Il riscatto dalla dittatura, un tragico incidente, i trattori sovietici e la Coppa del Mondo 2019
Speciale RWC 2015: le squadre – Romania, Costa d’Avorio, Georgia e Giappone
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Ai mondiali del 1987 la vedo difficile che la Georgia “non sia stata invitata”, esistendo allora ancora l’URSS…ed idem nel 1991, “fallire le qualificazioni” all’indomani della dissoluzione dell’impero sovietico: pur avendo già fatto il suo primo test match proprio quell’anno, non era ancora riconosciuta come membro della IRB.
Le storie di Romania, Costa d’Avorio e Georgia hanno quasi dell’incredibile…la Romania ha una tradizione ovale lunghissima, basti pensare che il loro campionato nazionale è nato circa 15 anni prima del nostro, rimangono memorabili alcune imprese della Romania nella vecchia Coppa FIRA, come i successi sulla Francia…i rumeni, così come i georgiani, sono dei veri fabbri, il loro è un rugby molto fisico e spartano, quanto mi piacerebbe una coppa da giocare ogni tanto tra Francia, Pumas, Boks, nazionali del Sud Pacifico, Romania e Georgia, botte da orbi assicurate tra gioco sporco francese, garra argentina, potenza fisica isolana e bokkie, oltre alla rudezza delle nazionali dell’est…
Voli di fantasia a parte, avevo rimosso la partecipazione degli ivoriani alla RWC…la Costa d’Avorio ad ogni modo è una delle squadre di rilievo dopo le grandi nazionali del continente (SA, Namibia, Zimbabwe, Kenya), la questione rimane ovviamente legata allo sviluppo del rugby in un Paese in cui non penso che la diffusione della palla ovale sia una priorità, una nazione che ha vissuto molte problematiche comune a parecchi Stati africani: governi autoritari, come il periodo di Gbagbo, la guerra civile a metà degli anni 2000 che ha visto anche l’intervento militare della Francia e dell’ONU, il dramma dei bambini-soldato, ecc…
Romania e Giappone rappresentano i due estremi: da un lato la grande tradizione rugbystica, mortificata dalla mancanza di soldi. Dall’altra la dimostrazione che con i soldi si compra tutto: anche un’edizione della coppa del mondo.
se il samaritano avesse avuto solo buone intenzioni, avrebbe fatto ben poco… fortunatamente aveva anche i soldi…
Non riesco a cogliere il nesso tra le multinazionali giapponesi che investono nel rugby ed il buon samaritano. Comunque, se i soldi li avessero tutti sarebbe pure meglio.
Si chiama libertà.
era una battuta minimalista sul fatto che i soldi si possono spendere bene o male, ma per spenderli bisogna prima averli… e se i soldi li avessero tutti, il denaro non avrebbe più alcun valore!… si chiama libero mercato, e con questo non dico che sia il migliore dei mondi, ma è il mondo reale…
ed anche un po’ una critica alla tua generalizzazione che “con i soldi si compra tutto”… non credo che la RWC al giappone sia stata data solo perchè avessero tanti soldi da mettere sul banco, avevano “anche” i soldi…
Si, lo so: le prospettive, l’interesse in crescita, il bacino potenziale e tante altre belle cose del genere. Però mi piacerebbe vedere un mondiale a Fiji, Samoa o Tonga. No, eh? 😉
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Forza Romania