L’esodo dall’emisfero sud mai così ricco: Ovalia sta cambiando faccia?

Il dopo Mondiale 2015 diventerà un punto di svolta per lo sviluppo del rugby. Ma c’è il rischio di una involuzione?

COMMENTI DEI LETTORI
  1. M. 10 Giugno 2015, 08:23

    Beh finché il soldo muoverà tutto e le pseudo-regole (salary cap) tali resteranno sarà inevitabile che questo accada.

  2. Sergio Martin 10 Giugno 2015, 08:52

    Va bene portare i grandi nomi, se ci sono possibilità, ma io porterei in Eccellenza, a pochi soldi, qualcuno di questi giovani talenti che stanno giocando il mondiale U20. Ad esempio, come si chiama quello degli All Blacks che l’altro giorno si è rialzato i pantaloncini mentre faceva lo slalom tra gli avversari?

    • Mr Ian 10 Giugno 2015, 09:28

      Sergio, ma come fai a portarli in Italia??? a parte che stanno bene dove sono, se poi proprio dovessero spostarsi o vanno a far cassa in Francia oppure nel vicino Giappone.
      Noi non attiriamo più stranieri di qualità, da un certo punto di vista potrebbe essere un bene…

      • San Isidro 10 Giugno 2015, 16:21

        però incredibilmente il Mogliano riuscì a prendersi Steyn dal Sud Africa u.20…

      • San Isidro 10 Giugno 2015, 16:22

        e L’Aquila si è presa l’ex 10 dei Pumitas Riera…

      • Sergio Martin 11 Giugno 2015, 00:05

        Pensandoci bene, c’abbiamo anche un ex nazionale U19 dell’Australia estremo/apertura di Treviso e Nazionale… Quindi ogni tanto un pertugio si puo’ trovare…

    • Stefo 10 Giugno 2015, 10:03

      Sergio quelli sono gli AB di domani c’e’ molta piu’ “protezione” nei loro confronti piuttosto che in un Nonu che ha 33 anni…i migliori BB non li riescono a prendere neanche i francesi, restano a casa loro perche’ sono i giocatori del futuro…quelli che poi vengono in Europa tipo un Ah You o un Heenan pensando al Connacht son quelli che non ce l’hanno fatta in patria e son finiti fuori dal giro che conta ma arrivano nel caso 2-3 anni dopo.

    • Sergio Martin 10 Giugno 2015, 11:14

      Lo so, lo so… Infatti, avevo scritto: “porterei”, ma intendevo “cercherei di portare”… Tentar non nuoce. Hai visto mai…

  3. Hullalla 10 Giugno 2015, 09:10

    Nel passato l’Eccellenza ha rappresentato quello che e’ oggi il Giappone: cosa e’ rimasto di quei tempi, a parte un po’ di nostalgia?
    Quando avevamo in tasca due soldi, come li abbiamo spesi? Abbiamo investito e creato un movimento ampio e profondo, in grado di autosostenersi, oppure quando sono finiti i soldi e se ne sono andate le stelle straniere, alle loro spalle e’ rimasto un deserto, tale e quale prima del loro arrivo?

    Se le risposte alle precedenti domande non sono lusinghiere, allora e’ meglio che smettiamo di piagnucolare che ci manca il franco, perche’ tanto anche se avessimo soldi li spenderemmo male. Meglio invece spendere quel soldino che abbiamo per avere un movimento di base forte e numeroso e delle strutture degne di questo nome. Mi permetto umilmente, a questo proposito, di indicare l’esempio del Valsugana.

    • Mr Ian 10 Giugno 2015, 09:29

      condivido in pieno…

    • fracassosandona 10 Giugno 2015, 09:50

      Quoto Hulla innanzitutto per l’esempio del Valsugana…
      Resto convinto che la situazione ante super 10 (ma anche fine anni ’80) non fosse così terribile come quella attuale…
      sicuramente c’era un diverso approccio allo sport in generale…

      ps: hulla, l’altro giorno su tua richiesta ho fatto una nontraduzione sul neoacquisto di Rovigo…

    • gsp 10 Giugno 2015, 10:10

      I soldi é sempre meglio che non averli, ma ha ragione nei fatti @hulla. Al valsugana aggiungo la Capitolina.

    • tony 10 Giugno 2015, 10:21

      ricondivido….

  4. armin 10 Giugno 2015, 09:36

    Persino la Romania o la Russia, nel loro piccolo, si stanno riempiendo di stranieri mediamente più validi dei giocatori fatti in casa. In Eccellenza ne vedo alcuni che onestamente non mi sembrano facciano la differenza; io credo dovremmo puntare più sulla qualità dello straniero, che faccia crescere davvero la squadra.

  5. Emy 10 Giugno 2015, 09:55

    E’ il professionismo, ma io, almeno finora, non ci vedo dei rischi per il rugby, non vedo possibilità di involuzione legata a questo “esodo”.
    Anche il fatto del Giappone, che ha un campionato di livello certo non elevato ma tanti soldi, mi sembra che non porti grandi scompensi: i big che ci vanno, si fanno un annetto, monetizzano, fanno vendere tante maglie, e poi tornano all’ovile, in tempo per rientrare nel campionato di casa e nel giro delle nazionali. Come ha scritto qualcuno, può essere vero che ora il Giappone è un po’ il S10 di qualche anno fa, dove passavano giocatori che ora ci si sogna e che ancora si ricordano: si facevano la stagione “invertita”, un’esperienza di vita in Italia, qualche soldo, tanti autografi, e poi tornavano a casa.
    Non sono favorevolissima alla prassi di alcune federazioni di chiudere le porte della nazionale a chi se ne va dall’altra parte della sfera, ma capisco che, ad esempio per l’Argentina, vista la portata che l’esodo ha sempre avuto, è una forma di tutela importante per la nazionale, oltre che un provvedimento che è parte del progetto generale di sviluppo del loro rugby, a braccetto con l’ingresso nel Championship e dalla franchigia nel Super Rugby.
    Per la NZ è certamente un modo per non far perdere agli AB non solo il livello e i risultati, ma anche e forse soprattutto l’aurea di mito e appartenenza della maglia nera. Visto il loro ricambio continuo e di livello sempre stellare, credo che per loro il trend che si è ormai consolidato, cioè la partenza per la Francia o l’Inghilterra di giocatori fortissimi ma non più indispensabili sia una buona quadratura del cerchio. Senza contare che, se un giocatore poi volesse mai rientrare nel giro, o fosse necessario che lo facesse, basta farlo rientrare downunder e poi viene riconvocato, senza guerre.
    L’unica stortura di questo andazzo, secondo me, è la creazione di squadre come Tolone: vero è che business is business e che il professionismo si poggia sui soldi, e che chi ha la fortuna di averne tanti se li spende come vuole, ma una squadra francese che poi in campo di francesi ne ha pochissimi, perchè sembra una selezione “World rugby all stars”, non ha molto senso, oltre a danneggiare inevitabilmente la nazionale francese, anche perchè non è solo Tolone, che è l’esempio limite ma non il solo.
    Non mi pare che ci sia aria di nazionali vissute come intralcio: vedo di più la necessità di regolamentare il numero di stranieri per squadra per tutelare la crescita dei giocatori di casa e delle relative nazionali (che poi mi pare sia una questione, almeno ad oggi, solo francese). Di contro, con buona pace della nazionale e della Marsigliese, grazie all’invasione di campionissimi stranieri, il Top14 sta seduto su una valanga di milioni, buona parte provenienti dai diritti tv, che proprio i grandi nomi, inevitabilmente, riescono a far lievitare, insieme ai biglietti venduti, fino a livelli che sfiorano l’incredibile. Io comunque, in Francia, un limite agli stranieri lo metterei: magari non ridicolo tipo 2-3, ma comunque una roba come Tolone, che pure anche io sbavo quando li vedo in campo, non ha senso e fa male.
    L’Italia, secondo me, deve decisamente guardare altrove per il suo sviluppo, anche perchè il nostro è un professionismo acerbo e povero: nessun ostracismo per chi vuole andare all’estero, che ne gioverà per la nazionale e per un futuro eventuale rientro in patria, da giocatore o da tecnico/dirigente, un limite ragionevole di stranieri nelle franchigie, un collegamento alle franchigie stesse di due accademie U20, come insegnano le academy dei club di Premiership, che sfornano e crescono direttamente in casa italenti, e un collegamento virtuoso di queste accademie all’Eccellenza, per la crescita dei giocatori più acerbi che, al contempo, fanno bene anche alle squadre che li fanno giocare. Andando ancora più sotto, farei un collegamento del genere anche tra Accademie U18 e società di serie A del relativo territorio, nel caso in cui la società di provenienza del ragazzo abbia la prima squadra in una serie inferiore, con i ragazzi che, anche prima del compimento della maggiore età e durante l’ultimo anno di accademia, possono esordire nel campionato cadetto e fare un primo e concreto ed efficace passo verso il rugby “dei grandi”. Senza contare che, ogni politica di collegamento e collaborazione tra società e accademie, che siano U18 o U20, può dare quel senso di “sistema” e di progettualità che da noi manca completamente.
    Sinceramente, vista la distanza siderale tra il nostro massimo campionato e Top14 e Premierchip, io gli toglierei quell’orrido nome di “Eccellenza” e lo chiamerei serie A, scalando via via le varie categorie: la nostra eccellenza, ormai e finchè il progetto Pro12 regge, sono le franchigie e quindi è inutile travestire un campionato da quello che non è e poi criticarlo.

    • Emy 10 Giugno 2015, 09:56

      Cacchio, ho scritto quanto San isidro!!! 😀

    • Stefo 10 Giugno 2015, 10:12

      Ciao Emy, intanto mi spiace per il tuo Pro Recco, per la simpatia che ho nei tuoi confronti speravo venissero promossi loro.
      Venendo al punto del discorso le Nazionali iniziano ad essere vissute come intralcio da qualche anno specialmente in Francia, le guerre del Budello stesso son li’ a ricordarcelo, cosi’ come li’ in Francia dove i club privati sono molto ricchi e potenti e’ la union che ha piu’ difficolta’ a mettere in piedi deglia ccordi club-federazione che aiutino sensibilmente la NAzionale come invece avviene in Inghilterra dove al momento c’e’ piu’ equilibrio nei rapporti di forza tra le due parti.

      Io vedo un secondo pericolo poi, che e’ l’eccessiva crescita di uno-due campionati pro rispetto al resto…il ricambio in NZ sara’ tale da permettere di assorbire le perdite ma in Australia dove concorrenza di league e aussie rules e’ pesantissima secondo me gia’ meno, piu’ campioni perdono piu’ il rischio che le loro franchigie fatichino in SR cresce…e guardando all’Europa il rischio cannibalizzazione di un Pro12 e’ forte anche li’. Business is business e il professionismo e’ questo, ma il rugby e’ ancora in unostato adolescenziale del professionismo se mi si lascia passare il termine, per crescere il rugby deve espandere il professionismo a nuove aree ma se uno-due campionati fanno da assi pigliatutto cio’ difficilmente puo’ avvenire a mio avviso.

      • gsp 10 Giugno 2015, 12:28

        guarda ed impara @san, cosi’ si flirta!!

        • Rabbidaniel 10 Giugno 2015, 14:25

          San quando flirta con una ragazza, subito dopo le manda una foto di Papa Francesco e una maglia dei Pumas.

          • San Isidro 10 Giugno 2015, 15:33

            che puntualmente mi vengono restituite indietro…

      • mistral 10 Giugno 2015, 18:43

        bello il “rugby adolescienzale”, credo tu ti riferisca al rugby professionistico, perchè quello dilettantistico (o mascherato da tale) è già bello maturo, se non senescente… concordo sulla necessità di un nuovo equilibrio tra federazioni (che devono rappresentare per loro mandato tutti i livelli di adesione) e leghe professioniste, ma l’espansione del professionismo in Italia non può che essere fatta se il livello di investimento privato torva una risposta soddisfacente, oppure se si trovano i mecenati alla Benetton… in altre realtà (pernso all’est europa) il quadro giuridico meno farraginoso potrebbe (sottolineo il condizionale) paradossalmente essere maggiormente attrattivo per investimento di capitali, se le squadre di club o franchige potessero accedere a campionati maggiormente attrattivi e non solo agli attuali pochi episodi di coppa (maggior visibilità, diritti tv etc)…

    • San Isidro 10 Giugno 2015, 15:34

      Emy, modestamente, l’ho inventata io…

  6. aug61 10 Giugno 2015, 10:03

    Discutibile la lettura di Hullalla…Basta rivedersi i bellissimi servizi di On rugby sui mondiali 1987/1991 per capire quanto sia cresciuto negli anni 80/90 il rugby italiano con l’apporto di tanti campioni – in modo tale da farci guadagnare l’accesso al 6 nazioni – per capire come siano andate le cose. Il vero problema è che nel nostro esangue campionato, sempre più prosciugato dalla voracità FIR-Franchigie, sarà ben dificile immaginare che arrivino atleti tali da portare davvero un arricchimento..

    • Hullalla 10 Giugno 2015, 10:35

      Forse hai ragione tu, ma pensa al caso di Milano: finche’ c’erano tanti soldi e tanti campioni han vinto gli scudetti (che ci hanno aiutato ad entrare nel Sei Nazioni, non si puo’ negare), mapoi quando sono finiti i soldi e i campioni se ne sono andati hanno lasciato il deserto: non c’e’ nemmeno uno stadio degno di questo nome (le giovanili praticamente non c’erano mai state)! Sotto questo punto di vista han fatto meglio a Rovato!
      Considera che in gran parte abbiamo ancora le stesse dirigenze dell’epoca, che hanno quasi sempre speso i soldi senza creare nulla di duraturo (magari avessimo avuto dovunque casi come il Petrarca – Guizza e Treviso – Ghirada).

      L’aspetto positivo dei club Inglesi (per quanto riguarda i Francesi non ho sufficienti conoscenze di prima mano) e’ che, quando hanno avuto i solid, hanno creato dei “sistemi” che si autosostengono e che sono in grado di resistere bene anche quando i soldi vengono a mancare.

      • Hullalla 10 Giugno 2015, 10:41

        Pensa ai Titanus Thiene, dove hanno giocato John Kirwan, Beppe Artuso… e Toni Serafin! 😉
        Cosa e’ rimasto di quella esperienza??? Chiedi al Rugby Alto Vicentino cosa hanno trovato…

      • Emy 10 Giugno 2015, 11:03

        Tutto vero, ma queste cose succedono per i limiti e la mancanza di lungimiranza di chi ha i soldi ma li usa male. Non sta scritto da nessuna parte che se hai i soldoni e prendi i campioni, in automatico devi nel frattempo ignorare io resto della tua struttura (giovanili etc), ed invece da noi purtroppo è successo e succede, non solo nel rugby (la Pro Recco di pallanuoto è un esempio perfetto).
        Non è però un problema dell’avere soldi e del professionismo, ma del non saper/voler gestire le cose nel modo corretto e sensato.

        • Hullalla 10 Giugno 2015, 12:34

          Assolutamente no! Infatti ho fatto due esempi dove avendo i soldi li si e’ usati in modo piu’ o meno lungimirante.

          Il problema e’ che in Italia non li abbiamo usati in modo molto lungimirante quando li abbiamo avuti e le dirigenze sono piu’ o meno ancora le stesse di quell’epoca.

          • Rabbidaniel 10 Giugno 2015, 13:12

            Penso anche dalle mie parti, con il distretto della calzatura sportiva che, negli anni 80, dava un sacco di soldi, quante risorse sono state buttate per arruolare francesi e argentini, tentando la scalata. E poi?
            Mais où sont les neiges d’antan?

  7. Hullalla 10 Giugno 2015, 10:39

    Tra i movimenti che vedono i loro migliori giocatori migrare in Francia e Inghilterra, oltre agli isolani, i SANZAR, eccetera, metterei anche l’Italia.
    La nostra fortuna parziale e’ che siamo relativamente vicini geograficamente.

  8. malpensante 10 Giugno 2015, 11:23

    Sono d’accordo con Stefo che sia un professionismo globale con i brufoli. Chi tiene buona la scolaresca è sostanzialmente la NZ, troppo superiore da una parte nella produzione di fenomeni, campioni, grandi giocatori, giocatori di livello internazionale e dall’altra il vero fenomeno globale che all’interno del marchio AB racchiude il resto del rugby dal punto di vista commerciale. Finché la situazione sarà questa, con la loro capacità di bloccare un numero grande di talenti che via via si riduce con l’avanzare dell’età, non vedo grandi sconvolgimenti globali all’orizzonte. Per i singoli movimenti, sì, a partire dall’Argentina che secondo me rischia un botto ma non ho ovviamente competenza e strumenti per giudicare. Forse il SA potrebbe permettersi di diventare la seconda superpotenza regolatrice, ma bisognerà vedere se le politiche per avvicinare il rugby alla stragrande maggioranza della popolazione avranno successo. In quel caso credo che sarebbe saggio anche per loro, mettere l’embargo agli espatriati. L’Australia, c’è troppa concorrenza interna e credo che l’embargo non sia nelle loro possibilità. Troppo abituati a stare lassù, dovessero prendere asfaltate lasciando fuori i top player espatriati, non reggerebbero un minuto alla deansite. L’Argentina, temo sia in cerca di guai.

    • Rabbidaniel 10 Giugno 2015, 13:05

      L’idea che ho del Sudafrica, magari sbagliando, è che la politica potrebbe fare danni enormi. Considerato che ne ha già fatti, e di robusti, in altri ambiti.

  9. Gigi da Dolo – Ve 10 Giugno 2015, 12:12

    Il problema grosso sono gli sponsor, senza soldi è difficile fare qualcosa che faccia la differenza.

    @malpensante: La Nz, ha un grandissimo bacino da cui pescare, non bisogna dimenticare che gran parte la prende dalle isole del Pacifico, anche se poi li fa crescere e “istruisce” i giocatori indigeni e non in patria.

    • malpensante 10 Giugno 2015, 12:18

      Grandissimo in termini numerici assoluti, proprio no. Tra Fiji, Samoa e Tonga faranno sì e no un milione di abitanti.

      • Rabbidaniel 10 Giugno 2015, 13:04

        Tonga 105.323 (2013)
        Samoa 190.372 (2013)
        Fiji 881.065 (2013)
        Fanno meno della metà di Roma, bambini, vecchi, inabili compresi.

        • malpensante 10 Giugno 2015, 13:43

          Ecco, 1.176.760. Sono il solito pessimista.

          • Rabbidaniel 10 Giugno 2015, 14:44

            Grossi come sono uno lo devi contare come se fossero due 😛

    • mezeena10 10 Giugno 2015, 19:15

      “ma gran parte la prende dalle isole del pacifico” niente di piu falso!
      negli ABs il solo Fekitoa viene da fuori, Tonga per la precisione!
      informarsi meglio!!!

      • San Isidro 10 Giugno 2015, 19:27

        infatti sono giocatori di origine isolana, ma cresciuti e formati in NZ, come i grandi Lomu e Umaga d’altronde…

  10. Katmandu 10 Giugno 2015, 12:33

    Il problema sta a monte, ma fa strano che i franzosi che son molto protezionistici fan entrare chiunque, salvo poi “ri-nazionalizare” tutti i possibili
    Per quanto ci riguarda, se non cambia qualcosa, ma deve veramente venire un cataclisma, e ri indirizzare i soldi (e spenderli meglio) non solo non vedremo più i campioni, ma nemmeno le contro figure
    Ps per quanto riguarda il discorso dei BB che non si posson far uscire dalla NZ, so che son paesi differenti ma Steyn lo ha pescato Mogliano, per cui con un po di fantasia….. Qualcuno lo si può prendere (basta bloccarli all’aereoporto)

  11. soa 10 Giugno 2015, 12:52

    La NZ terrà finché non cominceranno a girare soldi in maniera seria, tipo 7-8 mln a stagione. Un triennale a 5 mln netti sono 15 mln e se se ne vanno i migliori 5-6 della squadra puoi avere tanti ottimi ricambi di valore, ma la nazionale non potrà competere con le altre migliori al mondo. E’ solamente questione di tempo. Me la vedo l’Argentina che dice a Messi che o torna in patria o il mondiale se lo scorda.

    • malpensante 10 Giugno 2015, 13:54

      Se non succede a breve che Cina, Usa e Russia si giochino le semifinali della coppa del mondo, io credo che prima che diventi commercialmente più importante il rugby degli AB facciamo a tempo a giocare con una palla quadrata. Finché è così, fino a 24-25 anni chi ha anche solo un minimo spiraglio per indossare quella maglia resta là. A parte l’etica e l’estetica, per la moneta e lo status. Quanto vale ogni cap quando decidi che è ora di lasciare la terra della lunga nuvola bianca? Il 7 olimpico qualche cosa potrà cambiare, ma tra un codice e l’altro e non nei rapporti di forza all’interno del 15. I sudafricani faranno bene a seguire i tuttineri, ma anche se dessero il liberi tutti cambierebbe niente se non molti disoccupati argentini ed europei in più.

      • soa 10 Giugno 2015, 14:38

        @mal, infatti non ho detto che succederà domani. Due mercati sono troppo pochi per arrivare a quelle cifre, molto dipende da come si svilupperanno i mercati interni qui in Europa (oltre alla Cina). Al momento nazioni grosse non hanno ancora movimenti in grado di competere e penso a Germania e Spagna.

  12. San Isidro 10 Giugno 2015, 15:37

    Scusate, ma i fratelli Du Plessis mi pare che alla fine abbiano rinunciato ad andare a Montpellier, quindi, al momento, restano in SA…

  13. San Isidro 10 Giugno 2015, 16:12

    Io esco allo scoperto e dico che non mi piacerebbe se l’Eccellenza diventasse un “polo d’attrazione per grandi stelle straniere”, magari alle Zebre e al Treviso qualche big straniero che venga a dare una mano non mi dispiacerebbe vederlo, ma il nostro domestic deve essere funzionale alla crescita dei giocatori di casa nostra, una palestra prima del Pro 12 (salvo eccezioni ovviamente, i giovani talenti per me andrebbero subito portati nelle franchigie e magari fargli un doppio tesseramento con un club d’Eccellenza)…bisogna limitare gli stranieri in Eccellenza e formare nei ruoli critici i nostri ragazzi, guardate quanti 10 stranieri c’erano questa stagione nel nostro campionato…
    Naturalmente sarei il primo ad andare all’Acquacetosa se la terza linea della Lazio fosse composta da Gonzalo Padrò-Michele Nitoglia-Richie McCaw, ma non vorrei che l’Eccellenza diventasse il campionato delle star mondiali…anzi, come detto più volte, vorrei un’Eccellenza allargata (tre gironi da 6 e Super 10 finale) e con tanti ragazzi di casa nostra possibilmente…
    Faccio un paragone “casuale” con l’Argentina, adesso è iniziata la seconda fase dell’URBA, il prestigioso torneo dell’URBA Top 14, beh il livello di quella competizione ci mangia in testa, un altro pianeta rispetto all’Eccellenza, e siamo sempre in ambiti dilettantistici, lì poi giocano solo (e dico solo) ragazzi che sono cresciuti nei club, ogni tanto c’è qualche trasferimento da una squadra all’altra, ma non accade frequentemente…pensate che nell’URBA gli “stranieri” sono gli argentini dei vari tornei interni che, per avere un pò più di possibilità per emergere, scelgono di trasferirsi al migliaia di Km da casa e giocare nel campionato di Buenos Aires, ad es. il pilone Coria Marchetti, che adesso arriverà alle Zebre, militava in un club tucumano, ma è poi passato all’Atletico del Rosario nell’URBA, da lì ha iniziato la sua carriera euroea, ma potrei citare pure il grande Leguizamon che, giunto dall’estremo nord del Paese, si mise in luce con il SIC prima di andare in Inghilterra…
    Digressione a parte, ovviamente non abbiamo la vastità di movimento (e anche la qualità) che hanno in Argentina, ma, per quanto riguarda il rugby domestic, dovremmo copiarli un pò di più…

  14. San Isidro 10 Giugno 2015, 17:13

    Quanto al discorso dell’esodo dall’emisfero sud, c’è da dire che, se da una parte è comprensibile che molti vogliano andare a monetizzare nell’emisfero nord, da un’altra un pò stupisce che tutti questi trasferimenti avvengano alla vigilia della più grande riforma del rugby di club australe, ovvero con l’inizio del nuovo Super 18…il Super Rugby che verrà sarà un torneo rivoluzionario, con tante squadre e che si giocherà su 4 continenti, penso che per molti giocatori sudafricani, australiani e neozelandesi sarà una nuova entusiasmante sfida, anche se in buona parte hanno preferito fare i bagagli per l’Europa senza nemmeno fare la stagione inaugurale…
    Personalmente non vedo l’ora che questo Super 18 arrivi! Vamos Pampas!

    • mezeena10 10 Giugno 2015, 19:08

      san a molti non piace questa riforma..troppo confusionari anche i criteri per play off etc..
      gironcini, viaggi sempre lunghi, timore di avere squadre materasso..
      staremo a vedere..

      • San Isidro 10 Giugno 2015, 19:24

        mez, perchè sarebbero confusionari i criteri per andare ai play-off? Vanno le prime 5 della conference Australia/NZ e le prime 3 della conference Argentina/SA/Giappone, mi sembra lineare…sugli spostamenti posso capire, ma la formula studiata evita comunque di fare troppe trasferte, inoltre la regular season avrà anche una giornata di meno rispetto al SR attuale…le distanze enormi comunque erano inevitabili con l’entrata di Argentina e Giappone…la vera squadra materasso per me sarà la franchigia nipponica, quella argentina sarà più quadrata, da vedere come allestirano i Southern Kings, ma possono contare su Eastern Province Kings come bacino principale (chissà se Botes andrà a fare il SR)…
        Forse sarò entusiasta dell’ingresso degli argentini, ma non vedo l’ora che cominci, poi queste formule strane e cervellotiche mi piacciono…

        • mezeena10 10 Giugno 2015, 21:56

          ti riportavo alcune delle critiche piu frequenti..
          io son curioso di vedere come andrà, non precludo mai nulla a priori..

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