 2015, 14:58

    Ad essere onesto la Japan Top League non mi ha mai entusiasmato, naturalmente è un torneo di tutto rispetto e i molti stranieri che vi giocano (e che vi hanno giocato) hanno alzato parecchio il livello, oltretutto i soldi investiti hanno contribuito alla crescita della competizione a livello mediatico…il Giappone comunque non si è aperto al rugby ieri, anzi loro hanno una solida tradizione ovale, si, perchè la JTL è il campionato più importante, il torneo delle industrie (infatti vi giocano tutti team rappresentativi di noti marchi industriali), ma, a livello dilettantistico, nel Sol Levante esistono anche le comepetizioni di club e univesitarie…il banco di prova per i giapponesi però sarà il Super Rugby, ancora non si sa niente sulla rosa di questa nuova franchigia anche se sarà composta da giocatori provenienti dalla JTL e probabilmente da qualche straniero di calibro…Kirwan tempo fa aveva posto il problema che l’entrata nel SR avrebbe potuto nuocere al livello della JTL, soprattutto in termini di arrivi di grossi big dall’estero, tuttavia le due competizioni si giocheranno in due periodi diversi quindi non penso che ci sarà un declassamento e se i team industriali continueranno a mettere sul piatto bei soldi gli stranieri di sicuro arriveranno comunque…

    • mezeena10 21 Luglio 2015, 10:40

      san non per rigirare il coltello nella piaga, ma guarda un paio di partite della top league e poi paragonale a quelle dell’ eccellenza..
      non c’ è paragone, c’ è un abisso, tempo di gioco, velocita, tecnica! per non parlare dei giocatori e degli stadi pieni!
      un abisso!

      • San Isidro 21 Luglio 2015, 16:27

        e chi lo mette in dubbio? ho solo detto che la JTL non mi attira…poi è normale che con tutti quegli stranieri la qualità si alzi, comunque siamo ancora molto distanti dai livelli della Currie Cup e della ITM Cup…

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